
La salute del seno è una priorità fondamentale per il benessere di ogni donna. In questo contesto, la visita senologica rappresenta uno strumento essenziale di prevenzione e controllo, un appuntamento cruciale nel percorso di tutela della propria salute.
La visita senologica è un esame clinico approfondito del seno condotto da un medico specialista, il senologo. Il suo ruolo è fondamentale nella diagnosi precoce delle patologie mammarie, in particolare del tumore al seno.
L’importanza di questo controllo è sottolineata da dati allarmanti. Secondo il report “I Numeri del Cancro”, infatti, il tumore mammario è la neoplasia più frequente nella popolazione femminile, (rappresenta circa il 30% di tutte le nuove diagnosi oncologiche femminili). In Italia, nel 2024 si sono registrate 53.686 nuove diagnosi, un dato che configura questa patologia come una vera e propria priorità di sanità pubblica.
Di conseguenza, una diagnosi tempestiva è essenziale per migliorare significativamente le prospettive di trattamento e di sopravvivenza, e la visita senologica è il primo, insostituibile passo di un percorso che permette di identificare eventuali anomalie e di intervenire nel modo più efficace possibile.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di comprendere in cosa consiste l’esame, quando è opportuno eseguirlo e quali sintomi devono indurre a una consultazione medica immediata.
Indice dei Contenuti
Cos’è la visita senologica?
La visita senologica è un esame medico strutturato, progettato per essere completo ma al contempo semplice per la paziente.
Si tratta di una procedura clinica non invasiva, indolore e che non richiede l’uso di strumentazione specifica, basandosi interamente sull’esperienza e sulla competenza dello specialista.
L’esame si articola in due fasi distinte ma complementari: la raccolta della storia clinica (anamnesi) e l’esame fisico (esame obiettivo).
L’anamnesi
La prima parte della visita è un colloquio approfondito durante il quale il senologo raccoglie tutte le informazioni rilevanti per delineare il quadro clinico e il profilo di rischio della paziente. Questa fase è essenziale per contestualizzare qualsiasi riscontro successivo.
Le informazioni chiave raccolte sono le seguenti:
- storia familiare: presenza di patologie oncologiche nella famiglia, con un’attenzione particolare a casi di tumore al seno o all’ovaio;
- patologie pregresse e terapie: eventuali malattie note e farmaci assunti regolarmente;
- stili di vita: abitudini come il consumo di alcol, il fumo, il tipo di dieta e il livello di attività fisica praticata;
- dati ginecologici: informazioni specifiche, come l’età del primo ciclo mestruale (menarca) e dell’inizio della menopausa, il numero di gravidanze e la durata dell’allattamento al seno;
- terapie ormonali: eventuali trattamenti ormonali seguiti in passato o in corso.
L’esame obiettivo
La seconda fase è l’esame clinico vero e proprio, che consiste nell’ispezione e nella palpazione accurata delle mammelle e delle aree circostanti.
Il medico osserva attentamente il seno per valutare morfologia, simmetria e dimensione, prestando attenzione a eventuali alterazioni della cute o del complesso areola-capezzolo.
Successivamente, procede con la palpazione di entrambe le mammelle, dei cavi ascellari e delle aree sopra le clavicole.
L’obiettivo di questa manovra è la ricerca di eventuali nodularità, alterazioni della consistenza dei tessuti o ingrossamenti dei linfonodi ascellari e sovraclaveari, che potrebbero rappresentare un segnale da approfondire.
Preparazione e durata della visita
La visita senologica dura in media 20-30 minuti e non richiede alcuna preparazione specifica. Tuttavia, per rendere l’esame il più efficace possibile, è fondamentale che la paziente porti con sé tutta la documentazione medica precedente, come referti di mammografie, ecografie o visite senologiche passate.
Questi documenti forniscono allo specialista un quadro completo e un termine di paragone prezioso.
Quando sottoporsi a una visita senologica?
La frequenza raccomandata per la visita senologica non è universale, ma varia in base all’età e ai fattori di rischio individuali di ogni donna.
Vediamo quali sono le linee guida generali.
Controlli prima dei 40 anni
Le principali linee guida raccomandano fermamente che ogni donna si sottoponga ad almeno una visita senologica prima dei 40 anni, idealmente iniziando intorno ai 20 anni.
