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L’autopalpazione del seno per la diagnosi precoce del tumore

autopalpazione del seno per la diagnosi precoce del tumore

Nell’ambito della diagnosi precoce del tumore alla mammella ricopre un ruolo importante l’autopalpazione del seno. Approfondiamo insieme. Intro. 

Il tumore al seno rappresenta il tumore più diffuso in assoluto in Italia tra le donne. La sua incidenza aumenta progressivamente con l’età, ma una diagnosi precoce può fare la differenza nelle possibilità di successo delle cure.  

Per questo motivo, la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro questa patologia.

Un’arma preziosa a disposizione di ogni donna è l’autopalpazione del seno, un esame semplice e veloce che permette di familiarizzare con la normale struttura del proprio seno e di individuare tempestivamente eventuali cambiamenti sospetti.

Eseguita con regolarità, l’autopalpazione può contribuire a una diagnosi precoce, aumentando le probabilità di successo delle terapie

È importante sottolineare che l’autopalpazione non sostituisce gli esami medici specialistici, come l’ecografia mammaria e la mammografia, ma li integra offrendo un ulteriore livello di controllo e consapevolezza

In caso di dubbi o anomalie riscontrate durante l’autopalpazione, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al proprio medico per un consulto specialistico e una diagnosi accurata.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire come eseguire in modo corretto l’autopalpazione del seno per la diagnosi precoce del tumore. 

Quando e come eseguire l’autopalpazione del seno

I medici e gli oncologi raccomandano di eseguire l’autopalpazione del seno una volta al mese a partire dai 20 anni. Il momento ideale per eseguire l’autopalpazione è una settimana dopo la fine del ciclo mestruale, quando il seno è meno teso e dolente. Per le donne in menopausa o in gravidanza, il momento dell’autopalpazione è invece indifferente.

L’autopalpazione si articola in tre fasi principali:

  1. Osservazione
  2. Palpazione
  3. Controllo dei capezzoli

Vediamo come procedere.

1. Osservazione

In questa fase, è necessario posizionarsi davanti a uno specchio, a torso nudo, e osservare attentamente il seno con le braccia rilassate lungo il corpo, poi con le mani sui fianchi, contraendo i muscoli pettorali, ruotando il busto per controllare anche i profili, e infine con le braccia alzate sopra la testa.

Ma cosa bisogna osservare? Cosa si dovrebbe notare?

  • Forma e dimensioni: controllare entrambe le mammelle, verificando eventuali cambiamenti rispetto al passato.
  • Simmetria: le mammelle non sono perfettamente identiche, ma grandi differenze possono essere un segnale da approfondire. In effetti, alcuni studi hanno evidenziato una correlazione tra asimmetria mammaria e aumento del rischio di tumore al seno.
  • Colore della pelle: bisogna fare attenzione a eventuali arrossamenti, rilievi, affossamenti, raggrinzimenti o desquamazioni.
  • Aspetto dei capezzoli: osservare la presenza di introflessioni (ripiegamento verso l’interno), retrazioni, secrezioni, cambiamenti di forma o posizione.

2. Palpazione

Dopo aver completato la fase dell’osservazione, è giunto il momento della palpazione

Come si procede? Stando in piedi, bisogna iniziare a palpare un seno alla volta, utilizzando la mano opposta, posizionando il braccio corrispondente al seno che si sta esaminando dietro la nuca.

A questo punto, si devono utilizzare i polpastrelli delle tre dita centrali per palpare l’intero seno, con movimenti circolari, a “zig-zag” o come se si suonasse un pianoforte, esercitando una leggera pressione per sentire la consistenza del tessuto mammario e individuare eventuali noduli o addensamenti.

È importante esplorare l’intera mammella, dalla clavicola al solco sottomammario e dal centro del torace fino al cavo ascellare, dove si trovano i linfonodi. Infine, ripetere la palpazione sull’altro seno nello stesso modo.

Infine, procedere alla palpazione anche in posizione supina, con il braccio corrispondente al seno da controllare posizionato dietro la testa, ed eseguire i movimenti su indicati.

3. Controllo dei capezzoli

Nella fase della osservazione abbiamo già menzionato l’importanza di controllare attentamente i capezzoli, verificando la presenza di eventuali anomalie.

Ora, dalla mera osservazione si deve passare alla palpazione, spremendo delicatamente il capezzolo tra pollice e indice per controllare eventuali secrezioni e osservare il colore e la consistenza delle stesse.

Consigliamo la visione di questo video tutorial realizzato dalla Fondazione AIRC, in cui si illustra come eseguire la procedura in modo corretto. 

L’obiettivo dell’autopalpazione è familiarizzare con il proprio seno e imparare a riconoscere cosa è normale. Qualsiasi cambiamento, nodulo o anomalia mai notato prima deve essere segnalato al medico.

L’autopalpazione per gli uomini: una pratica importante ma spesso trascurata

Anche se meno frequente rispetto alle donne, il tumore al seno può colpire anche gli uomini. Per questo motivo, l’autopalpazione del seno è importante anche per loro.

Purtroppo, la consapevolezza sull’importanza dell’autopalpazione maschile è ancora scarsa, e molti uomini non conoscono questa pratica o la ritengono superflua. Tuttavia, è fondamentale sfatare questo mito e promuovere questa pratica come un’abitudine salutare per tutti, indipendentemente dal sesso.

Le modalità di esecuzione sono le stesse descritte per le donne, con l’obiettivo di individuare eventuali cambiamenti nella forma, dimensione e consistenza del tessuto mammario, nonché la presenza di noduli o ispessimenti anomali.

Cosa fare in caso di nodulo al seno durante l’autopalpazione

Se durante l’autopalpazione del seno si rileva un nodulo, la cosa più importante è non farsi prendere dal panico. La presenza di un nodulo non significa automaticamente avere il tumore al seno

Ci sono molte cause che possono influenzare i tessuti della mammella e portare alla formazione di noduli benigni, come ad esempio:

  • cisti mammarie: si tratta di piccole sacche piene di liquido che si formano all’interno del tessuto mammario. Sono generalmente mobili e indolori;
  • fibroadenomi: sono tumori benigni solidi composti da tessuto fibroso e ghiandolare. Si presentano come noduli duri, lisci e mobili al tatto.

Anche gli ormoni e il ciclo mestruale possono influenzare la consistenza del seno e causare la comparsa di noduli temporanei.

Tuttavia, è fondamentale non sottovalutare il problema e rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a un senologo per una valutazione accurata

Solo un medico specialista può diagnosticare la natura del nodulo e consigliare il percorso diagnostico e terapeutico più appropriato.

Quindi, se durante l’autopalpazione si nota un nodulo, è bene procedere in questo modo:

  • prendere nota delle caratteristiche del nodulo: dimensioni, forma, consistenza (duro, morbido, mobile), posizione, eventuali sintomi associati (dolore, arrossamento, secrezione dal capezzolo);
  • contattare il medico o un senologo il prima possibile;
  • eseguire gli eventuali esami diagnostici consigliati dal medico, come ecografia mammaria, mammografia, agoaspirato o biopsia;
  • seguire le indicazioni del medico in merito al trattamento: se il nodulo è benigno, potrebbe non essere necessario alcun trattamento. In caso di nodulo sospetto o maligno, il medico ti indicherà la terapia più adatta al proprio caso.

La diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le probabilità di successo delle cure in caso di tumore al seno. L’autopalpazione, insieme ai controlli medici periodici, rappresenta un prezioso strumento di prevenzione che ogni donna (e uomo) dovrebbe utilizzare per tutelare la propria salute.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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