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In cosa consiste la sindrome del tunnel carpale

In cosa consiste la sindrome del tunnel carpale

Cos’è la sindrome del tunnel carpale, da cosa è provocata, quali sono i sintomi principali e come si affronta? Scopriamolo insieme. Intro. 

Uno dei disturbi più diffusi tra gli addetti alle pulizie è la cosiddetta sindrome del tunnel carpale, che colpisce la mano del soggetto causando non pochi disagi. 

Si tratta di una patologia molto frequente, non solo tra gli operatori del Settore; infatti, è considerata una condizione molto democratica in quanto colpisce in modo trasversale tutte le categorie, dalla casalinga al manager d’azienda, passando per l’operaio e l’impiegato di concetto, giovani e meno giovani, in particolare donne, con una incidenza nove volte superiore rispetto agli uomini. 

La sindrome del tunnel carpale si può manifestare a qualsiasi età, provocata da molteplici fattori, con una incidenza maggiore nella fascia 25-30 anni.

Stando, però, alle stime fornite dalla SICM (Società Italiana Chirurgia della Mano), circa il 20% degli over 60 è affetto da questa patologia

Ma cos’è la sindrome del tunnel carpale, quali sono le cause principali, quali i sintomi e le possibili terapie? Scopriamolo insieme. 

Cos’è la sindrome del tunnel carpale

Prendiamo in prestito la definizione di sindrome del tunnel carpale fornita dal portale dell’Istituto Superiore di Sanità Issalute.it

“La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica che può generare formicolii, intorpidimento e dolore alla mano e al braccio; è dovuta alla compressione del nervo mediano che decorre lungo il braccio e raggiunge le dita passando all’interno di uno stretto canale (il tunnel carpale appunto) presente a livello del polso”.

Cosa vuol dire? 

La sindrome del tunnel carpale consiste, semplificando, in una compressione di un nervo che percorre il braccio e arriva fino alle dita. Durante il suo percorso, questo nervo deve attraversare un passaggio molto stretto, nella zona interna del polso, che si chiama, appunto, tunnel carpale

Per capire meglio dove si localizza il problema, può tornare utile questa immagine pubblicata sul sito msdmanual.com.

sindrome del tunnel carpale

Il tunnel carpale, quindi, consiste in un passaggio stretto e rigido di legamenti e ossa alla base della mano, che ospita il nervo mediano e i tendini che piegano le dita; quest’ultimo fornisce sensibilità alle dita (ma non al mignolo) e controlla anche alcuni piccoli muscoli alla base del pollice.

Quando si presenta questa compressione, si va incontro ai sintomi tipici della sindrome del tunnel carpale

Quali sono i sintomi della sindrome del tunnel carpale

I sintomi della STC compaiono, di solito, in modo graduale, con intorpidimento o formicolio alle dita, in particolare il pollice, l’indice e il medio. 

In alcuni casi i soggetti affetti dalla sindrome del tunnel carpale avvertono la sensazione di gonfiore alle dita, anche in sua assenza. 

I sintomi spesso compaiono per la prima volta in una o entrambe le mani durante la notte, anche se la mano dominante è solitamente colpita per prima e produce i sintomi più gravi

Al risveglio, si sente il bisogno di scuotere la mano o il polso, come per “svegliarli”

Man mano che i sintomi peggiorano, le persone potrebbero avvertire formicolio durante il giorno, specialmente con determinate attività come parlare al telefono, leggere un libro o un giornale, o guidare. 

I disagi maggiori si sperimentano sul lavoro, perché la debolezza della mano può rendere difficile afferrare piccoli oggetti o eseguire altre attività manuali

Nei casi cronici e/o non trattati, i muscoli alla base del pollice possono deperire, fino a non riuscire più a distinguere tra caldo e freddo al tatto, rischiando di bruciarsi la punta delle dita senza rendersene conto.

Quali sono le cause principali della sindrome del tunnel carpale

La sindrome del tunnel carpale è, spesso, il risultato di una combinazione di fattori che aumentano la pressione sul nervo mediano e sui tendini nel tunnel carpale, piuttosto che un problema con il nervo stesso. 

