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Andropausa: sintomi, età, causa, rimedi

uomo anziano con medico

Cos’è l’andropausa? Con questo termine si fa riferimento a una condizione clinica associata a un calo fisiologico e graduale nella produzione degli ormoni sessuali maschili, i cosiddetti androgeni, da parte dei testicoli, in particolare del testosterone

Questo fenomeno si manifesta tipicamente a partire dai 45-50 anni di età e la sua evidenza aumenta superati i 60-70 anni, come evidenzia questo grafico elaborato dalla British Association of Urological Surgeons.

livello di testosterone per fascia di età

Come vedremo più nel dettaglio, sebbene il termine “andropausa” sia talvolta definito come la “menopausa maschile”, quest’ultima è considerata una terminologia impropria e fuorviante

Il paragone con la menopausa femminile, caratterizzata da un arresto repentino e quasi totale della produzione di estrogeni, non è accurato. Infatti, a differenza delle donne, negli uomini il calo di testosterone è un processo molto più graduale. I livelli di testosterone tendono a diminuire di circa l’1% all’anno a partire dai 30-40 anni. 

Inoltre, è importante chiarire che l’andropausa non interessa tutti gli uomini, e non si manifesta nella stessa maniera in coloro che ne sono colpiti, potendo essere anche asintomatica. 

Infine, contrariamente a quello che si pensa, e si teme, anche in presenza di questa sindrome, un uomo può conservare la capacità di avere rapporti sessuali e procreare, a differenza di quello che accade alle donne in menopausa, che non sono più fertili. Per questi motivi, si preferisce spesso parlare di “Parziale deficienza androgenica nel maschio di età avanzata” – in inglese Partial Androgen Deficiency in the Ageing Male (PADAM) – o di ipogonadismo a insorgenza tardiva. 

L’invecchiamento sessuale maschile non è quindi un evento rapido e definito nel tempo, né è necessariamente accompagnato da importanti modificazioni psicologiche e comportamentali.

Andropausa vs. “Menopausa Maschile”: perché non è corretto usare questa espressione?

L’espressione “menopausa maschile” è spesso utilizzata dai media per semplificare il concetto e renderlo più facilmente comprensibile da tutti, ma è considerata una terminologia impropria e fuorviante per descrivere l’andropausa

In effetti, come spiegato dalla SIAMS – Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità, questo paragone con la menopausa femminile, sebbene intuitivo, presenta differenze fondamentali che rendono l’analogia inesatta.

Ma perché non è corretto parlare di menopausa maschile in riferimento all’andropausa? Le ragioni sono le seguenti:

  • Gradualità del declino ormonale: nella menopausa femminile, si verifica un arresto repentino e quasi totale della produzione di estrogeni da parte delle ovaie. Al contrario, nell’andropausa, il calo dei livelli di testosterone negli uomini è un processo molto più graduale, con una diminuzione di circa l’1% all’anno a partire dai 30-40 anni. Questo declino progressivo è improbabile che causi problemi di per sé.
  • Coinvolgimento non universale: la menopausa è un evento biologico che riguarda la totalità delle donne superati i 50 anni e comporta un ipogonadismo stabile. L’andropausa, invece, non interessa tutti gli uomini e non si manifesta nella stessa maniera in coloro che ne sono colpiti, potendo essere anche asintomatica. Si stima che solo una piccola percentuale di uomini, circa il 2%, sviluppi un ipogonadismo conclamato dell’adulto durante l’invecchiamento.
  • Mantenimento della capacità riproduttiva: a differenza della menopausa femminile che comporta la cessazione della produzione di ovuli, negli uomini, anche in presenza di andropausa, i testicoli continuano solitamente a produrre testosterone e spermatozoi, seppur in quantità fisiologicamente inferiori, e conservano la capacità produttiva anche in età avanzata. Pertanto, un uomo anziano può essere ancora in grado di avere rapporti sessuali e procreare.

