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Amenorrea (assenza ciclo mestruale): cause, sintomi e rimedi

Amenorrea (assenza ciclo mestruale) cause e rimedi

L’assenza di ciclo mestruale, altrimenti detta amenorrea, può essere causata da molteplici fattori. Approfondiamo insieme. Intro. 

Il ciclo mestruale è una componente centrale nella vita delle donne, da cui dipende non solo la fertilità ma anche l’equilibrio psico-fisico e ormonale dell’organismo, grazie alla produzione di estrogeni, androgeni e progesterone. Ecco perché un ciclo irregolare o la sua assenza per un certo periodo di tempo, denominata amenorrea, possono rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare e da sottoporre subito all’attenzione del proprio ginecologo di fiducia.   

Com’è noto, un ciclo mestruale viene contato dal primo giorno di sanguinamento di un periodo mestruale al primo giorno di sanguinamento del periodo successivo. La maggior parte delle donne ha un ciclo mestruale che dura dai 21 ai 35 giorni, con una durata che varia dai 2 ai 7 giorni e un sanguinamento più intenso nei primi primi 3 giorni (flusso mestruale o mestruazioni).

Questo processo mensile di cambiamenti che si verificano per preparare il corpo di una donna per una possibile gravidanza è di fondamentale importanza, e una condizione di amenorrea potrebbe indicare la presenza di una patologia che necessita di indagini e accertamenti

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è l’amenorrea, quali sono le cause principali, i sintomi e le possibili cure

Cos’è l’amenorrea

Con il termine amenorrea si fa riferimento all’assenza di mestruazioni nella donna o al suo mancato arrivo nel periodo della pubertà

Questa condizione, infatti, si divide in due tipologie:

  • amenorrea primaria: si tratta del mancato arrivo delle mestruazioni entro i 15 anni di età in pazienti con crescita e caratteri sessuali secondari normali. L’assenza di qualsiasi sviluppo del seno entro i 13 anni deve indurre a valutare l’amenorrea primaria;
  • amenorrea secondaria: in questo caso si parla dell’assenza di mestruazioni per 6 o più mesi consecutivi, o per la durata di 3 cicli dopo un periodo di cicli mestruali regolari. In genere si fa una distinzione tra le pazienti che hanno sempre avuto il ciclo in maniera regolare e chi, invece, ha sperimentato delle irregolarità nella loro frequenza. Nel primo caso si può giungere a una diagnosi di amenorrea secondaria già dopo 3 mesi, mentre nel secondo si attendono almeno i 6 mesi.

Di per sé, un singolo caso isolato di amenorrea non deve preoccupare, perché le irregolarità del ciclo mestruale sono molto frequenti, in particolare nel periodo dell’adolescenza, dopo il menarca (il primo ciclo mestruale), così come in quello che precede la menopausa, ma è importante tenere traccia della frequenza delle proprie mestruazioni per individuare in tempo utile delle alterazioni anomale e rivolgersi al medico. 

Quali sono le cause dell’amenorrea?

Come accennato, irregolarità e mancato arrivo delle mestruazioni sono alquanto frequenti, e spesso non rappresentano un problema che necessita di approfondimenti, ma in alcuni casi rappresentano un sintomo di una patologia più complessa.

Periodi di amenorrea che possiamo considerare assolutamente fisiologici e normali sono quello della gravidanza, dell’allattamento e, ovviamente, della menopausa, quando il ciclo mestruale si interrompe del tutto.

Altre cause di amenorrea sono:

  • condizioni genetiche, come la sindrome di Turner e l’insensibilità agli androgeni;
  • problemi cerebrali, a livello dell’ipotalamo e della ghiandola pituitaria;
  • problemi con lo sviluppo dell’utero, della vagina o dell’imene;
  • un ritardo nella pubertà;
  • consumo o abuso di determinati farmaci, come antipsicotici, antidepressivi, contraccettivi orali, progesterone, farmaci per la pressione sanguigna e per l’allergia;
  • chemioterapia;
  • anovulazione funzionale ipotalamica, una condizione in cui le ovaie di una donna non sono in grado di rilasciare ovuli in qualsiasi momento durante il ciclo mestruale, provocata da esercizio fisico eccessivo, disturbi alimentari o stress;
  • sindrome dell’ovaio policistico;
  • insufficienza ovarica primaria, una condizione in cui le ovaie non rilasciano regolarmente ovuli e non producono abbastanza ormoni sessuali malgrado gli alti livelli di gonadotropine circolanti nelle donne con meno di 40 anni;
  • malfunzionamento della tiroide, come ipotiroidismo e ipertiroidismo;
  • basso peso corporeo (circa il 10% sotto il peso normale);
  • rapida perdita di peso;
  • disturbi dell’alimentazione, come l’anoressia nervosa.

