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Cancro alla prostata: sintomi, diagnosi e trattamenti

Cancro alla prostata sintomi, diagnosi e trattamenti

Il cancro alla prostata è il tumore più diffuso tra gli uomini. Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cause, sintomi, diagnosi e trattamenti possibili. Intro. 

Secondo il rapporto “I numeri del Cancro 2022” – redatto da AIOM , AIRTUM, Fondazione AIOM, ONS, PASSI, PASSI d’Argento e SIAPEC-IAP – negli uomini la malattia oncologica a più alta prevalenza è risultata essere il cancro della prostata (563.960 casi), seguito dai tumori del colon-retto (280.277) e della vescica (255.015). 

Nel 2022, sono state stimate circa 40.500 nuove diagnosi; come sottolineano nel report, però, l’aumento delle diagnosi registrato nel corso degli ultimi anni è da attribuire a un aspetto, in realtà, positivo, ovvero la maggiore probabilità di diagnosticare tale malattia attraverso uno screening precoce, come il dosaggio del PSA, l’esame digitorettale, l’ecografia prostatica e la biopsia sotto guida ecografica.

Anche i dati relativi alla sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi sono molto incoraggianti, con una percentuale pari al 91%.

Lo conferma anche la Fondazione AIRC in un articolo dedicato all’argomento (qui), in cui si legge quanto segue:

“nonostante l’incidenza elevata, il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo e, rispetto al 2015, nel 2020 è stata stimata una riduzione dei tassi di mortalità del (-15,6%).”

Detto questo, il tumore alla prostata rimane una patologia molto seria e grave, da affrontare in maniera corretta. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali sono le cause principali del cancro alla prostata, come si manifesta, come si esegue una diagnosi e quali sono le opzioni terapeutiche disponibili

Le cause del cancro alla prostata

Il cancro alla prostata è una malattia complessa, e le sue cause esatte non sono ancora completamente comprese. 

Tuttavia, sono state identificate alcune potenziali cause e fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare questa neoplasia, tra cui i seguenti:

  • età: l’età avanzata è uno dei principali fattori di rischio per il cancro alla prostata. La malattia è rara prima dei 40 anni, ma diventa sempre più comune dopo i 50 anni;
  • storia familiare: la presenza di casi di cancro alla prostata in famiglia aumenta il rischio di sviluppare la malattia. Se un padre o un fratello ha avuto il cancro alla prostata, il rischio è maggiore;
  • ereditarietà: mutazioni genetiche ereditarie possono aumentare il rischio di sviluppare il cancro alla prostata. Ad esempio, la mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2, noti per essere associati al cancro al seno e all’ovaio nelle donne, può anche aumentare il rischio di tumore prostatico negli uomini;
  • origine etnica: alcune etnie, come gli afroamericani, hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia rispetto ad altre;
  • alimentazione: alcuni studi hanno suggerito che una dieta ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura potrebbe aumentare il rischio. Tuttavia, la ricerca in questo campo è ancora in corso e i risultati non sono definitivi;
  • stile di vita: alcuni fattori dello stile di vita, come l’obesità e la mancanza di attività fisica, possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia;
  • esposizione ad agenti cancerogeni: l’esposizione a determinate sostanze chimiche, come l’amianto, può aumentare il rischio di cancro alla prostata (e non solo). Si tratta, però, di un rischio relativamente raro nella popolazione generale.

È importante sottolineare che la presenza di uno o più fattori di rischio non significa necessariamente sviluppare il cancro alla prostata, e molti uomini con la malattia non presentano fattori di rischio noti. 

Carcinoma o adenocarcinoma: qual è la differenza?

Come sottolinea la Fondazione AIRC nell’articolo summenzionato, quasi tutti i tumori prostatici diagnosticati sono adenocarcinomi

Ma cosa vuol dire? Qual è la differenza tra carcinoma e adenocarcinoma?

Il termine “carcinoma” si riferisce a un tipo generale di cancro che si origina dalle cellule epiteliali, che sono le cellule che rivestono gli organi e i tessuti del corpo. Gli adenocarcinomi, invece, sono un sottotipo specifico di carcinoma che si sviluppa dalle cellule ghiandolari, che producono e secernono sostanze ad esempio gli ormoni.

Quindi, l’adenocarcinoma è una forma specifica di carcinoma che deriva dalle cellule ghiandolari. Queste cellule si trovano in molte parti del corpo, come appunto la prostata, il colon, il pancreas, il seno e molti altri organi. L’adenocarcinoma può svilupparsi in diversi organi e tessuti, ma il termine viene spesso utilizzato in riferimento all’adenocarcinoma della prostata o dell’intestino.

