ob

Cosa fare in caso di gravidanza a rischio

Cosa fare in caso di gravidanza a rischio

Cosa s’intende per gravidanza a rischio, quali sono le cause principali, cosa prevede la legge e come si richiede la maternità anticipata? Scopriamolo insieme. Intro. 

Durante la gestazione possono presentarsi condizioni di salute precarie, tali da compromettere, potenzialmente, il suo naturale decorso. In questi casi, si parla di gravidanza a rischio

La gravidanza a rischio si riferisce a una gestazione caratterizzata da una maggiore esposizione a possibili complicazioni per la madre o per il feto

Sono molti i fattori coinvolti – che andremo ad analizzare più nel dettaglio nel corso dell’articolo – come ad esempio: 

Le gravidanze a rischio richiedono una maggiore attenzione medica e una gestione e un monitoraggio più intensivi. È importante, quindi, che le donne incinte informino il proprio medico su qualsiasi fattore che possa rendere minacciare la gravidanza in modo che possano essere fornite le cure e l’assistenza adeguata.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire come comportarsi in caso di gravidanza a rischio, sia dal punto sanitario sia da quello legislativo. 

Le principali cause di una gravidanza a rischio

Abbiamo accennato che una gravidanza può essere minacciata da molteplici fattori, alcuni prevenibili altri, invece, da gestire in modo accurato. 

Vediamo nel dettaglio quali sono le principali cause di una gravidanza a rischio. 

  • Età avanzata della futura mamma: le donne con più di 35 anni hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze durante la gravidanza, come ad esempio il diabete gestazionale, l’ipertensione, il parto prematuro o alcune malattie congenite, come la sindrome di Down o la spina bifida. Rispetto al passato questo riferimento anagrafico è decisamente meno problematico, sempre più donne giungono alla prima gravidanza a questa età, o anche dopo, ma con le giuste precauzioni è possibile ridurre sensibilmente il rischio.
  • Problemi di salute pregressi: le donne con problemi di salute pregressi, in particolare il diabete, l’ipertensione, la trombosi, la depressione o l’obesità, hanno maggiori probabilità di sviluppare complicanze durante la gravidanza. Per questo motivo è importantissimo comunicare al ginecologo la propria condizione e seguire pedissequamente le terapie in atto per il trattamento delle stesse, magari con delle variazioni necessarie per non minacciare la salute del feto.
  • Gravidanza multipla: le gravidanze multiple (gemelli, trigemini, ecc.) sono a maggior rischio di complicazioni come l’aborto spontaneo, il parto prematuro o la crescita rallentata dei feti.
  • Storia di complicanze in gravidanze precedenti: le donne che hanno avuto problemi in gravidanze precedenti, come ad esempio la preeclampsia, il parto prematuro o la crescita rallentata del feto, hanno maggiori probabilità di svilupparli anche in gravidanze successive.
  • Stile di vita poco salutare: le donne che fumano, bevono alcolici, assumono droghe o seguono diete poco salutari hanno maggiori probabilità di incorrere in una condizione di gravidanza a rischio, come la sindrome fetoalcolica.
  • Patologie della gravidanza in corso: alcune complicanze che possono insorgere durante la gravidanza, come ad esempio la placenta previa, la placenta accreta o la rottura prematura delle membrane, possono aumentare il rischio.
  • Infezioni: alcune infezioni, come ad esempio la toxoplasmosi, la listeriosi o la citomegalovirus, possono aumentare il rischio di complicanze durante la gravidanza. Per questo motivo è importante eseguire il Pap Test nella fase iniziale della gestazione.

Come si può leggere, insomma, alcuni fattori sono frutto di uno stile di vita poco sano, che può e deve essere modificato al fine di garantire la salute della donna e del bambino. Altri, invece, vanno gestiti affidandosi alle cure di medici specialisti.

Quali sono i sintomi di una gravidanza a rischio?

Abbiamo elencato le cause e i fattori che possono generare una condizione di gravidanza a rischio, ma come si fa a capire se c’è un problema di salute potenzialmente dannoso per la salute della donna e del nascituro?

