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Vene varicose (o varici): cause, sintomi, rimedi

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Le vene varicose (o varici) sono vene superficiali delle gambe che appaiono troppo dilatate. In genere si manifestano su gambe e piedi e possono apparire di colore blu o viola scuro; spesso assomigliano a dei cordoni dall’andamento tortuoso.

vene varicose

Si tratta di una condizione abbastanza frequente, con una maggiore prevalenza nelle donne rispetto agli uomini, che colpisce tra il 15-30% della popolazione generale.

Ma cosa succede a queste vene? Semplificando, esse si stirano, aumentando in lunghezza e larghezza e, per adattarsi allo spazio, si attorcigliano, apparendo come serpenti rigonfi sotto la cute, risultando per questo anche particolarmente antiestetiche, oltre che fonte di disagi e possibili complicanze.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali sono le cause delle vene varicose, come si manifestano e quali sono i possibili rimedi

Quali sono le cause delle vene varicose? 

Cosa fa venire le vene varicose, o varici? Ad oggi, purtroppo, non sono ancora completamente note e comprese le cause specifiche delle vene varicose, ma si ritiene che il problema principale sia da individuare in una debolezza delle pareti delle vene superficiali, ovvero quelle situate appena sotto la pelle, quindi più visibili. 

Sono ereditarie?

Sì, questa debolezza a cui si è fatto riferimento prima può essere ereditaria. Il rischio di sviluppare le vene varicose aumenta se si ha un parente stretto che già ne soffre

Secondo le Linee Guida elaborate dal Collegio Italiano di Flebologia, una predisposizione familiare coesiste nell’85% dei portatori di varici.

Maggiore frequenza nelle donne

Come già accennato prima, questa condizione è più frequente nelle donne rispetto agli uomini, e l’esordio può coincidere con la gravidanza

La ricerca medica suggerisce che ciò potrebbe essere dovuto agli ormoni femminili che tenderebbero a rilassare le pareti delle vene, rendendo le valvole meno efficaci. 

Un altro possibile fattore incidente è l’aumento dei livelli ormonali durante la gravidanza, che causa il rilassamento delle pareti muscolari dei vasi sanguigni. Inoltre, durante la gravidanza, l’utero in crescita esercita pressione sulle vene della zona pelvica.

Insufficienza valvolare

Le vene delle gambe contengono piccole valvole che funzionano come sportelli a senso unico: si aprono per far risalire il sangue verso il cuore e si chiudono per evitare che torni indietro. 

Nelle vene varicose, queste vene si dilatano e le valvole non riescono più a chiudersi bene. Di conseguenza, il sangue tende a ristagnare e scendere verso il basso per effetto della gravità, riempiendo e dilatando ancora di più le vene

Questo problema, chiamato insufficienza valvolare, può colpire la vena safena e altre vene comunicanti, creando un circolo vizioso che sovraccarica sia le vene superficiali che quelle più profonde.

Fattori di rischio

Altri fattori di rischio che possono contribuire allo sviluppo di vene varicose nei soggetti predisposti sono i seguenti:

  • posizione eretta prolungata: stare in piedi per lunghi periodi può aumentare il rischio perché il sangue non scorre così facilmente verso l’alto. Anche lavorare in ambiente caldo (che favorisce una dilatazione dei vasi) e la postura eretta per lunghi periodi determinano spesso l’insorgenza di una stasi venosa;
  • obesità: il sovrappeso aumenta la pressione sulle vene, costringendole a lavorare di più per spingere il sangue verso il cuore, affaticando le valvole. Il peso e le varici sono in relazione diretta;
  • avanzare dell’età: con l’invecchiamento, le vene iniziano a perdere la loro elasticità e le valvole al loro interno riducono la loro capacità di funzionamento. Non è un caso, quindi, che siano molto più frequenti dopo i 50 anni;
  • deficienza della pompa muscolare: un deficit nella capacità dei muscoli del polpaccio di pompare il sangue verso il cuore può contribuire;
  • stipsi: può ostacolare il ritorno di sangue venoso verso l’alto;
  • alterazioni congenite delle vene.

