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Pap Test: cos’è, a cosa serve e quando eseguirlo

Pap Test cos’è, a cosa serve e quando eseguirlo

Perché è così importante sottoporsi regolarmente al Pap Test, e a cosa serve? Scopriamolo insieme. Intro. 

La prevenzione è un elemento essenziale per la salute di ogni individuo, e nel caso delle donne, uno degli esami di screening più importanti è il Pap Test. Questo semplice test ha rivoluzionato la diagnosi precoce del cancro cervicale, consentendo interventi tempestivi e salvavita. 

Nel corso degli anni, infatti, il Pap Test ha dimostrato di essere uno strumento fondamentale nella lotta contro questa malattia, riducendo in modo significativo l’incidenza e la mortalità legate al tumore alla cervice.

Questo esame di screening è offerto gratuitamente dal Ministero della Salute – tramite le Asl e i consultori – alle donne di età compresa tra i 25 e i 65 anni, da ripetersi ogni 3 anni in caso di esito negativo. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il Pap Test, come viene eseguito, perché sottoporsi a questo esame e quali sono i risultati che può fornire.

Cos’è il Pap Test

Inventato dal medico greco-americano Georgios Papanicolaou, dal quale ha preso il nome, il Pap Test è un esame di screening ginecologico volto a rilevare eventuali anomalie cellulari nel collo dell’utero, che potrebbero essere precursori del cancro cervicale

Per questo motivo, è ritenuto uno strumento fondamentale nella diagnosi precoce di questa malattia e nella prevenzione delle sue conseguenze più gravi.

Come accennato, dalla sua introduzione e diffusione, il Pap Test ha consentito di ridurre drasticamente il tasso di mortalità nelle donne a causa del tumore alla cervice.

Secondo i dati raccolti nel rapporto I numeri del Cancro in Italia 2022, il 17,9% delle morti prevenibili riguarda proprio i tumori della cervice uterina; come si evince da questo grafico, la probabilità di guarire dopo una diagnosi in Italia è pari al 64%.

pap test tumore cervice

Sottoporsi regolarmente al Pap Test può aiutare a prevenire lo sviluppo del cancro cervicale e garantire interventi tempestivi in caso di necessità. È sempre consigliabile consultare il proprio medico per ulteriori informazioni sulla frequenza e l’importanza di questo test.

Che cosa si vede con il Pap Test?

Come spiega l’oncologo medico Sandro Pignata in un video realizzato per la Fondazione AIRC, il Pap Test è un esame che consente di individuare le lesioni precancerose della cervice uterina, o identificare precocemente tumori già formati ma in una fase in cui sono altamente curabili.

Tramite questo test è inoltre possibile individuare alterazioni non tumorali come infezioni da funghi, ad esempio la Candida, da batteri e da alcuni virus, come l’Herpes e l’HPV, ovvero il Papilloma virus. 

L’infezione da papilloma virus (HPV) rappresenta uno dei principali fattori di rischio per il tumore della cervice, e per la sua rilevazione è possibile seguire un nuovo test, denominato test per Papilloma virus (HPV-DNA test)

Esistono circa 100 tipi di papillomavirus differenziati in base al genoma. Alcuni sono responsabili di lesioni benigne, come i condilomi (specie tipo 6 e 11), altri sono in grado di produrre lesioni pre-invasive (displasie) ed invasive, cioè il tumore della cervice uterina (specie tipo 16 e 18).

Questo virus può essere contratto tramite rapporti sessuali non protetti, ecco perché si consiglia di effettuare il test quando la donna è attiva sessualmente

Purtroppo, anche l’utilizzo del profilattico non protegge al 100% dall’infezione, perché il contagio può avvenire anche attraverso il contatto delle parti non coperte dal preservativo. 