I sintomi di una gravidanza a rischio possono variare a seconda delle cause che la minacciano; tuttavia, è possibile prestare particolare attenzione ad alcuni sintomi che potrebbero indicare la presenza di complicanze durante la gravidanza.

I principali sono i seguenti:

  • pressione alta: è un sintomo comune di preeclampsia, una complicanza della gravidanza che può essere pericolosa per la salute della madre e del feto;
  • sanguinamento vaginale: può essere un segno di diverse complicanze della gravidanza, come ad esempio la rottura prematura delle membrane o la placenta previa;
  • contrazioni dolorose: possono essere un segno di un parto prematuro o di una placenta che si stacca prima del termine della gravidanza;
  • movimenti fetali ridotti: possono indicare una crescita rallentata del feto o una sofferenza fetale;
  • dolore addominale o pelvico: può essere un segno di diverse complicanze, come ad esempio la rottura o la torsione di un’ovaia o una gravidanza extrauterina;
  • infezioni: la febbre alta, la diarrea, la nausea o il vomito, possono essere un segno di infezioni come la listeriosi o la toxoplasmosi.

È importante che le donne incinte conoscano i sintomi di una gravidanza a rischio e che informino il loro medico se notano qualunque cambiamento nel loro stato di salute. Un monitoraggio regolare da parte del medico può aiutare a individuare precocemente eventuali complicanze e ad affrontarle in modo tempestivo.

Gravidanza a rischio: cosa prevede la legge

L’ordinamento giuridico del nostro Paese tutela le donne in gravidanza, in particolare le donne lavoratrici, anche in caso di gravidanza a rischio

Il Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151, “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”, individua una serie di rischi ai quali è necessario non esporre le donne lavoratrici incinta, stabilendo ad esempio il cambio di mansione per la durata della gravidanza. 

In alcuni casi più gravi, però, una gravidanza a rischio può rendere necessaria l’astensione completa dal lavoro

Vediamo insieme cosa fare in caso di gravidanza a rischio, come funziona e come richiederla

Come funziona la gravidanza a rischio?

Come spiegato, con gravidanza a rischio si intende una condizione di salute delicata della futura mamma, che richiede un surplus di cura e attenzione, ma in alcuni casi sfocia addirittura nella necessità di astenersi completamente dal lavoro e stare a riposo

Come sappiamo, esiste già un congedo di maternità con il quale si stabilisce una astensione obbligatoria dal lavoro durante il periodo di gravidanza e puerperio – pari a 5 mesi in totale, di solito divisi in 2 mesi prima e 3 mesi dopo, ma con una certa flessibilità (1+4, ad esempio) – ma in caso di gravidanza a rischio questo periodo si estende, a partire dal momento in cui viene diagnosticata.  

Si parla, in questi casi, di maternità anticipata

Come richiedere la maternità anticipata per gravidanza a rischio?

Com’è facile intuire, per richiedere l’interdizione dal lavoro per gravidanza a rischio è necessario un certificato da parte di un ginecologo che attesti la condizione di particolare fragilità della donna lavoratrice. 

Come stabilito dal D.L. n°5/12, precisamente all’art.15 “misure di semplificazione in relazione alla astensione anticipata dal lavoro delle lavoratrici in gravidanza”, viene disposta l’interdizione dal lavoro delle lavoratrici in stato di gravidanza

  1. nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di persistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza; 
  2. quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino; 
  3. quando la lavoratrice non possa essere spostata ad altre  mansioni.

Quindi, quando sussiste anche solo una di queste tre condizioni, la donna incinta può richiedere al proprio ginecologo di certificare la condizione di gravidanza a rischio, per poi procedere alla presentazione della domanda all’INPS.

Ricordiamo che, in caso di certificato emesso da un ginecologo privato, è necessario far confermare la diagnosi da un medico del SSN, rivolgendosi alla propria ASL di competenza. 

Come presentare domanda di maternità anticipata per gravidanza a rischio?