In rari casi, le vene varicose possono essere causate da altre condizioni, come un precedente coagulo di sangue, gonfiore o tumore nella pelvi, e vasi sanguigni anormali. 

Quali sono i sintomi?

Le vene varicose possono manifestarsi con sintomi di diversa intensità, da lievi fastidi fino a disturbi più marcati che, in alcuni casi, possono portare a complicanze. Alcune persone, anche con vene molto evidenti, potrebbero non avvertire alcun dolore o disagio.

In linea generale, i sintomi più comuni sono:

  • pesantezza e dolore alle gambe: sensazione di affaticamento e pesantezza, soprattutto alla sera;
  • gonfiore di piedi e caviglie (edema): il ristagno di liquidi può causare gonfiore, in particolare intorno alla caviglia interna;
  • bruciore o pulsazioni nelle gambe: sensazione di calore localizzata sulla vena interessata;
  • crampi notturni: contrazioni dolorose, più frequenti durante la notte;
  • prurito e pelle secca sopra la vena: può comparire prurito, specialmente alle estremità della gamba e alla caviglia, con possibile arrossamento o eruzioni cutanee;
  • facile affaticabilità: le gambe si stancano rapidamente.

I sintomi tendono a peggiorare con il caldo o dopo essere stati in piedi a lungo, mentre possono migliorare con il movimento o tenendo le gambe sollevate a riposo.

Monitorare i sintomi e intervenire precocemente può aiutare a prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita.

Diagnosi della malattia varicosa

La diagnosi delle vene varicose si basa principalmente su un esame clinico, seguito da test strumentali specifici. 

Esame clinico

Il primo step consiste nel recarsi presso lo studio di un medico di medicina generale o, preferibilmente, un cardiologo o un angiologo, e sottoporsi a una semplice visita medica, durante la quale si esaminano le gambe in posizione eretta per valutare la presenza di vene dilatate e segni di gonfiore, con particolare attenzione alla zona della caviglia interna, spesso la prima a mostrare edema.

Oltre all’osservazione, il medico può:

  • palpare le vene varicose, valutandone la consistenza e la comprimibilità;
  • chiedere informazioni sui sintomi e su eventuali fattori che li peggiorano. Ad esempio, alcune donne notano un peggioramento durante il ciclo mestruale;
  • indagare eventuali fattori di rischio, come familiarità con la patologia, gravidanza, sovrappeso, precedenti episodi di trombosi venosa o traumi alle gambe.

Test clinici per valutare la circolazione venosa

Per approfondire la valutazione del sistema venoso, il medico può eseguire alcune semplici manovre, tra cui le principali sono le seguenti due:

  • Prova di Trendelenburg: il paziente è sdraiato con la gamba sollevata per svuotare le vene superficiali. Dopo aver applicato un laccio alla coscia, viene invitato ad alzarsi. Se le vene si riempiono rapidamente dopo la rimozione del laccio, è presente un reflusso anomalo.
  • Prova di Perthes: con il paziente in piedi, si applica un laccio alla radice della coscia e gli si chiede di camminare. Se le vene superficiali si svuotano, significa che il sistema venoso profondo funziona correttamente. Se, invece, rimangono piene, potrebbe esserci una ostruzione.

Esami strumentali

Nella maggior parte dei casi, la diagnosi non richiede esami strumentali. Tuttavia, in situazioni specifiche, il medico può prescrivere:

  • EcocolorDoppler (ECD): utile in caso di sospetti problemi alle vene profonde, alterazioni cutanee o edema persistente. Viene anche utilizzato prima di un intervento per studiare la circolazione.
  • Doppler ad onda continua (CW): primo esame per valutare il flusso venoso.
  • Flebografia: eseguita solo in rari casi, per anomalie anatomiche o problemi alle vene profonde.
  • Pletismografia: utile per valutare la funzionalità venosa nei casi di insufficienza venosa cronica.

