Tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale sono tipi di aritmie. Approfondiamo insieme e scopriamo quali sono le differenze tra queste tre condizioni. Intro.
Cosa sono la tachicardia, la bradicardia e la fibrillazione atriale, e quali sono le differenze tra esse? Per rispondere a questa domanda è necessario procedere per step, spiegando cos’è il cuore, come funziona, cosa sono le aritmie – termine che comprende le tre condizioni prima elencate – e da cosa sono provocate.
Si tratta, com’è facile intuire, di concetti molto complessi, che richiedono trattazioni lunghe e articolate, ma noi proveremo, come facciamo sempre sul nostro blog, a semplificarli per renderli comprensibili anche a chi non ha conoscenze medico-scientifiche ampie.
Per approfondire, invitiamo a consultare il sito del Ministero della Salute o, eventualmente, il proprio medico.
Indice dei Contenuti
Come funziona il cuore
Come accennato all’inizio dell’articolo, per comprendere la differenza tra tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale è necessario partire da come funziona il nostro cuore.
Per farlo, prendiamo in prestito questa immagine elaborata dalla Fondazione Svizzera di Cardiologia.
Nell’immagine sono indicati le seguenti componenti del nostro cuore:
- Nodo sinusale;
- Nodo atrio-ventricolare (AV);
- Atrio sinistro;
- Atrio destro;
- Fascio di His;
- Ventricolo destro;
- Ventricolo sinistro.
Perché è importante partire dalla composizione del cuore per comprendere le aritmie, nello specifico tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale?
Il ritmo del cuore
Il cuore di una persona sana, quando è a riposo, produce circa 60-90 battiti al minuto, ovvero pompa 60-90 volte ogni 60 secondi. Il battito del cuore si chiama sistole.
Il ritmo cardiaco può aumentare, in condizioni di stress fisico o psichico, fino a raggiungere i 180 battiti al minuto.
Dopo ogni battito, il cuore (il muscolo cardiaco) si distende e si riempie di sangue.
Le contrazioni del cuore
Affinché il cuore batta con cadenza regolare, è necessario che i muscoli coinvolti si contraggano in modo sincronizzato, mantenendo quindi un certo ritmo.
Queste contrazioni sono provocate da un impulso elettrico – quello che produce in modo artificiale un pacemaker nei pazienti cardiopatici, per intenderci – e il ritmo è dettato dal nodo sinusale.
L’impulso elettrico si propaga agli atri attraverso il nodo atrioventricolare, per poi proseguire attraverso il fascio di His fino ai ventricoli e alla muscolatura.
Questi impulsi elettrici vengono rilevati attraverso un semplice Elettrocardiogramma (ECG).
Cos’è una aritmia
Con il termine aritmia si indica un ritmo irregolare del battito cardiaco, che può essere troppo debole, troppo forte o semplicemente irregolare.
Non tutte le variazioni del ritmo cardiaco rappresentano un problema da affrontare immediatamente e in molti casi non è nemmeno così facile distinguere una aritmia da un episodio fisiologico e temporaneo.
Si può parlare di aritmia quando l’impulso elettrico che abbiamo menzionato prima, che consente la contrazione del muscolo cardiaco, non parte nel nodo sinusale ma in un’altra parte del cuore, come l’atrio, il nodo AV o un ventricolo.
Oppure, si presenta quando la scarica elettrica non riesce a completare il suo percorso.
Questo provoca l’avvio di un battito aggiuntivo, definito extrasistole – abbiamo visto che il battito cardiaco prende il nome di sistole. Ovviamente, un singolo episodio di extrasistole non determina necessariamente una diagnosi di aritmia, ma se persiste va affrontata.
Le aritmie, in ogni caso, non vanno prese sottogamba, ed è sempre preferibile rivolgersi a un cardiologo e sottoporsi a una visita di controllo laddove si avvertisse un battito irregolare, palpitazioni, affanno, o altri sintomi riconducibili a esso.
In effetti, le aritmie possono compromettere le funzionalità del cuore, provocando danni molto gravi, ma se trattate correttamente consentono al paziente di svolgere una vita normale.
Tipologie di aritmie: tachicardia, bradicardia, fibrillazione atriale
Veniamo, ora, alla domanda posta all’inizio dell’articolo, alla quale non avremmo potuto rispondere correttamente senza prima spiegare i concetti fin qui esposti.
Insomma, in cosa consistono tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale?
Si tratta di tipologie di aritmia, quindi variazioni del ritmo cardiaco.
Vediamo più nel dettaglio.
Tachicardia
La tachicardia consiste in un ritmo cardiaco più rapido del normale, che può avere una manifestazione improvvisa, apparentemente immotivata, e può durare pochi minuti o diverse ore.
Può presentarsi in due forme:
- Tachicardia ventricolare: in genere è un sintomo di una cardiopatia grave, può insorgere a qualsiasi età, ed è una delle conseguenze dell’infarto cardiaco. I ventricoli si contraggono troppo rapidamente, facendo diminuire la pressione e compromettendo il passaggio del sangue nell’organismo;
- Tachicardia parossistica sopraventricolare (Tpsv): si tratta di una tachicardia improvvisa, che può colpire a qualsiasi età.
Bradicardia
La bradicardia consiste, contrariamente alla tachicardia, in un ritmo cardiaco più lento del normale.
Nel dettaglio, si parla di bradicardia quando il ritmo cardiaco presenta meno di 60 battiti al minuto. In questi casi, c’è una insufficiente irrorazione sanguigna del cervello, che può provocare una cosiddetta sincope, ovvero una perdita di coscienza.
È molto frequente negli atleti professionisti.
Fibrillazione atriale
Infine, la fibrillazione atriale è un’aritmia caratterizzata da un ritmo cardiaco variabile, troppo lento o troppo veloce, da non sottovalutare e da trattare immediatamente.
Si tratta di una eccesso di stimoli elettrici a livello degli atri che, appunto, fibrillano invece di contrarsi in modo naturale, provocando una perdita di coordinazione delle fibre muscolari miocardiche.
Come abbiamo visto, l’impulso elettrico passa attraverso gli atri per poi raggiungere i ventricoli. In caso di fibrillazione atriale, però, gli atri non pompano efficacemente il sangue nei ventricoli, riducendo l’efficienza globale del cuore del 20%.
I ventricoli possono compensare questa perdita, ma solo per un breve periodo, dopodiché l’affaticamento eccessivo porta a una insufficienza cardiaca.
Riducendo la velocità del flusso sanguigno può generare coaguli provocando episodi trombotici, embolie e ictus.
La fibrillazione ventricolare consiste, invece, in un evento molto violento, che può condurre alla morte quasi immediata, a meno che non si intervenga con un defibrillatore.
Conclusioni
Ricapitolando, quando si parla di tachicardia, bradicardia e fibrillazione atriale (e ventricolare) ci stiamo riferendo alle cosiddette aritmie, ovvero irregolarità nel ritmo cardiaco.
La tachicardia presenta un ritmo più rapido del normale, la bradicardia uno più lento, la fibrillazione, invece, un ritmo irregolare.
In ogni caso, è importante rivolgersi ad un cardiologo per sottoporsi a visite ed esami approfonditi e diagnosticare eventuali anomalie cardiache.