Come accennato nell’introduzione, proprio per evitare l’imprecisione e la potenziale confusione generata dal termine “menopausa maschile”, si preferisce parlare di “Parziale deficienza androgenica nel maschio di età avanzata” o di ipogonadismo a insorgenza tardiva. Questi termini descrivono in modo più accurato la natura graduale e non sempre sintomatica del calo degli androgeni negli uomini anziani.

Tutti gli uomini vanno in andropausa?

Abbiamo visto che l’andropausa non è un fenomeno universale che interessa tutti gli uomini con l’avanzare dell’età. Infatti, a differenza della menopausa femminile, che è un evento biologico che riguarda tutte le donne superati i 50 anni, l’andropausa si manifesta in modo variabile e non necessariamente sintomatico tra gli uomini.

Certo, i livelli di testosterone tendano a diminuire gradualmente negli uomini a partire dai 30-40 anni, ma questa diminuzione non avviene nella stessa misura per tutti. Molti uomini anziani mantengono livelli di testosterone all’interno dell’intervallo standard, e solo una minoranza di uomini, stimata intorno al 2%, sviluppa un ipogonadismo conclamato dell’adulto durante l’invecchiamento.

Lo stato di salute generale dell’individuo e i farmaci assunti possono influenzare l’età di esordio e la manifestazione dei sintomi. Inoltre, patologie preesistenti come obesità, diabete, ipercolesterolemia, sindrome metabolica, ipertensione e depressione possono contribuire a un calo più marcato del testosterone e all’insorgenza di sintomi.

Inoltre, molti sintomi attribuiti all’andropausa possono in realtà essere causati da fattori legati allo stile di vita (stress, mancanza di sonno, dieta scorretta, scarsa attività fisica, consumo eccessivo di alcol, fumo) o a problemi psicologici (depressione, ansia, problemi lavorativi o relazionali, preoccupazioni economiche, “crisi di mezza età”, bassa autostima).

Insomma, l’andropausa come sindrome clinica con sintomi significativi non è un destino ineluttabile per tutti gli uomini.

Sintomi dell’andropausa: come riconoscere i segnali di un calo ormonale

I sintomi dell’andropausa possono manifestarsi in diversi modi a causa del calo progressivo dei livelli di testosterone. 

Prima di elencarli, però, è opportuno ricordare che questi sintomi non sono specifici solo della carenza di testosterone, ma possono essere dovuti anche a fattori legati allo stile di vita, problemi psicologici o altre condizioni mediche. Di conseguenza, è sempre preferibile rivolgersi a un andrologo o a un endocrinologo per una valutazione accurata

Detto questo, i sintomi più comuni associati all’andropausa possono essere divisi in tre categorie: sintomi di natura sessuale, sintomi fisici e sintomi emotivi o psicologici.  

Sintomi di natura sessuale:

  • calo del desiderio sessuale (riduzione della libido);
  • disfunzione erettile (difficoltà o diminuzione delle erezioni);
  • riduzione delle erezioni mattutine;
  • impotenza;
  • calo della potenza dell’eiaculazione;
  • riduzione del volume dell’eiaculato;
  • riduzione o assenza dell’orgasmo;
  • aumento del periodo refrattario, ovvero il tempo necessario per una nuova erezione dopo l’eiaculazione;
  • infertilità.

Sintomi fisici:

  • stanchezza o mancanza di energia;
  • perdita di massa muscolare;
  • ridotta capacità di esercizio fisico;
  • aumento della massa grassa;
  • redistribuzione del grasso corporeo;
  • obesità addominale;
  • debolezza fisica;
  • diminuzione della densità ossea, che può portare a osteoporosi e aumento del rischio di fratture;
  • perdita di altezza;
  • riduzione dei peli corporei;
  • alterazioni cutanee;
  • sudorazione eccessiva;
  • vampate di calore;
  • anemia lieve e inspiegabile;
  • diminuzione delle dimensioni dei testicoli;
  • gonfiore o dolorabilità al seno.

