Cosa sono le epatiti virali, quali sono le cause, come si manifestano e in che modo possono essere prevenute e curate? Scopriamolo insieme. Intro.
Le epatiti virali costituiscono un gruppo di malattie infettive che colpiscono il fegato, suscitando preoccupazione per il sistema sanitario mondiale. Queste patologie sono causate da diversi tipi di virus, ciascuno caratterizzato da specifiche modalità di trasmissione, gravità e andamento clinico.
Data la loro ampia diffusione, l’impatto sulla salute pubblica è significativo, con milioni di individui affetti in tutto il mondo.
Come si legge sul sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, ad oggi sono noti 5 tipi di epatite virale determinati dai virus epatitici maggiori, ovvero:
- epatite A;
- epatite B;
- epatite C;
- epatite D (Delta);
- epatite E.
Approfondiamo insieme, e proviamo a fornire una panoramica sulle epatiti virali A, B, C, D ed E.
Indice dei Contenuti
1. Epatite A
L’epatite A è una forma di epatite virale causata dal virus HAV, un picornavirus a singola elica di RNA.
È una delle diverse tipologie di epatiti virali, ma differisce da altre forme come l’epatite B o C per il suo meccanismo di trasmissione e il decorso clinico.
Trasmissione del virus
Il virus dell’epatite A è altamente contagioso e viene trasmesso principalmente per via oro-fecale, attraverso il consumo di cibo o acqua contaminati da feci contenenti il virus.
Può diffondersi anche attraverso il contatto diretto con una persona infetta, soprattutto se le condizioni igieniche sono scarse.
Per questa ragione, è spesso associata a epidemie legate a condizioni igieniche precarie o a situazioni di emergenza e crisi sanitarie.
Infezione
Una volta contratta l’infezione da HAV, il virus infetta il fegato, causando infiammazione e disfunzione epatica.
Tuttavia, a differenza delle epatiti B e C, l’epatite A di solito non provoca una forma cronica della malattia, poiché il corpo è in grado di eliminare completamente il virus durante l’infezione acuta.
La maggior parte delle persone si riprende completamente senza sviluppare complicazioni gravi.
Sintomi
I sintomi dell’epatite A possono variare in intensità da lieve a grave, e possono manifestarsi diversi giorni dopo l’esposizione al virus. In alcuni casi, specialmente nei bambini piccoli, l’infezione può essere asintomatica e passare inosservata.
Ecco alcuni dei sintomi più comuni associati all’epatite A:
- affaticamento;
- perdita di appetito;
- nausea e vomito;
- dolore addominale;
- urine scure;
- feci chiare o di consistenza anomala;
- ittero, ovvero la colorazione giallastra assunta da pelle e occhi, a causa del deposito di bilirubina, una sostanza prodotta dal fegato;
- febbre;
- prurito;
- dolore e sensibilità alle articolazioni.
Nei casi più gravi, l’epatite A può causare una temporanea disfunzione epatica, ma raramente provoca danni gravi o permanenti al fegato. La maggior parte delle persone guarisce completamente senza trattamenti specifici, ma è importante consultare un medico se si sospetta un’infezione da epatite A o se si manifestano sintomi allarmanti.
Prevenzione
Per prevenire l’infezione da HAV, è essenziale adottare pratiche igieniche adeguate, come lavarsi le mani frequentemente, bere acqua potabile, consumare cibi ben cotti e vaccinarsi contro l’epatite A.
Il vaccino contro l’epatite A è ampiamente disponibile nei Paesi sviluppati, ed è raccomandato soprattutto per le persone che viaggiano in aree a rischio o che vivono in comunità dove si è verificata un’epidemia di HAV. È estremamente efficace e sicuro, in quanto è in grado di dare una buona protezione se somministrato 2-4 settimane prima di viaggiare in una zona a rischio.
In Italia è raccomandato dopo il primo compleanno, in due dosi a distanza di almeno 6 mesi l’una dall’altra, che garantiscono una protezione duratura.
Trattamento
Fortunatamente, la maggior parte delle persone colpite dall’epatite A si rimette completamente senza necessità di un trattamento specifico. Il corpo è in grado di eliminare il virus naturalmente nel tempo, e il fegato di solito torna alla sua normale funzionalità.
