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Caregiver: l’importanza dei familiari per malati e disabili

Caregiver

La figura del caregiver è essenziale nell’economia generale delle famiglie italiane. Scopriamo insieme chi è e quali mansioni svolge. Intro. 

Assistere un familiare malato e/o disabile è un gesto nobile, molto sentito in un Paese come l’Italia, in cui l’età media della popolazione si è alzata nel corso degli ultimi decenni.

Chi si assume, per volontà o per mancanza di possibilità, di occuparsi di un familiare non autosufficiente viene definito “caregiver”, letteralmente “colui che fornisce le cure”.

Si tratta di una figura importantissima per la famiglia e per l’assistito e riconosciuta dal mondo medico e dalla legislazione vigente, al punto da essere stata inserita, di recente, nell’elenco dei cosiddetti lavori gravosi.

Vediamo insieme chi è il caregiver e quali sono le sue mansioni, non prima però di aver inquadrato la situazione attuale del nostro Paese all’interno della quale esso opera.

Caregiver: un aiuto concreto al benessere e all’economia familiare

Secondo i dati forniti dall’ISTAT relativi al 2017, in Italia ci sono circa 3,3 milioni di caregiver familiari che si prendono cura di adulti anziani, malati e disabili.

Un numero impressionante, pari all’8,6% della popolazione italiana adulta e destinato a crescere nel prossimo futuro, a causa dell’aumento di persone over 65 e di un peggioramento generalizzato delle condizioni economiche delle classi sociali meno abbienti, che non consente più l’esternalizzazione del servizio, tramite l’assunzione ad esempio di una badante.

In uno scenario simile, è evidente come affidare le cure di una persona anziana non autosufficiente o disabile ai familiari rappresenti un supporto non indifferente.

A questo va aggiunto il ruolo che la presenza di un caregiver ricopre sull’umore dell’assistito, che si trova ad essere accudito nella propria abitazione, da un parente prossimo (moglie, marito, figli, fratelli, sorelle), al quale è legato da un affetto sincero e profondo.

La figura del caregiver

Volendo dare una definizione, potremmo dire che il caregiver è un familiare che assiste una persona anziana, non autosufficiente e/o disabile.

Si differisce dalla figura professionale comunemente nota con il termine “badante”, perché i suoi servizi vengono erogati in modo gratuito.

Ciò nonostante, i caregiver sono riconosciuti come lavoratori a tutti gli effetti, e possono accedere ad una serie di agevolazioni previste per i lavori gravosi.

Anche se il caregiver assiste il familiare a titolo gratuito, il valore dei servizi erogati non è affatto irrisorio, anzi.

Secondo l’associazione americana National Family Caregivers Association, infatti, il valore dei servizi offerti dai caregiver equivale a circa 352 miliardi di dollari nei soli USA.

Caregiver: mansioni svolte e organizzazione del lavoro

Non essendo un medico, né un operatore sanitario, il caregiver si occupa della persona non autosufficiente svolgendo le seguenti mansioni:

  • pulire casa;
  • lavare i vestiti e la biancheria sporca;
  • stirare;
  • cucinare;
  • fare la spesa;
  • pagare le bollette;
  • ritirare, tramite delega, l’eventuale pensione dell’assistito;
  • sorvegliare il paziente allettato;
  • aiutare l’assistito a mangiare, andare in bagno, camminare.

Il caregiver presta i propri servizi nei modi e nei tempi che gli sono più congeniali, soprattutto quando si tratta di persone con un lavoro, una casa e una famiglia a cui pensare.

Per questa ragione, a seconda anche dello stato di salute dell’assistito, si cerca di creare le condizioni più adeguate per offrire assistenza costante, conciliando le esigenze del paziente con le proprie.

In uno studio condotto nel 2017 dalla società Doxa intitolato “Sicurezza e protezione in famiglia”, possiamo trovare due dati molto interessanti, che riportiamo di seguito.

caregiver distanza abitazione
caregiver visita

Come si evince da questi due grafici, i caregiver tendono a vivere, in Italia, a poca distanza dall’abitazione dell’assistito e a recarvisi più volte alla settimana per dare una mano.

La reperibilità e la vicinanza geografica rappresentano due priorità per i caregiver, che hanno così la possibilità di intervenire con tempestività in caso di malore improvviso o di altre complicazioni.

Inoltre, e questo non è da sottovalutare, essere a pochi minuti dalla persona anziana consente a quest’ultima di sentirsi più al sicuro, e al caregiver di gestire in modo più agevole la propria vita conciliandola con le necessità della persona cara.

Un futuro incerto per la figura del caregiver

Come abbiamo più volte accennato, il caregiver è un familiare che si prende cura di un anziano non autosufficiente o di un disabile, in modo gratuito e secondo le proprie possibilità.

Si tratta di una figura fondamentale nell’economia generale delle famiglie italiane, ma è a rischio.

Sì, perché l’invecchiamento della popolazione e il calo demografico – che si protrae da diversi anni – ha ridotto la distanza tra le persone anziane che necessitano di cure costanti e quelle più giovani, che si trovano in condizioni psico-fisiche adeguate per assisterle.

In parole semplici, nel prossimo futuro ci saranno sempre più persone anziane e sempre meno familiari nella fascia di età 50-70 anni (mediamente corrispondente a quella dei caregiver) che potranno assisterle, creando un’emergenza da non sottovalutare.

Nelle previsioni della Ragioneria Generale dello Stato la spesa pubblica per le LTC (Long Term Care – cure a lungo termine) in rapporto al PIL nelle sue tre componenti (sanitaria, indennità di accompagnamento, altre prestazioni) passerà infatti dall’1,9% del 2015 al 3,2% del 2060.

È necessario, quindi, ripensare il nostro sistema di welfare, per migliorare i servizi di assistenza domiciliare e le long term care, in modo da offrire un sostegno concreto alle famiglie, anche economico, cosicché possano affidarsi a strutture o professionisti dedicati.

In ASIM siamo convinti che anche i fondi sanitari integrativi saranno chiamati a svolgere un ruolo importante in questo settore socio-sanitario.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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