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Fegato grasso o steatosi epatica: cause e sintomi

Fegato grasso o steatosi epatica cause e sintomi

Cosa s’intende con l’espressione fegato grasso? Approfondiamo insieme, e scopriamo cause e sintomi della steatosi epatica. Intro. 

Quando, nel gergo comune, si parla di fegato grasso si sta facendo riferimento a una patologia denominata steatosi epatica, caratterizzata, appunto, da un accumulo anomalo di alcuni grassi, nello specifico i trigliceridi, nelle cellule epatiche.

In condizioni lievi, questa condizione è quasi sempre asintomatica, con in alcuni casi dei disturbi localizzati a livello digestivo e addominale, ma se non trattata correttamente può evolvere fino a provocare malattie molto più gravi, come la fibrosi epatica o la cirrosi

Molto spesso le cause della steatosi restano ignote, ma i principali indiziati – escluso il consumo eccessivo l’alcol, come vedremo – sono le malattie metaboliche, quindi il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’obesità addominale. Insomma, quel quadro diagnostico che confluisce nella definizione di sindrome metabolica

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la steatosi epatica (o fegato grasso), quali sono le cause principali e come si manifesta

Cos’è la steatosi epatica o fegato grasso

Come accennato, la steatosi epatica, altrimenti nota con l’espressione più colloquiale di fegato grasso, consiste in un accumulo di grasso sulle cellule del fegato

Entrando più nel dettaglio, questa condizione si realizza quando la percentuale di grasso nel fegato supera il 5%, in assenza di altre patologie di danno epatico. 

Secondo quanto riportato nell’articolo “L’inquadramento clinicodella steatosi epatica non alcolica” a firma del dottor Ludovico Abenavoli, Professore associato di Gastroenterologia presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e Presidente regionale Calabria/Basilica della Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva – SIGE, la prevalenza di questa condizione è la seguente.

fegato grasso steatosi epatica

Insomma, come si può evincere da questa tabella, la steatosi epatica è tutt’altro che una condizione rara, anzi, ha una diffusione molto estesa e interessa milioni di italiani

Per fortuna, nella maggior parte dei casi è asintomatica o presenta sintomi lievi, ed è prevenibile o curabile attraverso cambiamenti nell’alimentazione e nello stile di vita.

Diffusione della steatosi epatica 

In base ai dati di studi di popolazione generale segnalati dalla SIMG, circa 1/4 degli Italiani tra 18 e 65 anni di età sarebbe affetto da steatosi epatica non alcolica (NAFLD). Complessivamente, la prevalenza stimata della NAFLD nella popolazione generale si attesta intorno al 20-40%, ma è maggiore negli obesi e nei diabetici

La steatoepatite rappresenta circa il 20% delle NAFLD (prevalenza stimata pari al 2-3% nella popolazione generale) ed è indicata come la causa eziologica di circa l’80% delle cirrosi. 

Nell’area mediterranea, la NAFLD è più frequente negli uomini nella terza e quarta decade di vita (70% dei casi) rispetto alle donne, ma la protezione del sesso femminile viene persa dopo l’insorgenza della menopausa.

Cause principali: steatosi epatica alcolica e steatosi epatica non alcolica

Quando si parla di steatosi è importante fare una distinzione tra due forme di questa condizione, ovvero: 

  • steatosi epatica alcolica AFLD (Alcoholic Fatty Liver Disease);
  • steatosi epatica non alcolica NAFLD (non-alcoholic fatty liver disease).

La differenza tra le due patologie è legata alle cause alla base del disturbo. 

  1. Nel primo caso, com’è facile intuire, l’accumulo di grasso sul fegato è provocato da un consumo eccessivo di alcolici;
  2. nel secondo caso, che è anche il più diffuso, le cause principali sarebbero da individuare (perché non sono ancora note) nella sindrome metabolica, ovvero in quel mix di condizioni composto principalmente da diabete, ipertensione, obesità, livelli elevati di lipidi nel sangue (trigliceridi e colesterolo) e insulino-resistenza. Infatti, dal punto di vista clinico la steatosi epatica non alcolica viene considerata come una risposta aspecifica del fegato allo stress metabolico.

Altre cause note sono: 

  • la genetica;
  • il consumo frequente di alcuni farmaci, come i corticosteroidi, il tamoxifene e certi farmaci chemioterapici; 
  • la gravidanza: in alcuni rari casi il grasso si accumula nel fegato nei mesi finali della gravidanza provocando la cosiddetta steatosi epatica gravidica;
  • l’età superiore ai 40-50 anni negli uomini e di 60 anni nelle donne, che risultano in media più predisposte a sviluppare questa patologia.

Perché non va sottovalutata la steatosi epatica?

Abbiamo già accennato che, nella maggior parte dei casi, la steatosi epatica non causa problemi seri né impedisce al fegato di funzionare normalmente, ma se non trattata può progredire e peggiorare, evolvendo in tre fasi:

  • steatoepatite: infiammazione del fegato, con conseguente ingrossamento dell’organo e danneggiamento del tessuto;
  • fibrosi: formazione del tessuto cicatriziale dove il fegato è danneggiato;
  • cirrosi epatica: il tessuto cicatriziale va a sostituire il tessuto sano, rallentando il funzionamento del fegato fino a bloccarlo completamente. La cirrosi può portare a insufficienza epatica e cancro al fegato.

Quali sono i sintomi principali?

Nelle fasi iniziali o più lievi, la steatosi epatica può risultare completamente asintomatica, ma con il progredire della patologia (in particolare quando raggiunge la fase della cirrosi) può causare alcuni disturbi, tra cui i seguenti: 

  • dolore addominale o sensazione di pienezza nella parte superiore destra dell’addome;
  • nausea, perdita di appetito o perdita di peso;
  • ittero, ovvero colorazione giallastra della pelle e del bianco degli occhi;
  • addome e gambe gonfie (edema).
  • estrema stanchezza o confusione mentale.
  • debolezza.

Come si diagnostica?

In presenza di uno o più sintomi, o di fattori di rischio come sindrome metabolica, età e familiarità, è raccomandato sottoporsi a controlli per diagnosticare una eventuale steatosi epatica o, nei casi più gravi, di cirrosi epatica

Quali sono gli esami da fare? In genere sono i seguenti: 

  • esami del sangue, in particolare alanina aminotransferasi (ALT) e aspartato aminotransferasi (AST), albumina, fosfatasi alcalina (ALP), alfafetoproteina (Alpha-fetoprotein, AFP), bilirubina, gamma glutamil transpeptidasi (GGT), lattato deidrogenasi (LDH);
  • esami di diagnostica per immagini, come l’ecografia al fegato e alle vie biliari;
  • biopsia epatica.

Sarà il medico, di solito un gastroenterologo, a prescrivere gli esami da eseguire, valutarne gli esiti e strutturare un eventuale piano terapeutico. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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