Tuttavia, ci sono alcune misure che possono essere prese per alleviare i sintomi e favorire una pronta guarigione:
- riposo: è fondamentale concedersi il giusto riposo per aiutare il corpo a combattere l’infezione e recuperare energia;
- dieta equilibrata: consumare cibi sani e leggeri può essere utile per ridurre l’impatto sul fegato. Evitare alcol e cibi grassi è particolarmente importante durante l’infezione;
- idratazione: bere molta acqua aiuta a mantenere l’organismo idratato e favorisce la funzionalità epatica;
- evitare farmaci che possono danneggiare il fegato: durante l’infezione da epatite A, è bene evitare l’uso di farmaci o integratori che potrebbero essere dannosi per il fegato, a meno che non siano prescritti dal medico;
- farmaci per i sintomi: per il sollievo dai sintomi come nausea, vomito o dolori, il medico può prescrivere farmaci appropriati;
È essenziale evitare l’auto-trattamento o l’uso di farmaci senza consultare un medico, poiché alcuni farmaci possono essere dannosi per il fegato in caso di infezione epatica.
2. Epatite B
L’epatite B è una forma di epatite virale causata dal virus HBV, un virus a DNA appartenente alla famiglia degli Hepadnaviridae.
È una delle principali malattie del fegato a livello mondiale e può variare in gravità, dalle forme asintomatiche o lievi a infezioni croniche e gravi, con potenziali complicanze a lungo termine come la cirrosi epatica e il carcinoma epatocellulare.
Trasmissione del virus
L’HBV si trasmette attraverso il contatto diretto con il sangue, il seme, le secrezioni vaginali e altri fluidi corporei di una persona infetta.
Le principali vie di trasmissione includono, quindi:
- rapporti sessuali non protetti con una persona infetta, come accade con altre infezioni sessualmente trasmisse, ad esempio la clamidia;
- condivisione di aghi o strumenti contaminati tra tossicodipendenti;
- l’uso di attrezzi non sterilizzati, in ambito ospedaliero ma anche, ad esempio, negli studi che realizzano tatuaggi.
- trasmissione da madre a figlio durante il parto o attraverso il contatto diretto con il sangue durante l’allattamento;
- scambio di oggetti contaminati come rasoi o spazzolini da denti.
Come vedremo, in molti casi è sufficiente seguire buone pratiche di prevenzione per evitare il contagio.
Infezione
In caso di contagio, l’infezione dell’epatite B può assumere due differenti forme, ovvero:
- infezione acuta: la maggior parte delle persone sviluppa un’infezione acuta, che può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi simili all’influenza. In genere, il sistema immunitario riesce a eliminare l’infezione e il paziente guarisce completamente;
- infezione cronica: in alcuni individui, il sistema immunitario non riesce a eliminare completamente il virus, portando a un’epatite B cronica. Questa condizione può persistere per molti anni o persino per tutta la vita, aumentando il rischio di sviluppare gravi complicanze epatiche.
Sintomi
I sintomi dell’epatite B possono variare a seconda dell’andamento dell’infezione.
I più comuni sono i seguenti:
- fase acuta: stanchezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolori muscolari e articolari, febbre, urine scure e ittero (colorazione giallastra di pelle e occhi);
- fase cronica: in molti casi, l’epatite B cronica può essere asintomatica per lungo tempo, ma il danno epatico persistente può verificarsi senza sintomi apparenti.
Prevenzione
Come accennato, la prevenzione dell’epatite B è di fondamentale importanza per ridurre la diffusione del virus.
Ecco alcune misure preventive:
- vaccinazione: il vaccino contro l’epatite B è altamente efficace nel prevenire l’infezione. È raccomandato a livello globale, soprattutto per neonati, bambini e adulti a rischio;
- pratiche sessuali sicure: l’utilizzo del preservativo durante i rapporti sessuali riduce significativamente il rischio di trasmissione dell’HBV;
- non condividere aghi o oggetti personali: evitare la condivisione di aghi o strumenti per piercing e tatuaggi riduce il rischio di infezione;
- trattamento delle donne in gravidanza: le donne infette devono essere monitorate durante la gravidanza, e i neonati devono ricevere la profilassi post-esposizione per ridurre il rischio di trasmissione verticale.
Trattamento
Nel caso di infezione acuta, il trattamento è principalmente di supporto e mira a gestire i sintomi.
Nelle infezioni croniche, invece, possono essere utilizzati farmaci antivirali per sopprimere la replicazione del virus e ridurre il danno al fegato.
Il trattamento è prescritto da un medico specialista e può essere necessario per un periodo di tempo prolungato.
