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Come combattere la cellulite con un’alimentazione adeguata

come combattere la cellulite

Cos’è la cellulite, da cosa è provocata, e cosa possiamo fare per combatterla e prevenirla? Scopriamolo insieme. Intro. 

Per affrontare questo argomento, di per sé molto complesso, è necessario partire dalla definizione di cellulite.

La cellulite è una condizione dell’epidermide dovuta all’indebolimento del tessuto connettivo che tiene unito il tessuto muscolare al tessuto sottocutaneo. Questo indebolimento si manifesta visivamente con la formazione di avvallamenti e fossette tipiche della cellulite.

Il tessuto connettivo è formato da vari setti (in rosso nell’immagine seguente) che hanno una funzione di ancoraggio tra i due strati.

Cellulite e alimentazione

Tra questi setti vi sono delle celle riempite dalle cellule del tessuto grasso – i cosiddetti adipociti – che, intrappolati in questa cella, spingono verso l’esterno.

Nel momento in cui questi setti di tessuto connettivo perdono la loro capacità di ancoraggio e diventano meno “forti”, le cellule adipose che spingevano verso l’esterno trovano meno resistenza e riescono quindi a deformare il tessuto sottocutaneo creando i tipici bozzi e avvallamenti.

Le fossette che si rilevano sono proprio i punti in cui il tessuto sottocutaneo è ancorato tramite il setto connettivo che però, avendo ormai ceduto, non riesce a respingere la spinta degli adipociti sottostanti.

Cos’è il tessuto connettivo

Il tessuto connettivo è formato da svariate tipologie di cellule e fibre, tra cui fibre di collagene. Il collagene rappresenta la principale proteina del connettivo e la sua produzione è finemente regolata dal nostro organismo.

Uno degli enzimi responsabili della sua produzione è l’enzima collagenasi, influenzato da squilibri ormonali: per esempio, un’eccessiva produzione di estrogeni, oppure un cattivo rapporto tra estrogeni e androgeni, o anche una glicemia instabile, sono responsabili di un’alterata produzione di collagene.

Perché si indebolisce il tessuto connettivo?

Non si riconoscono singole cause specifiche nella genesi della cellulite. Piuttosto, questa sembra essere il risultato di una serie di concause che vedono protagonisti fattori genetici, disordini ormonali, disturbi del metabolismo, alterata struttura anatomica del tessuto connettivo e così via.

A questi fattori poi concorre lo stile di vita, dalle abitudini alimentari, dall’attività fisica, dalla tipologia di lavoro.

Più si è in sovrappeso, più si accumula grasso che spinge e accentua la cellulite.

Perché la cellulite è più presente nelle donne?

Nelle donne la cellulite si manifesta molto più frequentemente. Questo è dovuto – oltre alle varie concause, come ad esempio la predisposizione genetica – anche ad una questione fisico-anatomica.

In sostanza, nell’uomo il tessuto connettivo va a costituire una rete in cui i setti si intersecano tra loro “a croce”.

Nella donna, invece, i setti costituiscono una trama verticale in cui i singoli setti sono perpendicolari alla superficie.

Questa disposizione fa sì che nell’uomo le protrusioni risultino molto più difficili e quindi anche meno frequenti.

Cellulite e alimentazione: come contrastarla

Abbiamo detto che la cellulite è causata da molteplici fattori, alcuni che non possiamo controllare, mentre altri su cui possiamo lavorare.

Iniziamo ricordando che la cellulite è soggetta alle variazioni ormonali e che scompensi e disordini interagiscono con questa condizione.

L’ormone che risente più di tutti dell’alimentazione è l’insulina; questo ormone è deputato (insieme al glucagone) al controllo della glicemia, e stimola l’assunzione di glucosio da parte delle cellule muscolari e delle cellule adipose.

Come evitare picchi glicemici

Come possiamo allora controllare l’azione dell’insulina da un punto di vista alimentare?

In primo luogo, dobbiamo evitare di provocare dei picchi glicemici: ogni volta che assumiamo carboidrati semplici e zuccheri la nostra glicemia (il livello di glucosio nel sangue) aumenta vertiginosamente per poi scendere in maniera altrettanto veloce.

