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Tumore al seno: cause, sintomi, diagnosi, prevenzione, cure

tumore al seno

Quello al seno è il tumore più diffuso in assoluto in Italia tra le donne, ma diagnosi precoce e nuove opzioni terapeutiche stanno facendo la differenza. Approfondiamo insieme. Intro

Come confermano i dati che andremo a illustrare più avanti nel corso di questo articolo, il tumore al seno è il più diffuso nel nostro Paese nella popolazione femminile, ma grazie alla diagnosi precoce e alle migliorate opzioni terapeutiche, la sopravvivenza è molto elevata e i decessi in calo da diversi anni (-0,8%/anno dalla fine degli anni novanta). 

Questi due aspetti non fanno altro che sottolineare da un lato l’importanza della prevenzione e degli screening di massa, rivolti soprattutto alle donne appartenenti a gruppi considerati a rischio, e dall’altro l’esigenza di investire nella ricerca per migliorare le cure.

Nel suo piccolo, il Fondo ASIM ormai da alcuni anni contribuisce, sia offrendo prestazioni di prevenzione primaria e secondaria alle lavoratrici iscritte, sia sostenendo l’attività di ricerca, attraverso una partnership con una realtà autorevole come la Fondazione AIRC e al finanziamento di borse di studio dedicate proprio ai tumori femminili. L’ultima, in ordine cronologico, vinta dalla dottoressa Aurora Savino, ha come focus proprio la ricerca sul tumore al seno

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cause, sintomi e cure del tumore al seno, analizzando i dati e il ruolo della diagnosi precoce e della prevenzione.  

Il tumore al seno in Italia

Secondo il rapporto “I numeri del cancro in Italia”, realizzato da AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) in collaborazione con AIRTUM (Associazione Italiana dei Registri Tumori) e altre realtà operanti nel settore, il tumore al seno, o più precisamente il carcinoma della mammella, è il più frequentemente diagnosticato nelle donne in Italia, con circa 55.900 nuove diagnosi solo nel 2023, pari al 30,0% di tutti i tumori in questa fetta di popolazione. 

Per fortuna, grazie anche all’aumento della diagnosi precoce, tramite la diffusione degli screening come la mammografia, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è molto alta, pari all’88%. Ad oggi sono 834.200 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore della mammella, un numero davvero molto elevato.

Stando alle previsioni contenute nel summenzionato rapporto, nei prossimi due decenni, il numero assoluto annuo di nuove diagnosi oncologiche in Italia aumenterà; nello specifico, si stima un aumento dello 0,2% delle diagnosi di tumore al seno, da attribuire in buona parte proprio agli screening e all’aumento dei controlli preventivi in alcune fasce di età della popolazione femminile.  

Forme non invasive e forme invasive

Le forme di tumore al seno si distinguono in non invasive e invasive. Vediamo insieme le differenze:

  • il tumore al seno non invasivo, noto anche come carcinoma in situ, è confinato ai dotti o ai lobuli del seno e non ha ancora superato i confini del tessuto mammario. Un esempio è il carcinoma duttale in situ (DCIS), che, se diagnosticato precocemente, ha ottime possibilità di cura;
  • il tumore al seno invasivo, invece, ha superato i confini del tessuto mammario e può diffondersi ai linfonodi e ad altre parti del corpo. Il carcinoma duttale invasivo (IDC) è, purtroppo, la forma più comune, con circa l’80% delle diagnosi. 

Com’è facile intuire, la differenza principale tra le due tipologie è che le forme invasive comportano un rischio maggiore di metastasi, rendendo essenziale una diagnosi tempestiva per migliorare le possibilità di cura e sopravvivenza.

Cause e fattori di rischio

Le cause del tumore al seno non sono del tutto chiare, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, ormonali e ambientali possa contribuire allo sviluppo della malattia. In alcuni casi, la mutazione di geni come BRCA1 e BRCA2 aumenta significativamente il rischio di tumore.

