I diverticoli sono una anomalia anatomica, ma quando si infiammano, causando una diverticolite, possono rappresentare una minaccia per la nostra salute. Approfondiamo insieme. Intro.
La diverticolite è una condizione infiammatoria che colpisce il tratto intestinale, in particolare il colon, e rappresenta una delle complicanze più comuni della malattia diverticolare.
Con questa espressione si descrivono vari scenari clinici, che vanno dalla semplice presenza asintomatica di diverticoli (diverticolosi) all’infiammazione acuta di questi ultimi (diverticolite). Circa il 20% dei soggetti con diverticolosi manifesta sintomi addominali ed eventuali complicanze.
Secondo quanto indicato nelle linea guida “Diverticolosi e malattia diverticolare del colon: diagnosi e trattamento”, la diverticolosi è una condizione molto comune nei paesi industrializzati, particolarmente in Europa e negli Stati Uniti (a causa di una dieta povera di fibre), dove rappresenta una delle cinque principali patologie gastrointestinali per costi sanitari.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono i diverticoli, in cosa consiste la diverticolite, quali sono le cause, i sintomi, come si diagnostica e quali sono le possibili cure.
Indice dei Contenuti
Cos’è la diverticolite?
La diverticolite è un’infiammazione o un’infezione dei diverticoli. Ma cosa sono questi diverticoli? Sono estroflessioni sacciformi della parete intestinale (semplificando, delle piccole tasche), generalmente di dimensioni variabili, che si formano prevalentemente nel colon, in particolare nel colon sigmoideo.
I diverticoli possono essere congeniti o acquisiti, e rappresentano un’alterazione anatomica. Insomma, non dovremmo averle, e la loro presenza (diverticolosi) può causare non pochi disagi, primo fra tutti proprio la diverticolite.
Questa condizione si verifica quando uno o più diverticoli si infettano o si infiammano, causando sintomi come dolore addominale, febbre, nausea, e alterazioni delle abitudini intestinali, come stipsi o diarrea.
La malattia diverticolare può variare da lieve a grave e, nei casi più seri, può portare a complicazioni come ascessi, perforazioni intestinali, o peritonite.
Cosa può causare la diverticolite?
La diverticolite può essere causata da vari fattori, la maggior parte dei quali prevenibili.
Le cause più comuni sono le seguenti:
- ostruzione dei diverticoli: il blocco dei diverticoli da parte di feci o residui alimentari può causare infiammazione e infezione;
- pressione intestinale elevata: un aumento della pressione all’interno del colon, spesso dovuto a una dieta povera di fibre, può favorire la formazione e l’infiammazione dei diverticoli;
- infezioni batteriche: la proliferazione di batteri all’interno dei diverticoli può portare a infezioni e conseguente infiammazione;
- fattori dietetici: una dieta povera di fibre e ricca di grassi e carne rossa è associata a un rischio maggiore di malattia diverticolare;
- età: l’incidenza aumenta con l’età, probabilmente a causa dell’indebolimento della parete intestinale e dei cambiamenti nel microbiota intestinale. È più comune dopo i 40 anni di età, e risulta più grave soprattutto negli anziani;
- stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica è collegata a un rischio più elevato di sviluppare questa condizione;
- obesità: l’obesità è un fattore di rischio per molte malattie gastrointestinali, inclusa l’infiammazione dei diverticoli;
- uso di farmaci: alcuni farmaci, come antinfiammatori non steroidei (FANS), steroidi e oppioidi, possono aumentare il rischio di sviluppare questa condizione.
Questi fattori possono agire singolarmente o in combinazione per provocare l’infiammazione dei diverticoli e lo sviluppo dell’infiammazione diverticolare.
Quali sono i sintomi?
