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Guida pratica all’esame delle urine

Guida pratica all'esame delle urine

Ognuno di noi, prima o poi, dovrà eseguire un esame delle urine, per svariate ragioni. Ma come si procede? Scopriamolo insieme in questa guida rapida. Intro. 

L’esame delle urine è uno dei controlli medici di routine più frequenti nella vita di un individuo, che può essere eseguito per svariate ragioni, dall’individuazione di una eventuale infezione in corso nel tratto urinario a condizioni metaboliche o renali

Com’è noto, infatti, il nostro organismo espelle le sostanze in eccesso attraverso le urine, e dalla loro “qualità” si può evincere il corretto funzionamento dei reni e l’apporto adeguato dei principali nutrienti di cui abbiamo bisogno, aiutando i medici a individuare molte malattie in fase iniziale. 

Nonostante sia un test molto diffuso, non invasivo e di facile esecuzione, è necessario conoscere alcuni dettagli per effettuare in modo corretto la raccolta delle urine, la loro conservazione e la consegna presso il laboratorio di analisi scelto. 

Per questo motivo abbiamo deciso di redigere una guida rapida all’esame delle urine, con la quale andremo a rispondere ad alcune delle domande frequenti sulle modalità di esecuzione e sulla loro utilità. 

Cosa non fare prima degli esami delle urine?

Iniziamo subito col fornire alcune indicazioni preliminari, relative quindi alla preparazione all’esame delle urine

Non è necessaria una particolare profilassi, ma è importante seguire alcune raccomandazioni a cui attenersi

  • Evitare sforzi fisici nelle 12 ore antecedenti la raccolta;
  • astenersi dai rapporti sessuali nelle 12 ore antecedenti la raccolta;
  • per le donne in età fertile, evitare la raccolta del campione di urina nel periodo mestruale;
  • raccogliere preferibilmente le prime urine del mattino, o in alternativa urine che abbiano soggiornato in vescica almeno 4 ore;
  • osservare il digiuno dalla mezzanotte, o almeno nelle 6-8 ore antecedenti la raccolta;
  • effettuare la raccolta subito al risveglio, salvo diverse indicazioni del medico.

Vediamo, ora, come procedere alla raccolta delle urine

Come raccogliere le urine?

La raccolta delle urine può sembrare un’azione semplice e banale, ma al fine di non contaminare il campione con batteri e/o cellule della pelle, e compromettere l’esito degli esami, è importante seguire alcuni step precisi

Vediamo quali: 

  • utilizzare un contenitore per le urine sterile, nuovo, acquistabile senza difficoltà in una farmacia, parafarmacia o in sanitaria, che non va lavato. Non utilizzare altra tipologia di contenitore;
  • lavare accuratamente le parti intime, utilizzando un normale sapone (non antibatterico), e asciugare con un telo pulito. Questa indicazione vale in particolare per le donne, che devono fare attenzione a non contaminare le urine con la flora batterica vaginale;
  • urinare direttamente nel contenitore sterile, evitando il contatto con i genitali;
  • consegnare, laddove possibile, il campione di urine al laboratorio entro un’ora dalla raccolta. Se non fosse possibile, conservare le urine in frigorifero per un massimo di 4 ore;
  • eliminare il primo getto di urina e, senza interrompere la minzione, posizionare il contenitore per raccogliere il secondo getto, il cosiddetto mitto intermedio, escludendo quello finale;
  • raccogliere almeno 15-30 mL. di urina. I contenitori sterili in commercio (in genere da 100-120 ml) riportano una scala graduata per verificarne i livelli.

Seguire queste semplici istruzioni consente di consegnare al laboratorio un campione non compromesso e ottenere, così, risultati attendibili. 

Quando fare pipì per l’esame delle urine? 

Come illustrato prima, in genere l’indicazione è quella di raccogliere le prime urine del mattino, ma in alcuni casi il medico potrebbe suggerire di utilizzare le seconde urine del mattino

Cosa vuol dire? Quali sono le prime urine del mattino e cosa si intende per seconde urine del mattino?