Un’attività sessuale intensa e il cambio di partner potrebbe rappresentare un rischio da non sottovalutare

Per correttezza, e per non creare allarmismo ingiustificato, va detto che un’infezione da HPV non si evolve necessariamente in un tumore alla cervice. La maggior parte delle donne che ha contratto questo virus, infatti, è riuscita a eliminare l’infezione senza conseguenze

Perché eseguire questo esame?

Abbiamo spiegato che attraverso il Pap Test è possibile giungere a una diagnosi precoce del tumore alla cervice, ma non è l’unica ragione per la quale si raccomanda alle donne in una certa fascia di età di sottoporsi all’esame regolarmente

Vediamo, quindi, a cosa serve il Pap Test?

  • Rilevazione precoce delle lesioni precancerose: il Pap Test è in grado di individuare le lesioni precancerose, ovvero le anomalie cellulari che potrebbero svilupparsi in un tumore maligno se non trattate. Identificando queste lesioni in fase precoce, il Test consente di adottare interventi preventivi e trattamenti tempestivi per prevenire lo sviluppo del cancro cervicale.
  • Individuazione del cancro cervicale in fase iniziale: in alcuni casi, può rilevare la presenza di cellule cancerose nel collo dell’utero. La diagnosi precoce del cancro cervicale aumenta le possibilità di successo del trattamento e può ridurre la morbilità e la mortalità associate alla malattia.
  • Monitoraggio delle donne a rischio: consente di monitorare le donne con fattori di rischio elevati per il cancro cervicale, come la storia di infezione da HPV, il fumo, il sistema immunitario compromesso o una storia di lesioni cervicali precancerose. Il test periodico consente di individuare eventuali cambiamenti nell’area cervicale e di intervenire prontamente, se necessario.
  • Valutazione della salute generale dell’utero: oltre alla rilevazione del cancro cervicale, il Pap Test può fornire informazioni sulla salute generale dell’utero, come infezioni, infiammazioni o altre anomalie cellulari.
  • Educazione e consapevolezza: sottoporsi regolarmente a questo Test fornisce un’opportunità per educarsi sulla salute cervicale e sull’importanza della prevenzione. Promuove una maggiore consapevolezza delle condizioni cervicali e incoraggia le donne a prendersi cura della loro salute.

Per queste ragioni, si consiglia di rivolgersi al proprio ginecologo e valutare se e quando sottoporsi all’esame

Chi deve effettuare il Pap Test

Le linee guida mediche generalmente raccomandano che le donne inizino a sottoporsi al Pap Test a partire dai 21 anni. Tuttavia, le raccomandazioni specifiche possono variare leggermente a seconda del Paese e delle organizzazioni sanitarie.

In linea generale, le indicazioni sono le seguenti:

  • Donne di età compresa tra 21 e 29 anni: si consiglia di sottoporsi al Pap Test ogni tre anni. In questa fascia di età, l’uso del test HPV (Human Papillomavirus) di solito non è raccomandato come screening di routine.
  • Donne di età compresa tra 30 e 65 anni: si consiglia di sottoporsi al Pap Test combinato con il test HPV ogni cinque anni. Questa combinazione di test può fornire una migliore valutazione del rischio di cancro cervicale.
  • Donne di età superiore ai 65 anni: se una donna ha avuto risultati negativi per il Pap Test negli ultimi dieci anni e non ha mai avuto un cancro cervicale, potrebbe essere possibile smettere di fare il Pap Test. Tuttavia, alcune organizzazioni sanitarie consigliano comunque di continuare gli screening fino ai 65 anni.

È importante ricordare che queste sono solo indicazioni generali, e che le raccomandazioni individuali possono variare in base a fattori come la storia clinica personale, i fattori di rischio, le raccomandazioni del proprio medico e le linee guida specifiche del Paese in cui ci si trova. Pertanto, è sempre consigliabile consultare il proprio medico per determinare la frequenza e il momento appropriato per sottoporsi al Pap Test.

Chi è vergine può fare il Pap Test?