Sintomi emotivi/psicologici:

  • cambiamenti d’umore;
  • irritabilità;
  • depressione o tristezza;
  • ansia;
  • scarsa concentrazione;
  • difficoltà di memoria a breve termine;
  • mancanza di motivazione;
  • bassa autostima;
  • insonnia o difficoltà a dormire;
  • nervosismo;
  • sensazione di malessere generale.

In presenza di uno o più sintomi, è raccomandata una valutazione medica completa, che può includere un’anamnesi accurata, un esame fisico e analisi del sangue per misurare i livelli di testosterone, è necessaria per determinare la causa dei sintomi e stabilire se siano effettivamente riconducibili a una carenza di testosterone o ad altri fattori.

Quali sono le cause?

Le cause dell’andropausa sono principalmente legate al calo fisiologico nella produzione degli ormoni sessuali maschili (androgeni), in particolare del testosterone, da parte dei testicoli. 

Questo calo è un processo età-dipendente, che generalmente inizia a manifestarsi a partire dai 40 anni, riconducibili ad alcuni fattori principali:

  • declino della funzione testicolare: l’andropausa è causata dal declino dell’attività delle cellule di Leydig presenti nei testicoli, che sono le responsabili della produzione degli ormoni androgeni, tra cui principalmente il testosterone;
  • calo graduale del testosterone: come già spiegato, il calo di testosterone negli uomini è molto graduale, inizia intorno ai 30-40 anni con una diminuzione di circa l’1% all’anno, diventa più evidente dopo i 45 anni e continua con l’età, tanto che verso gli 80 anni i livelli di testosterone possono essere dimezzati rispetto a quelli di un uomo più giovane;
  • squilibrio nell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolare: sebbene non sia completamente chiaro perché i livelli di testosterone diminuiscano con l’età, una possibile causa è uno squilibrio nell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolare, che regola la produzione di testosterone. Gli ormoni prodotti dall’ipofisi (ormone follicolo-stimolante – FSH e ormone luteinizzante – LH) stimolano i testicoli a produrre testosterone.

Alcune patologie possono contribuire a un calo più rapido del testosterone e allo sviluppo di ipogonadismo conclamato. Queste includono:

Anche se non sono la causa primaria del declino ormonale fisiologico, alcuni fattori legati allo stile di vita come stress, mancanza di sonno, dieta scorretta, scarsa attività fisica, consumo eccessivo di alcol e fumo possono influenzare negativamente i livelli di testosterone e la manifestazione dei sintomi.

Come affrontare l’andropausa: rimedi e trattamenti

Per affrontare i sintomi e il calo ormonale associati all’andropausa esistono diversi rimedi e trattamenti, che vanno da modifiche dello stile di vita alla terapia ormonale sostitutiva (TOS). 

Cosa fare inizialmente?

Se si manifestano sintomi che potrebbero essere collegati all’andropausa, è fondamentale consultare il proprio medico curante o uno specialista come un andrologo o un endocrinologo.

Il medico effettuerà un’anamnesi completa per valutare i sintomi, lo stile di vita (stress, attività fisica, abitudini come fumo e alcol) e la storia medica, e valuterà se eseguire un esame fisico, che in alcuni casi include l’esame rettale della prostata e la misurazione della pressione sanguigna.

Solitamente, vengono prescritti degli esami del sangue per misurare i livelli di testosterone e altri parametri ormonali – in particolare ormoni l’SHBG (“Sex Hormone-Binding Globulin”, in italiano “Globulina legante gli ormoni sessuali”), l’FSH (ormone follicolo-stimolante) e l’LH (ormone luteinizzante) – metabolici e generali per escludere altre cause dei sintomi.

Modifiche dello stile di vita

È molto importante adottare uno stile di vita sano come primo approccio per gestire i sintomi dell’andropausa. Queste modifiche possono avere un impatto significativo sul benessere generale e sui livelli di testosterone.

