Negli ultimi anni, l’assistenza sanitaria integrativa di natura collettiva – basata sul principio di mutualità – ha assistito a un’esponenziale crescita in termini di lavoratrici e lavoratori iscritti, giungendo complessivamente a circa 15 milioni di persone in copertura nel 2019 (ultimi dati disponibili secondo le indagini di AGENAS, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali); crescita questa che, in molti casi, ha progressivamente portato anche a un aumento del novero delle prestazioni messe a disposizione degli iscritti ai diversi enti.
Tutto ciò, soprattutto nell’ultimo periodo, ha acceso diversi dibattiti, generando riflessioni con punti di vista talvolta diametralmente opposti e diverse interrogazioni su quello che è il ruolo della sanità integrativa in un panorama, quello delle esigenze sanitarie, in continuo mutamento.
In questa rivista, in molte occasioni hanno trovato ampio spazio diversi approfondimenti relativi alla funzione dei fondi di assistenza sanitaria integrativa di “integrazione” e “supporto” al Servizio Sanitario Nazionale, da più punti di vista e in diversi contesti.
Entrando nel merito, oggi voglio raccontarvi come il Fondo ASIM interpreta, e ha interpretato nel tempo, il suo ruolo e come, attraverso un percorso non privo di ostacoli, ha dato vita a un sistema efficiente e pressoché indipendente, in grado di evolversi per essere sempre più rispondente alle esigenze e alle necessità degli iscritti.
Con il supporto del Comitato Scientifico, il Fondo ha condotto studi specifici e analisi incentrate sulla platea di riferimento al fine di individuare misure socio-sanitarie utili a massimizzare le risorse disponibili, con l’unica finalità del maggior soddisfacimento dei bisogni degli iscritti e l’unico limite della sostenibilità del Fondo.
Tali studi, hanno portato prima all’internalizzazione del rimborso dei ticket sanitari e poi a quello di oltre il 70% delle prestazioni previste dal Piano sanitario.
Ma non solo.
Negli anni ha permesso al Fondo di avere risorse da investire in piani sanitari straordinari utili a rispondere a sempre più necessità degli iscritti e a situazioni critiche: dall’assistenza alla non autosufficienza, agli interventi odontoiatrici, all’assistenza in seguito a calamità naturali (vedi “Piano Sanitario Straordinario Emergenza Marche” e “Piano Sanitario Straordinario Emergenza Emilia Romagna e Marche”) a misure straordinarie per fronteggiare pandemie come il Covid-19 (il 2021 è risultato l’anno con il più alto numero di prestazioni effettuate), il Fondo ASIM si è fatto garante della salute e del benessere dei suoi iscritti costantemente.
In ultimo, per ordine di tempo, il Piano Sanitario Straordinario dedicato alle prestazioni di implantologia, destinato a fornire un supporto aggiuntivo a lavoratrici e lavoratori che nel biennio 2024-2025 si sono trovati o si troveranno nella condizione di aver necessità di usufruire della prestazione di implantologia.
Piani Sanitari Straordinari che non sono semplici servizi aggiuntivi, ma rappresentano un ulteriore strumento di concretizzazione della nostra missione di integrazione del Servizio Sanitario Nazionale; compito che per noi trova il suo culmine nella prevenzione, tema sul quale il Fondo si impegna da anni con iniziative di diversa natura: prestazioni, studi della popolazione, sovvenzionamento della Ricerca, contenuti divulgativi e molto altro.
In tal senso, possiamo ricordare il Piano “La prevenzione su misura”, che verteva sull’individuazione delle prestazioni necessarie per la singola persona, il pacchetto di prevenzione per le donne e quello per gli uomini, realizzati ad hoc in base al sesso degli iscritti, le “ordinarie” prestazioni di prevenzione previste dal Piano sanitario, come quelle cardiovascolari, oncologiche oppure odontoiatriche.
Prestazioni sanitarie in senso stretto, ma non solo.
Come anticipato, da sempre il Fondo si è fatto promotore di una cultura di prevenzione condivisa anche dando vita, in seno alla Partnership con la Fondazione AIRC, a uno studio su abitudini alimentari e stili di vita.
Analisi questa che, prendendo i nostri lavoratori come campione, ci ha fornito insight preziosi per farci comprendere quali sono le misure che dovremmo adottare tutti e quali sono i punti chiave su cui si può e si deve intervenire per agevolare gli iscritti nell’adozione di buone pratiche di prevenzione primaria.
Siamo convinti che investire nella prevenzione a tutto tondo non solo migliori la salute individuale, ma contribuisca anche a ridurre i costi a lungo termine del sistema sanitario, liberando risorse preziose per affrontare sfide future.
In conclusione, desidero ribadire il mio impegno e quello di tutto il Fondo ASIM nel continuare a migliorare e potenziare i nostri servizi, al fine di assicurare ai nostri iscritti la migliore assistenza possibile.
Massimo Stronati, Presidente Fondo ASIM