Una volta accertata la presenza di vene varicose, è essenziale individuarne le cause sottostanti al fine di stabilire un percorso terapeutico dedicato

Quali sono le opzioni di trattamento per le vene varicose?

Le vene varicose possono essere trattate in diversi modi, a seconda della loro gravità e delle esigenze del paziente. 

Gli obiettivi principali sono alleviare i sintomi, migliorare l’aspetto estetico e prevenire complicanze anche se, è bene ricordarlo, si può presentare nuovamente la condizione al termine del trattamento

Vediamo, quindi, quali sono i possibili rimedi per le varici

1. Cambiare stile di vita e adottare sane abitudini

Alcune semplici accortezze possono ridurre i sintomi e rallentare la progressione delle vene varicose, tra cui:

  • sollevare le gambe quando si sta seduti o sdraiati per migliorare il ritorno venoso;
  • evitare di stare in piedi a lungo, poiché ciò aumenta la pressione nelle vene;
  • fare esercizio regolarmente, preferendo attività come camminare, nuoto e bicicletta, che stimolano la circolazione;
  • mantenere un peso sano, poiché il sovrappeso mette sotto stress le vene;
  • seguire una dieta equilibrata e prevenire la stitichezza, che può peggiorare il problema;
  • evitare il calore eccessivo, perché favorisce la dilatazione delle vene.

In molti casi, queste semplici raccomandazioni possono essere sufficienti a tenere sotto controllo la situazione, ridurre i disagi correlati e prevenire complicanze.

2. Calze elastiche per la circolazione

Le calze a compressione graduata aiutano a ridurre il gonfiore e il dolore esercitando una pressione che favorisce il ritorno del sangue al cuore.

Anche se non eliminano il problema, sono spesso il primo trattamento raccomandato, perché aiutano a ridurre i sintomi e prevenire complicanze.

Esistono diversi livelli di compressione, scelti in base alla gravità del problema, e devono essere indossate al mattino e tolte la sera.

3. Terapia farmacologica

Alcuni farmaci possono rinforzare le vene e ridurre l’infiammazione. Tra i più usati ci sono:

  • frazione flavonoica purificata e micronizzata (FFPM), con effetti antinfiammatori dimostrati;
  • oxerutina, sulodexide ed escina, che alleviano dolore e gonfiore;
  • pentossifillina, utile per favorire la guarigione delle ulcere venose.

Anche in questo caso, però, ci troviamo di fronte a un rimedio non risolutivo, nel senso che non eliminano le vene varicose, ma possono essere un valido supporto.

4. Scleroterapia: eliminare le vene con un’iniezione

La scleroterapia è una tecnica che prevede l’iniezione di una sostanza nella vena per chiuderla definitivamente, indicata soprattutto per vene più piccole.

Non richiede anestesia e può essere ripetuta nel tempo. Dopo il trattamento, è consigliato indossare calze elastiche per 3 settimane per migliori risultati.

Esiste anche la scleroterapia ecoguidata con schiuma, efficace per vene più grandi come la safena.

5. Laser e radiofrequenza

In caso di vene varicose di maggiori dimensioni, il medico può valutare delle soluzioni leggermente più invasive, tra cui le principali sono:

  • laserterapia: utilizza un raggio di luce per chiudere le vene, spesso scelta per motivi estetici. L’ablazione laser endovenosa è una tecnica efficace per vene di maggiore calibro;
  • ablazione con radiofrequenza: sfrutta onde radio ad alta frequenza per riscaldare e chiudere la vena, con un intervento mini-invasivo in anestesia locale.

6. Chirurgia: quando è necessaria?

L’intervento chirurgico viene considerato solo nei casi più gravi, quando le altre opzioni non hanno prodotto gli effetti desiderati o non era possibile perseguirle. 

Le soluzioni chirurgiche più diffuse sono:

  • stripping venoso: prevede la rimozione di segmenti di vena tramite incisioni;
  • crossectomia: consiste nella legatura delle vene principali per prevenire il reflusso del sangue;
  • flebectomia con mini-incisioni, meno invasiva e più estetica, permette l’asportazione di rami varicosi attraverso piccole incisioni e può essere un trattamento a sé stante o complementare ad altri interventi.

