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Sodio basso (Iponatriemia): cause, sintomi, trattamenti

Sodio basso Iponatriemia cause sintomi trattamenti

A cosa serve il sodio per il nostro organismo, e cosa comporta una sua carenza? Scopriamolo insieme. Intro. 

Nell’ambito delle carenze nutrizionali alle quali prestare attenzione, onde evitare complicanze più o meno gravi per il nostro organismo, c’è senza dubbio la iponatriemia, una condizione caratterizzata da sodio basso nel sangue.  

Rispetto ad altre carenze, come ad esempio quelle di calcio, di ferro o di vitamina D, quella relativa ai livelli di sodio è meno nota e diffusa, ma non per questo meno importante

Siamo soliti associare al sodio solo il sale da cucina, ovvero il cloruro di sodio, e sappiamo tutti quanto sia importante limitarne il consumo, soprattutto quando si è affetti da condizioni patologiche per le quali è raccomandata una dieta iposodica. Ma il sodio non è un nemico per il nostro organismo, tutt’altro, ecco perché è importante mantenerne i livelli nel sangue in equilibrio, evitando sia un suo eccesso sia un calo drastico. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cause, sintomi e trattamenti possibili per una condizione di sodio basso nel sangue, o iponatriemia

Cos’è l’iponatriemia (sodio basso nel sangue)

L’iponatriemia, o sodio basso, è una condizione medica che si verifica quando il livello di sodio nel sangue è inferiore alla norma

Come vedremo più nel dettaglio, questa carenza può derivare da diverse cause, tra cui eccessiva sudorazione senza adeguata reintegrazione di sodio e liquidi, dieta squilibrata povera di sodio, uso di diuretici, malattie renali, disturbi endocrini come l’ipotiroidismo e l’insufficienza surrenalica, nonché condizioni come vomito e diarrea.

Ma quando si può parlare di sodio basso? I valori di riferimento per il sodio nel sangue possono variare leggermente da laboratorio a laboratorio, ma in generale sono compresi tra 135 e 145 milliequivalenti per litro (mEq/L) o tra 135 e 145 millimoli per litro (mmol/L).

In base alla gravità dei livelli di sodio nel sangue, l’iponatriemia viene classificata in 3 forme:

  • iponatriemia lieve: il sodio nel sangue è compreso tra 130 e 135 mEq/L;
  • iponatriemia moderata: il sodio nel sangue è compreso tra 125 e 130 mEq/L;
  • iponatriemia grave: il sodio nel sangue è inferiore a 125 mEq/L.

È importante segnalare, però, che la gravità della iponatriemia non dipende solo dai livelli di sodio nel sangue, ma anche dalla velocità con cui si sviluppa. In effetti, una diminuzione rapida può causare sintomi più gravi rispetto a una graduale.

Tipi di iponatriemia: isotonica, ipertonica, ipotonica 

Come si legge in un articolo dal titolo Sindrome iponatriemica, a cura di C. Urso e G. Caimi del Dipartimento di Medicina Interna e Specialistica dell’Università di Palermo, l’iponatriemia può essere classificata in tre tipi. 

  • Isotonica (pseudoiponatriemia): si verifica quando i livelli di sodio nel plasma sanguigno sono normali, ma la concentrazione di sodio nel siero è bassa a causa di un’alta concentrazione di proteine ​​o lipidi nel plasma. Questa condizione è spesso causata da un’elevata concentrazione di lipidi o proteine ​​nel sangue, che possono influenzare la misurazione accurata del sodio quando viene eseguito un esame del sangue.
  • Ipertonica: si verifica quando la concentrazione di sodio nel plasma sanguigno è bassa rispetto alla concentrazione di altri soluti nel sangue, come il glucosio. Questo tipo di iponatriemia è spesso associato a condizioni in cui vi è un aumento del glucosio nel sangue, come il diabete non controllato. Il glucosio elevato causa un aumento del movimento di acqua dalle cellule verso il sangue, diluendo la concentrazione di sodio nel sangue.
  • Ipotonica: è il tipo più comune di iponatriemia, caratterizzata da una diminuzione della concentrazione di sodio nel sangue rispetto alla concentrazione di acqua. L’iponatriemia ipotonica si suddivide in altre tre tipologie, in base al volume extracellulare: 
    • Ipovolemica (o disidratazione ipotonica): si verifica quando c’è una diminuzione del volume extracellulare, cioè del liquido presente al di fuori delle cellule. Questo può essere causato da una perdita eccessiva di sodio e acqua dal corpo, come nel caso di vomito prolungato, diarrea, emorragie, sudorazione eccessiva o l’uso di diuretici. In queste situazioni, il corpo perde più acqua che sodio, portando a una diminuzione del volume extracellulare e dei livelli di sodio nel sangue.
    • Isovolemica: si verifica quando il volume extracellulare rimane invariato, ma vi è una diminuzione dei livelli di sodio nel sangue. Può essere causata da condizioni in cui c’è un’eccessiva ritenzione di acqua, come la sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH).
    • Ipervolemica: si verifica quando vi è un aumento del volume extracellulare, cioè una ritenzione eccessiva di liquidi nel corpo. Questo tipo di iponatriemia è spesso associato a condizioni come l’insufficienza cardiaca congestizia, insufficienza renale o cirrosi epatica, in cui il corpo trattiene eccessivamente liquidi, diluendo così i livelli di sodio nel sangue.