Il portale Issalute.it, già menzionato prima, presenta un elenco molto esaustivo sulle principali cause di questa patologia, che riportiamo di seguito: 

  • frattura o dislocazione del polso e artrite, che, deformando le piccole ossa del polso, possono alterare lo spazio all’interno del tunnel carpale e comprimere il nervo mediano;
  • malattie croniche, come il diabete, che aumentano il rischio di danni ai nervi, compreso il nervo mediano;
  • malattie infiammatorie, come l’artrite reumatoide, che possono alterare il rivestimento dei tendini del polso e comprimere il nervo mediano;
  • ritenzione di liquidi, che può aumentare la pressione all’interno del tunnel carpale, provocando irritazione del nervo mediano, molto comune durante la gravidanza;
  • menopausa, obesità, malattie della tiroide, insufficienza renale, che possono aumentare la probabilità di sviluppare la sindrome del tunnel carpale.

La presenza di così tanti fattori di rischio, e quindi di potenziali cause, rende difficile diagnosticare il problema senza adeguati approfondimenti e indagini medico-diagnostiche. 

Soggetti più a rischio e prevenzione

Alcuni soggetti sono più esposti al rischio di sviluppare la sindrome del tunnel carpale, in particolare le donne, i diabetici, chi soffre di sindrome metabolica, e alcune classi di lavoratori. 

Su questo punto, come già accennato all’inizio, è importante ricordare che questa condizione è molto trasversale e non colpisce solo chi svolge lavori manuali. Ad esempio, chi lavora costantemente al computer è molto esposto, a causa della postura e della ripetizione di alcuni movimenti. 

Detto questo, è evidente che alcune professioni sono più a rischio, ad esempio coloro che svolgono lavori in catena di montaggio, chi si occupa di cucito, finitura, pulizia e confezionamento della carne.

Essendo più esposti al rischio, questi soggetti dovrebbero dedicare maggiore cura alla prevenzione, ad esempio: 

  • fare esercizi di stretching;
  • fare frequenti pause;
  • utilizzare una postura e una posizione del polso corrette;
  • indossare guanti senza dita, che può aiutare a mantenere le mani calde e flessibili. 

La prevenzione, però, non coinvolge solo i lavoratori, ma anche i datori di lavoro, che devono garantire la fornitura di postazioni di lavoro e strumenti ergonomici, progettati per consentire al polso del lavoratore di mantenere una posizione naturale durante lo svolgimento delle sue mansioni, e organizzare i turni di lavoro in modo da assicurare al lavoratore il giusto riposo. 

Diagnosi, cure e trattamenti

La diagnosi e il trattamento precoci sono importanti per evitare danni permanenti al nervo mediano, con conseguenze molto gravi per la salute. 

Il primo step per una corretta diagnosi consiste in un esame fisico delle mani, delle dita, delle braccia, del polso, delle spalle e del collo, che può aiutare a determinare se i disturbi della persona sono legati alle attività quotidiane o a un disturbo sottostante. 

Si procede, poi, con alcuni esami strumentali, come la radiografia, per escludere artrosi o fratture, o una elettromiografia, per misurare l’attività elettrica in quel punto. 

I trattamenti per la sindrome del tunnel carpale dovrebbero iniziare il prima possibile e, com’è facile intuire, le cause sottostanti – ad esempio diabete o artrite – devono essere trattate per prime. 

La sindrome del tunnel carpale può essere affrontata in due modi, attraverso interventi non chirurgici e chirurgici

Per quanto riguarda i trattamenti non chirurgici, si è soliti procedere in questo modo:

  • indossare un tutore, di solito di notte;
  • laddove possibile, evitare le attività diurne che possono provocare sintomi
  • fare pause frequenti dalle attività, per riposare la mano;
  • in caso di polso rosso, caldo e gonfio, applicare impacchi freddi può aiutare;
  • assumere, dietro indicazione del medico, alcuni farmaci da banco, come l’aspirina, l’ibuprofene e altri antidolorifici;
  • assumere, sempre e solo dietro prescrizione medica, corticosteroidi iniettati direttamente nel polso o assunti per via orale, per alleviare la pressione sul nervo mediano nelle persone con sintomi lievi o intermittenti;
  • fare yoga, che ha dimostrato di ridurre il dolore e migliorare la forza di presa nei soggetti affetti da STC.

Per quanto concerne, invece, l’intervento chirurgico – che ha come finalità primaria la liberazione del nervo mediano dalla compressione – va valutato attentamente dal proprio medico, per individuare la tipologia di procedura da eseguire

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.

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