Rispetto al passato, oggi l’intervento chirurgico per le vene varicose non è più utilizzato come trattamento di routine. Si cerca, laddove possibile, di preservare la vena safena, poiché può essere utilizzata per bypass futuri.

Il trattamento delle vene varicose è spesso multimodale, combinando più soluzioni per ottenere il miglior risultato. Qualunque sia la terapia scelta, è essenziale mantenere sane abitudini per prevenire la comparsa di nuove varici e migliorare la qualità della vita.

Complicanze delle vene varicose

Sebbene non siano di per sé una condizione grave, la mancata cura può favorire la progressione della malattia e l’insorgenza di problemi più seri

Ecco le principali complicanze a cui prestare attenzione:

  • peggioramento delle varici ed edema: inizialmente può comparire un gonfiore alle gambe (edema), che, se non trattato, può aggravarsi e portare alla formazione di varici più evidenti e sintomatiche;
  • flebite e tromboflebite superficiale (TVS): le vene varicose possono infiammarsi (flebite) o sviluppare piccoli coaguli nelle vene superficiali (tromboflebite superficiale). Questo si manifesta con una zona dolente, arrossata e calda lungo il decorso della vena. Se il coagulo si trova nella grande safena e si avvicina al circolo venoso profondo, può aumentare il rischio di trombosi venosa profonda;
  • insufficienza venosa cronica (IVC): se le vene varicose peggiorano, il sangue può ristagnare, portando a un’insufficienza venosa cronica. In questa condizione, le vene faticano a riportare il sangue al cuore, causando sintomi persistenti come gonfiore, pesantezza e alterazioni della pelle;
  • problemi alla pelle: l’insufficienza venosa può causare diversi cambiamenti cutanei, tra cui:
    • eczema varicoso: pelle arrossata, secca e pruriginosa;
    • pigmentazione cutanea: comparsa di macchie marroni, soprattutto intorno alle caviglie, dovute al deposito di ferro dai piccoli sanguinamenti interni;
    • lipodermatosclerosi: la pelle del polpaccio diventa dura, tesa e di colore rossastro o marrone.
  • ulcere venose: nei casi più avanzati, la pelle può ulcerarsi, formando ferite dolorose e difficili da guarire, soprattutto nella zona sopra la caviglia. Le ulcere varicose derivano dalla cattiva ossigenazione dei tessuti e possono infettarsi facilmente;
  • emorragie: le vene varicose, avendo pareti sottili e dilatate, possono rompersi anche a causa di piccoli traumi, causando sanguinamenti difficili da arrestare;
  • trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP): anche se rara, la TVP può insorgere come complicanza delle varici, specialmente in presenza di tromboflebite estesa. Si tratta di una condizione pericolosa, perché un coagulo può staccarsi e raggiungere i polmoni, causando un’embolia polmonare, una situazione potenzialmente fatale;
  • dolore e disagio cronico: anche senza complicanze gravi, le vene varicose possono causare dolore persistente, sensazione di pesantezza, prurito e affaticamento alle gambe, riducendo la qualità della vita.

Si consiglia di rivolgersi al proprio medico di fiducia alla comparsa dei primi sintomi, in modo da intervenire tempestivamente e prevenire possibili complicanze. 

Domande frequenti

1. Quali sono i primi sintomi delle vene varicose alle gambe? 

I primi sintomi possono includere una sensazione di pesantezza dell’arto, soprattutto la sera, e la comparsa di un edema che inizia intorno al malleolo interno. Possono manifestarsi anche gambe doloranti e pesanti, bruciore o pulsazioni nelle gambe, e crampo muscolare alle gambe, soprattutto di notte.

2. Quale sport fa bene per le vene varicose? 

Sono ideali gli sport ad azione ritmica sulle pompe venose e sul potenziamento dell’attività respiratoria, quali camminare in piano o in montagna, golf, corsa moderata, bicicletta, nuoto (al quale si aggiunge l’azione idroterapica).

