Il documento “Prevenzione delle malattie cerebrovascolari lungo il corso della vita” pubblicato dal Ministero della Salute contiene importanti linee guida. Vediamo quali. Intro.
Nel settembre del 2019 è stato pubblicato un documento, redatto dal Gruppo di lavoro sulle malattie cerebrovascolari dell’Alleanza Italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, contenente informazioni molto approfondite su queste patologie.
In particolare, fornisce alcune linee guida molto dettagliate su come operare una corretta prevenzione, non a caso si intitola “Prevenzione delle malattie cerebrovascolari lungo il corso della vita”.
Alla redazione di questo documento, molto completo e complesso, hanno partecipato decine di professionisti, in rappresentanza di alcune delle principali associazioni di categoria.
Per consultarlo nella sua versione integrale, puoi cliccare qui.
Indice dei Contenuti
- Le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte al mondo
- A cosa si fa riferimento quando si parla di malattie cerebrovascolari
- Quali sono i fattori di rischio delle malattie cerebrovascolari
- Malattie cerebrovascolari: prevenzione primaria
- Malattie cerebrovascolari: prevenzione secondaria e terziaria
Le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte al mondo
Aver dedicato tempo, studio e risorse alla produzione di questo documento è giustificato da alcuni dati che non lasciano spazio all’interpretazione.
Come si legge nell’introduzione, infatti, le malattie cerebrovascolari sono la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità a livello mondiale.
Inoltre, nei casi di morte prematura o disabilità, rappresentano circa il 10% della causa di perdita di anni di vita.
Infine, rappresentano un grosso carico sociale ed economico per le famiglie e i caregiver e per la sanità pubblica.
Con l’invecchiamento della popolazione, più volte da noi segnalato nei nostri articoli (qui, ad esempio), tutto questo si fa sempre più pressante.
A cosa si fa riferimento quando si parla di malattie cerebrovascolari
Quando si parla di malattie cerebrovascolari, a cosa si fa riferimento? Quali sono le patologie rientranti in questa categoria?
Come puoi facilmente intuire, si tratta di malattie che coinvolgono le funzioni cerebrali e quelle vascolari, come:
- ictus cerebrale;
- infarto cerebrale (altrimenti detto ictus ischemico);
- emorragia intracerebrale;
- emorragia subaracnoidea;
- attacco ischemico transitorio (TIA).
Stiamo parlando di patologie molto diffuse, ma i dati per fortuna ci segnalano un calo significativo della mortalità per ictus a livello mondiale (Italia compresa), sia nei Paesi ad alto reddito che in quelli a medio e basso reddito.
Per quanto riguarda, invece, l’incidenza, si è registrato un calo importante nei Paesi ad alto reddito, mentre in quelli a reddito medio basso c’è stato un aumento importante.
I dati disponibili evidenziano una maggior incidenza dell’ictus cerebrale nei maschi rispetto alle femmine.
In questo grafico si mostra il calo del numero di ricoveri per ictus ischemico dal 2009 al 2017, ultimo anno per il quale si dispone di dati.
Fatta questa dovuta premessa, vediamo ora i due aspetti sui quali il documento si concentra maggiormente: i fattori di rischio e la prevenzione.
Quali sono i fattori di rischio delle malattie cerebrovascolari
Come accade con ogni patologia, i fattori di rischio si dividono in due categorie, quelli non modificabili e quelli modificabili.
I primi sono spesso connessi a componenti genetiche o fisiche, che non è possibile cambiare, mentre i secondi riguardano i nostri comportamenti e le abitudini di vita.
Vediamoli nel dettaglio, partendo dai fattori di rischio non modificabili:
- Familiarità/fattori genetici: la familiarità per patologie cardio-cerebrovascolari si riferisce alla presenza in anamnesi di eventi vascolari a carico dei familiari di primo grado.
- Genere: il genere femminile ha un minor rischio cardio-cerebrovascolare rispetto a quello maschile.
- Età: l’incidenza dell’ictus nei soggetti di età inferiore ai 45 anni, compresi neonati e bambini, è pari a circa 10 casi per 100.000 abitanti per anno. L’incidenza aumenta a partire dai 55 anni; dopo i 65 anni l’aumento dell’incidenza è esponenziale.
- Etnia: i dati della letteratura confermano il maggior rischio di ictus cerebrale negli afro-americani e il maggior rischio di emorragia cerebrale nelle popolazioni asiatiche.
Vediamo, ora, i fattori di rischio modificabili:
- Tabagismo: il fumo di sigaretta, anche passivo, è dimostrato avere effetti molto nocivi sulla salute cerebrovascolare. Sarebbe meglio smettere di fumare, o non iniziare affatto;
- Sedentarietà/scarsa attività fisica: la sedentarietà associata a scorretta alimentazione aumenta il rischio di sovrappeso, che a sua volta aumenta il rischio di patologie vascolari;
- Consumo rischioso e dannoso di alcol: aumenta il rischio di ictus cerebrale;
- Scorretta alimentazione: uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardio-cerebrovascolari è rappresentato da un’alimentazione ricca di grassi saturi e/o di sodio e/o povera di verdure, frutta e pesce e/o caratterizzata da un apporto calorico inadeguato rispetto al fabbisogno energetico.
