Nel 1988 un medico statunitense, Gerald Reaven, individuò una correlazione frequente tra il diabete mellito di tipo 2 e altre comuni malattie cardiovascolari, come l’ipertensione ad esempio.
Il suo studio lo condusse a teorizzare la cosiddetta “Sindrome X”, poi ribattezzata in vari modi, e nota con il termine sindrome metabolica.
Con il tempo la letteratura medica a riguardo si è moltiplicata, portando nuovi studi ed evidenze su quella che è divenuta, di fatto, una emergenza sanitaria in tutto il mondo, in particolare nel mondo occidentale.
Oggi la sindrome metabolica è stata rinominata, infatti, “plurimetabolica”, comprendendo l’associazione di insulino-resistenza, iperinsulinemia, obesità centrale, intolleranza glucidica o diabete mellito di tipo 2, iperuricemia, dislipidemia e ipertensione arteriosa.
Vediamo insieme in cosa consiste la sindrome metabolica, quali sono i sintomi e come si può intervenire.
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Cos’è la sindrome metabolica
Con il termine Sindrome Metabolica si indica una serie di alterazioni del metabolismo associate tra loro e presenti in un singolo individuo, aumentando in modo sensibile il rischio di malattie cardiovascolari.
I disturbi metabolici interessati sono i seguenti:
- obesità;
- aumento dei trigliceridi e riduzione del colesterolo;
- ipertensione arteriosa;
- intolleranza glucidica;
- diabete.
Queste patologie, prese singolarmente, possono minacciare la salute di ogni individuo; è quindi evidente che una loro concomitanza è da scongiurare.
Sindrome metabolica: come si effettua la diagnosi
Per parlare di sindrome metabolica è richiesta la presenza di almeno 3 delle 5 variabili individuate secondo i criteri del WHO e di altre associazioni internazionali, come la ATIII-NCEP (Adult Treatment Panel III – National Cholesterol Education Program), l’IDF (International Diabetes Federation) e l’AHA/NHLBI (American Heart Association/National Heart, Lung and Blood Institute).
Le 5 variabili sono le seguenti:
- obesità e circonferenza vita;
- pressione arteriosa;
- colesterolo HDL;
- trigliceridi;
- insulino Resistenza, o glicemia.
Nel paper “La Medicina di Laboratorio Predittiva, Preventiva, Personalizzata e Partecipata. Il Caso della Sindrome Metabolica”, redatto dal dottor Piero Cappelletti della SIPMeL (Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio) è riportata una tabella contenente le Definizioni della Sindrome Metabolica in modo più chiaro.
Rispetto al passato, la scienza medica e la ricerca hanno individuato molteplici elementi che contribuiscono alla presenza di una sindrome metabolica:
- elementi genetici, che variano su base individuale e etnica;
- elementi molecolari, nello specifico la presenza di recettori nucleari come PPAR-γ, recettori endocannabinoidi, citochine infiammatorie (collegate ad una scorretta alimentazione), adiponectine (una proteina che regola il glucosio nel sangue) e ormoni;
- elementi ambientali, che comprendono la dieta seguita e il grado di sedentarietà.
Avendo individuato, ad oggi, numerose cause che potrebbero portare allo sviluppo di una sindrome metabolica, appare evidente che per affrontarla in modo adeguato è necessario un intervento sistemico e non singolo.
A questo va aggiunto il ruolo essenziale che gioca la prevenzione.
Come si cura la sindrome metabolica
Abbiamo visto che le cause della sindrome metabolica sono da imputare ad alcuni elementi di natura genetica, molecolare e ambientale, ma per semplificare potremmo dire che alla base delle malattie metaboliche c’è un’alimentazione sbagliata e un eccesso di sedentarietà, che provocano accumulo di grasso addominale, che a sua volta determina insulino-resistenza, ipertensione, colesterolo alto.
Il percorso terapeutico si sviluppa su tre fasi:
- dieta equilibrata, finalizzata alla riduzione del grasso addominale, in modo moderato. Non si consiglia, quindi, di seguire una dieta drastica, per perdere peso in poco tempo, ma di cambiare le proprie abitudini alimentari, eliminando cibi grassi e molto conditi, riducendo la carne rossa e i carboidrati complessi, sostituendoli con alimenti sani;
- attività fisica, essenziale non solo come supporto alla dieta, ma anche e soprattutto per ridurre la sedentarietà, tra le principali cause di obesità. Non è necessario allenarsi in modo estremo, è sufficiente iniziare con programmi di passeggiate progressive, partendo da 10 minuti per poi aumentare fino a 40-45 minuti, possibilmente ogni giorno;
- terapia farmacologica: l’alimentazione e l’esercizio fisico sono fondamentali, anche dal punto di vista preventivo, ma in caso di ipertensione, diabete, colesterolo alto, l’apporto farmacologica è essenziale.
La sindrome metabolica e il problema dell’obesità
L’obesità è riconosciuta come una delle principali cause della sindrome metabolica e delle patologie che la compongono.
Bisogna sottolineare che l’Italia, il Paese del buon cibo e della dieta mediterranea, presenta percentuali di obesità più basse rispetto ai principali Stati europei, ma anche a livello mondiale.
Secondo i dati forniti da renewbariatrics.com, l’Italia è al novantesimo posto al livello mondiale, con un 21% di obesità nella popolazione adulta.
A destare qualche preoccupazione è il livello di obesità e sovrappeso nei bambini in età evolutiva, in particolare in alcune regioni del centro-sud Italia, Campania in testa.
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Ciò nonostante, si tratta di un dato molto preoccupante, che richiede controlli sui bambini obesi e/o sovrappeso, in modo da individuare sintomi di una sindrome metabolica precoce.
Sindrome metabolica: i costi per il SSN
Potrà apparire cinico, ma dire che la sindrome metabolica rappresenta un costo enorme da sostenere per il Servizio Sanitario Nazionale è un dato di fatto, supportato anche da diversi studi effettuati negli ultimi anni.
L’articolo “I costi della sindrome metabolica” del 2013 (C. Lucioni, S. Mazzi, C. Cerra, S. Lottaroli), pubblicato nel PharmacoEconomics – Italian Research Articles, riporta alcuni dati molto interessanti a riguardo.
La sindrome metabolica colpisce uomini e donne in egual misura, nel primo caso però si manifesta ad una età inferiore (64,6 anni contro i 68,2 delle donne) con una percentuale di mortalità pari all’1,7%.
Questo dato non suggerisce la presenza di una emergenza sanitaria in corso, perché non differisce molto dal dato della mortalità della popolazione generale.
Quello che influisce, in realtà, è il costo sostenuto dai pazienti e dalle strutture sanitarie pubbliche.
Stando ai dati contenuti nell’articolo, il costo medio totale annuo per un paziente con sindrome metabolica è stimato in € 1.522, divisi in questo modo:
- farmaci: € 558,00;
- ospedalizzazione: € 964,00.
Si tratta di un costo molto più alto rispetto alle stime della popolazione generale, che si assesta invece su una spesa di € 361 totali, divisi tra
- farmaci: € 155,00;
- ospedalizzazione: € 206,00.
Su base annuale e pro-capite, il costo della sindrome metabolica ammonta a € 1.161.
Questo vuol dire che per il SSN la sindrome metabolica rappresenta una voce di costo pari a circa 670 milioni di euro l’anno, una cifra decisamente alta.