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Cosa sono i trigliceridi e cosa indicano

Trigliceridi

Si tende spesso ad associare i trigliceridi a malattie cardiovascolari e croniche, ignorando la loro reale natura e funzione. Approfondiamo insieme. Intro. 

Sul nostro blog abbiamo già affrontato il tema, molto delicato, del colesterolo e delle malattie cardiovascolari, cercando di fornire anche qualche consiglio utile per la salute.

In effetti, le malattie cardiovascolari risultano, in Italia e nei Paesi cosiddetti industrializzati, la principale causa di morte. Per questo motivo da molti anni si sono diffusi programmi di prevenzione rigorosi ed efficaci.

Secondo il Ministero della Salute, ad esempio, elevati livelli di trigliceridi sono considerati un fattore indipendente di rischio coronarico, in particolare se associati a sindrome metabolica.

Ma cosa sono questi trigliceridi e perché rappresentano una minaccia per la nostra salute se presenti in misura eccessiva?

Scopriamolo insieme.

Cosa sono i trigliceridi

Stando alla definizione fornita dal dizionario medico, i trigliceridi sono

“Molecole complesse composte da tre acidi grassi legati a una molecola di glicerolo, la cui formazione è strettamente legata al metabolismo dei carboidrati immagazzinati nel tessuto adiposo”

Semplificando, i trigliceridi non sono altro che grassi, o più correttamente lipidi, che il nostro corpo assume prevalentemente attraverso l’alimentazione, mentre solo una piccola percentuale è prodotta, come altri grassi, dal fegato.

Essi si dividono essenzialmente in due tipologie, in base al tipo di acido grasso legato al glicerolo:

  • acidi grassi saturi, che assumiamo prevalentemente da cibi di derivazione animale;
  • acidi grassi insaturi, presenti prevalentemente nel mondo vegetale.

A cosa servono i trigliceridi

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, i trigliceridi non sono un nemico per il nostro organismo, anzi.

In effetti, i trigliceridi sono anche definiti “lipidi di deposito” in quanto, accumulandosi nel tessuto adiposo dove vengono immagazzinati come grassi, rappresentano la principale riserva di energia per il nostro corpo, oltre a evitare la dispersione del calore e a proteggere gli organi interni.

Quindi, è errato demonizzare i trigliceridi, così come è sbagliato pensare che il colesterolo sia una malattia.

Come spesso accade, il problema sorge nel momento in cui nel nostro corpo si accumula una quantità eccessiva di trigliceridi (ipertrigliceridemia).

Quest’ultima, infatti, aumenta sensibilmente il rischio di sviluppare aterosclerosi, malattie cardiovascolari, del fegato e del pancreas.

Trigliceridi nel sangue: cosa significa

Abbiamo detto che i trigliceridi sono grassi che il nostro corpo produce o assume attraverso l’alimentazione e che vanno ad accumularsi nell’adipe, rappresentando una importantissima fonte di energia per il nostro corpo.

Allora perché si parla di trigliceridi nel sangue? Cosa vuol dire?

Beh, è vero che i trigliceridi si depositano nell’adipe, ma non solo. Infatti, essi costituiscono una quota importante di lipidi plasmatici, ovvero grassi trasportati attraverso il sangue nel nostro corpo.

Un eccesso dei livelli di trigliceridi nel sangue può provocare un ispessimento delle arterie e, di conseguenza, gravi disfunzioni.

Ecco perché si effettuano delle semplici analisi del sangue per controllare i livelli di colesterolo totale, trigliceridi, HDL e LDL.

Quali sono i valori normali dei trigliceridi nel sangue

Quando si effettuano analisi del sangue per la trigliceridemia, i valori vengono indicati seguendo questo schema:

Negli adulti:

  • valore desiderabile: < 150 mg/dl (1,7 mmol/L)
  • valore ai limiti della norma: compreso tra 150 e 199 mg/dl (1,7-2,2 mmol/L)
  • valore elevato: compreso tra 200 e 499 mg/dl (2,3-5,6 mmol/L)
  • valore molto elevato: > a 500 mg/dl (5,6 mmol/L)

Nei più giovani (under 18):

  • valore desiderabile: inferiore a 90 mg/dl (1,02 mmol/L)
  • valore ai limiti della norma: compreso tra 90-129 mg/dl (1,02-1,46 mmol/L)
  • valore elevato: uguale o superiore a 130 mg/dl (1,47 mmol/L)

Valori elevati di trigliceridi nel sangue aumentano il rischio di malattie cardiovascolari (infarto, arteriosclerosi). In casi estremi, con valori superiori ai 1000 mg/dl, c’è il rischio concreto di provocare una pancreatite.

Quali sono le cause principali della ipertrigliceridemia

Come illustrato nella parte iniziale dell’articolo, solo una piccola percentuale dei trigliceridi presenti nel nostro corpo viene prodotta dal fegato.

La fetta più rilevante, infatti, deriva dall’alimentazione e dagli stili di vita, che possono influenzare in modo netto la presenza o meno di un eccesso di trigliceridi, quindi di una manifesta ipertrigliceridemia.

Quali sono, quindi, le cause principali che possono provocarla?

Una cattiva alimentazione e uno stile di vita sedentario rappresentano fattori di rischio ormai più che comprovati per l’eccesso di trigliceridi e la diffusione di malattie metaboliche e cardiovascolari.

Per questo motivo, una prevenzione efficace passa attraverso l’adozione di uno stile di vita sano, una adeguata attività fisica e un’alimentazione equilibrata, ricca di frutta e verdure e povera di grassi saturi.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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