Come si fa a capire se si soffre di diverticolite? I sintomi possono variare in intensità e gravità, ma i più comuni, ai quali prestare attenzione, sono i seguenti:
- dolore addominale: solitamente localizzato nella parte inferiore sinistra dell’addome, il dolore può essere improvviso e intenso, oppure può aumentare gradualmente. Un po’ come accade con l’appendicite, che colpisce il lato inferiore destro dell’addome;
- febbre: la presenza di febbre è comune e può indicare un’infezione in corso;
- alterazioni delle abitudini intestinali: possono verificarsi stipsi, diarrea o entrambe in alternanza;
- nausea e vomito: possono accompagnare il dolore addominale;
- gonfiore e distensione addominale;
- sensibilità addominale: l’addome può risultare doloroso alla palpazione, specialmente nella zona interessata;
- perdita di appetito: una diminuzione dell’appetito è comune a causa del dolore e del disagio;
- sanguinamento rettale: in alcuni casi, può verificarsi sanguinamento dall’ano, sebbene sia meno comune;
- sensazione di non aver svuotato completamente l’intestino: questa sensazione può essere presente nonostante frequenti tentativi di evacuazione.
Se non trattata, può portare a complicazioni gravi, che richiedono interventi medici urgenti.
Come si diagnostica la diverticolite?
Leggendo l’elenco dei sintomi solitamente associati alla diverticolite si può facilmente intuire che si tratta di manifestazioni aspecifiche, che possiamo trovare in molte altre condizioni patologiche più o meno gravi.
Di conseguenza, per assicurarsi che si tratta di una infiammazione dei diverticoli, il medico potrebbe prescrivere alcuni esami e test più approfonditi, dopo aver raccolto un’anamnesi dettagliata dei sintomi del paziente ed eseguito un esame fisico, concentrandosi sull’addome per identificare dolore, sensibilità e segni di infiammazione.
Quali esami si fanno, in genere, per la diagnosi di questa malattia?
- emocromo: un aumento dei globuli bianchi può indicare un’infezione o un’infiammazione;
- PCR (Proteina C-reattiva): livelli elevati di PCR suggeriscono un’infiammazione acuta;
- analisi delle urine: per escludere altre cause di dolore addominale, come infezioni del tratto urinario;
- Tomografia computerizzata (TC) dell’addome: è l’esame di scelta per la diagnosi della malattia diverticolare, in quanto può rilevare infiammazioni, ascessi, perforazioni e altre complicazioni;
- ecografia addominale: può essere utile in alcuni casi, ma è meno sensibile della TC;
- radiografia addominale: può essere utilizzata per escludere altre condizioni come occlusioni intestinali o perforazioni, anche se è meno specifica per questo scopo;
- colonscopia: non viene generalmente eseguita durante la fase acuta della malattia, a causa del rischio di perforazione, ma può essere raccomandata successivamente per valutare l’estensione della malattia diverticolare e escludere altre patologie, come il cancro del colon;
- risonanza magnetica (RM): in alcuni casi particolari, come nei pazienti giovani o in quelli con allergie al mezzo di contrasto utilizzato nella TC, può essere utilizzata la RM.
La combinazione di questi metodi diagnostici permette di confermare la presenza di diverticolite, valutarne la gravità e pianificare il trattamento più appropriato.
Quali sono le complicanze?
Come accennato più volte, se non trattata in maniera tempestiva ed efficace, si può andare incontro ad alcune complicanze potenzialmente gravi, che richiedono un intervento medico immediato.
Quali sono queste complicanze?