Come si legge nel rapporto AIRTUM, i principali fattori di rischio sono i seguenti:

  • età: il rischio aumenta con l’età, soprattutto dopo i 50 anni;
  • fattori riproduttivi: una prima gravidanza in età avanzata o la mancata gravidanza possono influenzare il rischio. L’allattamento al seno, al contrario, ha un effetto protettivo;
  • fattori ormonali: l’esposizione prolungata agli estrogeni, come nel caso di mestruazioni precoci, menopausa tardiva o terapie ormonali sostitutive, può aumentare il rischio;
  • fattori dietetici e metabolici: una dieta ricca di grassi e l’obesità, specialmente dopo la menopausa, sono collegati a un rischio maggiore;
  • stile di vita: una vita sedentaria e il fumo possono contribuire allo sviluppo del tumore al seno, così come il consumo eccessivo di alcol. In merito a quest’ultimo, nel rapporto 2023 è presente tutta una parte nella quale si analizza l’impatto del consumo di alcol sulla salute, con un focus dedicato proprio al carcinoma mammario;
  • pregressa radioterapia a livello toracico: le donne che hanno ricevuto radioterapia al torace, soprattutto in giovane età, hanno un rischio maggiore di sviluppare un tumore al seno;
  • precedenti displasie o neoplasie mammarie: avere avuto alterazioni benigne del seno o un tumore al seno in passato aumenta il rischio di svilupparlo nuovamente;
  • familiarità ed ereditarietà: avere una storia familiare di tumore al seno o di altre neoplasie aumenta il rischio, specialmente se si tratta di parenti di primo grado come madre o sorella.

Come si può leggere, alcuni di questi fattori di rischio sono modificabili, attraverso uno stile di vita corretto e una prevenzione primaria e secondaria adeguata

Come ci si accorge di un tumore al seno?

Accorgersi di un tumore al seno non è facile, perché raramente provoca dolore o sintomi evidenti, soprattutto in una fase iniziale.  

Esistono, tuttavia, alcuni segnali che potrebbero rappresentare un campanello d’allarme e ai quali prestare attenzione, tra cui i seguenti: 

  • nodulo al seno: la presenza di un nodulo o un ispessimento nella zona mammaria o nell’ascella è spesso il primo segno percepito. Solitamente, i noduli cancerosi sono duri, irregolari e indolori, ma è bene ricordare che quasi il 90% dei noduli non sono forme tumorali;
  • cambiamenti nella forma o nelle dimensioni del seno: un seno può apparire più grande, più piccolo o modificarsi in modo anomalo rispetto all’altro. Alcuni studi recenti hanno anche evidenziato che le donne con una asimmetria mammaria potrebbe essere più esposte al rischio di sviluppare il tumore al seno;
  • alterazioni della pelle: la pelle del seno può presentare segni di retrazione, ispessimento o un aspetto a “buccia d’arancia”;
  • alterazioni del capezzolo: il capezzolo può rientrare o cambiare forma, oppure si possono notare secrezioni anomale, a volte con tracce di sangue;
  • dolore al seno: sebbene il dolore non sia sempre associato al cancro, è un sintomo che, se persistente, non va ignorato.

L’autopalpazione del seno è utile per notare eventuali cambiamenti, ma non sostituisce i controlli medici regolari

Prevenzione e diagnosi precoce

Abbiamo spiegato prima che alcuni dei principali fattori di rischio del tumore al seno sono modificabili, e a tal proposito la prevenzione e la diagnosi precoce giocano un ruolo cruciale nel ridurre la mortalità e migliorare le possibilità di cura

Sebbene non esista un metodo infallibile per prevenire completamente il tumore al seno, ci sono diverse misure che possono ridurre il rischio, tra cui le seguenti: 

  • stile di vita sano: mantenere un peso corporeo equilibrato, praticare attività fisica regolare e seguire una dieta ricca di frutta, verdura e fibre può contribuire a ridurre il rischio di tumore al seno;
  • limitare il consumo di alcol e non fumare: L’alcol è un noto fattore di rischio, mentre il fumo ha un impatto negativo sulla salute generale e aumenta il rischio di diversi tipi di cancro;
  • allattamento al seno: diversi studi hanno dimostrato come allattare al seno per un periodo prolungato possa ridurre il rischio di sviluppare tumori al seno;
  • evitare terapie ormonali sostitutive prolungate: se possibile, evitare l’uso a lungo termine di terapie ormonali post-menopausa, poiché possono aumentare il rischio.