Sì, anche le donne vergini possono sottoporsi al Pap Test. Il Pap Test è un esame di screening che può essere eseguito per valutare la salute del collo dell’utero, indipendentemente dall’esperienza sessuale della persona.

Durante il Pap Test, viene utilizzato uno speculum per aprire delicatamente la vagina e consentire una migliore visibilità del collo dell’utero. Il prelievo del campione di cellule dal collo dell’utero può essere effettuato anche in presenza di un imene intatto. Tuttavia, poiché lo speculum potrebbe causare una certa sensazione di pressione o fastidio, è importante che la donna si senta a proprio agio e rilassata durante l’esame.

È consigliabile parlare con un medico o un professionista sanitario esperto che possa fornire le informazioni e le rassicurazioni necessarie.

Come si effettua il Pap Test

Il Pap Test è un esame svolto durante una regolare visita ginecologica, di breve durata, non invasivo e non doloroso; in genere provoca qualche piccolo fastidio, simile a quello provato durante una visita interna. Va detto, però, che le sensazioni provate durante il Test variano di persona in persona

Vediamo come si esegue il Test 

  • Preparazione: prima di sottoporsi all’esame, potrebbe essere richiesto di astenersi da attività sessuali, utilizzare assorbenti interni, creme vaginali o spermicidi per un certo periodo di tempo. il Pap test non va fatto durante le mestruazioni (si consiglia almeno 5 giorni prima o dopo).
  • Posizione: durante l’esame, verrà chiesto alla paziente di sdraiarsi su un lettino ginecologico e di piegare le ginocchia, posizionando i piedi sugli appositi supporti.
  • Posizionamento dello speculum: il medico utilizzerà uno strumento chiamato speculum, che è un dispositivo a forma di cono, solitamente in metallo o plastica, lubrificato. Questo strumento viene delicatamente inserito nella vagina per consentire una migliore visibilità del collo dell’utero.
  • Prelievo del campione di cellule: una volta che lo speculum è inserito correttamente, il medico userà uno strumento simile a un piccolo spazzolino o un’apposita spatola per prelevare un campione di cellule dal collo dell’utero. Questo processo può causare una leggera sensazione di pressione o fastidio, ma, come detto, solitamente non è doloroso.
  • Fissazione del campione: il campione di cellule prelevato viene quindi fissato su un vetrino di vetro o inserito in un contenitore con una soluzione conservante e inviato a un laboratorio specializzato per l’analisi.
  • Pulizia e conclusione: alla fine del prelievo del campione, lo speculum verrà delicatamente rimosso dalla vagina.

Non essendo invasivo, dopo il Test si può tornare alla vita di prima senza nessuna controindicazione. Va solo controllata l’eventuale presenza di perdite ematiche, da segnalare prontamente al proprio medico ginecologo. 

In caso di esito negativo, il Test va ripetuto periodicamente, ogni tre o cinque anni, a seconda dell’età della donna.

Cosa fare se il Pap Test è positivo?

Se il Pap Test è positivo significa che sono state riscontrate anomalie cellulari o presenza di cellule sospette nel campione prelevato dal collo dell’utero. Tuttavia, è importante capire che un risultato positivo non indica necessariamente la presenza di cancro cervicale. Spesso, i risultati positivi sono indicativi di lesioni precancerose o di altre condizioni che richiedono ulteriori valutazioni.

Ecco cosa fare, in genere, in seguito a un Pap Test positivo.

