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Come si fa a capire se si ha l’appendicite?

Come si fa a capire se si ha l appendicite

L’appendice è un piccolo organo, spesso considerato superfluo, ma in caso di appendicite è importantissimo intervenire in maniera rapida ed efficace onde evitare spiacevoli complicanze. Approfondiamo insieme. Intro. 

Secondo le stime fornite dal portale dell’Istituto Superiore di Sanità issalute.it, l’appendicite è una malattia frequente a qualsiasi età, sia negli uomini, sia nelle donne, anche se si manifesta prevalentemente tra i 6 e i 30 anni, raramente in bambini al di sotto dei 4 anni di età.

Se trattata in modo tempestivo e corretto, non provoca danni a breve o lungo termine; in caso contrario, può evolversi, provocando peritonite o, nelle donne, infettando le ovaie e le tube di Falloppio. La cicatrizzazione che ne risulta può ostruire le tube di Falloppio e causare sterilità

Laddove dovesse perforarsi, i batteri potrebbero infettare il flusso ematico, con conseguente sepsi e rischio elevato di decesso

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è l’appendice, dove si trova, a cosa serve, perché si infiamma e quali sono sintomi, complicanze e trattamento dell’appendicite.

Cos’è e dove si trova l’appendice?

L’appendice è un piccolo organo tubulare attaccato al cieco, la prima parte dell’intestino crasso o colon, nella zona inferiore destra dell’addome. Quindi, se ci si sta chiedendo dove si trova l’appendice, la risposta è nella parte bassa dell’addome, a destra.

Questo piccolo organo misura generalmente tra i 5 e i 10 cm di lunghezza ed è una struttura sottile e cilindrica. Semplificando al massimo, è un po’ come se fosse la coda dell’intestino crasso

dove si trova appendice

Nonostante sia spesso considerata un organo vestigiale, ovvero un residuo evolutivo con una funzione limitata o non più necessaria, l’appendice è stata oggetto di vari studi che suggeriscono possibili ruoli nel sistema immunitario, soprattutto durante l’infanzia. Si ipotizza che possa agire come una riserva per i batteri benefici dell’intestino, contribuendo a ristabilire la flora intestinale dopo episodi di diarrea o infezioni gastrointestinali.

A prescindere dal suo presunto o reale ruolo nel nostro organismo, una sua infiammazione, anche detta appendicite, può essere molto pericolosa se non trattata immediatamente.

Quali sono le cause dell’appendicite?

Sebbene le cause precise non siano sempre chiare, ci sono diverse condizioni che possono contribuire allo sviluppo dell’appendicite.

Le più comuni sono le seguenti: 

  • ostruzione del lume appendicolare: questa è la causa più comune. Può essere provocata da un fecaloma (un piccolo pezzo di feci dure), un frammento di cibo non digerito, o da un ispessimento del tessuto linfatico all’interno dell’appendice. L’ostruzione blocca il normale flusso del contenuto intestinale, causando un accumulo di muco, aumento della pressione interna e crescita batterica, che porta all’infiammazione e infezione;
  • infezioni gastrointestinali: alcune infezioni virali, batteriche o parassitarie possono infiammare l’appendice;
  • trauma o lesioni: un colpo diretto all’addome o altre lesioni possono causare danni all’appendice, portando all’infiammazione;
  • problemi del sistema immunitario: un sistema immunitario compromesso può rendere l’appendice più suscettibile alle infezioni, contribuendo all’insorgenza dell’appendicite;
  • fattori genetici: alcuni studi suggeriscono che ci possa essere una predisposizione genetica all’appendicite. Se ci sono casi in famiglia, il rischio di svilupparla potrebbe essere maggiore;
  • dieta povera di fibre: una dieta con scarso apporto di fibre può contribuire alla formazione di fecalomi, aumentando il rischio di ostruzione e conseguente infiammazione dell’appendice.

Sebbene alcuni di questi fattori siano evitabili, altri sono al di fuori del controllo individuale.

Come capire se si tratta di appendicite?

Riconoscere l’appendicite è cruciale per un intervento tempestivo e per prevenire complicazioni, come la peritonite

Per capire se si ha l’appendicite è necessario individuare precocemente i sintomi ad essa associati e sottoporsi ad una serie di esami fisici e indagini diagnostiche

Vediamo come procedere.

Sintomi

I sintomi più comuni di una infiammazione dell’appendice sono i seguenti: 

  • dolore addominale, che si sposta gradualmente verso la parte inferiore destra dell’addome e tende a peggiorare con il movimento, la tosse o la pressione;
  • nausea e vomito;
  • perdita di appetito;
  • febbre leggera. Una febbre alta può indicare un’appendice perforata;
  • diarrea o costipazione;
  • confusione o stato mentale alterato, in caso di infezione grave;
  • se l’addome è rigido al tatto, potrebbe indicare una peritonite.