Le prime urine del mattino sono quelle prodotte al risveglio la mattina, e sono da preferire perché sono rimaste molte ore all’interno della vescica risultando così più concentrate. 

Ma cosa succede se, durante la notte, si è urinato? In questo caso sarebbe opportuno distanziare l’ultima minzione dalla prima del mattino da raccogliere di circa 4 ore.

In che modo si raccolgono? Come già accennato in precedenza, bisogna scartare il primo getto di urina nel W.C., che serve a lavare l’ultimo tratto delle vie urinarie, e raccogliere nell’apposito contenitore sterile il secondo getto (il mitto intermedio) di urina, senza interrompere la minzione. Infine, bisogna scartare l’ultimo getto di urina e chiudere immediatamente il contenitore dopo avervi raccolto le urine.

Per quanto riguarda, invece, le seconde urine del mattino, si tratta, come suggerisce l’espressione stessa, delle urine della seconda minzione mattutina. Quindi, al risveglio, non si devono raccogliere le prime urine, ma quelle successive, preferibilmente una o due ore dopo. 

Questa modalità viene spesso prescritta per i pazienti che soffrono di ipertensione per stimare l’apporto giornaliero di sale, o per la valutazione della proteinuria nei soggetti sottoposti a trapianto di rene.

Raccolta delle urine delle 24 ore

Per l’individuazione di alcune patologie e condizioni mediche è necessario ricorrere alla raccolta delle urine nelle 24 ore

Come si procede? 

  • Scartare le prime urine del mattino;
  • raccogliere, a partire dalla seconda minzione mattutina, tutte le urine nelle successive 24 ore, anche di notte, comprese le prime del mattino seguente;
  • evitare esercizio fisico e protratto nelle 8-12 ore che precedono la raccolta delle urine nel caso della determinazione della clearance della creatinina;
  • conservare il contenitore in ambiente fresco e non esposto al sole, o in frigorifero. 

È importante raccogliere tutta l’urina, utilizzando appositi contenitori acquistabili in farmacia (da 2-3 litri), per 24 ore. Quindi, se si inizia il mattino alle 8 bisogna concludere alle 8 del mattino seguente. Se per qualunque motivo una certa quantità di urina venisse persa, la raccolta deve essere ripetuta. Per questo motivo si consiglia di restare in casa per procedere con maggiore praticità e comodità. 

La raccolta delle urine nelle 24 ore può essere finalizzata al dosaggio di alcuni particolari metaboliti, ovvero il prodotto (intermedio o finale) del processo del metabolismo, come ad esempio proteine, carboidrati, lipidi e acidi nucleici

In questo caso, potrebbe essere necessario seguire precise indicazioni di carattere nutrizionale nei giorni che precedono la raccolta

Ad esempio, per il dosaggio di calciuria, idrossiprolinuria e creatininuria, è raccomandata una dieta priva di latte e dei suoi derivati nei 3 giorni precedenti l’esame. Nel giorno precedente l’esecuzione dell’esame, bisogna effettuare entro le ore 19 un pasto a base di farinacei e verdure e privo di carni. 

Questo tipo di esame delle urine è chiamato anche Test di Nordin. Sarà comunque cura del medico e del responsabile del laboratorio di analisi fornire le istruzioni precise per la raccolta delle urine nelle 24 ore, con o senza conservanti (acido cloridrico HCI).

Quanto tempo può stare la pipì nel barattolo?

Quando ci si deve sottoporre a esami delle urine è consigliato raccogliere il campione il mattino al risveglio (salvo diverse disposizioni) e consegnarlo al laboratorio il prima possibile, o comunque entro un’ora o due

Laddove questo non fosse possibile, si consiglia di conservare il contenitore al fresco, o eventualmente in frigorifero d’estate, per un massimo di 4 ore

Ovviamente queste indicazioni non si applicano alla raccolta delle urine nelle 24 ore, che però devono essere consegnate il prima possibile una volta completata.