In caso di amenorrea frequente e che si protrae nel tempo è raccomandato rivolgersi a un ginecologo per sottoporsi a visite e controlli e diagnosticare la condizione sottostante

Quali sono i sintomi dell’amenorrea?

Com’è facile intuire, il sintomo più evidente dell’amenorrea è proprio l’assenza del ciclo mestruale, ma a seconda della causa la donna può sperimentare differenti sintomi

I principali sono i seguenti: 

  • secrezione lattea dal capezzolo;
  • perdita di capelli;
  • mal di testa;
  • cambiamenti nella visione;
  • eccesso di peli sul viso;
  • dolore pelvico;
  • acne. 

Ad ogni modo, in assenza di ciclo mestruale per almeno 3 mesi o laddove non dovesse essere giunto il menarca entro i 15 anni è opportuno sottoporsi a una visita medica

Quali sono le complicanze dell’assenza di ciclo mestruale?

Come spiegato all’inizio dell’articolo, l’amenorrea è una condizione seria, da non sottovalutare, perché potrebbe evolvere e causare delle complicanze anche molto gravi

Le principali sono: 

  • infertilità e problemi con la gravidanza: in assenza di ciclo mestruale e di ovulazione, non è possibile rimanere incinta. Inoltre, quando a causare l’amenorrea è uno squilibrio ormonale, può anche causare aborto spontaneo o altri problemi durante la gestazione;
  • stress psicologico: non avere il menarca quando le proprie coetanee invece hanno già il ciclo mestruale può causare nelle adolescenti e preadolescenti un certo livello di stress e di disagio sociale;
  • osteoporosi e malattie cardiovascolari: queste due condizioni possono essere causate dalla mancanza di estrogeni a sufficienza;
  • dolore pelvico: nel caso in cui la causa della amenorrea fosse un problema di natura anatomica, potrebbe provocare anche dolore nella zona pelvica.

Insomma, meglio intervenire. 

Amenorrea: diagnosi e trattamento

Per giungere a una diagnosi di amenorrea e individuarne le cause scatenanti il medico, dopo aver raccolto informazioni dalla paziente circa l’anamnesi, può prescrivere diversi esami e test, tra cui i seguenti: 

  • test di gravidanza: si tratta, senza dubbio, del primo esame da eseguire, per escludere la causa più immediata di amenorrea, ovvero una possibile gravidanza;
  • test di funzionalità tiroidea: l’esame consiste nel misurare la quantità di ormone stimolante la tiroide (TSH) nel sangue, che può determinare se la tiroide funziona correttamente;
  • test di funzionalità ovarica: si procede alla misurazione della quantità di ormone follicolo-stimolante (FSH) nel sangue, che può determinare se le ovaie funzionano correttamente;
  • test della prolattina: bassi livelli dell’ormone denominato prolattina possono indicare la presenza di un tumore della ghiandola pituitaria;
  • test dell’ormone maschile: nel caso in cui la paziente stesse riscontrando un aumento dei peli sul viso e una voce abbassata, si può procedere anche alla misurazione del livello di ormoni maschili nel sangue, in particolare il testosterone;
  • ecografia: con questo esame il medico può verificare eventuali anomalie negli organi riproduttivi della paziente;
  • risonanza magnetica: da eseguire per verificare la presenza di un tumore ipofisario, in seguito all’esame della prolattina summenzionato.

Il trattamento dipende dalla causa alla base della amenorrea. In alcuni casi, può essere sufficiente l’assunzione di pillole anticoncezionali o altre terapie ormonali per far ripartire e regolarizzare i cicli mestruali. 

Laddove la causa fosse legata a disturbi della tiroide o dell’ipofisi, si può procedere con una terapia farmacologica, mentre in caso di tumore o di problemi strutturali potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.

Sarà il medico a stabilire come procedere.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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