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Ictus: cause, sintomi, prevenzione

Ictus

Ogni anno, in Italia, si registrano circa 90.000 ricoveri per ictus cerebrale. Si tratta di un enorme problema sanitario. Approfondiamo insieme. Intro. 

Secondo quanto riportato sul sito del Ministero della Salute, in Italia l’ictus è la seconda causa di morte e rappresenta la prima causa di invalidità

I dati forniti fanno ben comprendere l’entità del problema sanitario:

  • ogni anno si registrano circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive; 
  • il 20-30% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese dall’evento e il 40-50% entro il primo anno;
  • solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza;
  • l’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade;
  • il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%).

Un ictus è una grave condizione medica, molto pericolosa, che va trattata in regime di emergenza, con l’intervento rapido del personale medico-sanitario. 

Ma cos’è un ictus, in cosa consiste, da cosa è provocato, come si manifesta e quali sono le conseguenze di un attacco simile? 

Scopriamolo insieme. 

Cos’è un ictus

Ictus è una parola latina che significa “colpo” (stroke in inglese), e indica un danno cerebrale persistente, ad esordio acuto, dovuto a cause vascolari.

Cosa vuol dire? 

Il cervello, più di altri organi, ha bisogno di ricevere ossigeno e sostanze nutritive a sufficienza attraverso il flusso sanguigno. Se questo apporto dovesse ridursi in modo sensibile o interrompersi del tutto, il cervello non potrebbe funzionare in modo corretto, andando incontro ad un danno più o meno grave, in alcuni casi fatale. 

Purtroppo, si verifica in modo improvviso, colpendo anche soggetti in buona salute, e raramente presenta dei sintomi o delle avvisaglie che potrebbero attivare un intervento precoce. 

A fare la differenza è la violenza dell’attacco, lo stato di salute del soggetto e, soprattutto, la rapidità e l’efficacia dell’intervento da parte del personale ospedaliero o dei paramedici dell’ambulanza.

Ictus ischemico o emorragico

L’ictus si presenta in due forme distinte, a seconda del tipo di danno ai vasi sanguigni. 

Si parla, infatti, di: 

  1. ictus ischemico: si verifica quando il flusso sanguigno attraverso l’arteria che fornisce sangue ricco di ossigeno al cervello si blocca, a causa di aterosclerosi, trombi o coaguli. Circa ⅔ degli ictus sono di tipo ischemico;
  2. ictus emorragico: si verifica quando un’arteria nel cervello perde sangue o si rompe, a causa di una pressione troppo elevata o di un aneurisma. Esistono due tipi di ictus emorragico
    1. emorragia intracerebrale, il tipo più comune di ictus emorragico, che si verifica quando un’arteria nel cervello esplode, inondando di sangue il tessuto circostante;
    2. emorragia subaracnoidea, meno comune, che si riferisce al sanguinamento nell’area tra il cervello e i tessuti sottili che lo ricoprono.

In alcuni casi, si può andare incontro ad un attacco ischemico transitorio (TIA), anche noto come “mini-ictus”

Vediamo in cosa consiste. 

Cos’è un attacco ischemico transitorio (TIA)

Un attacco ischemico transitorio è diverso dai principali tipi di ictus perché il flusso sanguigno al cervello viene bloccato solo per un breve periodo, di solito non più di 5 minuti. 

Essendo temporaneo, spesso viene sottovalutato, eppure bisognerebbe ricordare che:

  • un TIA è un segnale di avvertimento di un futuro ictus;
  • è un’emergenza medica, proprio come un grave ictus, per questo è necessario richiedere cure di emergenza, chiamando subito il 118;
  • non c’è modo di sapere all’inizio se i sintomi derivano da un TIA o da un tipo importante di ictus, quindi bisogna agire con urgenza; 
  • come gli ictus ischemici, i coaguli di sangue spesso causano TIA;
  • più di ⅓ delle persone che hanno un attacco ischemico transitorio e non ricevono cure vanno incontro a un ictus grave entro 1 anno, mentre circa il 10-15% entro 3 mesi;
  • riconoscere e trattare i TIA può ridurre il rischio di un ictus grave. Individuando le cause, infatti, si può prevenire un attacco futuro.