3. Epatite C
L’epatite C è una forma di epatite virale causata dal virus HCV, un hepacavirus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, di cui sono stati identificati sei diversi genotipi e oltre 90 sottotipi.
Questa infezione colpisce il fegato e può portare a una vasta gamma di condizioni epatiche, anche molto gravi.
Trasmissione del virus
L’HCV viene trasmesso principalmente attraverso il contatto diretto con il sangue di una persona infetta.
Le vie di trasmissione includono, quindi:
- condivisione di aghi o strumenti contaminati tra tossicodipendenti che utilizzano droghe iniettabili;
- trasfusioni di sangue o ricezione di prodotti ematici. Questo scenario è alquanto frequente prima dell’introduzione dei test per l’HCV, ora è molto raro nelle nazioni sviluppate;
- trasmissione da madre a figlio durante il parto;
- uso di attrezzi non sterilizzati, come aghi o rasoi, in ambienti medici o di cura.
Infezione
Come visto per l’epatite B, anche l’infezione da HCV può essere classificata in due forme differenti:
- epatite C acuta: la maggior parte delle persone infette sviluppa un’infezione acuta che può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi lievi come affaticamento, nausea, febbre e perdita di appetito. In alcuni casi, l’organismo riesce a liberarsi spontaneamente del virus;
- epatite C cronica: in circa il 70-80% dei casi, l’infezione non viene eliminata dall’organismo e diventa cronica. Questo può portare a un’infiammazione cronica del fegato, danneggiandolo progressivamente e aumentando il rischio di sviluppare cirrosi epatica e carcinoma epatocellulare.
Sintomi
Molte persone con epatite C cronica non presentano sintomi evidenti per molti anni, il che rende la malattia particolarmente pericolosa.
Tuttavia, nei casi in cui si manifestino, i sintomi possono includere:
- stanchezza e affaticamento cronico;
- dolore addominale;
- dolore alle articolazioni;
- perdita di peso involontaria;
- pelle e occhi gialli (ittero), in caso di danni epatici gravi.
Prevenzione
Non esiste un vaccino specifico per l’epatite C, quindi la prevenzione si basa principalmente su pratiche sicure per ridurre il rischio di trasmissione del virus, tra cui le seguenti:
- evitare l’uso di droghe iniettabili o condividere aghi e strumenti;
- utilizzare aghi e strumenti sterili in contesti medici o di cura;
- effettuare test regolari per l’HCV, soprattutto per coloro che possono essere a rischio di infezione, come ad esempio il personale socio-sanitario (medici, infermieri, assistenti sociali, ecc..).
Trattamento
Esistono trattamenti antivirali specifici per l’epatite C, che possono curare l’infezione cronica e prevenire gravi complicanze epatiche come la cirrosi o il carcinoma epatocellulare.
La durata e il tipo di trattamento dipendono dal genotipo del virus e dalle condizioni del paziente. Sarà il medico a prescrivere le terapie necessarie, in base alle condizioni di salute del paziente.
4. Epatite D o Delta
L’epatite D, nota anche come epatite delta, è una forma di epatite virale causata dal virus HDV, classificato tra i cosiddetti virus satelliti, o subvirioni, ovvero patogeni che necessitano della presenza di un altro virus per potersi replicare.
Nello specifico, ha bisogno della presenza dell’antigene dell’epatite B (HBsAg) per replicarsi e infettare le cellule epatiche.
Trasmissione del virus
L’HDV viene trasmesso principalmente attraverso il contatto diretto con il sangue o altri fluidi corporei infetti.
Di conseguenza, le vie di trasmissione principali sono le seguenti:
- condivisione di aghi o strumenti contaminati tra tossicodipendenti;
- rapporti sessuali non protetti con una persona infetta;
- trasmissione da madre a figlio durante il parto;
- esposizione ad attrezzi non sterilizzati, come aghi o rasoi, in ambienti medici o di cura.
Infezione
Come visto per le epatiti B e C, anche l’infezione da HDV può verificarsi in due scenari principali:
- sovrapposizione di infezione acuta: una persona precedentemente infetta da HBV (epatite B) viene ulteriormente infettata da HDV. Questa sovrapposizione può causare un’epatite acuta più grave e prolungata rispetto alla sola infezione da HBV;
- infezione cronica concomitante: una persona cronicamente infetta da HBV viene coinvolta anche da HDV. Questa combinazione di infezioni può portare a una forma particolarmente grave di epatite, con un alto rischio di sviluppare cirrosi epatica e insufficienza epatica.
