La sindrome da burnout è una condizione sempre più frequente nel mondo del lavoro, con conseguenze sulla salute psico-fisica dei lavoratori anche gravi. Scopriamola insieme. Intro.
Il burnout è una sindrome sempre più diffusa nel mondo, che colpisce oltre il 50% delle lavoratrici e dei lavoratori, secondo quanto emerso da un sondaggio del 2022 dell’American Psychological Association.
Questa condizione è una conseguenza dello stress cronico generato sul posto di lavoro e non gestito in modo efficace, che porta a un progressivo esaurimento energetico, fisico e mentale. Chi ne soffre, infatti, sperimenta sentimenti di negatività e cinismo verso il proprio lavoro e una diminuzione della propria efficacia professionale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica il burnout come un “fenomeno occupazionale” nell’ICD-11, la Classificazione Internazionale delle Malattie. Non si tratta, quindi, di una patologia, tuttavia la sindrome da burnout spinge molte persone a rivolgersi ai servizi sanitari per ricevere cure e supporto.
Riconoscere i sintomi del burnout e intervenire tempestivamente è fondamentale per tutelare la salute e il benessere delle persone, evitando che la situazione peggiori e si ripercuota su altri aspetti della vita.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali sono le cause, i sintomi e i possibili rimedi della sindrome da burnout.
Indice dei Contenuti
Cos’è la sindrome da burnout
Per rispondere a questa domanda ci basiamo su quanto riportato nella summenzionata ICD-11, che definisce il burnout come
“una sindrome concettualizzata come risultante da stress cronico sul posto di lavoro che non è stato gestito con successo”
È caratterizzata dalle seguenti tre dimensioni, che andremo poi ad approfondire più avanti nel corso dell’articolo:
- sentimenti di esaurimento o spossatezza energetica;
- aumento della distanza mentale dal proprio lavoro, sentimenti negativi o cinismo correlati al proprio lavoro;
- un senso di inefficacia e mancanza di realizzazione.
Anche se il termine è entrato nel linguaggio comune, il burnout inteso come la sindrome qui descritta si riferisce specificamente a fenomeni nel contesto occupazionale e non dovrebbe essere applicato per descrivere esperienze in altri ambiti della vita.
Le tre dimensioni del burnout
Secondo Christina Maslach e Susan E. Jackson – massime esperte nel campo del burnout a cui si deve la realizzazione di uno specifico strumento psicodiagnostico standardizzato denominato il Maslach Burnout Inventory – le tre dimensioni che caratterizzano il burnout sono:
- esaurimento emotivo: si riferisce alla sensazione di essere svuotati emotivamente e di non avere più risorse per affrontare le richieste del lavoro;
- depersonalizzazione o cinismo: si tratta di un atteggiamento distaccato e negativo verso le persone con cui si lavora, come colleghi, clienti o pazienti. La persona in burnout può diventare insensibile ai bisogni degli altri e sviluppare un atteggiamento cinico e sarcastico;
- ridotta percezione dell’efficacia personale: riguarda la sensazione di non essere più in grado di svolgere il proprio lavoro in modo efficace. La persona in burnout si sente inadeguata e dubita delle proprie capacità, con un conseguente calo di produttività e motivazione.
L’OMS ha adottato la descrizione del burnout di Maslach e Jackson come la più riconosciuta in ambito clinico e accademico.
La gravità del burnout
La gravità del burnout può essere valutata in base alla presenza e all’intensità dei sintomi, nonché all’impatto che ha sulla vita lavorativa, personale e sociale dell’individuo.
Diversi studi utilizzano metodologie differenti per categorizzare la gravità del burnout, ma in generale si possono individuare tre livelli principali:
- lieve: a questo livello, i sintomi sono presenti, ma non sono ancora particolarmente invalidanti. La persona può ancora svolgere le proprie attività quotidiane, ma può sperimentare un calo di energia e motivazione, difficoltà di concentrazione e irritabilità;
- moderato: in questo caso, i sintomi sono più intensi e iniziano a interferire con la vita quotidiana. La persona può avere difficoltà a concentrarsi sul lavoro, problemi di sonno, cambiamenti d’umore e una maggiore tendenza all’isolamento sociale;
- grave: a questo livello, i sintomi sono molto intensi e invalidanti. La persona può sperimentare un esaurimento fisico ed emotivo profondo, sentimenti di disperazione e cinismo, difficoltà a svolgere anche le attività più semplici e un aumento del rischio di problemi di salute fisica e mentale.
Come detto, non esiste un solo metodo per categorizzare la gravità e l’intensità della sindrome da burnout, anche se il più impiegato a livello internazionale resta il Maslach Burnout Inventory.
Ciò detto, la gravità del burnout può variare nel tempo, e una persona può passare da un livello all’altro a seconda delle circostanze e della capacità di gestire lo stress.