Ogni volta che si creano questi sbalzi glicemici si instaura un meccanismo ormonale di compenso.

In pratica, ogni volta che la glicemia sala rapidamente, il pancreas risponde con una elevata produzione di insulina e questa determina il segnale per l’organismo di “immagazzinare” glucosio all’interno dei muscoli e soprattutto all’interno delle cellule grasse.

Per ridurre l’impatto sulla glicemia di un alimento contenente zuccheri e carboidrati si può infatti abbinarlo con delle fonti grasse e proteiche che, rallentando la digestione, ne rallentano di conseguenza l’assorbimento degli zuccheri.

Si può optare per cereali complessi integrali come pasta, pane o riso integrale, oppure si possono abbinare delle fibre per esempio quelle contenute nelle verdure.

Particolare attenzione poi, dobbiamo fare alla colazione.

Vediamo insieme il perché.

L’importanza di una colazione equilibrata

Al mattino, quando ci si alza, abbiamo elevati livelli di cortisolo. Questo picco del cortisolo è fisiologico e necessario per l’organismo per mettersi in moto e iniziare la giornata.

Il cortisolo, infatti, determina un aumento della glicemia, in modo da aumentare gli zuccheri nel sangue per darci l’energia necessaria al risveglio.

Se noi, attraverso l’alimentazione, introduciamo zuccheri semplici inneschiamo un ulteriore aumento della glicemia, superiore rispetto ai livelli richiesti e tollerati dal nostro organismo, che risponderà con una sovrapproduzione di insulina la quale, a sua volta, determinerà l’accumulo di glucosio (sottoforma di grasso) all’interno delle cellule adipose.

Evitare diete restrittive per lungo tempo

Le diete restrittive prolungate nel tempo inducono un aumento della cortisolemia basale (livello di cortisolo nel sangue), con tutte le conseguenze di cui abbiamo parlato in precedenza.

Inoltre, un cortisolo costantemente sovrastimolato determina interazioni con la lipoproteina lipasi, una molecola che favorisce l’accumulo di grasso al tessuto adiposo.

Cellulite e alimentazione: cosa fare

Abbiamo visto quali sono le situazione da evitare. Adesso vediamo tutto quello che, invece, possiamo fare.

1. Colazione a basso indice glicemico

Stiamo parlando, come puoi immaginare, di una colazione con pochi zuccheri semplici. Pane integrale tostato con ricotta ed un frutto, oppure porridge di avena con frutta secca, o ancora uno yogurt bianco intero con fiocchi di farro e frutta secca.

Volendo, si può optare per una colazione salata, con del pane integrale tostato, uova, hummus di ceci e via dicendo;

2. La strategia alimentare “up and down”

Se dobbiamo evitare diete restrittive, ma vogliamo comunque perdere qualche chilo e lavorare sulla cellulite, come possiamo fare?

In questo caso una delle strategie alimentare migliori che si possa fare è quella chiamata “up and down”.

Si tratta, in sostanza, di alternare giorni con più carboidrati e più calorie, a giorni con meno carboidrati e meno calorie.

In questo modo stimoleremo sempre il nostro metabolismo mantenendolo attivo ed evitando che accumuli grasso nelle zone indesiderate.

3. Strategia alimentare “high fats – low carbs”

Un’altra strategia alimentare da seguire è la cosiddetta “high fats – low carbs”, letteralmente “grassi alti e carboidrati bassi”.

Questo metodo si propone di spingere l’organismo all’utilizzo dei grassi di deposito come fonte energetica, in modo tale da ridurre i depositi grassi.

Come nel caso precedente, si consiglia di seguire le indicazioni di un nutrizionista prima di intraprendere una di queste strade.

Conclusioni

Come vedi, la cellulite può essere contrastata, tra i vari metodi, anche attraverso un approccio corretto all’alimentazione.

Tenendo a bada i livelli di glicemia, e seguendo un regime alimentare adeguato, si possono ridurre gli effetti sgradevoli della famosa “pelle a buccia d’arancia”, così antiestetica.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
Roberta Foschi
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