Identificare la malattia in una fase iniziale è fondamentale, perché le possibilità di trattamento e guarigione sono più elevate. Gli strumenti principali per la diagnosi precoce sono i seguenti:

  • autopalpazione del seno: effettuare regolarmente l’autoesame può aiutare a individuare eventuali cambiamenti sospetti nel tessuto mammario. Anche se non è un metodo sufficiente da solo, è utile per la conoscenza del proprio corpo;
  • mammografia: la mammografia è l’esame di screening più efficace per rilevare il tumore al seno in stadi precoci, anche quando non ci sono sintomi. I programmi di screening gratuiti offerti dal SSN si rivolgono alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevedono una mammografia ogni 2 anni. In alcune Regioni si sta sperimentando l’efficacia dell’esame in una fascia d’età più ampia, quella compresa tra i 45 ed i 74 anni;
  • ecografia mammaria: utile in particolare per le donne con seni densi, solitamente in età più giovane, in cui la mammografia può risultare meno efficace;
  • risonanza magnetica (RM): in alcuni casi, come in presenza di mutazioni genetiche note o in donne con un rischio elevato, la RM può essere usata per una valutazione più dettagliata.

Partecipare ai programmi di screening e rivolgersi al medico per eventuali cambiamenti sospetti sono passi cruciali per garantire una diagnosi tempestiva del tumore al seno.

Ricordiamo alle lavoratrici iscritte al Fondo ASIM che il piano sanitario prevede, nell’ambito della Prevenzione Oncologica, la copertura delle spese sostenute per sottoporsi, ogni due, a ecografia mammaria (a partire dai 35 anni di età) e a mammografia (dopo i 50 anni). Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il nostro sito web, qui

Quali sono le cure possibili?

Le cure per il tumore al seno dipendono dallo stadio della malattia, dal tipo di tumore, dall’età e dallo stato di salute generale della paziente. 

Il trattamento può includere una combinazione di diverse terapie, con l’obiettivo di rimuovere il tumore, prevenire la diffusione delle cellule cancerose e ridurre il rischio di recidiva

1. Chirurgia

La chirurgia è spesso il primo passo nel trattamento del tumore al seno e può variare in base all’estensione della malattia. 

Le principali opzioni sono le seguenti:

  • chirurgia conservativa: consiste nella rimozione del tumore e di una piccola parte del tessuto circostante, mantenendo il resto del seno intatto. È indicata per tumori di dimensioni limitate e, spesso, viene seguita da radioterapia per ridurre il rischio di recidiva;
  • mastectomia: prevede la rimozione totale del seno, e in alcuni casi anche dei linfonodi vicini. Esistono diverse varianti di mastectomia, come la mastectomia radicale modificata, che rimuove anche i linfonodi, o la mastectomia profilattica, raccomandata a pazienti con alto rischio genetico;
  • ricostruzione mammaria: dopo la mastectomia, è possibile ricostruire il seno mediante protesi o tessuti autologhi per ristabilire l’aspetto estetico.

2. Radioterapia e chemioterapia

La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali residue dopo l’intervento chirurgico. Viene spesso impiegata dopo una chirurgia conservativa o una mastectomia, soprattutto nei casi in cui vi sia il rischio di recidiva locale o di diffusione del tumore ai linfonodi.