La comprensione di questi diversi tipi di iponatriemia è fondamentale per una diagnosi accurata e per il corretto trattamento della condizione.

Qual è il ruolo del sodio per il nostro organismo?

Perché è così importante mantenere i livelli di sodio nel sangue in equilibrio? Qual è il ruolo svolto da questa sostanza?

Il sodio svolge un ruolo fondamentale in numerose funzioni vitali del nostro organismo:

  • regolazione del bilancio dei fluidi: il sodio aiuta a regolare la quantità di acqua che entra e esce dalle cellule, contribuendo così alla corretta idratazione del corpo;
  • trasmissione degli impulsi nervosi: il sodio aiuta a generare e a trasmettere segnali elettrici attraverso le cellule nervose, consentendo al sistema nervoso di funzionare correttamente;
  • contrazione muscolare: insieme al potassio, il sodio regola l’equilibrio elettrolitico all’interno e all’esterno delle cellule muscolari, permettendo loro di contrarsi e rilassarsi in modo coordinato;
  • regolazione della pressione sanguigna: il sodio influisce sulla pressione sanguigna attraverso il suo ruolo nella regolazione del volume dei fluidi nel corpo. Livelli adeguati di sodio sono importanti per mantenere una pressione sanguigna stabile;
  • equilibrio acido-base: il sodio contribuisce anche a mantenere l’equilibrio acido-base nel corpo, aiutando a neutralizzare l’acidità e a mantenere il pH dei fluidi corporei entro limiti stabili.

Come si può leggere, quindi, il sodio è essenziale per il corretto funzionamento del nostro corpo, di conseguenza, mantenere i livelli di sodio nel sangue in equilibrio è fondamentale per la salute e il benessere generale. 

Tuttavia, è importante anche non eccedere con il consumo di sodio, poiché un eccesso (ipernatriemia) può portare a problemi di salute, come l’ipertensione e le malattie cardiovascolari.

Quali sono le cause principali di sodio basso?

Le cause di sodio basso, o iponatriemia, possono essere varie, e dipendono spesso dal tipo di iponatriemia e dal volume extracellulare coinvolto. 

In generale, le cause principali sono le seguenti:

  • perdita di sodio e acqua: vomito prolungato, diarrea, sudorazione eccessiva (ad esempio durante l’attività fisica intensa o in ambienti caldi), emorragie, ustioni estese, tutte queste condizioni possono causare una perdita significativa di sodio e acqua dal corpo, portando a iponatriemia ipovolemica;
  • eccessiva assunzione di liquidi: l’assunzione eccessiva di acqua senza un adeguato reintegro di sodio può diluire i livelli di sodio nel sangue, causando iponatriemia isovolemica;
  • sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH): questa condizione è caratterizzata da un eccesso di rilascio dell’ormone antidiuretico (ADH), che causa una ritenzione eccessiva di acqua da parte dei reni, diluendo i livelli di sodio nel sangue;
  • insufficienza cardiaca congestizia: il cuore non riesce a pompare sangue in modo efficace, causando un accumulo di liquidi nei tessuti (edema) e nel sangue, diluendo così i livelli di sodio;
  • insufficienza renale: può portare a una diminuzione della capacità dei reni di eliminare l’acqua e il sodio in eccesso dal corpo, causando un accumulo di liquidi e una diluizione dei livelli di sodio nel sangue;
  • cirrosi epatica: può causare una diminuzione della produzione di albumina nel fegato, che può a sua volta portare a una ridotta capacità del sangue di trattenere il sodio, con conseguente perdita di sodio e diluizione dei suoi livelli nel sangue;
  • farmaci: alcuni farmaci, in particolare i diuretici, possono aumentare l’escrezione di sodio e acqua dai reni, portando a iponatriemia. Altri farmaci, come gli antidepressivi e gli antipsicotici, possono influenzare la regolazione dei fluidi e degli elettroliti nel corpo, causando livelli bassi di sodio nel sangue come effetto collaterale.