  • Consultare il medico: la prima cosa da fare è fissare un appuntamento con il proprio medico o con un ginecologo per discutere dei risultati del Pap Test. Il medico sarà in grado di spiegare i dettagli specifici dei risultati e fornire ulteriori indicazioni sulla necessità di ulteriori test o interventi.
  • Ulteriori test di screening: a volte, dopo un risultato positivo del Pap Test, viene consigliato un test HPV per verificare la presenza di infezione da HPV ad alto rischio, che è associata a un maggior rischio di sviluppare lesioni precancerose o cancro cervicale. Il test HPV può essere eseguito nello stesso campione di cellule prelevato per il Pap Test o in un secondo momento.
  • Colposcopia: se i risultati del Pap Test sono positivi, potrebbe essere raccomandata una colposcopia, un esame in cui il medico utilizza uno strumento chiamato colposcopio per esaminare attentamente il collo dell’utero, cercando di identificare le aree anormali.
  • Biopsia: se durante la colposcopia vengono identificate aree sospette o lesioni, potrebbe essere necessaria una biopsia, che implica il prelievo di un piccolo campione di tessuto dall’area interessata per una valutazione patologica più precisa. La biopsia può determinare la presenza di cellule precancerose o cancerose.
  • Follow-up e trattamento: in base ai risultati dei test di screening aggiuntivi e della biopsia, il medico consiglierà il trattamento appropriato. Le opzioni di trattamento possono includere l’asportazione delle lesioni, l’ablazione delle lesioni o, in alcuni casi, interventi chirurgici più estesi. La scelta del trattamento dipenderà dalle caratteristiche specifiche delle lesioni e dalle indicazioni cliniche.

È importante, però, sottolineare che un risultato positivo del Pap Test non deve causare panico, poiché nella maggior parte dei casi le anomalie cellulari possono essere trattate con successo, prevenendo lo sviluppo del cancro cervicale. È fondamentale seguire le indicazioni del proprio medico e sottoporsi regolarmente ai controlli per garantire una diagnosi precoce e un trattamento tempestivo, se necessario.

Il test per Papilloma virus (HPV-DNA test)

Il Ministero della Salute ha invitato le Regioni a promuovere anche un nuovo test di screening, denominato test per Papilloma virus (HPV-DNA test), che si basa sulla ricerca dell’infezione da papilloma virus ad alto rischio

Il test, e il relativo prelievo, è simile a quello previsto dal Pap Test, con l’unica differenza che è rivolto alle donne con un’età superiore ai 30 anni e va ripetuto ogni 5 anni

Laddove il test risultasse positivo, la donna dovrà sottoporsi a un Pap Test. Se anche questo fosse positivo, si dovrà procedere alla colposcopia

In mancanza di alterazioni, si dovrà ripetere il test dopo un anno. 

Che differenza c’è tra Pap Test e HPV?

Abbiamo spiegato che la prevenzione del tumore alla cervice uterina si basa, oggi, non solo sul Pap Test, ma anche un nuovo tipo di esame, l’HPV-DNA test

Ma qual è la differenza tra Pap Test e HPV? Si tratta di due tipi di test distinti, spesso utilizzati in modo complementare per la prevenzione e la diagnosi del cancro cervicale. 

Ecco le differenze principali tra i due:

  • Pap Test: è un esame di screening ginecologico che prevede il prelievo di un campione di cellule dall’area cervicale durante una visita ginecologica di routine. Queste cellule vengono poi analizzate al microscopio per individuare eventuali anomalie cellulari, come le lesioni precancerose o le cellule cancerose del collo dell’utero. Questo test è in grado di rilevare cambiamenti cellulari che potrebbero portare allo sviluppo del cancro cervicale, permettendo una diagnosi precoce e un intervento tempestivo.
  • HPV-DNA: è un test che mira a rilevare la presenza del Virus del Papilloma Umano (HPV), un’infezione sessualmente trasmessa nota per essere la causa principale del cancro cervicale. Il test HPV analizza un campione di cellule cervicali per la presenza del DNA del virus HPV ad alto rischio oncogeno. L’infezione persistente da HPV può portare allo sviluppo di lesioni precancerose e, nel tempo, al cancro cervicale. Il test HPV è in grado di individuare l’infezione da HPV anche in assenza di cambiamenti cellulari visibili al microscopio.