- Fattori correlabili all’ambiente socio-familiare e depressione: lo status economico, il livello culturale, il tipo di professione e lo stress si associano a un aumento del rischio di malattia cardiocerebrovascolare.
- Aritmie: la fibrillazione atriale (FA) aumenta di 4-5 volte il rischio di ictus e si associa a un aumento della mortalità e della disabilità.
- Ipertensione arteriosa;
- Tachicardia;
- Ipertrofia ventricolare sinistra: esiste una relazione tra la presenza di ipertrofia ventricolare sinistra e la successiva comparsa di eventi cardio-cerebrovascolari indipendentemente dagli altri fattori di rischio associati.
- Cardiopatie: infarto miocardico acuto, cardiomiopatie, valvulopatie, forame ovale pervio, aneurisma del setto interatriale.
- Vasculopatie: placche ateromasiche dell’arco aortico e delle carotidi, aneurismi cerebrali.
- Dislipidemie: elevati valori di colesterolemia totale (≥200 mg/dL) e di colesterolemia LDL, bassi valori di colesterolemia HDL, elevati valori di trigliceridemia (≥150 mg/dL).
- Diabete mellito;
- Sovrappeso/obesità: l’aumento di peso protratto nel tempo aumenta il rischio di malattia cerebrovascolare anche perché si associa spesso a ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperglicemia.
- Sindrome metabolica;
- Steatosi epatica non alcolica;
- Iperuricemia;
- Malattia renale;
- Anemia a cellule falciformi;
- Malattie infiammatorie intestinali croniche (MICI);
- Artriti croniche;
- Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS);
- Iperomocisteinemia;
- Alterazioni dell’emostasi;
- Emicrania;
- Infezioni;
- Uso di contraccettivi orali: il rischio di ictus nelle donne in età riproduttiva che assumono contraccettivi orali è molto basso, ma aumenta nelle donne con età maggiore di 35 anni, fumatrici, ipertese che utilizzano contraccettivi orali ad alto contenuto di estrogeni;
- Uso di droghe: l’assunzione di droghe favorisce l’insorgenza di ictus o ne aumenta il rischio già in età giovanile;
- Fattori climatici e inquinamento atmosferico.
Consultando il documento completo troverai una divisione in capitoli, ognuno dedicato a una fase della vita, compresa la gravidanza, con i relativi fattori di rischio.
Malattie cerebrovascolari: prevenzione primaria
Nel documento a cui stiamo attingendo si spiega l’importanza della prevenzione durante tutto il corso della vita, a partire dalla prima infanzia.
In questo modo, si può ridurre l’esposizione a quei fattori di rischio modificabili indicati prima.
Per quanto riguarda la prevenzione primaria, si interviene su vari livelli:
- prevenire comportamenti non salutari durante l’infanzia e l’adolescenza;
- gestire adeguatamente l’eventuale presenza di condizioni patologiche che aumentano il rischio di ictus;
- seguire opportune terapie laddove non siano sufficienti gli interventi comportamentali.
Un punto importante in relazione alla prevenzione delle malattie cerebrovascolari riguarda l’adozione di stili di vita e comportamenti sani:
- non fumare o cessare il consumo di prodotti del tabacco ed evitare l’esposizione al fumo passivo;
- evitare il consumo rischioso e dannoso di alcol;
- seguire una corretta alimentazione, varia ed equilibrata;
- svolgere attività fisica regolare e adeguata;
- mantenere/perseguire un peso corporeo ottimale;
- evitare la sedentarietà.
A questo si aggiunge la gestione di eventuali condizioni cliniche a rischio, come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, cardiopatie varie, fibrillazione atriale.
Malattie cerebrovascolari: prevenzione secondaria e terziaria
Cosa significa prevenzione secondaria e terziaria? Nel documento si risponde in modo chiaro a questa domanda:
“Per prevenzione secondaria dell’ictus cerebrale si intende l’adozione di misure profilattiche in soggetti che hanno avuto un attacco ischemico transitorio (TIA), al fine di evitare l’insorgenza di un ictus cerebrale vero e proprio. Con il termine di prevenzione terziaria ci si riferisce alle misure da adottare per i pazienti che hanno già presentato un evento vascolare cerebrale ischemico o emorragico al fine di ridurre la gravità e le complicazioni di malattie ormai instaurate e di evitare una recidiva di malattia.”
Cosa vuol dire? Che si parla di prevenzione secondaria e terziaria nel momento in cui si è già verificato un evento significativo nella vita dell’individuo, quindi dopo aver sofferto di malattie cerebrovascolari.
L’obiettivo, in questo caso, non è evitare l’insorgenza ma ridurre il rischio di un nuovo evento vascolare cerebrale.
Le tecniche di prevenzione da attuare in questa fase sono frutto di valutazioni specifiche, effettuate sull’analisi delle condizioni del paziente.
In genere, però, si procede in questo modo:
- riabilitazione precoce;
- valutazione cardiovascolare del paziente post TIA/ictus;
- adozione di stili di vita salutari;
- terapie farmacologiche a lungo termine;
- monitoraggio continuativo delle condizioni cliniche;
- educazione sanitaria del paziente, dei conviventi e dei familiari nella gestione della patologia.
Si consiglia di affidarsi alle cure di un medico specializzato in malattie cerebrovascolari e di seguire pedissequamente le sue indicazioni.