- ascesso: un ascesso è una raccolta di pus che può formarsi intorno a un diverticolo infiammato. Se l’ascesso è piccolo, può essere trattato con antibiotici. Tuttavia, ascessi più grandi possono richiedere il drenaggio percutaneo sotto guida ecografica o TC;
- peritonite: la peritonite si verifica quando un diverticolo perforato permette al contenuto intestinale di fuoriuscire nella cavità addominale, causando un’infezione diffusa. Questa è una condizione potenzialmente letale che richiede un trattamento chirurgico urgente e antibiotici ad ampio spettro;
- fistole: le fistole sono connessioni anomale che possono formarsi tra l’intestino e altri organi, come la vescica, l’uretra, la vagina o altre porzioni dell’intestino, causare infezioni ricorrenti e richiedere un intervento chirurgico per essere corrette;
- ostruzione intestinale: l’infiammazione e il gonfiore possono provocare un restringimento del colon, noto come stenosi, che può portare a un’ostruzione intestinale. I sintomi includono dolore addominale, gonfiore, nausea, vomito e stipsi. L’ostruzione può richiedere un intervento chirurgico per rimuovere la parte del colon ostruita;
- emorragia: un diverticolo infiammato o infetto può erodere un vaso sanguigno, causando sanguinamento rettale. Sebbene il sanguinamento sia meno comune rispetto ad altre complicanze, può essere grave e richiedere un trattamento immediato;
- sepsi: la sepsi è una risposta infiammatoria sistemica a un’infezione che può verificarsi se la malattia non viene trattata adeguatamente. È una condizione grave, che può portare a insufficienza multiorgano e morte, e richiede cure intensive e antibiotici potenti;
- flogosi cronica: episodi ripetuti possono causare infiammazione cronica e cicatrizzazione del colon, portando a problemi persistenti, come dolore addominale e alterazioni delle abitudini intestinali;
La gestione tempestiva della diverticolite e il monitoraggio delle sue complicanze sono cruciali per prevenire esiti gravi.
Come si cura la diverticolite?
Il trattamento della malattia diverticolare dipende dalla gravità della condizione, e può variare da semplici misure conservative a interventi chirurgici più o meno invasivi.
Nei casi lievi, il medico può prescrivere una terapia domiciliare, che consiste in:
- riposo intestinale: inizialmente, può essere consigliata una dieta liquida per permettere all’intestino di riposare e ridurre l’infiammazione;
- antibiotici: per combattere l’infezione, vengono prescritti antibiotici orali;
- antidolorifici: per alleviare il dolore, possono essere utilizzati farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o acetaminofene. Tuttavia, l’uso di FANS deve essere attentamente valutato per il rischio di peggiorare la condizione. Abbiamo visto, infatti, che è una delle possibili cause;
- idratazione: bere molti liquidi per prevenire la disidratazione.
Nei casi moderati o gravi, invece, è solitamente necessario e inevitabile il ricovero in ospedale. Il trattamento ospedaliero può comprendere:
- antibiotici endovenosi: in caso di infezioni più gravi, gli antibiotici possono essere somministrati per via endovenosa;
- nutrizione parenterale: nei casi più severi, può essere necessario fornire nutrimento per via endovenosa per dare completo riposo all’intestino;
- monitoraggio e osservazione: il paziente viene monitorato per valutare l’efficacia del trattamento e identificare eventuali complicazioni.
Infine, nei casi più gravi, si fa ricorso alla chirurgia, nelle seguenti modalità:
- chirurgia di emergenza: è necessaria in presenza di complicazioni gravi come perforazione intestinale, ascessi non risolvibili con drenaggio percutaneo, peritonite o ostruzione intestinale;
- resezione del colon: in questo intervento, la porzione di colon affetta da diverticolite viene rimossa. Può essere eseguita come procedura d’urgenza o programmata;
- colostomia temporanea: in alcuni casi, una colostomia temporanea può essere necessaria per deviare le feci e permettere la guarigione dell’intestino;
- chirurgia elettiva: dopo episodi ripetuti di diverticolite, può essere raccomandata una chirurgia elettiva per rimuovere la parte del colon colpita e prevenire future recidive.
Il trattamento viene personalizzato in base alla gravità della malattia e alla risposta del paziente alle terapie iniziali.
Prevenzione: stile di vita e alimentazione
Nell’elencare le cause della diverticolite abbiamo sottolineato come, nella maggior parte dei casi, si trattasse di fattori prevenibili, collegati soprattutto allo stile di vita e all’alimentazione.
