Sono stati pubblicati i dati aggiornati sull’attività dei fondi di assistenza sanitaria integrativa iscritti all’Anagrafe dei Fondi Sanitari. Approfondiamo insieme. Intro.
L’Anagrafe dei Fondi Sanitari è stata istituita nel 2010, e da allora tiene traccia dell’andamento delle attività svolte dalle realtà iscritte, come il Fondo ASIM. Oggi sono più di 10 milioni i lavoratori attivi iscritti ai fondi e casse che chiedono l’iscrizione al Registro tenuto presso il Ministero della Salute.
Di recente è stato pubblicato il rapporto “Le attività dell’Anagrafe fondi sanitari e i dati del Sistema Informativo Anagrafe Fondi (SIAF)”, elaborato dalla Direzione Generale Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, al cui interno sono riportati dati molto interessanti e utili a comprendere l’entità del settore dei fondi sanitari nel nostro Paese.
Vediamo insieme le informazioni principali ivi contenute, per avere una fotografia attuale della situazione.
Indice dei Contenuti
Andamento dei fondi sanitari
A partire dalla sua istituzione, il numero di fondi sanitari iscritti all’Anagrafe, quindi in possesso dei requisiti necessari, è progressivamente aumentato, passando dai 267 censiti nell’anno 2010 ai 318 del 2020.
Come si può notare dal grafico, l’andamento non è perfettamente lineare, ma è caratterizzato da continue oscillazioni, in aumento e in calo.
Come specificato nel rapporto, le ragioni di queste oscillazioni sono molteplici; alcuni fondi sanitari hanno cessato la propria attività, altri, appartenendo a una stessa categoria, si sono accorpati costituendo così un unico fondo, altri ancora che, per motivi vari, per un anno non hanno richiesto il rinnovo dell’iscrizione.
A tal proposito è forse opportuno ricordare, infatti, che il rinnovo dell’iscrizione all’Anagrafe dei Fondi Sanitari non è automatico, ma deve essere richiesto dall’ente, al fine di avviare le procedure previste dalla normativa vigente e che, tra l’altro, consentono un trattamento fiscale agevolato dei contributi.
Fondi di tipo A e di tipo B
I Fondi iscritti all’Anagrafe sono suddivisi in due tipologie, i fondi di tipo A e quelli di tipo B.
Nel rapporto si legge che, ad oggi, i fondi iscritti all’Anagrafe sono per il 4% “Fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale” istituiti ai sensi dell’art. 9 del D.lgs. 502/92 e successive modificazioni, appartenenti alla tipologia A, che erogano esclusivamente prestazioni extra LEA.
Il restante 96% è costituito, invece, da Fondi di tipologia B, ovvero Enti, Casse e Società Di Mutuo Soccorso “aventi finalità esclusivamente assistenziale”, che possono erogare anche prestazioni sanitarie comprese nei LEA, quindi sia complementari che sostitutive al SSN.
L’andamento di queste due tipologie di fondi nell’Anagrafe è rimasto alquanto stabile negli ultimi 10 anni, con un lieve aumento e stabilizzazione del numero dei fondi integrativi di tipologia A, e un incremento di Enti, Casse e Società di Mutuo Soccorso, che restano la quasi totalità dei fondi iscritti.
Nell’anno 2020 i fondi sanitari di tipologia A sono leggermente aumentati rispetto agli anni precedenti.
Come si evince da questi grafici, insomma, sul totale dei fondi iscritti all’Anagrafe quelli di tipologia B hanno perso 1 punto percentuale, guadagnato invece dai fondi di tipo A.
Natura giuridica dei fondi sanitari
Per quanto concerne la natura giuridica dei fondi sanitari iscritti all’Anagrafe, emerge la prevalenza netta della forma dell’associazione non riconosciuta.
Nel 2020, infatti, 253 fondi censiti dall’Anagrafe risultano essere costituiti nella forma dell’associazione non riconosciuta (1 in più rispetto al 2019, ma 2 in meno rispetto al 2018), seguiti da 53 società di mutuo soccorso (in aumento dal 2018), da 7 associazioni riconosciute (stabili) e da 5 fondazioni (stabili).
Risorse erogate dai fondi sanitari
Come si legge nel rapporto, negli ultimi sette anni sono enti, casse e SMS a destinare maggiori risorse economiche per erogare prestazioni ai propri iscritti e la percentuale del 20% delle risorse vincolate che gli stessi sono tenuti a destinare a precisi ambiti di assistenza (assistenza odontoiatrica, prestazioni sociosanitarie per le persone non autosufficienti, prestazioni destinate al recupero di coloro che si trovano temporaneamente inabili al lavoro per causa di infortunio o malattia) è stata sempre ampiamente raggiunta.
È interessante e importante notare l’aumento delle risorse destinate alle prestazioni sanitarie, vincolate e totali, erogate dal 2014 al 2020 dai Fondi di tipo B, che sfiorano i € 3 mld, e del numero degli aderenti, più che raddoppiato in questi anni.
Dall’analisi delle prestazioni extra LEA erogate da fondi sanitari di tipologia B, negli ultimi due anni fiscali 2019 e 2018 si evidenzia una netta asimmetria tra quelle odontoiatriche e socio sanitarie e quelle finalizzate al recupero della salute.
Le risorse destinate alle prestazioni di assistenza odontoiatrica rappresentano quasi il 70% del totale.
Per quanto concerne, invece, i fondi di tipologia A – che erogano solo prestazioni extra LEA – la situazione relativa alle risorse destinate è la seguente.
Anche in questo caso notiamo un aumento considerevole sia delle risorse destinate, pari a poco più di € 2,6 milioni, che del totale degli iscritti, passati dagli 811 del 2014 (relativi a 4 fondi) ai quasi 38 mila del 2020 (per 12 fondi).
In pratica, quasi la totalità delle risorse erogate (99%) è stata destinata alle prestazioni di assistenza odontoiatrica.
Conclusioni
Il rapporto dell’Anagrafe dei Fondi Sanitari si conclude sottolineando la necessità di
“attuare una riforma strutturale della normativa sulla tematica dei Fondi Sanitari, rendendola più in linea con le esigenze della programmazione sanitaria.”
Va comunque rilevato che – anche in assenza della riforma da più parti evocata – i fondi sanitari integrativi, e in particolare quelli governati dall’istituto della bilateralità contrattuale, si stanno indirizzando in autonomia verso l’assunzione del ruolo sempre più marcato di integrazione al SSN, attraverso nomenclatori sempre più attenti a questo fine, e di forma complementare al SSN attraverso l’offerta di erogatori sempre più efficaci e disponibili.
Questo, appunto, senza quelle forzature calate dall’alto e che difficilmente potrebbero tenere in conto le specificità delle diverse popolazioni coinvolte.
Si evince chiaramente anche dal dato di sintesi delle percentuali di risorse vincolate che sta costantemente crescendo. Il Fondo ASIM, da sempre tra i precursori, si attesterà nel 2021 al 50%, ben al di sopra dei valori medi esposti nel rapporto.
Infine, la Pandemia ha accentuato i problemi e i limiti del Servizio Sanitario Nazionale, aumentando le annose questioni della rinuncia alle cure e della spesa out-of-pocket, creando enormi disagi nei cittadini e delineando una crisi socio-sanitaria senza precedenti.
I Fondi di assistenza sanitaria integrativa, incarnando a pieno la loro natura di secondo pilastro socio-sanitario, potrebbero offrire ai cittadini e ai lavoratori una soluzione alle liste d’attesa infinite, alla mobilità sanitaria, alla rinuncia alle cure e alla prevenzione.