Sintomi
I sintomi dell’epatite D possono variare a seconda del tipo di infezione, e spesso sono simili a quelli dell’epatite B. Tuttavia, possono essere più gravi nella forma sovrapposta.
I sintomi principali sono i seguenti:
- stanchezza e affaticamento cronico;
- dolore addominale;
- nausea e vomito;
- urine scure e feci chiare;
- pelle e occhi gialli (ittero);
- perdita di peso involontaria.
Prevenzione
Poiché l’HDV richiede la presenza dell’HBV per infettare le cellule, la prevenzione dell’epatite D si basa essenzialmente sulle pratiche già elencate per l’epatite B, ovvero:
- vaccinazione contro l’epatite B: la vaccinazione è il principale strumento di prevenzione per entrambi i virus;
- pratiche sessuali sicure: l’utilizzo del preservativo riduce sensibilmente il rischio di trasmissione sia dell’HBV che dell’HDV;
- non condividere aghi o oggetti personali: evitare la condivisione di aghi o strumenti per piercing o tatuaggi riduce il rischio di infezione.
Trattamento
Il trattamento dell’epatite D si concentra principalmente sul trattamento dell’epatite B, poiché, come spiegato, l’HDV necessita della presenza dell’HBV per replicarsi.
Detto questo, il trattamento dell’epatite D può essere più complesso e impegnativo, specialmente nelle forme più gravi, e al momento non esiste un trattamento specifico per l’infezione cronica da HDV.
5. Epatite E
L’epatite E è una forma di epatite virale causata dal virus HEV, provvisoriamente classificato nella famiglia dei Caliciviridae.
È un’infezione relativamente comune a livello globale, spesso associata a focolai epidemici in aree con cattive condizioni igieniche e accesso limitato all’acqua potabile.
L’HEV è prevalentemente trasmesso attraverso il consumo di cibo o acqua contaminati, come l’epatite A.
Trasmissione del virus
L’HEV viene trasmesso principalmente attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati con il virus.
Quindi, le vie di trasmissione includono:
- consumo di carne di animali infetti, come maiali, cervi o cinghiali, che possono essere serbatoi di HEV;
- consumo di frutta e verdura non adeguatamente lavate e trattate con acqua contaminata;
- consumo di acqua non trattata o insalubre, presente soprattutto nelle aree con cattive condizioni igieniche.
Infezione
Come per le altre forme di epatite virale, fatta eccezione per l’epatite A, l’infezione da HEV può presentarsi in due forme differenti:
- epatite E acuta: la maggior parte delle infezioni da HEV si presenta come un’epatite acuta che può essere asintomatica o manifestarsi con sintomi simili all’influenza. Molte persone guariscono completamente senza sviluppare complicanze;
- epatite E cronica: in alcune circostanze, specialmente in soggetti immunocompromessi, l’infezione da HEV può diventare cronica. Questa condizione può comportare un rischio maggiore di sviluppare gravi complicanze epatiche.
Sintomi
I sintomi dell’epatite E possono variare di persona in persona, ma in genere i più comuni sono sovrapponibili a quelli già visti per le altre forme patologiche, ovvero:
- stanchezza e affaticamento;
- perdita di appetito;
- nausea e vomito;
- dolore addominale;
- urine scure e feci chiare;
- ittero.
Prevenzione
La prevenzione dell’epatite E si concentra principalmente sull’adozione di pratiche igieniche e sul consumo di cibo e acqua sicuri, quindi:
- bere solo acqua potabile, evitando l’uso di acqua non trattata o proveniente da fonti non sicure;
- lavare accuratamente frutta e verdura prima del consumo;
- cucinare la carne di animali in modo adeguato per evitare la trasmissione dell’HEV.
Trattamento
Nella maggior parte dei casi, l’epatite E acuta non richiede un trattamento specifico e la maggior parte delle persone guarisce completamente senza complicanze.
Tuttavia, in caso di epatite E cronica o infezione in persone con un sistema immunitario indebolito, il trattamento può essere più complesso e richiedere una gestione adeguata.
Conclusioni
In questa panoramica sulle epatiti virali abbiamo provato a sintetizzare le informazioni principali relative alle varie forme di questa patologia, nello specifico Epatite A, B, C, D, E.
Invitiamo a confrontarsi con il proprio medico se si sospetta di aver contratto l’infezione, se si è entrati in contatto diretto con una persona infetta o se si sta pianificando un viaggio in un Paese a forte rischio.