Queste sono solo alcune delle cause più comuni di sodio basso, e la condizione può essere influenzata da una serie di altri fattori e condizioni mediche, tra cui i seguenti: 

  • diabete insipido: è una condizione caratterizzata da una produzione o un’azione insufficiente di ADH, che può portare a un’eccessiva escrezione di acqua da parte dei reni e alla perdita di sodio, aumentando il rischio di iponatriemia;
  • malattie croniche: cancro, ipotiroidismo, artrite reumatoide e malattie polmonari croniche possono aumentare il rischio di iponatriemia;
  • età avanzata: gli anziani sono più suscettibili all’iponatriemia a causa di una ridotta funzione renale, di una maggiore incidenza di malattie croniche e di una diminuzione della sensibilità alla sete;
  • attività fisica intensa: l’esercizio fisico intenso, soprattutto in ambienti caldi, può aumentare il rischio di iponatriemia a causa di una perdita eccessiva di sodio e acqua attraverso il sudore.

È importante essere consapevoli di questi fattori di rischio e monitorare attentamente i livelli di sodio nel sangue, specialmente se si è un soggetto a rischio di sviluppare. Si raccomanda di consultare sempre un medico per una valutazione e un trattamento appropriati.

I sintomi dell’iponatriemia

Livelli bassi di sodio nel sangue sono associati a una serie di sintomi e complicazioni, che possono variare in base alla gravità della condizione e alla velocità con cui si sviluppa. 

Ecco alcuni dei possibili effetti dell’iponatriemia.

  • Sintomi lievi: nausea, mal di testa, affaticamento, crampi muscolari, confusione lieve e irritabilità. Questi sintomi possono essere attribuiti alla ridotta funzione delle cellule nervose e muscolari causata dalla bassa concentrazione di sodio nel sangue.
  • Sintomi moderati: malessere generale, difficoltà di concentrazione, cambiamenti nell’umore e nell’orientamento mentale, debolezza muscolare, tremori e crampi più intensi.
  • Sintomi gravi: confusione grave, allucinazioni, convulsioni, stato confusionale, coma e persino rischio di arresto cardiaco o respiratorio. 

L’iponatriemia grave è una condizione potenzialmente pericolosa per la vita e richiede un intervento medico immediato.

Se si sospetta di avere iponatriemia o se si manifestano sintomi associati, è fondamentale consultare immediatamente un medico per una valutazione e un trattamento appropriati.

Cosa fare in caso di iponatriemia

In caso di iponatriemia, è fondamentale agire prontamente per gestire la condizione e prevenire complicazioni potenzialmente gravi

La prima cosa da fare, se si sospetta di avere questa condizione o se si manifestano sintomi associati, è consultare immediatamente un medico che, dopo un controllo, potrà confermare la diagnosi tramite esami del sangue e valutare la causa sottostante della condizione.

Una volta confermata la diagnosi di iponatriemia, è importante seguire attentamente le indicazioni del medico per il trattamento, che dipenderà dalla gravità della condizione, dalla causa sottostante e dalle condizioni mediche preesistenti.

In alcuni casi di iponatriemia lieve o moderata, può essere consigliato un adeguato reintegro di liquidi per aiutare a ripristinare l’equilibrio idrico nel corpo. Tuttavia, è importante evitare l’assunzione eccessiva di liquidi, in quanto potrebbe peggiorare la diluizione dei livelli di sodio nel sangue.

Il medico potrebbe anche prescrivere delle modifiche nella dieta, per aumentare l’assunzione di sodio attraverso alimenti ricchi di questo minerale. Anche in questo caso, però, è essenziale evitare l’eccesso di sodio nella dieta, poiché, come già accennato, potrebbe aumentare il rischio di ipertensione e altre complicazioni.

In caso di assunzione di integratori specifici, è opportuno seguire pedissequamente le indicazioni del medico. Per approfondire, invitiamo a leggere anche il nostro articolo 10 consigli per un uso corretto degli integratori alimentari.

Infine, nei casi più gravi, potrebbe essere necessario un trattamento farmacologico, ad esempio l’uso di soluzioni saline per via endovenosa o farmaci specifici per aumentare i livelli di sodio nel sangue.

Dopo aver ricevuto il trattamento adeguato alla propria condizione, è importante monitorare regolarmente i valori per assicurarsi che rimangano entro i limiti normali e prevenire ricadute o complicanze.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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