Ne consegue che, per evitare che la condizione sopraggiunga, ma anche per scongiurare eventuali recidive, è opportuno apportare dei cambiamenti ad entrambi gli aspetti.
Innanzitutto, si raccomanda di fare attività fisica regolare, perché aiuta a mantenere una buona motilità intestinale, ma anche di bere molta acqua per aiutare il passaggio delle feci e prevenire la stitichezza, evitare il fumo e limitare l’alcol, due fattori in grado di aggravare i sintomi gastrointestinali.
Per quanto riguarda l’alimentazione, invece, è fondamentale aumentare gradualmente l’assunzione di fibre attraverso frutta, verdura, legumi e cereali integrali, per prevenire la formazione di diverticoli e ridurre il rischio di futuri episodi di diverticolite.
Attenzione, però, che le fibre vanno evitate durante un attacco acuto.
Cosa non si deve mangiare quando si ha la diverticolite?
Abbiamo visto che l’alimentazione svolge un ruolo centrale nella salute intestinale e nella prevenzione della formazione dei diverticoli, ma nel momento in cui sono presenti e si infiammano, come bisogna comportarsi?
Durante un episodio acuto di diverticolite, è importante adottare una dieta che favorisca la guarigione e riduca l’infiammazione.
Nello specifico, è fondamentale evitare i seguenti cibi e bevande:
- Alimenti ad alto contenuto di fibre:
- frutta e verdura crude: durante la fase acuta, le fibre possono irritare l’intestino infiammato. È meglio evitare frutta con buccia e verdure crude;
- legumi: fagioli, lenticchie, piselli e altre leguminose sono ricchi di fibre e possono essere difficili da digerire;
- cereali integrali: pane integrale, pasta integrale, riso integrale e altri cereali ricchi di fibre dovrebbero essere evitati temporaneamente.
- Alimenti difficili da digerire:
- semi e noci: questi alimenti possono irritare i diverticoli e sono spesso difficili da digerire;
- popcorn: può causare irritazione nei diverticoli e portare a complicazioni;
- verdure fibrose: verdure come il mais, i broccoli, i cavolfiori e i cavoletti di Bruxelles dovrebbero essere evitate.
- Cibi grassi e fritti:
- cibi fritti: patatine fritte, pollo fritto e altri alimenti fritti possono aggravare i sintomi della diverticolite;
- cibi ricchi di grassi saturi: carni grasse, latticini interi e cibi altamente processati possono aumentare l’infiammazione.
- Bevande irritanti:
- alcol: può irritare l’intestino e peggiorare l’infiammazione;
- caffeina: bevande come caffè, tè e bevande energetiche possono stimolare l’intestino e causare disagio;
- bevande gassate: possono causare gonfiore e aumentare la pressione all’interno del colon.
- Alimenti speziati e irritanti:
- spezie piccanti: pepe, peperoncino e altre spezie piccanti possono irritare l’intestino infiammato;
- alimenti acidi: agrumi, pomodori e altri alimenti acidi possono causare irritazione.
Preso atto dei cibi da evitare, cosa dovrebbe mangiare un soggetto durante un episodio acuto di diverticolite? In questi casi, come abbiamo già accennato prima, il medico potrebbe consigliare una dieta liquida o a basso residuo per dare all’intestino il tempo di guarire.
Nello specifico, ecco alcuni esempi di alimenti ammessi:
- brodo chiaro: pollo, manzo o vegetale;
- gelatina, non aromatizzata;
- succhi di frutta non acidi, filtrati, come succo di mela o di pera;
- acqua e bevande senza caffeina.
Una volta che i sintomi iniziano a migliorare, è possibile reintrodurre gradualmente alimenti a basso contenuto di fibre, come pane bianco, riso bianco e patate senza buccia, sotto la guida del medico o di un dietologo.