L’adenocarcinoma della prostata è il tipo più comune di tumore prostatico ed è caratterizzato dalla crescita anomala delle cellule di questa ghiandola

Cosa s’intende con iperplasia prostatica benigna?

Un’altra espressione che si è soliti utilizzare quando si parla di salute della prostata è iperplasia o ipertrofia prostatica benigna”

Cos’è? 

L’iperplasia prostatica benigna, nota anche come ingrossamento della prostata, è una condizione comune che si verifica negli uomini più anziani. Si tratta di una crescita non cancerosa della prostata, che porta all’aumento di volume della ghiandola stessa.

Nella prostata normale, le cellule della ghiandola si moltiplicano in modo controllato mantenendo l’equilibrio con la morte cellulare naturale. Nell’iperplasia, tuttavia, le cellule prostatiche iniziano a proliferare in modo eccessivo, portando all’iperplasia, cioè all’aumento del numero di cellule nella ghiandola prostatica. 

Questo processo di crescita anomala può causare il progressivo ingrossamento della prostata, che a sua volta può provocare vari sintomi, come: 

  • difficoltà a urinare;
  • flusso debole; 
  • necessità di urinare frequentemente;
  • sensazione di incompleto svuotamento della vescica;
  • bisogno di urinare durante la notte (nicturia). 

Questi sintomi sono dovuti alla pressione esercitata dalla prostata ingrossata sull’uretra, il condotto che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno.

Nonostante l’iperplasia prostatica benigna non sia un cancro alla prostata, i sintomi possono causare disagio e influire sulla qualità della vita. Per questo motivo, si raccomanda il ricorso a un andrologo per ricevere le cure adeguate.

Quali sono i sintomi principali del tumore prostatico?

I sintomi del tumore alla prostata possono variare da persona a persona, e alcuni uomini potrebbero non presentarne alcuno nelle fasi iniziali della malattia

Tuttavia, i sintomi comuni associati al tumore prostatico sono i seguenti:

  • problemi urinari: difficoltà a iniziare e interrompere il flusso urinario, flusso urinario debole o interrotto, bisogno di urinare più frequentemente, sensazione di svuotamento incompleto della vescica, dolore o bruciore durante la minzione;
  • minzione notturna frequente: il bisogno di alzarsi durante la notte per urinare può aumentare;
  • sangue nelle urine o nel liquido seminale: la presenza di sangue nelle urine o nel liquido seminale può essere un segno di tumore prostatico, anche se può essere causato da altre condizioni;
  • dolore: dolore nella zona pelvica, nella parte bassa della schiena, nell’area rettale o durante l’eiaculazione. Tuttavia, il tumore prostatico in genere non causa dolore nelle prime fasi della malattia.

È importante sottolineare che i sintomi sopra elencati possono essere causati anche da altre condizioni non cancerose, come l’iperplasia prostatica benigna che abbiamo illustrato prima o una prostatite

La presenza di uno o più di questi sintomi non conferma necessariamente la presenza di un tumore prostatico, ma è consigliabile consultare un medico per una valutazione accurata.

Chi ha un tumore alla prostata può avere rapporti sessuali?

La presenza di un tumore alla prostata non vieta necessariamente i rapporti sessuali; tuttavia, la capacità di mantenere l’attività sessuale può essere influenzata da vari fattori, tra cui il tipo e lo stadio del tumore, i trattamenti in corso e gli effetti collaterali associati.

Alcuni trattamenti per il cancro alla prostata, come la chirurgia o la radioterapia, possono avere impatti sulla funzione sessuale. Ad esempio, la rimozione chirurgica della prostata (prostatectomia) può causare disfunzione erettile, poiché i nervi e i vasi sanguigni coinvolti nell’erezione possono essere danneggiati durante l’intervento. Anche la radioterapia può provocare disfunzione erettile, a causa dei suoi effetti sulle strutture circostanti la prostata.

Tuttavia, è importante sottolineare che ogni persona può reagire in modo diverso ai trattamenti e che esistono opzioni di gestione per la disfunzione erettile, come farmaci, terapia sessuale o dispositivi di assistenza.

È consigliabile discutere con il proprio medico o un consulente specializzato nella salute sessuale, come un sessuologo o un urologo, per valutare le opzioni e le strategie adeguate alle specifiche circostanze individuali. Questi professionisti possono fornire informazioni e consigli personalizzati basati sulla situazione clinica e sugli obiettivi del paziente.