In questa fascia di età, in assenza di sintomi specifici o di una storia familiare a rischio, l’esame clinico eseguito dallo specialista è generalmente considerato sufficiente.
Per le donne in età fertile, il momento ideale per effettuare la visita è tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale. In questa fase, il tessuto mammario è meno denso e gonfio, rendendo l’esame palpatorio più agevole e attendibile.
Controlli periodici dopo i 40 anni
A partire dai 40 anni, e in alcuni casi già dai 30, la frequenza dei controlli aumenta. Le raccomandazioni indicano di programmare una visita senologica almeno una volta all’anno.
A questa età, la visita clinica viene quasi sempre integrata con esami strumentali di imaging, in particolare la mammografia, per ottenere una valutazione più completa e accurata, data la maggiore incidenza di patologie mammarie.
I programmi di screening in Italia
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano offre un programma di screening organizzato per la diagnosi precoce del tumore al seno.
Questo programma si rivolge tipicamente alle donne nella fascia d’età tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione di una mammografia ogni due anni. Alcune Regioni hanno esteso la fascia di età per lo screening mammografico dai 45 ai 74 anni, offrendo una copertura più ampia.
Quando consultare immediatamente il medico
La consapevolezza è la vostra prima linea di difesa. Mentre i controlli periodici sono la base della prevenzione, la capacità di riconoscere segnali anomali è altrettanto cruciale.
Alcuni sintomi non devono mai essere ignorati e richiedono una consultazione medica tempestiva, indipendentemente dal calendario di screening programmato.
Vediamo quali:
- presenza di nodularità o ispessimenti nuovi: la scoperta di un nodulo o di un’area di tessuto più spessa e dura al tatto, sia nel seno che nella zona ascellare, è il motivo più comune che spinge a consultare un medico. Spesso questi cambiamenti vengono notati durante l’autopalpazione;
- alterazioni della pelle o del capezzolo: qualsiasi cambiamento visibile nell’aspetto del seno è un potenziale segnale d’allarme. Tra questi rientrano:
- arrossamenti o stati infiammatori;
- ispessimento della pelle, che può assumere il classico aspetto a buccia d’arancia;
- retrazione (rientro) del capezzolo o cambiamenti nella sua forma.
- secrezioni anomale dal capezzolo: ogni secrezione spontanea da un capezzolo, in particolare se trasparente, sierosa o contenente tracce di sangue, deve essere valutata immediatamente da uno specialista;
- dolore persistente alla mammella: il dolore al seno (mastodinia) potrebbe avere molte cause, spesso non correlate a patologie gravi, un dolore persistente, localizzato in un punto specifico e non legato al ciclo mestruale, ma merita comunque un approfondimento medico.
Dopo una visita che ha evidenziato un sospetto, il percorso diagnostico prosegue con esami più specifici.
Gli esami di approfondimento
La visita senologica è il primo passo cruciale che orienta le decisioni successive. Se durante l’esame clinico viene rilevata un’anomalia o sorge un dubbio diagnostico, il senologo prescriverà degli esami di approfondimento per ottenere un quadro più chiaro e preciso della situazione.
Vediamo quali sono questi esami:
- mammografia: è un esame radiografico del seno ed è considerata il cardine della prevenzione, soprattutto nelle donne sopra i 40 anni. La sua importanza risiede nella capacità di individuare lesioni anche molto piccole, talvolta non ancora palpabili, e altri segnali precoci di un tumore, come le microcalcificazioni. È l’esame di riferimento per lo screening e si raccomanda con cadenza annuale dopo i 40 anni;
- ecografia mammaria: utilizza ultrasuoni per studiare la struttura della ghiandola mammaria. È particolarmente utile nelle pazienti giovani, il cui seno è più denso e quindi più difficile da valutare con la sola mammografia. L’ecografia è uno strumento eccellente per distinguere la natura delle lesioni, differenziando tra formazioni a contenuto liquido (come le cisti) e formazioni solide (come i noduli);
- agobiopsia e diagnosi istologica: quando gli esami di imaging evidenziano una lesione sospetta, l’unico modo per determinarne con certezza la natura è attraverso un’agobiopsia. Questa procedura consiste nel prelievo di un piccolo campione di tessuto dalla lesione, solitamente sotto guida ecografica o mammografica. Il campione viene poi analizzato in laboratorio (esame istologico) per confermare o escludere la presenza di cellule tumorali.