Come spiegato, questi due esami di screening vengono spesso eseguiti insieme, in quanto la loro combinazione può fornire una maggiore accuratezza nella valutazione del rischio e nella diagnosi precoce del cancro cervicale.

La Vaccinazione contro il Papillomavirus umano

Come si legge nel già citato rapporto “I numeri del Cancro in Italia 2022”

“La vaccinazione anti-HPV costituisce il primo pilastro della “Call for action” dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’eliminazione del cancro alla cervice uterina. L’obiettivo dell’OMS è “un mondo libero dal cancro cervicale entro il 2030”. La strategia globale per eliminare questa neoplasia, proposta dall’OMS, prevede che tutti i Paesi lavorino per raggiungere un’incidenza del tumore inferiore a 4 casi annui ogni 100.000 donne. E, per ottenerla, è necessario arrivare al 90% della copertura per la vaccinazione anti-HPV.”

È possibile somministrare un vaccino contro il papillomavirus umano, consigliato e offerto gratuitamente ai bambini di entrambi i sessi, preferibilmente al raggiungimento del 12° anno di età

Gli studi aggregati effettuati, infatti, suggeriscono che la vaccinazione contro il papillomavirus umano sia molto efficace nella prevenzione del tumore al collo dell’utero, soprattutto se somministrato prima dell’inizio dell’attività sessuale. 

La vaccinazione contro il papilloma virus prevede due vaccini: 

  • vaccino bivalente: protegge contro i tipi 16 e 18, ovvero, quelli in grado di causare le lesioni pretumorali;
  • vaccino quadrivalente: offre una protezione anche contro i tipi 6 e 11, quelli che causano il maggior numero di malattie di condilomi, escrescenze che compaiono nella zona genitale.

Anche se molto efficaci, i vaccini non devono in alcun modo sostituire altre forme di prevenzione, come l’utilizzo di profilattici e i Pap Test periodici di controllo. 

Pap Test, prevenzione e abitudini della lavoratrici iscritte al Fondo ASIM

Il tema della prevenzione femminile, e della prevenzione in generale, è molto caro a noi di Fondo ASIM; per questa ragione, in aggiunta alla sezione “prevenzione oncologica”, il Piano sanitario prevede le seguenti prestazioni per le donne di età uguale o superiore ai 35 anni:

  • Visita ginecologica;
  • PAP-Test;
  • Ecografia pelvica;
  • Ecografia Mammaria;
  • Sopra i 50 anni è prevista anche la mammografia.

Il tema del tumore alla cervice è stato inoltre affrontato anche nell’ambito della partnership con la Fondazione AIRC tramite la diffusione di contenuti finalizzati a sfatare falsi miti e consapevolizzare lavoratrici e lavoratori su tematiche fondamentali quali alimentazione sana e corretti stili di vita.

In quest’ambito, i due Enti hanno svolto un’indagine sull’impatto che hanno avuto questi contenuti sugli iscritti al Fondo ASIM, tramite la somministrazione di un questionario su abitudini alimentari e stile di vita.

In merito alla prevenzione del tumore alla cervice, nello specifico, dal questionario è emerso che solo il 57% delle lavoratrici intervistate ha aderito a un programma di screening tramite Pap Test.

pap test tumore cervice

Il 57% è una percentuale migliorabile, che speriamo di vedere crescere nel corso dei prossimi mesi, anche grazie alle prestazioni offerte dal Piano sanitario alle lavoratrici del comparto Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi iscritte al Fondo di assistenza sanitaria integrativa previsto dal CCNL

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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Fondo ASIM è operativo da ottobre 2014, ed ha lo scopo di garantire, ai lavoratori iscritti, trattamenti di assistenza sanitaria integrativa al Servizio Sanitario Nazionale. Per conoscere nel dettaglio le prestazioni sanitarie garantite ti invitiamo a consultare il Piano Sanitario presente sul nostro sito, cliccando qui.

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