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Povertà sanitaria in Italia: i dati del Rapporto “Donare per curare”

povertà sanitaria

In quali condizioni versano le famiglie italiane? Il rapporto OPSan ci fornisce molti dati utili in merito al fenomeno della “povertà sanitaria”. Intro. 

Il Rapporto “Donare per curare” 2019 – realizzato da OPSan (Osservatorio Povertà Sanitaria), un’iniziativa di Fondazione Banco Farmaceutico Onlus e Associazione Banco Farmaceutico Research – contiene dati molto interessanti relativi alla cosiddetta “povertà sanitaria”

Come si può leggere nella parte introduttiva del rapporto, con il termine “povertà sanitaria” 

“si intende identificare le conseguenze della scarsità di reddito sull’accesso a quella parte delle cure sanitarie che restano a carico degli indigenti a causa del mancato intervento del SSN, come tipicamente accade per l’acquisto dei farmaci da banco e per la compartecipazione alla spesa sanitaria mediante il pagamento dei ticket”.

In poche parole, la povertà sanitaria è la condizione nella quale versano coloro i quali non riescono ad accedere alle cure mediche di cui hanno bisogno, e che il SSN non riesce a garantire, a causa di un reddito troppo basso. 

Ne abbiamo già parlato quando ci siamo occupati del preoccupante fenomeno della rinuncia alle cure, ma vediamo quali dati contiene il rapporto e qual è la fotografia della realtà italiana al momento. 

La povertà assoluta in Italia è aumentata nel 2018

Nonostante il dibattito pubblico intorno al tema della lotta alla povertà, i dati contenuti nel rapporto parlano di una condizione di povertà assoluta nel Paese in aumento nel 2018 rispetto all’anno precedente. 

povertà sanitaria ripartizione geografica

I dati peggiori si registrano al Sud, con un’incidenza di circa il 10%. 

Si tratta di dati davvero preoccupanti e allarmanti, che vanno a peggiorare quella condizione di povertà sanitaria a cui abbiamo fatto riferimento prima. 

A diminuire – seppur in misura ridotta – è, invece, l’incidenza della povertà relativa, ovvero quella condizione in cui versano persone e famiglie che non riescono, con il proprio reddito, a far fronte a tutte le spese necessarie al proprio sostentamento.

andamento povertà assoluta 2007 - 2018

Un dato da prendere senza lasciarsi andare a facili entusiasmi, in quanto, come si legge nel rapporto

“occorre però tener conto che su questo indicatore influisce l’andamento dei consumi complessivi, che, in caso di contrazione, fanno abbassare (paradossalmente) la soglia di povertà e il numero dei relativamente poveri”.

I dati si basano sull’anno 2018, precedenti quindi all’entrata in vigore del Reddito di Cittadinanza, una misura finalizzata alla riduzione di questo problema. 

Non resta che attendere i dati del 2019 per capire se e in che modo ha influito sul livello di povertà assoluta nel Paese. 

Più di 1 milione di minori in condizioni di povertà assoluta

Uno dei dati più preoccupanti in assoluto, non a caso riportato in cima a tutti gli altri nella sintesi iniziale del rapporto, riguarda la condizione di povertà assoluta in cui versano i minori di 18 anni

“Sono 1 milione 260 mila i minorenni in condizione di povertà assoluta: si tratta del 12,6% di tutti gli under 18, rispetto a una media di individui in povertà assoluta pari all’8,4%.”

I dati riportati nel Rapporto hanno come fonte l’Istat, la quale sottolinea come l’incidenza della povertà tra i minorenni presenti valori più elevati nelle classi 7-13 anni (13,4%) e 14-17 anni (12,9%), rispetto alle classi 0-3 anni e 4-6 anni (11,5% circa)

Le famiglie con minori sono più spesso povere e, se povere, lo sono più delle altre.  Insomma, le famiglie italiane non se la passano poi così bene, a quanto pare. 

La spesa sanitaria divide famiglie povere e non povere

Il dato che interessa più da vicino noi come Fondo Sanitario Integrativo è quello relativo alla spesa sanitaria. Qui si nota un divario enorme tra le famiglie povere e le famiglie non povere, con un distacco molto netto. 

povertà sanitaria spesa pro capite annua sanitaria

Nel periodo analizzato (2014-2017) si può notare una differenza sostanziale tra gli importi spesi dalle famiglie povere e quelle non povere per cure mediche, trattamenti e farmaci

Addirittura, tra il 2014 e il 2016 c’è stata un’ulteriore contrazione della spesa sanitaria nelle famiglie povere, risalita solo nel 2017, mentre per le famiglie non povere c’è stato un aumento importante e costante, pari a circa € 100,00 in 4 anni. 

Rinuncia alle cure per difficoltà economiche

La povertà sanitaria si traduce, come accennato all’inizio, nel fenomeno della rinuncia alle cure, con palesi contraccolpi sulla salute generale della popolazione meno abbiente. 

povertà sanitaria quota di famiglie che hanno limitato le spese sanitarie

Rispetto al 2016, annus horribilis per i cittadini italiani, il dato è leggermente migliorato nel 2017. 

Stiamo parlando, comunque, del 37,2% delle famiglie povere che hanno rinunciato a cure mediche o si sono rivolte a soluzioni più economiche. 

Più di 5 milioni di famiglie hanno limitato la propria spesa sanitaria

Al netto delle normali oscillazioni tra un anno e l’altro, a palesare l’entità preoccupante della situazione sono i valori assoluti

“Nel 2017 hanno cercato di limitare la spesa sanitaria 5 milioni 200 mila famiglie, corrispondenti a 12 milioni e 634 mila persone, che nell’80% dei casi hanno rinunciato a visite o accertamenti a carico del proprio budget.”

povertà sanitaria numero di famiglie che hanno cercato di limitare le spese sanitarie

5 milioni di famiglie si traduce, nei fatti, in più di 12,5 milioni di persone, che equivalgono ad un ¼ della popolazione totale. 

Conclusioni

Si tratta di dati sconfortanti, a tratti sconvolgenti per un Paese come l’Italia, che può vantare una copertura sanitaria universale e un SSN che molti ci hanno invidiato per decenni

Purtroppo, le difficoltà più volte raccontate nel nostro blog nelle quali versano il servizio sanitario nazionale e le famiglie italiane disegnano uno scenario inaccettabile. 

Si spera che le risorse annunciate da destinare alla Sanità possano invertire la tendenza, ma nel frattempo si rende sempre più palese la necessità di sviluppare un secondo pilastro socio-sanitario e il comportato dell’assistenza sanitaria integrativa

Noi del Fondo ASIM stiamo vicini ai nostri iscritti che spesso, per la altissima frequenza di contratti di lavoro part time e conseguente riduzione delle tabelle stipendiali, ricadono nella classificazione “famiglie povere”, rimborsando totalmente la quota  per la partecipazione alla spesa pubblica (ticket SSN) oltre a fornire pacchetti di prevenzione totalmente gratuiti e molte altre prestazioni con franchigie minime.  

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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