I consigli più comuni, tra l’altro valide in generale come principi di base per una adeguata prevenzione primaria, includono:

  • seguire un’alimentazione equilibrata;
  • mantenersi attivi fisicamente con esercizio regolare, anche moderato ma costante. L’attività fisica può aiutare a migliorare l’umore, aumentare l’energia e mantenere la massa muscolare;
  • dormire a sufficienza e cercare di migliorare la qualità del sonno;
  • ridurre lo stress attraverso tecniche di rilassamento o gestione dello stress;
  • limitare l’assunzione di alcol;
  • smettere di fumare;
  • mantenere un peso sano.

Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) con testosterone (TRT)

Se gli esami del sangue confermano una deficienza di testosterone e si presentano sintomi significativi che impattano sulla qualità della vita, il medico specialista potrebbe considerare la terapia sostitutiva con testosterone (TRT), che mira a correggere la carenza ormonale e alleviare i sintomi.

Il testosterone può essere somministrato in diverse forme, tra cui le seguenti:

  • iniezioni intramuscolari;
  • gel o creme da applicare sulla pelle;
  • cerotti transdermici;
  • compresse orali (meno comuni).

La scelta della formulazione dipende dalle preferenze del paziente e dalle indicazioni mediche. Gel e cerotti risultano, in genere, più comodi.

Come capita spesso in qualsiasi terapia, anche questa porta con sé vantaggi e controindicazioni

  • vantaggi: può portare a miglioramenti nella funzione sessuale (desiderio ed erezione), nei livelli di energia, nell’umore (riduzione dei sintomi depressivi), nella massa muscolare e nella densità ossea;
  • rischi ed effetti collaterali:
    • possibile aumento del rischio di problemi alla prostata, inclusa l’ipertrofia prostatica benigna (ingrossamento della prostata) e necessità di monitorare regolarmente il PSA (antigene prostatico specifico);
    • possibile aumento del rischio di cancro alla prostata o al seno (controindicazione in caso di diagnosi pregressa o alto rischio);
    • aumento dei livelli di colesterolo e dei globuli rossi nel sangue; 
    • possibili effetti estetici come acne, aumento di peso e peggioramento della calvizie;
    • possibile aumento del rischio di eventi cardiovascolari come infarto e ictus;
    • controindicazioni in presenza di apnea notturna non trattata, insufficienza cardiaca grave o iperviscosità del sangue.

Durante la TRT, è necessario un monitoraggio regolare dei livelli di testosterone, del PSA, dei globuli rossi e del colesterolo per assicurarsi che i livelli ormonali rimangano nel range normale e per individuare precocemente eventuali effetti collaterali.

Questa terapia è generalmente raccomandata solo per uomini con una diagnosi certa di carenza di testosterone sintomatica e non per uomini asintomatici con bassi livelli ormonali o semplicemente per aumentare l’energia o la massa muscolare senza una reale necessità clinica.

Altri trattamenti

Per il trattamento di specifici sintomi associati all’andropausa, è possibile fare ricorso ad altri rimedi

Ad esempio, per la disfunzione erettile che persiste nonostante la TRT, possono essere prescritti farmaci come il sildenafil (Viagra), il tadalafil (Cialis), il vardenafil (Levitra) o l’avanafil (Spedra).

Se, invece, la depressione è uno dei sintomi principali, il medico potrebbe prescrivere antidepressivi, terapia psicologica (come la terapia cognitivo-comportamentale – CBT) e modifiche dello stile di vita.

Domande Frequenti (FAQ) sull’andropausa

Cos’è l’andropausa? 

L’andropausa è una sindrome clinica legata al calo graduale degli ormoni sessuali maschili, in particolare del testosterone, con l’avanzare dell’età. È anche definita come “parziale deficienza androgenica nel maschio di età avanzata”. A differenza della menopausa femminile, il calo ormonale è progressivo e non comporta un arresto totale della produzione ormonale.

A quale età l’uomo va in andropausa? 