Come si esegue la diagnosi?

Abbiamo spiegato che l’aumento delle diagnosi di tumori alla prostata è da attribuire soprattutto al miglioramento dei programmi di screening, che consentono di giungere all’individuazione precoce della malattia, spesso senza averne il sospetto. 

In genere, si può eseguire una diagnosi sottoponendosi ai seguenti esami: 

  • esame rettale digitale (ERD): durante l’ERD, il medico inserisce un dito guantato e lubrificato nel retto per valutare la forma, le dimensioni e la consistenza della prostata. Questo esame può rilevare anomalie, come noduli o ingrossamenti, che potrebbero richiedere ulteriori indagini;
  • dosaggio del PSA (antigene prostatico specifico): il PSA è una sostanza prodotta dalla prostata che può essere rilevata nel sangue. Livelli elevati di PSA possono essere un indicatore di problemi alla prostata, incluso il cancro. Tuttavia, il dosaggio del PSA può dare falsi positivi o falsi negativi, quindi spesso è utilizzato in combinazione con altri test;
  • biopsia prostatica: se ci sono sospetti di cancro alla prostata basati sull’ERD o sui livelli di PSA, può essere eseguita una biopsia prostatica per confermare la presenza del tumore. Durante la biopsia, vengono prelevati piccoli campioni di tessuto prostatico utilizzando un ago guidato da ultrasuoni. Questi campioni vengono poi esaminati al microscopio per determinare la presenza di cellule cancerose;
  • imaging: gli esami di imaging, come l’ecografia transrettale, la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TC), possono essere utilizzati per ottenere immagini dettagliate della prostata e delle aree circostanti. Questi test possono aiutare a determinare la diffusione del tumore e l’eventuale coinvolgimento di tessuti o organi vicini;
  • scintigrafia ossea: se ci sono indicazioni che il cancro alla prostata si sia diffuso alle ossa, può essere eseguita una scintigrafia ossea per individuare eventuali aree di metastasi nelle ossa.

Sarà il medico a stabilire a quali esami sottoporsi e ad analizzare i risultati ottenuti.

Quali sono i trattamenti possibili?

Il trattamento del cancro alla prostata dipende da vari fattori, tra cui lo stadio del tumore, il grado di aggressività, l’età del paziente, la presenza di eventuali comorbilità e le preferenze del paziente stesso. 

Vediamo insieme alcune delle opzioni terapeutiche più comuni per il tumore prostatico.

  • Sorveglianza attiva: questa è un’opzione per i tumori a crescita lenta e di basso rischio. In questa strategia, il tumore viene monitorato da vicino con esami periodici, come il dosaggio del PSA e la biopsia, senza intervento attivo a meno che non si verifichi un peggioramento.
  • Chirurgia: la prostatectomia radicale è un intervento chirurgico che comporta la rimozione completa della prostata e dei tessuti circostanti. Può essere un’opzione per i tumori localizzati. La chirurgia può essere eseguita in diverse modalità, inclusa la prostatectomia robotica assistita, laparoscopica o a cielo aperto.
  • Radioterapia: la radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per uccidere le cellule tumorali. Può essere somministrata esternamente (radioterapia esterna) o internamente attraverso l’inserimento di piccole sorgenti radioattive nella prostata (brachiterapia). La radioterapia può essere utilizzata come trattamento primario o dopo la chirurgia (adjuvant therapy) o in caso di recidiva.
  • Terapia ormonale: il cancro alla prostata è spesso dipendente dagli ormoni maschili chiamati androgeni. La terapia ormonale mira a ridurre i livelli di testosterone o a bloccare l’azione degli androgeni per rallentare la crescita del tumore. Può essere utilizzata come trattamento primario, prima della radioterapia o della chirurgia, o come terapia adiuvante o palliativa per il cancro avanzato.
  • Chemioterapia: può essere utilizzata nel trattamento del cancro alla prostata metastatico o resistente agli ormoni. I farmaci chemioterapici vengono somministrati per via sistemica per distruggere le cellule tumorali nel corpo.
  • Terapie mirate: alcuni farmaci mirati, come gli inibitori della tirosin-chinasi, possono essere utilizzati per bloccare specifiche vie di segnalazione che favoriscono la crescita tumorale. Queste terapie mirate possono essere utilizzate in combinazione con altri trattamenti.

È importante consultare uno specialista, come un urologo o un oncologo, per una valutazione completa e per determinare la migliore strategia di trattamento in base alle caratteristiche individuali del tumore e alle esigenze del paziente.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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