Come si manifesta l’ictus: i sintomi

Come accennato, l’ictus è un attacco improvviso, che raramente fornisce avvisaglie o sintomi che lo annunciano. 

Quando è in corso, però, sono evidenti alcune manifestazioni tali da richiedere un intervento d’urgenza

Vediamo quali sono questi sintomi, elencati in questo utilissimo opuscolo redatto da A.L.I.Ce. Italia Onlus, Associazione per la lotta all’ictus Cerebrale e promosso dal progetto Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità

  • non riuscire più a muovere o muovere con minor forza – rispettivamente paralisi e paresi – un braccio o una gamba o entrambi gli arti di uno stesso lato del corpo;
  • accorgersi di avere la bocca storta;
  • rendersi conto di non sentire più, di sentire meno o in maniera diversa (formicolio) un braccio o una gamba o entrambi gli arti di uno stesso lato del corpo;
  • non essere in grado di coordinare i movimenti e di stare in equilibrio;
  • far fatica a parlare sia perché non si articolano bene le parole (disartria) sia perché non si riescono a scegliere le parole giuste o perché non si comprende quanto viene riferito dalle persone intorno (afasia);
  • non riuscire a vedere bene metà o una parte degli oggetti (emianopsia); 
  • essere colpiti da un violento mal di testa.

In presenza di uno o più dei sintomi elencati, è fondamentale richiedere con urgenza l’intervento del 118

Il tempo è un elemento essenziale, che può fare davvero la differenza. 

Si può prevenire un ictus? 

Nonostante si tratti di un attacco improvviso, più o meno violento, l’ictus non è una condizione dalla quale non si può sfuggire in alcun modo

Come per altre patologie di natura cardiovascolare, è possibile prevenire le cause alla base di un attacco ischemico o emorragico, i cosiddetti fattori di rischio modificabili. 

Quelli non modificabili sono l’età, la familiarità, il sesso (è più frequente negli uomini che nelle donne). 

In cosa consiste, quindi, la prevenzione di un ictus? Quali sono i fattori di rischio modificabili

Insomma, vivendo una vita sana ed equilibrata si possono ridurre sensibilmente i rischi di un ictus (e non solo). 

Come si cura un ictus

Il trattamento dipende dal tipo di ictus che ha colpito il paziente, dalla parte del cervello interessata e dalla causa scatenante.

Gli ictus sono generalmente trattati con farmaci per prevenire e sciogliere i coaguli di sangue, ridurre la pressione sanguigna e ridurre i livelli di colesterolo.

In alcuni casi, però, potrebbero essere necessarie procedure per rimuovere i coaguli di sangue o sottoporsi a un intervento chirurgico per trattare il gonfiore del cervello e ridurre il rischio di ulteriori sanguinamenti.

Sarà l’equipe medica a valutare il miglior trattamento da eseguire. 

Come riprendersi da un ictus

Come abbiamo spiegato, nelle persone che hanno la fortuna di sopravvivere l’ictus può provocare danni anche molto gravi e permanenti, causando un certo livello di disabilità e perdita dell’autosufficienza

La fase di recupero post attacco, quindi, dipende molto dalle condizioni in cui versa il paziente, e richiede in ogni caso l’intervento di familiari, caregiver, residenze sanitarie assistenziali (RSA) o strutture specializzate

Alcune persone hanno bisogno di un lungo periodo di riabilitazione prima di poter recuperare la loro precedente indipendenza, mentre molte non si riprendono mai completamente e hanno bisogno di un supporto continuo dopo l’ictus.

Inoltre, il paziente può andare incontro a diversi problemi, come: 

  • dolori articolari; 
  • piaghe da decubito;
  • afasia e altri disturbi cognitivi; 
  • difficoltà di deglutizione;
  • depressione dell’umore; 
  • cefalea;
  • perdita di coscienza;
  • demenza vascolare;
  • spasticità.

Nell’opuscolo citato prima è presente un utilissimo capitolo contenente consigli pratici per l’assistenza, che consigliamo di leggere se si accudisce una persona colpita da ictus

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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