Come si può facilmente intuire, diversi di questi sintomi sono aspecifici, associabili anche a molte altre condizioni. Per questo motivo, è necessario eseguire degli esami e delle indagini per assicurarsi che si tratti di appendicite e procedere subito con i trattamenti. 

Diagnosi

Per giungere a una diagnosi, e capire se si tratta effettivamente di un caso di appendicite, in genere i medici procedono con un immediato esame fisico, che comprende la palpazione dell’addome per localizzare il dolore. 

La pressione sulla parte inferiore destra dell’addome (punto di McBurney) può provocare dolore intenso in caso di appendicite, che si manifesta in modi diversi:

  • segni di Blumberg (dolore di rimbalzo): il medico preme delicatamente sull’addome e poi rilascia rapidamente. Se il paziente avverte un dolore intenso durante il rilascio, potrebbe trattarsi di appendicite;
  • segno di Rovsing: dolore nella parte inferiore destra dell’addome quando si applica pressione sulla parte inferiore sinistra;
  • segno dello Psoas: dolore alla parte inferiore destra dell’addome quando si solleva la gamba destra contro la resistenza;
  • segno dell’otturatore: dolore quando la gamba destra è piegata all’anca e ruotata internamente.

A questo punto, si procede con alcune indagini diagnostiche, tra cui:

Riconoscere i segni e i sintomi dell’appendicite e ottenere assistenza medica immediata può prevenire complicazioni gravi e potenzialmente letali, come la rottura dell’appendice e la conseguente peritonite.

Cosa fare in caso di attacco di appendicite?

Un attacco di appendicite è un’emergenza medica che richiede un intervento rapido per prevenire complicazioni gravi.

La prima cosa da fare è individuare i sintomi sopra elencati, in particolare il dolore addominale nella parte inferiore destra, ma anche vomito, diarrea, costipazione, febbre lieve o alta. 

Si raccomanda di non prendere antidolorifici, lassativi o farmaci antiacidi, poiché possono mascherare i sintomi e complicare la diagnosi. Inoltre, è importante evitare l’uso di borse dell’acqua calda sull’addome, poiché il calore può aumentare il rischio di perforazione dell’appendice.

È consigliabile evitare cibo e bevande fino a quando non si è consultato un medico. Questo è importante perché, se è necessario un intervento chirurgico, lo stomaco deve essere vuoto.

In ogni caso, se si sospetta di avere un’appendicite, bisogna recarsi immediatamente al pronto soccorso, senza aspettare che i sintomi migliorino da soli. Se possibile, è preferibile farsi accompagnare da qualcuno, poiché il dolore addominale può rendere difficile guidare.

Quali sono i trattamenti possibili?

Il trattamento principale per l’appendicite è l’appendicectomia, ossia la rimozione chirurgica dell’appendice, solitamente eseguita in due modalità:

  • chirurgia laparoscopica: è la tecnica più comune e meno invasiva. Viene eseguita attraverso piccole incisioni addominali utilizzando una telecamera e strumenti chirurgici sottili. I vantaggi includono un minor dolore post-operatorio, una degenza ospedaliera più breve e una ripresa più rapida;
  • chirurgia a cielo aperto (laparotomia): utilizzata in casi di appendicite complicata, come appendicite perforata o peritonite diffusa. Comporta un’incisione più grande nella parte inferiore destra dell’addome. La ripresa è generalmente più lenta rispetto alla chirurgia laparoscopica.

Dopo l’appendicectomia, il paziente riceverà antibiotici per prevenire o trattare eventuali infezioni.

È importante seguire le istruzioni del medico per la cura della ferita chirurgica, limitare le attività fisiche intense e monitorare eventuali segni di infezione o complicazioni.

Il recupero completo varia da persona a persona, ma la maggior parte dei pazienti può riprendere le normali attività entro alcune settimane.

In alcuni casi selezionati, specialmente se l’appendicite non è complicata, può essere tentato un trattamento con antibiotici. Questo approccio può essere utilizzato quando la chirurgia non è immediatamente possibile o in pazienti con rischi chirurgici elevati

Il paziente viene monitorato attentamente per verificare la risposta al trattamento. Se i sintomi non migliorano o peggiorano, si procede con l’appendicectomia.

Se l’appendicite è complicata da un ascesso (una raccolta di pus), potrebbe essere necessario drenarlo prima di rimuovere l’appendice. Questo può essere fatto mediante drenaggio percutaneo guidato da imaging (ecografia o TAC) o durante un intervento chirurgico.

Dopo il drenaggio dell’ascesso, il paziente può ricevere antibiotici e, in alcuni casi, l’appendicectomia può essere posticipata fino a quando l’infiammazione non si è ridotta.

Dopo il trattamento dell’appendicite, il paziente dovrà effettuare visite di controllo per assicurarsi che la guarigione stia procedendo correttamente e per gestire eventuali complicazioni o sintomi residui.

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