In un precedente articolo, dedicato al tema della sindrome metabolica, abbiamo menzionato il problema dell’obesità infantile, sottolineando come in Italia la situazione sia migliore rispetto a buona parte del mondo, un po’ rispetto ai Paesi dell’Unione Europea.
Secondo i dati raccolti da renewbariatrics.com, infatti, si può notare come l’Italia si assesti al novantunesimo posto in classifica, con un tasso di obesità generale pari al 21%.
Per fortuna, l’obesità infantile nel nostro Paese non ha assunto ancora proporzioni preoccupanti come in altri, basti pensare agli USA o alla Cina, dove si parla di vera e propria emergenza sanitaria.
Ciò nonostante, il crescente consumo di prodotti confezionati e la tendenza a trascorrere più tempo seduti a guardare la tv o giocare ai videogame ha causato, negli ultimi due decenni, un acuirsi del problema, da non sottovalutare.
Cerchiamo di approfondire insieme questo tema così delicato, andando ad analizzare le cause dell’aumento dell’obesità infantile e alcuni consigli per affrontare il problema in modo corretto.
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L’obesità non riguarda solo i ricchi
Nell’immaginario collettivo si tende ad associare l’obesità e il sovrappeso all’abbondanza, all’agiatezza economica, contrapponendo questo fenomeno alla povertà e alla fame dei Paesi sottosviluppati.
In realtà, come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, è proprio nelle fasce socio-economiche meno abbienti che si registrano i casi di obesità infantile più gravi.
Purtroppo, uno scarso livello di istruzione e ridotte disponibilità economiche spingono le famiglie, e di conseguenza i bambini, a seguire un’alimentazione scorretta, ricca di grassi e di prodotti industriali.
A rendere più grave il problema concorre uno stile di vita sempre più sedentario, dove l’attività fisica e lo sport sono completamente assenti.
L’obesità infantile è un fattore di rischio
L’obesità infantile, e in generale l’obesità, rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di disturbi metabolici come il diabete e l’ipertensione.
A questi problemi, di per sé già molto gravi, bisogna aggiungere anche altre complicazioni sanitarie:
- disturbi respiratori;
- difficoltà articolari;
- problemi posturali;
- disturbi dell’apparato digerente;
- disturbi psicologici.
Un bambino obeso deve affrontare problemi troppo grandi per la propria età, con contraccolpi psicologici anche gravi e conseguenti disturbi comportamentali.
Numerosi studi condotti nel corso degli ultimi decenni hanno evidenziato un rapporto tra l’obesità infantile e quella adulta, suggerendo che un bambino obeso o sovrappeso continuerà ad esserlo anche da adulto, ma anche un rapporto tra genitori obesi e figli obesi, segnale di un problema di educazione alimentare in famiglia.
Consigli per prevenire e ridurre l’obesità infantile
Secondo quanto riportato dal Sistema di Sorveglianza Okkio alla Salute, promosso dal Ministero della Salute/CCM, negli ultimi anni si è registrata nel nostro Paese una riduzione dei tassi di obesità e sovrappeso infantile, ma questo risultato non deve diminuire gli sforzi ancora da compiere, che sono tanti.
Purtroppo, condizioni socio-economiche, bassa scolarizzazione e abitudini familiari scorrette favoriscono l’aumento di peso nei bambini, anche perché, sempre secondo i dati rilevati, quasi la metà delle mamme intervistate ritiene che il peso dei propri figli sia nella norma.
Quindi, il primo ostacolo da abbattere è quello culturale, per poi operare su tutti gli altri fronti.
I consigli da seguire sono molto semplici, frutto del buon senso oltre che di valutazioni mediche ragionate:
- ridurre il consumo di cibi confezionati, industriali, ricchi di grassi e sale;
- ridurre il consumo di bevande gassate e zuccherate;
- aumentare il consumo di frutta, verdura e cereali, se possibile non raffinati;
- ridurre le ore di sedentarietà, trascorse a guardare la televisione, utilizzare un dispositivo mobile o una consolle per videogiochi;
- introdurre una giusta quantità di ore di attività all’aria aperta, di sport ed esercizio fisico. Per renderlo più gradevole agli occhi di un bambino, è preferibile scegliere sport di squadra, da condividere con gli amici;
- fare una buona colazione al mattino, evitando merendine e snack industriali.
