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Ipoglicemia: bassi livelli di zucchero nel sangue

Ipoglicemia bassi livelli di zucchero nel sangue

Contrariamente a quanto si tende a pensare, non ci si deve preoccupare solo dell’iperglicemia, tipica di un paziente diabetico, ma anche dell’ipogliemica. Vediamo perché. Intro. 

L’ipoglicemia, ovvero la presenza di bassi livelli di zucchero nel sangue, può provocare gravi danni nell’organismo, in alcuni casi addirittura fatali, per questo motivo è di fondamentale importanza seguire sempre in modo corretto le indicazioni terapeutiche e alimentari del proprio medico. 

Com’è noto, il glucosio è la principale fonte di energia del nostro corpo, ne consegue che una sua carenza può avere ripercussioni sul funzionamento dei nostri organi, in particolare del cervello. 

Questa condizione colpisce principalmente le persone affette da diabete, soprattutto se assumono insulina. 

L’ipoglicemia può essere pericolosa e ha bisogno di un trattamento immediato; per fortuna, nella maggior parte dei casi è possibile intervenire anche in autonomia

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è l’ipoglicemia, quali sono le cause, i sintomi, e come affrontarla in modo efficace

Cosa si intende per ipoglicemia

Secondo quanto riferito dalla SID, la Società Italiana di Diabetologia, si parla di ipoglicemia quando i livelli di zucchero nel sangue sono inferiori alla soglia minima prevista, e più nello specifico quando si verifica un valore della glicemia inferiore a 55 mg/dl, anche se alcuni sintomi possono essere avvertiti già con livelli inferiori a 70 mg/dl

Ricordiamo che, in un paziente sano, l’organismo garantisce un equilibrio dei livelli di zucchero nel sangue, mantenendoli entro un range compreso tra 70 e 99 milligrammi per decilitro (mg/dl).

Quindi, semplificando, un paziente è ipoglicemico quando i valori di zucchero nel sangue sono troppo bassi, con le conseguenze che questo comporta, e che elencheremo più avanti nel corso dell’articolo. 

Infatti, è bene ricordare che gli zuccheri non sono nemici dell’organismo, anzi, sono fondamentali per produrre energia vitale per i nostri organi, a patto che le quantità nel sangue non superino una certa soglia

Contrariamente a quanto si tende a pensare, però, non ci si deve preoccupare solo dei valori alterati in eccesso, tipici di un paziente affetto da diabete di tipo 2, ma anche in difetto, ovvero in caso di ipoglicemia

Cosa succede con l’ipoglicemia

Come accennato, gli zuccheri nel sangue sono fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo, ma cosa succede quando i valori sono troppo bassi? 

In caso di ipoglicemia il nostro corpo si attiva per reagire al calo di zuccheri, e per farlo aumenta la produzione di alcuni ormoni, nello specifico i seguenti: 

  • glucagone;
  • adrenalina;
  • noradrenalina;
  • gh (ormone della crescita);
  • cortisolo.

Questi ormoni hanno un’azione iperglicemizzante, ovvero contribuiscono a innalzare i livelli di zucchero nel sangue, attraverso due meccanismi:

  1. stimolando il fegato a rilasciare glucosio;
  2. riducendo la sensibilità all’insulina, prodotta dal pancreas.

Purtroppo, non sempre questo meccanismo di difesa del nostro organismo è sufficiente a colmare la mancanza di zucchero nel sangue, rendendo necessario un intervento da parte del paziente e del medico. 

Ipoglicemia asintomatica, relativa e sintomatica

L’ipoglicemia può manifestarsi attraverso sintomi specifici, più o meno intensi, oppure risultare del tutto asintomatica

Per questo motivo, si tende a operare una distinzione in 3 categorie: 

  1. asintomatica: evento non accompagnato dai sintomi tipici dell’ipoglicemia;
  2. relativa: sintomi ipoglicemici che compaiono con valori ancora superiori a 70 mg/dl;
  3. sintomatica, a sua volta suddivisa in tre livelli di intensità:
    1. lieve: presenza di sintomi neurogenici, come tremori, palpitazione e sudorazione. L’individuo è in grado di autogestire il problema;
    2. moderata: ai sintomi appena elencati si aggiungono quelli neuroglicopenici, come confusione e debolezza. Anche in questo caso, però, il soggetto è in grado di autogestire il problema;
    3. grave: paziente presenta uno stato di coscienza alterato e necessita dell’intervento di un medico.

Ai primi sintomi di ipoglicemia, in particolare in pazienti affetti da diabete in terapia con insulina o altri farmaci, è fondamentale intervenire immediatamente, onde evitare conseguenze potenzialmente fatali. 