Per le donne con un profilo di rischio specifico, esistono percorsi di sorveglianza ancora più specializzati.
I controlli per le donne a rischio
Per una piccola ma significativa percentuale di donne (circa il 5-10%), il rischio di sviluppare un tumore al seno non è sporadico, ma geneticamente determinato, come segnalato dal Collegio Italiano dei Senologi.
Sia chiaro, non si eredita la malattia in sé, ma una predisposizione a svilupparla. Questa condizione richiede un approccio di sorveglianza e prevenzione più intensivo e personalizzato, gestito all’interno di centri altamente specializzati.
Chi rientra nella categoria ad alto rischio?
Rientrano in questa categoria le donne con una storia familiare significativa, caratterizzata da più casi di tumore al seno (specialmente se in età giovanile) o all’ovaio. Questa suscettibilità ereditaria è spesso legata alla presenza di varianti patogenetiche in geni specifici, i più noti dei quali sono BRCA1 e BRCA2.
Essere portatori di queste varianti genetiche comporta anche un modesto aumento del rischio per altre neoplasie, come quelle del pancreas, della prostata e del colon.
L’accesso ai centri di senologia multidisciplinari (Breast Unit)
Le Breast Unit, o Centri di Senologia Multidisciplinari, sono strutture di eccellenza dedicate alla diagnosi e alla cura delle patologie mammarie.
Il loro valore aggiunto risiede nella gestione della paziente da parte di un’équipe multidisciplinare di specialisti (senologo, radiologo, oncologo, genetista, chirurgo plastico, psicologo) che collaborano per definire il miglior percorso personalizzato.
L’importanza di questi centri è convalidata da un dato scientifico inequivocabile, riportato in un opuscolo redatto da Europa Donna Italia: le donne trattate in questi centri hanno una percentuale di sopravvivenza più alta del 18% rispetto a chi si rivolge a strutture non specializzate.
Il percorso di sorveglianza intensivo
Per le donne identificate come ad alto rischio, viene predisposto un protocollo di sorveglianza intensivo, che inizia in età molto più giovane rispetto alla popolazione generale.
Le linee guida raccomandano:
- visita senologica semestrale a partire dai 25 anni;
- risonanza magnetica (RMN) mammaria annuale a partire dai 25 anni;
- mammografia annuale a partire dai 30 anni.
Questo percorso è spesso preceduto da una Consulenza Genetica Oncologica (CGO), un colloquio con un genetista medico per valutare il rischio, discutere l’opportunità di eseguire un test genetico e pianificare le strategie di sorveglianza più adeguate.
Prevenzione e tutela della salute del seno
Al di là dei controlli medici specialistici, che rimangono indispensabili, ogni donna può svolgere un ruolo attivo nella prevenzione e nella tutela della salute del proprio seno. La combinazione di autopalpazione regolare e uno stile di vita sano contribuisce a ridurre il rischio complessivo.
Autopalpazione del seno
L’autopalpazione è uno strumento prezioso di consapevolezza. Il suo obiettivo non è quello di fare una autodiagnosi, ma di imparare a conoscere la normale conformazione del proprio seno per poter notare più facilmente e tempestivamente eventuali cambiamenti.
Si consiglia di eseguirla una volta al mese, ad esempio nella settimana successiva alla fine del ciclo mestruale, quando il seno è meno teso e dolente.
Per approfondire, consigliamo la lettura della nostra guida L’autopalpazione del seno per la diagnosi precoce del tumore.
Stili di Vita
Numerosi studi confermano che uno stile di vita sano è un fattore protettivo fondamentale. Adottare abitudini corrette può contribuire a ridurre il rischio di ammalarsi.
- Abitudini da limitare:
- carne rossa: limitare il consumo, specialmente se cotta alla brace o al barbecue;
- alcolici: ridurre al minimo il consumo di bevande alcoliche.
- Abitudini consigliate:
- dieta equilibrata: consumare regolarmente verdure a foglia verde (cotte o crude) e almeno tre porzioni di frutta al giorno;
- attività fisica: mantenere uno stile di vita attivo, praticando esercizio fisico con regolarità.
Ricordiamo alle iscritte al Fondo ASIM che il Piano sanitario prevede la copertura delle spese sostenute per sottoporsi a una visita senologica. Inoltre, per le donne di età uguale o superiore ai 35 anni, è prevista anche la copertura per l’ecografia mammaria, mentre sopra i 50 anni per la mammografia, nell’ambito della Prevenzione Oncologica.
Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il nostro sito web.
Domande Frequenti (FAQ)
La visita senologica è un esame medico specializzato e completo del seno, del tutto indolore e non invasivo, eseguito da un medico senologo senza l’impiego di strumentazioni. Si articola in una fase di anamnesi in cui si raccolgono informazioni sulla storia clinica e sulle abitudini, seguita dall’esame clinico basato sull’osservazione e sulla palpazione accurata del seno e delle ascelle.
La visita senologica è uno strumento fondamentale per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno e di altre condizioni mammarie. L’obiettivo è individuare precocemente eventuali anomalie, come noduli, cisti o tumori, migliorando le prospettive di trattamento e sopravvivenza.
No, la visita senologica da sola non è sufficiente per formulare una diagnosi di tumore al seno. È l’atto diagnostico iniziale, ma se necessario, devono essere prescritti ulteriori esami per approfondire il quadro clinico. Nelle donne sopra i 40 anni, è generalmente consigliato integrare l’esame clinico con indagini strumentali come la mammografia e l’ecografia mammaria.
La visita senologica è un esame medico specialistico che viene eseguito dal medico senologo. In assenza di sintomi specifici, in giovane età (prima dei 40 anni) l’esame fisico può essere eseguito anche dal medico di base o dal ginecologo.
Si raccomanda di sottoporsi a una visita senologica almeno una volta prima dei 40 anni. È consigliato eseguire la prima visita per scopi preventivi preferibilmente intorno ai 20 anni, anche in assenza di sintomi e fattori di rischio noti.
In assenza di sintomi specifici o fattori di rischio, in giovane età è raccomandata almeno una visita prima dei 40 anni. Tuttavia, le indicazioni generali suggeriscono di considerare l’autopalpazione, la visita senologica o un’ecografia annuale a partire dai 20 anni.
Dopo i 40 anni, si consiglia di effettuare una visita senologica periodica almeno una volta all’anno. Dopo i 50 anni, pur rientrando nei programmi di screening mammografico biennale, il controllo clinico annuale è comunque una raccomandazione.
Per le donne in età fertile, il momento migliore per eseguire la visita senologica è tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale. Questo timing è consigliato poiché i tessuti mammari risultano in quel periodo meno densi e più facili da esaminare accuratamente.
L’autopalpazione periodica è un utile ausilio per conoscere il proprio seno e contribuisce alla diagnosi precoce. Consiste nell’osservazione e nella palpazione regolare del seno (mensile), con l’obiettivo di notare tempestivamente la presenza di nodularità o altri cambiamenti.
È necessario consultare il medico se si riscontrano sintomi indicativi di un possibile tumore al seno. Questi includono la presenza di noduli, arrossamenti, ispessimenti della pelle, retrazioni del capezzolo o secrezioni spontanee, specialmente se ematiche.
Le donne con familiarità per il tumore al seno o all’ovaio rientrano nella categoria ad alto rischio. Per queste donne è previsto un percorso di sorveglianza intensiva che, in caso di variante patogenetica accertata (come in BRCA), può includere la visita senologica semestrale a partire dai 25 anni, integrata con Risonanza Magnetica mammaria annuale.
Sì, anche se il carcinoma mammario maschile è raro, gli uomini portatori di varianti patogenetiche nei geni BRCA1/2 presentano un rischio aumentato. Per i portatori BRCA, alcune linee guida consigliano l’autoesame mensile e la visita senologica annuale a partire dai 35 anni.
La visita senologica è un esame completamente indolore, eseguito senza l’impiego di strumentazioni. Per aumentare l’efficacia e ridurre il potenziale fastidio, è consigliabile per le donne in età fertile, scegliere una data lontana dal periodo premestruale per evitare gonfiori o dolori.
Generalmente, una visita senologica di controllo ha una durata di circa 20-30 minuti. Il tempo necessario può variare a seconda delle specifiche necessità e della situazione clinica individuale della paziente.
Non è richiesta una preparazione specifica prima dell’esame. Tuttavia, per una valutazione efficace, è fondamentale portare con sé eventuali esami precedenti, come mammografie ed ecografie, e tutta la documentazione medica relativa al problema senologico o alla propria storia clinica.