Politiche di prevenzione dell’obesità infantile
La Commissione europea ha adottato, nel 2007, una strategia per l’Europa in materia di nutrizione, sovrappeso e obesità, che ha registrato, nella prima rilevazione del 2012, risultati incoraggianti.
Alla base della strategia c’erano 6 settori considerati prioritari:
- migliorare la qualità delle informazioni da veicolare ai consumatori;
- rendere più disponibili opzioni alimentari più sane;
- incoraggiare l’attività fisica;
- sviluppare una base per orientare le scelte politiche dei singoli Paesi;
- realizzare sistemi di monitoraggio;
- dare priorità a bambini e giovani appartenenti a gruppi socio-economici svantaggiati.
Il Piano d’azione per sconfiggere l’obesità infantile
L’obiettivo generale del piano d’azione dell’UE sull’obesità infantile è contribuire a fermare il fenomeno in aumento del sovrappeso e dell’obesità nei bambini e nei giovani (0-18 anni) entro il 2020.
Cosa prevede questo piano d’azione?
- sostenere un sano stile di vita;
- promuovere ambienti più salubri, in particolare nelle scuole e nelle scuole materne;
- rendere quella salutare l’opzione più semplice;
- limitare il marketing e la pubblicità ai bambini;
- informare le famiglie;
- incoraggiare l’attività fisica;
- monitorare e valutare;
- aumentare la ricerca.
Childhood Obesity Surveillance Initiative – COSI
La lotta all’obesità infantile è una sfida globale, che coinvolge tutti i Paesi, nessuno escluso, ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UE hanno dato il via alla Childhood Obesity Surveillance Initiative – COSI.
Si tratta di un sistema unico che da oltre 10 anni analizza i trend relativi a sovrappeso e obesità tra i bambini in età scolare, attraverso l’adozione di misurazioni standardizzate di peso e altezza di oltre 300.000 bambini nella Regione Europea dell’OMS, fornendo dati rappresentativi a livello nazionale per i paesi partecipanti e un ampio set di dati a livello di regione per l’analisi dei determinanti del sovrappeso e dell’obesità infantile.
L’OMS ha sviluppato un programma basato su 9 obiettivi, da centrare entro il 2025, legati al problema della prevenzione e dell’alimentazione, quindi anche dell’obesità:
- una riduzione del 25% del rischio di mortalità prematura da malattie cardiovascolari, cancro, diabete, problemi respiratori;
- almeno il 10% di riduzione dell’uso nocivo di alcol;
- una riduzione del 10% nella prevalenza di insufficienza attività fisica;
- una riduzione del 30% nell’assunzione media di sale/sodio;
- una riduzione del 30% della prevalenza del consumo attuale di tabacco in persone di età superiore ai 15 anni;
- una riduzione del 25% della prevalenza di pressione sanguigna elevata;
- fermare l’aumento del diabete e dell’obesità;
- almeno il 50% delle persone idonee deve ricevere terapia farmacologica e consulenza per prevenire attacchi di cuore e ictus;
- una disponibilità dell’80% delle tecnologie di base accessibili e farmaci essenziali, compresi i farmaci generici, necessari per il trattamento di importanti malattie non trasmissibili in strutture pubbliche e private.
Conclusioni
Come vedi, il tema dell’obesità infantile è molto complesso, e chiama in causa le famiglie, l’industria alimentare, le politiche nazionali, europee e internazionali, la sanità pubblica e privata, il marketing e la pubblicità, le abitudini culturali e la vita sedentaria, tipica dei tempi moderni.
Prevenire l’obesità e il sovrappeso nei nostri figli vuol dire, in ogni caso, migliorare il loro stato di salute e garantirgli un presente e un futuro, più sereni.