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Intolleranza glucidica o prediabete: in cosa consiste?

Intolleranza glucidica o prediabete in cosa consiste

L’intolleranza glucidica, anche nota come prediabete, è una condizione molto diffusa, che aumenta il rischio di sviluppare una forma di diabete. Approfondiamo insieme. Intro. 

In molti soggetti la diagnosi di diabete di tipo 2 è preceduta da una fase definita intolleranza glucidica o prediabete, caratterizzata da una alterazione dei livelli di glucosio nel sangue che non rispondono ancora ai criteri diagnostici per il diabete. 

Si tratta di una condizione molto diffusa, soprattutto nel mondo occidentale, anche se spesso rimane sconosciuta in quanto asintomatica, con le conseguenze che questo comporta in termini di salute generale e di rischio di sviluppare una forma di diabete.

Un’alimentazione ricca di grassi e zuccheri e stili di vita malsani (sedentarietà, fumo di sigaretta, consumo di alcolici, ecc…), uniti a fattori genetici ed epigenetici, sono alla base di questo disturbo.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è l’intolleranza glucidica, altrimenti nota come prediabete. 

Cos’è l’intolleranza glucidica

L’intolleranza al glucosio è quella che si definisce una definizione ombrello, ovvero un termine ampio con il quale si indicano alcune condizioni metaboliche caratterizzate da livelli di glucosio nel sangue superiori al normale (iperglicemia).

Ma quali condizioni che possono essere considerate come intolleranza al glucosio?

  • Alterata glicemia a digiuno (IFG): si verifica quando i livelli di glucosio nel sangue sono alti durante i periodi di digiuno, ma non abbastanza da essere considerato diabete. I valori glicemici per glicemia a digiuno alterata sono compresi tra 100 e 125 mg per dL;
  • alterata tolleranza al glucosio (IGT): si verifica quando i livelli di glucosio nel sangue sono più alti del normale ma non abbastanza alti da essere diagnosticati come diabetici. I valori glicemici per una ridotta tolleranza al glucosio vanno da 140 a 199 mg per dL (da 7,8 a 11,0 mmol) nel test orale di tolleranza al glucosio da 75g;
  • prediabete: si tratta di un termine generico con il quale si indica sia la ridotta glicemia a digiuno sia la ridotta tolleranza al glucosio. Quando un individuo è nella fase prediabetica, le cellule del corpo non rispondono adeguatamente all’insulina. Per questo motivo, il pancreas produce più insulina per aiutare le cellule a rispondere. Quando ciò accade in modo costante, il pancreas ha difficoltà a produrre insulina e la glicemia aumenta. Utilizzato per comodità, in realtà l’OMS consiglia di evitare questo termine perché non è detto che questa condizione si traduca per forza in una diagnosi di diabete, nonostante il rischio sia chiaramente più elevato. Si parla di prediabete anche nel caso di riscontro di emoglobina glicata (Hb glicata) compresa tra 42-48 mmol/mol;
  • diabete di tipo 2: è la forma più comune di diabete, una malattia che si verifica quando la glicemia è troppo alta.

Rispetto agli altri tipi di intolleranza – pensiamo, ad esempio, a quella al lattosio – l’intolleranza al glucosio presenta sintomi più blandi o è addirittura priva di sintomatologia.

Ciò nonostante, le persone con queste condizioni hanno un rischio maggiore di sviluppare diabete e malattie cardiovascolari.

Cosa vuol dire intolleranza glucidica?

Siamo soliti associare le intolleranze alimentari a disturbi caratterizzati da reazioni avverse al cibo. Ad esempio, nell’intolleranza al lattosio il nostro organismo non è in grado di digerire correttamente questi zuccheri, a causa della mancata o ridotta produzione di un enzima denominato lattasi. 

Nel caso dell’intolleranza al glucosio le cose sono leggermente diverse. Proviamo a spiegarlo in modo semplice. 

Nei soggetti sani i livelli di glucosio nel sangue sono regolati dall’insulina e dal glucagone. Quando siamo a digiuno per più ore, dalle 10 alle 14, il glucosio di cui abbiamo bisogno viene prodotto dal fegato attraverso due processi denominati glicogenolisi e gluconeogenesi (produzione endogena di glucosio o EGP). Dopo aver mangiato, questa produzione viene interrotta da un aumento della concentrazione di insulina e da una diminuzione dei livelli di glucagone.

Quando le cellule Beta non funzionano correttamente, però, la secrezione di insulina non è in grado di mantenere l’omeostasi del glucosio, producendo intolleranza al glucosio, che si manifesta con alterata glicemia a digiuno e alterata tolleranza al glucosio, configurabili come condizioni di insulino-resistenza.

Quali sono i sintomi dell’intolleranza al glucosio

Come già sottolineato, l’intolleranza glucidica è nella stragrande maggioranza dei casi asintomatica, o presenta sintomi lievi facilmente confondibili con altre condizioni. 

Alcuni individui, però, potrebbero sperimentare i medesimi sintomi dei pazienti affetti da diabete conclamato, come:

  • sete costante;
  • fatica;
  • visione offuscata;
  • bisogno frequente di urinare;
  • neuropatia diabetica;
  • perdita di massa muscolare.

In questi casi è opportuno rivolgersi a un medico per valutare alcuni esami da eseguire per giungere alla diagnosi di prediabete. 

Come capire se si è intolleranti al glucosio

In presenza di sintomi palesi o lievi, se non assenti, l’unico modo per capire se si è intolleranti al glucosio, e quindi si è a rischio di sviluppare il diabete mellito, è sottoporsi ad alcuni test diagnostici

I principali sono i seguenti tre:

  • glicemia a digiuno;
  • test orale di tolleranza al glucosio, altrimenti noto come curva da carico orale di glucosio, che prevede un primo prelievo di sangue a digiuno, seguito dalla somministrazione al paziente di una bevanda contenente 75 grammi di glucosio e un secondo prelievo a due ore dall’assunzione;
  • emoglobina glicata o glicata A1c (HbA1c), un esame che misura la media delle glicemie negli ultimi tre mesi. L’emoglobina glicata si forma dalla reazione del glucosio con l’emoglobina. Maggiore è il valore dell’emoglobina glicata, più elevati saranno i livelli di zucchero nel sangue.

Ecco i valori di riferimento per ognuno dei tre esami sopra indicati. 

TestNormaleIntolleranza al glucosio
Glicemia basale a digiuno (mg/dL)< 100 (< 5,6)100 -125
Test di tolleranza orale al glucosio (mg/dL)< 140 (< 7,8)140 -199
HbA1C (%)< 5,75,7 – 6,4

Fattori di rischio, prevenzione e trattamenti

I fattori di rischio che aumentano la probabilità di diventare intolleranti al glucosio sono i seguenti:

Com’è facile intuire, si tratta in larga misura di fattori modificabili, il che rende l’intolleranza glucidica prevenibile, attraverso una dieta equilibrata e sana, esercizio fisico regolare, mantenimento di un peso nella norma, controllo della pressione e del colesterolo. 

Il trattamento di questa condizione può includere, quindi, sia cambiamenti nello stile di vita e nell’alimentazione sia, laddove necessario, l’assunzione di farmaci specifici contro il diabete

Sarà il medico a stabilire come procedere.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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