Quali sono le cause del burnout?
Le cause del burnout sono molteplici e spesso interconnesse. Sebbene ore di lavoro prolungate ed eccessivi carichi di lavoro possano contribuire, non sono gli unici fattori scatenanti.
Secondo la Dott.ssa Maslach, sono sei le problematiche principali che possono portare allo sviluppo del burnout:
- carico di lavoro eccessivo: troppe ore di lavoro, scadenze pressanti e un volume di compiti eccessivo possono contribuire all’esaurimento;
- sensazione di mancanza di controllo: quando i lavoratori sentono di non avere voce in capitolo su come viene svolto il loro lavoro, possono sentirsi impotenti e frustrati, aumentando il rischio di burnout;
- ricompense insufficienti: una mancanza di riconoscimento, feedback negativo o una retribuzione inadeguata possono demotivare e far sentire i lavoratori poco apprezzati;
- mancanza di equità nell’ambiente di lavoro: favoritismi, discriminazioni o una generale mancanza di giustizia possono minare il morale e contribuire allo stress;
- mancanza di supporto e di relazioni positive: un ambiente di lavoro ostile, caratterizzato da conflitti tra colleghi o con i superiori e da scarsa coesione, può rendere il lavoro molto più stressante;
- lavorare contro i propri valori: dover svolgere attività che contrastano con i propri principi morali o etici può causare un forte disagio e portare al burnout.
Com’è facile intuire, essendo frutto di un sovraccarico cronico, il burnout non si manifesta all’improvviso, ma si sviluppa gradualmente nel tempo, rendendolo difficile da riconoscere nelle sue fasi iniziali e favorendo, così, un radicamento profondo nella vita della persona.
Sintomi del burnout
I sintomi del burnout possono manifestarsi a diversi livelli, ovvero:
- cognitivo/emotivo;
- comportamentale;
- fisico.
Vediamo, quindi, quali sono i sintomi che si manifestano a livello cognitivo/emotivo:
- distacco emotivo: la persona in burnout può sentirsi emotivamente distante dagli altri, sia sul lavoro che nella vita privata;
- trascuratezza degli affetti e delle relazioni sociali: il burnout può portare a trascurare le relazioni interpersonali e a isolarsi dagli altri;
- importanza eccessiva data al lavoro: il lavoro diventa l’unico focus della vita, a discapito di altri interessi e attività;
- demotivazione al lavoro: la persona in burnout perde interesse per il proprio lavoro e si sente demotivata;
- difficoltà di concentrazione: lo stress cronico può interferire con le capacità cognitive, rendendo difficile concentrarsi e portare a termine i compiti;
- irritabilità e senso di colpa: la persona in burnout può diventare più irritabile e suscettibile, e può anche provare un senso di colpa per la propria incapacità di gestire la situazione.
A livello comportamentale, invece, possiamo notare:
- aggressività: la frustrazione e l’irritabilità accumulate possono sfociare in comportamenti aggressivi verso colleghi, familiari o altre persone;
- abuso di alcol e sostanze: alcune persone cercano di alleviare lo stress e il disagio emotivo ricorrendo all’alcol o ad altre sostanze;
- mancanza di iniziativa: la persona in burnout può sentirsi apatica e priva di energia, e può avere difficoltà a prendere iniziative o a portare avanti progetti;
- assenteismo: la demotivazione e il desiderio di evitare l’ambiente lavorativo possono portare a un aumento delle assenze dal lavoro.
Infine, abbiamo i sintomi fisici associati al burnout:
- emicrania: il burnout può manifestarsi con frequenti mal di testa, anche intensi;
- sintomi respiratori: lo stress cronico può indebolire il sistema immunitario, rendendo la persona più suscettibile a infezioni respiratorie;
- insonnia: l’ansia e le preoccupazioni legate al lavoro possono interferire con il sonno, causando insonnia o altri problemi;
- inappetenza: la persona in burnout può perdere l’appetito o avere difficoltà a mangiare regolarmente;
- disturbi intestinali: lo stress cronico può avere un impatto negativo sulla salute dell’apparato digerente, causando nausea, diarrea o altri disturbi;
- senso di debolezza: la persona in burnout può sentirsi fisicamente debole e priva di energia.
Questi sintomi possono essere causati anche da altre condizioni, quindi è sempre consigliabile consultare un medico per una diagnosi accurata.
I 15 segnali del burnout
La Dott.ssa Kaytee Gillis, psicoterapeuta e autrice, ha individuato 15 segnali che potrebbero indicare un possibile burnout.
