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Ecografia prostatica per la prevenzione del tumore alla prostata

Ecografia prostatica tumore alla prostata

Come si effettua una ecografia prostatica, e perché è così importante per una corretta diagnosi del tumore alla prostata? Scopriamolo insieme. Intro. 

La prevenzione del tumore alla prostata è fondamentale negli uomini, soprattutto quando si raggiunge una certa età e si iniziano ad avvertire i primi sintomi più o meno invalidanti.

Secondo le stime fornite dall’AIRC, il cancro della prostata rappresenta circa il 20 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo.

Nel solo 2017, in effetti, sono stati diagnosticati quasi 35 mila nuovi casi di tumore alla prostata in Italia.

Per fortuna, se si interviene in tempo, il rischio di decesso è davvero molto basso, a conferma dell’importanza vitale di una corretta prevenzione, che passa anche da un esame come l’ecografia prostatica.

Anche se può risultare superfluo, riteniamo opportuno specificare che il tumore alla prostata – o qualunque altra patologia ad essa connessa – riguarda solo ed esclusivamente la popolazione maschile, non quella femminile.

La ragione, banalissima, risiede nel fatto che solo gli uomini sono dotati di una prostata.

Fatta questa doverosa precisazione, approfondiamo insieme il tema del tumore alla prostata, partendo dalle basi.

Cos’è la prostata

Prendiamo in prestito la definizione, molto puntuale, fornita dalla Società Italiana di Urologia:

“La prostata è un organo fibromuscolare e ghiandolare di cui solo gli uomini sono dotati, delle dimensioni di una castagna, che si trova al di sotto della vescica e circonda l’uretra.”

La prostata ricopre un ruolo essenziale per gli uomini, come la produzione di liquido seminale, nella misura del 20-30% del totale. In particolare, fornisce ciò di cui gli spermatozoi hanno bisogno per sopravvivere.

Quindi, il corretto funzionamento della prostata influenza la fertilità degli uomini.

Inoltre, essendo posizionata tra la vescica e l’uretra, influenza anche la capacità di urinare correttamente, ecco perché eventuali difficoltà nella minzione possono ricondurre subito a problemi di natura prostatica, da controllare quanto prima.

L’importanza della prevenzione per la salute della prostata

Abbiamo ribadito più volte – come nell’articolo sulla prevenzione oncologica ad esempio – quanto sia fondamentale per la nostra salute effettuare controlli e screening periodici, anche in assenza di sintomi evidenti.

La prevenzione ha senso quando consente di intercettare un problema, più o meno grave, in una fase iniziale, aumentando così le possibilità di trattamento e guarigione.

La salute della prostata non fa nessuna eccezione.

Gli uomini, soprattutto dopo i 50 anni – le statistiche ci suggeriscono che la diffusione del tumore alla prostata è molto rara sotto i 40 anni – vanno incontro con grande frequenza a problemi di natura prostatica, non necessariamente invalidanti, ma da non sottovalutare.

Ecco perché si consiglia sempre di rivolgersi al proprio medico curante o ad un urologo per effettuare una serie di controlli preventivi, in particolar modo in seguito alla comparsa dei primi sintomi.

Tumore alla prostata: principali cause

Lo sviluppo di un tumore alla prostata può dipendere da vari fattori di rischio, tutti da non trascurare.

Vediamo i principali.

Età

Il primo è senza dubbio l’età. Come accennato prima, dopo i 50 anni le possibilità di ammalarsi sono alte, e con il passare del tempo l’incidenza tende ad aumentare sensibilmente.

Secondo i dati AIRC, dopo i 65 anni a circa un uomo su 3 viene diagnosticato un tumore alla prostata.

Addirittura, i ricercatori sostengono che il 70 per cento degli uomini oltre gli 80 anni ha un tumore della prostata, magari asintomatico e scoperto solo dopo il decesso in fase di autopsia.

Familiarità

Un secondo fattore di rischio è la familiarità, ovvero la presenza in famiglia di un soggetto a cui è stato diagnosticato il tumore alla prostata.

In caso di consanguineità (quindi padre, fratello, figlio, ecc…), le probabilità di ammalarsi sono più del doppio.

Stile di vita

Non meno importanti dei precedenti è lo stile di vita, che può influenzare in modo diretto il funzionamento della prostata.

Una dieta squilibrata, sedentarietà, mancanza di esercizio fisico, obesità, sono tutti fattori di rischio da non sottovalutare.

Come si effettua la diagnosi di un tumore alla prostata

Come spesso accade, non esiste un sintomo che, quando si manifesta, consente subito di individuare la patologia da essa prodotto.

È necessario procedere per step, effettuando una serie di controlli medici, clinici e diagnostici.

Il primo passaggio, di solito, è consultare il medico di base per un primo parere. In seguito, si consiglia fortemente di rivolgersi ad un urologo specializzato, il quale potrà prescrivere alcuni esami, come i seguenti:

  • Esplorazione rettale digitale: si tratta di un controllo che l’urologo effettua manualmente, inserendo un dito nell’anno per palpare la prostata;
  • Test del PSA: si effettua un semplice prelievo di sangue per misurare il livello del PSA (antigene prostatico-specifico), una proteina prodotta dalla prostata normalmente presente nel sangue in minima quantità. Un aumento di questo livello può indicare infezioni, iperplasia prostatica benigna o un tumore alla prostata;

Questi due controlli da soli non bastano. Per elaborare una diagnostica corretta, si ricorre all’ecografia prostatica transrettale.

Ecografia prostatica transrettale: come si effettua

L’ecografia prostatica transrettale è un esame di diagnostica per immagini.

Si effettua inserendo una sonda del diametro di un dito all’interno del retto, in modo che emetta ultrasuoni a bassa frequenza tali da consentire l’acquisizione di immagini dell’area interessata, ovvero della prostata.

Si tratta di un esame non invasivo, non particolarmente doloroso, ma è senza dubbio fastidioso. In alcuni casi si può procedere alla somministrazione di un anestetico locale per desensibilizzare l’area.

Non può sottoporsi ad ecografia prostatica chi soffre di emorroidi, ragadi anali, stenosi anali.

Come accennato prima, questo esame non è doloroso né pericoloso. Il rischio principale è l’infezione, che si evita e/o controlla con una adeguata profilassi antibiotica che precede e segue lo svolgimento dell’ecografia.

Qualche disagio maggiore si avverte nel caso in cui si proceda, durante l’esame, al prelievo di frammenti di tessuto prostatico per effettuare una biopsia.

La biopsia, e il conseguente controllo dei tessuti prelevati, consente di fugare ogni dubbio relativo agli esiti del controllo manuale effettuato dal medico e dal prelievo di sangue.

In caso di biopsia il paziente deve restare sotto osservazione fino alla prima minzione.

Nei giorni successivi all’esame è bene astenersi dal praticare sport, attività sessuale, e fare sforzi, sempre sotto lo stretto controllo del proprio medico.

Conclusioni

Controllare il corretto funzionamento della prostata può fare la differenza, ecco perché si consiglia a tutti gli uomini, e in particolare agli over 50, di rivolgersi ad un urologo per effettuare tutti gli esami necessari.

Sarà lui a dettare la linea da seguire, valutando come procedere.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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