3. Come eliminare le vene varicose dalle gambe in modo naturale?

Sebbene norme igieniche e comportamentali come sollevare le gambe, evitare la stazione eretta prolungata e fare esercizio fisico possano prevenire o alleviare i sintomi, l’eliminazione definitiva delle vene varicose generalmente richiede trattamenti medici come la scleroterapia, la laserterapia o l’intervento chirurgico. Le calze elastiche possono limitare i disturbi ma non far regredire le varici.

4. Cosa peggiora le vene varicose? 

Le vene varicose possono peggiorare con la posizione eretta prolungata, l’obesità, l’avanzare dell’età, la gravidanza, la stipsi, la deficienza della pompa muscolare, il lavoro in ambiente caldo (che favorisce la dilatazione dei vasi) e fattori ormonali.

5. Come capire se il sangue non circola bene nelle gambe? 

Segni di cattiva circolazione venosa possono includere senso di pesantezza dell’arto, edema (gonfiore) soprattutto serale o intorno alle caviglie, sensazione di caldo e prurito lungo le vene, crampi notturni, alterazioni cutanee (eczematose o pigmentazione), e in stadi avanzati ulcere varicose.

6. Come togliere definitivamente le vene varicose? 

Le vene varicose possono essere tolte definitivamente con interventi chirurgici (stripping, flebectomia) o con terapie ablative come la scleroterapia o l’ablazione endotermica (laser o radiofrequenza). Tuttavia, non si elimina la tendenza a svilupparne di nuove.

7. Cosa fa il ghiaccio sulle vene varicose? 

Il freddo ha effetti benefici su segni e sintomi della malattia venosa cronica. Può aiutare a ridurre il gonfiore e la sensazione di pesantezza.

8. Il caldo fa male alle vene varicose?

Sì, il caldo favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni e può peggiorare i sintomi delle vene varicose come la sensazione di pesantezza e il gonfiore. L’esposizione prolungata al sole rientra in questa casistica

9. Cosa succede se non curi le vene varicose? 

Se non curate, le vene varicose possono progredire e portare a complicanze come edema cronico, alterazioni cutanee (pigmentazione, eczema, lipodermatosclerosi), tromboflebite superficiale, emorragie da rottura di varice e, in stadi avanzati, ulcera varicosa. Può anche svilupparsi insufficienza venosa cronica.

10. Chi soffre di vene varicose è a rischio trombosi? 

Chi soffre di vene varicose, soprattutto in presenza di fattori di rischio aggiuntivi, ha un aumentato rischio di trombosi venosa superficiale (TVS). La TVS, soprattutto se interessa la vena grande safena e si avvicina alla giunzione safeno-femorale, può progredire verso la trombosi venosa profonda (TVP).

11. Quanto si vive con le vene varicose? 

Le vene varicose non sono di solito una condizione grave che influisce sull’aspettativa di vita. Tuttavia, possono causare disagio e complicanze che ne peggiorano la qualità.

12. A chi soffre di vene varicose fa bene camminare? 

Sì, camminare è un’attività fisica benefica per chi soffre di vene varicose in quanto favorisce la spremitura del sangue dal sistema superficiale verso il profondo grazie alla contrazione muscolare, migliorando la circolazione.

13. Cosa fare se si rompe una vena varicosa? 

In caso di rottura di una vena varicosa con sanguinamento, si consiglia di sdraiarsi, alzare la gamba, esercitare una pressione diretta sulla ferita e consultare immediatamente un medico se l’emorragia non si ferma.

14. Chi soffre di vene varicose può andare al mare? 

Sì, chi soffre di vene varicose può andare al mare. Tuttavia, è consigliabile evitare l’esposizione prolungata al sole nelle ore più calde e beneficiare dell’immersione in acqua, che grazie alla pressione idrostatica può avere un effetto positivo sulla circolazione venosa.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.
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