Vediamo quali sono:
- sensazione di stanchezza maggiore del solito: la stanchezza persistente, anche dopo un adeguato riposo, è uno dei primi campanelli d’allarme del burnout;
- maggiore criticismo verso le attività e l’ambiente lavorativo: tutto ciò che prima era routine, come email, telefonate o richieste dei colleghi, inizia a diventare fastidioso e irritante;
- sensazione di noia: la mancanza di interesse e di entusiasmo per le proprie mansioni è un segnale di distacco emotivo e di possibile burnout;
- aumento del tempo e dell’impegno necessari per svolgere le attività abituali: la difficoltà a concentrarsi e la mancanza di energia mentale rendono anche i compiti più semplici faticosi e impegnativi;
- saltare il pranzo o le pause: la pressione lavorativa e la sensazione di non avere tempo per sé portano a trascurare i propri bisogni, incluso quello di riposo;
- assentarsi più frequentemente dal lavoro o arrivare in ritardo: la demotivazione e il desiderio di evitare l’ambiente lavorativo si traducono in un aumento dell’assenteismo o in ritardi frequenti;
- ammalarsi più spesso: l’indebolimento del sistema immunitario, causato dallo stress cronico, rende più suscettibili alle malattie;
- fantasticare su altre carriere o lavorare in modo meno responsabile: il desiderio di cambiare lavoro o di diminuire il proprio impegno è un segno di insoddisfazione e di ricerca di una via d’uscita;
- provare risentimento verso i clienti o i pazienti: il distacco emotivo e il cinismo, tipici del burnout, possono portare a un atteggiamento negativo e ostile verso le persone con cui si lavora;
- sentire che il proprio lavoro non ha importanza o che non si sta facendo la differenza: la mancanza di scopo e di significato nel proprio lavoro contribuisce alla demotivazione e alla sensazione di vuoto;
- ricorrere ad alcol, fumo o cibo spazzatura per gestire lo stress: l’abuso di sostanze o di comportamenti malsani può essere un tentativo di automedicazione per alleviare lo stress e il disagio emotivo;
- disturbi del sonno: l’ansia e le preoccupazioni legate al lavoro possono interferire con il sonno, causando insonnia o altri problemi;
- difficoltà di concentrazione: la stanchezza mentale e lo stress cronico rendono difficile concentrarsi sui compiti e portare a termine il lavoro;
- peggioramento della salute fisica: il burnout può manifestarsi con sintomi fisici come pressione alta, dolori muscolari o problemi gastrointestinali;
- leggere questo elenco e riconoscersi: chiedersi se si è in burnout potrebbe essere uno dei primi segnali che qualcosa non va, anche se solo parzialmente o a uno stadio iniziale.
La presenza di alcuni di questi segnali non significa automaticamente che si soffra di burnout, anche perché potrebbero essere associabili ad altre condizioni, come alcuni disturbi dell’umore (depressione, ansia, ecc…). Tuttavia, se si sperimentano molti di questi sintomi e si ritiene che possano essere correlati al lavoro, è consigliabile rivolgersi a un professionista per una valutazione.
Conseguenze del burnout
Le conseguenze del burnout sono molteplici e possono avere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale, sulla vita professionale e sulle relazioni interpersonali.
1. Conseguenze fisiche
Diversi studi – come quello condotto da Toker et al. nel 2012 dal titolo “Burnout and Risk of Coronary Heart Disease: A Prospective Study of 8838 Employees” – hanno messo in correlazione questa condizione a diversi problemi di salute fisica, tra cui:
- ipercolesterolemia;
- diabete di tipo 2;
- cardiopatie coronariche;
- dolore muscoloscheletrico;
- disturbi del sonno;
- cambiamenti nelle abitudini alimentari;
- tensione muscolare;
- uso e abuso di sostanze.
Lo stress cronico, che è alla base del burnout, può portare a un indebolimento del sistema immunitario, rendendo la persona più suscettibile alle malattie. Inoltre, si può verificare una alterazione dell’equilibrio ormonale, con conseguenze negative sul metabolismo e l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
2. Conseguenze psicologiche
Il burnout contribuisce, inoltre, a diversi problemi psicologici, come i seguenti:
- insonnia;
- sintomi depressivi;
- ansia;
- aumento dell’uso di farmaci psicotropi;
- pensieri suicidari
La frustrazione, la demotivazione e il senso di impotenza che caratterizzano il burnout possono portare a un declino del benessere mentale, aumentando il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e depressione. Inoltre, può innescare un circolo vizioso in cui lo stress cronico peggiora la salute mentale e i problemi di salute mentale a loro volta aggravano il burnout.