L’andropausa è legata a un calo progressivo degli ormoni maschili che generalmente inizia a manifestarsi a partire dai 40 anni. Il calo di testosterone inizia intorno ai 30-40 anni con una diminuzione di circa l’1% all’anno. I sintomi possono diventare più evidenti dai 40 ai 50 anni. Superati i 60-70 anni la diminuzione ormonale diventa più marcata, e verso gli 80 anni i livelli di testosterone possono essere dimezzati. Tuttavia, non tutti gli uomini manifestano sintomi.

Quali sono le cause principali dell’andropausa? 

La causa principale è il declino fisiologico della funzione testicolare e, in particolare, la ridotta attività delle cellule di Leydig che producono testosterone. Questo calo è età-dipendente e inizia gradualmente intorno ai 30-40 anni, con una diminuzione più evidente dopo i 45 anni. Alcune patologie come obesità e diabete possono accelerare questo processo.

Quali sono i sintomi più comuni? 

I sintomi possono includere calo del desiderio sessuale, disfunzione erettile, stanchezza, scarsa concentrazione, cambiamenti d’umore, perdita di massa muscolare e aumento della massa grassa. Tuttavia, questi sintomi non sono specifici solo dell’andropausa e possono avere altre cause.

Quali sono i sintomi psicologici dell’andropausa? 

I sintomi psicologici possono includere depressione o tristezza, umore instabile e irritabilità, scarsa concentrazione e problemi di memoria a breve termine, ansia, nervosismo, insonnia o aumento della stanchezza, bassa autostima, mancanza di entusiasmo o energia e diminuzione della motivazione.

L’andropausa è come la menopausa femminile? 

No, il termine “menopausa maschile” è spesso considerato fuorviante. Mentre la menopausa femminile comporta un rapido e quasi totale arresto della produzione di estrogeni, l’andropausa è caratterizzata da un calo più graduale del testosterone e non colpisce tutti gli uomini.

Come viene diagnosticata l’andropausa? 

La diagnosi si basa sulla valutazione dei sintomi da parte del medico curante e su analisi del sangue per misurare i livelli di testosterone. In alcuni casi, può essere raccomandata una visita specialistica da un andrologo o endocrinologo.

Quali esami fare in andropausa? 

Inizialmente, il medico curante potrebbe richiedere analisi del sangue generali per escludere altre cause dei sintomi. Successivamente, verranno misurati i livelli di testosterone e possibilmente altri ormoni come l’SHBG (“Sex Hormone-Binding Globulin”, in italiano “Globulina legante gli ormoni sessuali”), l’FSH (ormone follicolo-stimolante) e l’LH (ormone luteinizzante). In alcuni casi, possono essere eseguiti ulteriori esami come l’esame rettale della prostata, la misurazione della pressione sanguigna, l’ECG o la densitometria ossea.

Quale medico cura l’andropausa? 

Il primo punto di riferimento è il medico curante. Se necessario, il medico curante può indirizzare il paziente a uno specialista in problemi ormonali, come un endocrinologo o un andrologo.

Quali sono i trattamenti disponibili? 

I trattamenti includono modifiche dello stile di vita come dieta sana, esercizio fisico e riduzione dello stress. In caso di carenza di testosterone sintomatica, può essere considerata la terapia ormonale sostitutiva (TOS) con testosterone. La TOS può essere somministrata tramite iniezioni, gel o cerotti.

Quali sono gli effetti dell’andropausa sulla prostata? 

La terapia sostitutiva con testosterone (TRT) può causare un ingrossamento della prostata benigno. È importante effettuare regolari controlli del PSA (antigene prostatico specifico) e visite mediche per monitorare la prostata, soprattutto negli uomini sopra i 50 anni, poiché un cancro alla prostata preesistente è una controindicazione alla TRT. La TRT non è considerata una causa di cancro alla prostata, e non ci sono prove che sia pericolosa in caso di cancro localizzato a basso rischio.

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Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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