Cosa vuol dire urinocoltura

L’urinocoltura è un’indagine microbiologica delle urine, finalizzata quindi all’individuazione di una eventuale coltura batterica e di un’infezione in corso da trattare

In genere viene prescritta quando si sospetta un’infezione delle vie urinarie, che si manifesta con bisogno frequente di urinare, bruciore e dolore mentre si urina, o durante la gravidanza, periodo in cui la donna è più a rischio di infezioni. 

La raccolta avviene con le medesime modalità viste per l’esame delle urine, perché a variare è la tecnica utilizzata per analizzare il campione. Il laboratorio fornirà, allegato ai risultati degli esami, anche il cosiddetto antibiogramma (ABG), che permette di individuare con precisione quale antibiotico sia più adatto per debellare i batteri responsabili di una specifica infezione. 

Come si raccolgono le urine nei bambini?

La raccolta delle urine nei neonati e nei bambini piccoli risulta un po’ più macchinosa, in particolare in quelli che indossano ancora il pannolino. 

In questi casi è necessario acquistare degli appositi sacchetti, che si agganciano ai genitali del bambino per raccogliere le urine. Per i maschietti è un po’ più facile, perché è possibile inserire il pene all’interno della fessura, mentre con le femminucce è leggermente più scomodo

Come si procede? Lo spiega in modo molto chiaro l’Ospedale Bambino Gesù sul proprio sito web (qui): 

  • togliere il pannolino al bambino, eseguire una pulizia accurata e asciugare bene;
  • prendere il sacchetto di raccolta delle urine e rimuovere la pellicola protettiva adesiva;
  • per le bambine, divaricare le cosce per esporre e distendere la zona di pelle del perineo e far aderire bene la parte inferiore dell’adesivo a questa zona, evitando pieghe;
  • per i bambini, divaricare le cosce e sollevare un po’ il pene per esporre e distendere la pelle dello scroto sottostante. Far aderire bene la parte inferiore dell’adesivo a questa zona;
  • controllare ogni 15 minuti se il bambino urina. Se ciò non accade entro 30 minuti, sarà necessario rimuovere il sacchetto e ripetere tutta la procedura;
  • quando il bambino urina, rimuovere con delicatezza il sacchetto e trasferire il campione raccolto nel contenitore sterile. 

Per i bambini più grandi, invece, si può seguire la procedura prevista per gli adulti. 

Cosa si può vedere con l’esame delle urine?

Una volta eseguita la raccolta, cosa emerge dagli esami delle urine? Innanzitutto è importante specificare che questo test viene eseguito in tre fasi distinte: 

  1. l’esame visivo, attraverso il quale si valuta il colore, la trasparenza e la concentrazione delle urine. Una urina incolore potrebbe indicare la presenza di diabete, mentre una pipì torbida una infezione in corso;
  2. l’esame chimico, con il quale si verifica la presenza di alcune di sostanze presenti nelle urine;
  3. l’esame microscopico del sedimento urinario, che identifica e quantifica i tipi cellulari, i cilindri, i cristalli e altri componenti, come microrganismi e muco, che possono essere presenti nelle urine.

Attraverso questo esame è possibile individuare eventuali infezioni del tratto urinario in corso, alterazioni del metabolismo (come il diabete, ad esempio), malfunzionamento dei reni (insufficienza renale), oppure una gravidanza

Dall’analisi delle urine può essere, infatti, verificata la presenza anomala o in concentrazioni eccessive di alcune sostanze, che a loro volta possono indicare patologie e condizioni mediche da approfondire. 

Ci riferiamo, ad esempio, alla creatinina, alle proteine, al glucosio, ai leucociti, a batteri e microrganismi (anche quelli che provocano infezioni sessualmente trasmesse come la clamidia), e alla gonadotropina corionica umana (hCG), l’ormone prodotto subito dopo l’inizio di una gravidanza dalla placenta in via di sviluppo.  

Sarà il medico a interpretare i dati raccolti e giungere a una diagnosi. 

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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