3. Conseguenze lavorative
Abbiamo visto che la sindrome da burnout fa riferimento al contesto occupazionale, di conseguenza possiamo individuare diverse conseguenze per la vita professionale, tra cui:
- insoddisfazione lavorativa;
- assenteismo;
- presenzialismo, ovvero la tendenza ad andare al lavoro anche quando si è malati;
- diminuzione della produttività;
- maggiore rischio di incidenti sul lavoro
La mancanza di energia, la difficoltà di concentrazione e la demotivazione causate dal burnout possono compromettere la performance lavorativa, rendendo la persona meno efficiente e produttiva. Inoltre, può portare a un aumento dei conflitti sul lavoro e a un maggiore rischio di dimissioni e licenziamenti.
4. Conseguenze relazionali
Il burnout può avere un impatto negativo sulle relazioni con familiari, amici e colleghi.
Il distacco emotivo, l’irritabilità e la tendenza all’isolamento che spesso accompagnano il burnout possono rendere difficile mantenere relazioni sane e positive.
La persona che si trova in questa condizione può avere difficoltà a comunicare efficacemente, a gestire i conflitti e a offrire supporto emotivo agli altri.
Come affrontare la sindrome da burnout?
Affrontare il burnout richiede un approccio multifattoriale, che comprende sia strategie individuali che cambiamenti a livello organizzativo sul lavoro.
Vediamo alcuni suggerimenti per gestire il burnout a livello individuale:
- prendersi del tempo libero dal lavoro: staccarsi completamente dal lavoro per un periodo di tempo può aiutare a ricaricare le energie e a ridurre lo stress;
- confrontarsi con gli altri: parlare con un amico, un familiare o un collega fidato può aiutare a esternare i propri sentimenti e a sentirsi meno soli;
- dedicarsi alla cura di sé: dormire a sufficienza, fare esercizio fisico regolare e mangiare in modo sano sono tutte attività che contribuiscono al benessere fisico e mentale e possono aiutare a contrastare il burnout;
- concentrarsi sul momento presente: quando ci si sente sopraffatti dallo stress, è utile fermarsi per qualche minuto e concentrarsi sul respiro. La mindfulness e le tecniche di rilassamento possono essere utili per gestire l’ansia e migliorare il benessere mentale;
- non sentirsi sbagliati: è importante ricordare che il burnout è una condizione comune e che chiunque può attraversare periodi di difficoltà. Non bisogna sentirsi in colpa o inadeguati per non riuscire a gestire lo stress;
- delegare alcune attività: spesso le persone in burnout si sentono in dovere di fare tutto da sole. Imparare a delegare alcune attività può alleggerire il carico di lavoro e ridurre lo stress;
- stabilire dei limiti: imparare a dire di no a richieste eccessive e a proteggere il proprio tempo libero può aiutare a prevenire il burnout;
- cercare un aiuto professionale: se i sintomi del burnout sono gravi o persistenti, è importante rivolgersi a un professionista della salute mentale. La psicoterapia può aiutare a identificare le cause del burnout, a sviluppare strategie di coping più efficaci e a migliorare il benessere generale;
- praticare la mindfulness: essere consapevoli di ciò che accade dentro e intorno a sé, senza giudicare o reagire, può aiutare a gestire lo stress sul lavoro;
- svolgere attività rilassanti: yoga, meditazione o tai chi possono aiutare a gestire lo stress. Anche semplici respiri profondi possono alleviare la tensione.
A livello lavorativo/aziendale, invece, è possibile limitare gli effetti del burnout o prevenirne la comparsa mettendo in campo le seguenti azioni:
- fornire supporto e formazione: le organizzazioni possono offrire ai propri dipendenti supporto emotivo, formazione sulla gestione dello stress e opportunità di sviluppo professionale;
- promuovere un ambiente di lavoro positivo e collaborativo: un ambiente di lavoro sereno e supportivo può ridurre lo stress e migliorare il benessere dei dipendenti;
- riconoscere e premiare il buon lavoro: valorizzare i propri dipendenti e riconoscere i loro successi può contribuire a aumentare la motivazione e la soddisfazione lavorativa;
- offrire flessibilità: consentire ai dipendenti di avere un maggiore controllo sul proprio tempo e sul proprio lavoro può contribuire a ridurre lo stress e a migliorare il work-life balance;
- definire obiettivi chiari e realistici: obiettivi troppo ambiziosi o poco definiti possono generare stress e frustrazione;
- gestire i conflitti: i conflitti sul lavoro possono essere una fonte significativa di stress. Le organizzazioni dovrebbero implementare strategie efficaci per la gestione dei conflitti;
- supervisione e feedback: i dipendenti hanno bisogno di ricevere feedback regolari sul proprio lavoro e di avere la possibilità di confrontarsi con i propri superiori;
- controllare i livelli di conflitto e tensione: intervenire tempestivamente quando i livelli di stress diventano eccessivi.
Il burnout è spesso il risultato di una combinazione di fattori individuali e organizzativi. Per affrontarlo in modo efficace, quindi, è necessario intervenire su entrambi i fronti.