Abbiamo visto che, in presenza di particolari condizioni di salute precarie della donna incinta o di mansioni incompatibili con la gravidanza, è possibile ricevere la certificazione della gravidanza a rischio per accedere alla maternità anticipata.

Come suggerisce il termine stesso, si tratta di una astensione dal lavoro che precede quella già prevista dal congedo di maternità, che scatta 1-2 mesi prima del parto. 

In caso di gravidanza a rischio, invece, il periodo di congedo parte pochi giorni dopo la presentazione della domanda di maternità anticipata

La legge prevede che siano la Direzione territoriale del lavoro e la ASL gli unici due enti autorizzati a disporre l’interdizione dal lavoro delle lavoratrici in stato di gravidanza, in presenza di quelle condizioni prima menzionate e con certificato medico attestante la gravidanza a rischio. 

Quindi, per fare domanda non c’è bisogno di altro se non di: 

  • un certificato che attesti la gravidanza in atto; 
  • il certificato medico che dichiari la gravidanza a rischio. Il certificato rilasciato dal ginecologo dell’ASL ha una validità per tutta la durata della gravidanza, mentre quello del medico privato vale solo 30 giorni;
  • un documento d’identità. 

Sarà l’ASL a certificare lo stato della donna lavoratrice in gravidanza, dopodiché è sufficiente presentare la domanda tramite la Direzione territoriale del lavoro di competenza, che dovrà rispondere entro 7 giorni dalla ricezione della documentazione, trascorsi i quali la richiesta è accettata in modo implicito (silenzio-assenso). 

Nel caso in cui la richiesta venga respinta, è necessario comunicare i motivi alla lavoratrice. La lavoratrice ha un termine di 10 giorni successivi alla comunicazione del diniego per presentare ulteriori documenti e osservazioni.

Quindi, come dicevamo prima, l’interdizione dal lavoro per gravidanza a rischio, altrimenti detta maternità anticipata, inizia dopo massimo 7 giorni dalla presentazione della domanda.  

Come comunicare la gravidanza a rischio al datore di lavoro?

La legge prevede l’obbligo, da parte della lavoratrice, di comunicare la gravidanza al datore di lavoro, così come di presentare la documentazione che attesti una condizione di gravidanza a rischio

Una copia della domanda di richiesta di maternità anticipata va consegnata anche al datore di lavoro

Ricordiamo che, in caso di lavoro rischioso, e se le condizioni lo consentono, l’azienda è tenuta a predisporre un cambio di mansione, al fine di mettere la donna in un contesto lavorativo meno provante e rischioso, senza rendere necessaria l’astensione totale dal lavoro. 

In questi casi l’astensione può essere richiesta dalla lavoratrice, dall’azienda o direttamente dall’Ispettorato del lavoro.

Chi paga la maternità anticipata per gravidanza a rischio?

Come nel caso del congedo di maternità, è prevista un’indennità pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga precedente l’inizio del congedo di maternità, anticipata in busta paga dal datore di lavoro.

Viene, invece, pagata direttamente dall’INPS a:

  • lavoratrici stagionali;
  • operaie agricole (salva la facoltà di anticipazione dell’indennità, da parte del datore di lavoro, in favore delle operaie agricole a tempo indeterminato);
  • lavoratrici dello spettacolo saltuarie o a termine;
  • lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti);
  • lavoratrici disoccupate o sospese;
  • lavoratrici assicurate ex IPSEMA dipendenti da datori di lavoro che non hanno scelto il pagamento delle indennità con il metodo del conguaglio CA2G;
  • lavoratrici e lavoratori iscritti alla Gestione Separata.

Il datore di lavoro deve – ma solo se previsto dal CCNL – contribuire al restante 20%.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

Conosci Fondo ASIM

Fondo ASIM è operativo da ottobre 2014, ed ha lo scopo di garantire, ai lavoratori iscritti, trattamenti di assistenza sanitaria integrativa al Servizio Sanitario Nazionale. Per conoscere nel dettaglio le prestazioni sanitarie garantite ti invitiamo a consultare il Piano Sanitario presente sul nostro sito, cliccando qui.

Leggi l’ultimo numero di ASIM INFORMA