La chemioterapia, invece, è un trattamento sistemico che utilizza farmaci per distruggere o rallentare la crescita delle cellule tumorali, impiegata in genere nei seguenti casi:

  • chemioterapia neoadiuvante: prima della chirurgia, per ridurre le dimensioni del tumore e renderlo più facilmente operabile;
  • chemioterapia adiuvante: dopo l’intervento chirurgico, per eliminare eventuali cellule tumorali rimaste e prevenire le metastasi;
  • chemioterapia per tumori avanzati: nei casi di tumore metastatico, per rallentare la progressione della malattia.

3. Terapia ormonale

La terapia ormonale è utilizzata nei tumori al seno sensibili agli ormoni, ossia che presentano recettori per gli estrogeni o il progesterone (ER-positivi o PR-positivi). 

I farmaci utilizzati in questo tipo di trattamento bloccano l’azione degli ormoni femminili che stimolano la crescita del tumore

Questa tipologia di terapia può essere impiegata sia dopo l’intervento chirurgico, per prevenire recidive, sia in caso di tumori metastatici.

4. Terapia mirata

Questa terapia utilizza farmaci specifici che agiscono su particolari caratteristiche delle cellule tumorali

Ad esempio, nei tumori HER2-positivi (Human Epidermal Growth Factor Receptor 2), che esprimono una sovrapproduzione della proteina HER2, si utilizzano farmaci come il trastuzumab (Herceptin) o il pertuzumab, che bloccano il recettore HER2, limitando la crescita tumorale. 

Questa terapia viene spesso associata alla chemioterapia.

5. Immunoterapia

L’immunoterapia stimola il sistema immunitario della paziente a riconoscere e distruggere le cellule tumorali

È un’opzione emergente in alcuni tipi di tumore al seno, come il triplo negativo, e può essere utilizzata in combinazione con altri trattamenti.

La scelta della cura dipende dalla tipologia di tumore e dalla sua estensione, e il trattamento viene spesso personalizzato per garantire la massima efficacia. La collaborazione tra oncologi, chirurghi e radioterapisti è fondamentale per stabilire il percorso terapeutico più adatto.

Tumore al seno: il sostegno del Fondo ASIM alla ricerca AIRC

La prevenzione e la diagnosi precoce non registrerebbero oggi risultati così positivi, senza l’apporto essenziale della ricerca scientifica, in particolare quella effettuata dalla Fondazione AIRC (qui si ripercorrono le varie tappe fondamentali della ricerca AIRC). 

Ecco perché, nel 2019, abbiamo deciso di rivolgere i nostri sforzi per sostenere la Fondazione AIRC nella ricerca sul tumore al seno, che noi di ASIM definiamo “Super Prevenzione”.

Lasciamo che sia l’allora Presidente, Marco Verzari, a spiegare le ragioni che ci hanno spinto a contribuire alla causa, e il modo in cui intendiamo farlo. 

“Il nostro Paese, e l’intera comunità medica e scientifica, è debitore nei confronti della Fondazione AIRC che, attraverso la ricerca e l’attività costante svolta in questi anni, ha permesso di fare grossi passi in avanti nella prevenzione, diagnosi e trattamento del cancro al seno, salvando la vita di migliaia di donne. Se AIRC è riuscita a fare tutto questo è merito anche dei circa 56 milioni di euro donati alla ricerca sul tumore al seno, frutto dell’intervento di migliaia di sostenitori. Anche noi del Fondo ASIM abbiamo deciso di dare il nostro contributo, attraverso il finanziamento di una borsa di studio biennale per un giovane ricercatore che verrà accompagnata da una comunicazione dedicata sui nostri canali.” 

Il Fondo ASIM ha, quindi, deciso di appuntarsi il Nastro Rosa al petto e sostenere la Fondazione AIRC per perseguire questo importantissimo, e nobile, obiettivo: aiutare le donne – che rappresentano la quota prevalente di iscritti al nostro Fondo – che, ogni giorno in Italia, scoprono di avere un tumore al seno e iniziano un percorso di cura. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
Fondo ASIM