Quali sono le cause di ipoglicemia

Alla base dell’ipoglicemia c’è sempre uno squilibrio tra i livelli di zucchero nel sangue e la produzione di insulina, frequente soprattutto nei pazienti diabetici che seguono una terapia e una dieta specifica. 

In genere, le cause principali di questa condizione sono le seguenti: 

  • rapporto errato tra alimentazione e dosaggio di insulina nei pazienti diabetici, come ad esempio una dose preprandiale eccessiva rispetto ai carboidrati effettivamente assunti; 
  • pasti saltati o sostituiti da una alimentazione molto leggera;
  • crisi di vomito subito dopo il pasto;
  • pasto in ritardo rispetto all’iniezione di insulina;
  • correzione eccessiva o ravvicinata di una iperglicemia;
  • attività fisica: svolgere esercizio fisico intenso, o non previsto, prima o dopo aver assunto l’insulina;
  • siti e modalità di iniezione dell’insulina;
  • assunzione di alcolici o farmaci, che potenziano l’effetto dell’insulina o che riducono la sensibilità alle ipoglicemie;
  • variazioni alla terapia;
  • errore nell’assunzione dei farmaci.
  • insufficienza renale e/o epatica.

Come si può intuire, le cause principali di ipoglicemia sono da individuare in una errata o inefficace terapia e alimentazione per il trattamento del diabete

Sintomi e conseguenze dell’ipoglicemia

Come spiegato prima, questa condizione può presentarsi in modo asintomatico o sintomatico, con diversi livelli di intensità e gravità. 

In che modo si manifesta? I sintomi principali sono i seguenti: 

  • ipoglicemia lieve: sudorazione, nervosismo, tremori, svenimenti, palpitazioni e fame;
  • ipoglicemia grave: capogiri, affaticamento, debolezza, cefalea, incapacità di concentrazione, confusione mentale, difficoltà di articolazione delle parole, offuscamento della vista, convulsioni e coma.

Insomma, si tratta di una condizione seria, da non sottovalutare mai, perché potrebbe provocare conseguenze molto gravi, tra cui: 

  • complicanze cardiovascolari;
  • aumentato rischio di demenza;
  • cadute e traumi contusivi (a causa della perdita di coscienza);
  • aumentato rischio di incidenti stradali;
  • ospedalizzazione;
  • ridotta qualità della vita;
  • aumentato rischio di convulsioni;
  • perdita di coscienza;
  • coma;
  • morte.

Alle prime avvisaglie di ipoglicemia è fondamentale intervenire, in modo autonomo o tramite il supporto medico. Vediamo come. 

Cosa fare in caso di bassi livelli di zucchero nel sangue? 

Quando avvertiamo sintomi riconducibili a bassi livelli di zucchero nel sangue, e in particolare se siamo in cura per il diabete, è importante intervenire immediatamente, assumendo degli zuccheri

Come? Ecco i consigli forniti dalla summenzionata SID: 

  • 2 caramelle fondenti;
  • 3 caramelle dure;
  • 3 zollette di zucchero;
  • 3 bustine di zucchero sciolte in acqua;
  • 1 cucchiaio da brodo e mezzo colmo di zucchero;
  • 1 cucchiaio da brodo e mezzo colmo di miele;
  • 1 cucchiaio da brodo e mezzo colmo di marmellata;
  • 1 bicchiere grande (circa 150 ml) di una bibita zuccherata (es. Coca-Cola);
  • 1 bicchiere piccolo (circa 100 ml) di succo di frutta;
  • 1 bicchiere grande e mezzo (circa 200 ml) di spremuta di arancio;
  • dopo 15 minuti mangiare circa 50 g di pane, un pacchetto di cracker o un frutto. Dopo 30-45 minuti, se possibile, controllare i livelli di glucosio nel sangue per capire se sono tornati entro un range stabile. In caso contrario, mangiare altri 50 g di pane o cracker o un frutto e ripetere il controllo col glucometro dopo altri 30-45 minuti.

Chi soffre di diabete dovrebbe sempre avere in tasca delle caramelle, delle bustine di zucchero o dei cracker, in modo da essere sempre pronto a intervenire in caso di abbassamento eccessivo dei livelli glicemici nel sangue, evitando però snack, cioccolato o biscotti, perché hanno un effetto ridotto sull’innalzamento rapido sulla glicemia.

Laddove il paziente si trovasse in una condizione di non autosufficienza, allora è fondamentale che familiari, amici, parenti o caregiver intervengano prontamente e ricorrano alle cure mediche. Nei casi più gravi contattare subito il 112. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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