Un sondaggio realizzato dalla UICC ha messo in evidenza una correlazione tra basso reddito e scarsa consapevolezza dei fattori di rischio dei tumori. Approfondiamo insieme. Intro.
Un interessante studio effettuato dalla Union for International Cancer Control (UICC), e pubblicato in occasione della Giornata Mondiale del Cancro 2020, contiene alcuni dati estremamente utili per la comprensione di un fenomeno globale e trasversale.
Stiamo parlando di quasi 10 milioni di morti nel 2018 per tumore, più della metà delle quali registrate nei Paesi sottosviluppati.
A tal proposito, il sondaggio effettuato dalla UICC ha messo in evidenza un elemento di discrimine molto forte, basato su fattori socio-economici.
Risulta, infatti, che nelle fasce di popolazione con reddito basso ci sia una inferiore conoscenza dei principali fattori di rischio del cancro, che si traduce in una scarsa o assente prevenzione.
Approfondiamo insieme.
Indice dei Contenuti
Com’è stato condotto lo studio UICC
Lo studio ha coinvolto circa 15.000 persone adulte distribuite in 20 Paesi del Mondo.
L’obiettivo era analizzare il livello di conoscenza del fenomeno cancro, della preoccupazione che potesse colpire loro o un familiare e della percezione del rischio e del pericolo a cui sono esposte.
Come puoi intuire, quindi, non si è trattato di uno studio di carattere medico-scientifico, ma più un sondaggio esplorativo.
Alcuni dati forniti dallo studio UICC
Come specificato, lo studio condotto dalla UICC era finalizzato all’acquisizione di informazioni e dati comportamentali e sul grado di conoscenza del fenomeno cancro.
Oltre al dato al quale abbiamo deciso di dedicare questo articolo, che dal nostro punto di vista è il più rilevante, nel rapporto pubblicato sono presenti altre informazioni di sicuro interesse:
- Il 61% degli intervistati ha avuto almeno un’esperienza, diretta o indiretta, con il cancro.
- Il 58% degli intervistati si è dichiarato preoccupato rispetto alla possibilità di contrarre un tumore nel corso della propria vita.
- L’87% degli intervistati sembra consapevole dei principali fattori di rischio.
- Solo il 6% risulta ignaro dei fattori di rischio.
- Il tabacco è risultato il più riconosciuto fattore di rischio, con il 63%. A seguire i Raggi UV con il 54% e l’esposizione al fumo passivo con il 50%. Molto meno riconosciuti sono stati l’assenza o scarsità di esercizio fisico (28%), l’esposizione a determinati virus o batteri (25%), il sovrappeso (29%).
- Purtroppo, gli under 35 sono meno consapevoli dei rischi connessi al fumo di sigaretta rispetto agli over 50.
- Il 69% degli intervistati ha dichiarato di aver adottato dei comportamenti atti a ridurre i fattori di rischio nel corso degli ultimi 12 mesi.
- L’84% crede che i governi dovrebbero prendere provvedimenti seri contro il cancro.
- Il 33% ritiene essenziale rendere le cure contro il cancro più accessibili dal punto di vista economico.
Questi dati indicano essenzialmente due grandi problemi: da una parte, c’è la consapevolezza del problema, dall’altra una ridotta conoscenza del problema.
In poche parole, sappiamo cosa sia un tumore, abbiamo paura di svilupparne uno, ma non siamo molto consci di quali siano i fattori di rischio da ridurre.
Rapporto tra reddito e consapevolezza dei rischi
Veniamo, ora, al dato che riteniamo più interessante, ovvero quello relativo alla correlazione tra reddito e consapevolezza dei fattori di rischio.
Questo tema – in parte già affrontato da noi in un precedente articolo sul nostro blog, che ti consigliamo di consultare (lo trovi qui) – è stato oggetto di una campagna di prevenzione straordinaria rivolta ai nostri iscritti, lavoratori che percepiscono un reddito nella stragrande maggioranza dei casi più che ridotto.
Detto questo, vediamo un attimo cosa è emerso dallo studio effettuato.
In generale, gli individui intervistati provenienti da famiglie ad alto reddito risultano più consapevoli in merito ai principali fattori di rischio, rispetto invece agli appartenenti a famiglie a basso reddito.
Questo dato trova conferma anche in un’ulteriore correlazione, quella tra soggetti che hanno completato un percorso d’istruzione universitaria rispetto a chi non l’ha fatto.
Conclusioni
Quanto emerso dal sondaggio svolto dalla UICC ci mette davanti ad una realtà alquanto avvilente.
Infatti, si tratta di un’ennesima – per quanto ristretta a un campione limitato – evidenza della discriminazione sanitaria su base economica che caratterizza i vari Paesi del mondo e all’interno di ogni singolo Paese.
Sì, perché se è facile immaginare una differenza di livello di consapevolezza tra gli abitanti del Nord America e quelli del continente africano, lo è un po’ meno quando si scende nel dettaglio dei singoli Paesi o aree accomunate da caratteristiche socio-economiche e demografiche simili.
Questo vuol dire che, oltre a migliorare i servizi sanitari da offrire alle persone in tutto il mondo, è necessario aumentare l’apporto informativo, educativo e formativo per quanto concerne la salute e il benessere.
Un cittadino meglio informato ha degli strumenti dei quali, contrariamente, non potrebbe disporre.
È una sfida globale da portare avanti con la massima forza possibile.
Noi del Fondo di assistenza sanitaria integrativa ASIM siamo da sempre convinti che una maggiore consapevolezza passi anche, e soprattutto, attraverso un’adeguata informazione, in particolare nelle fasce di popolazione meno scolarizzate.
Per questo motivo, nell’ambito della partnership attivata con AIRC tramite il finanziamento di una borsa di studio, abbiamo predisposto una sezione sul nostro sito al cui interno gli iscritti al Fondo potranno trovare informazioni utili e di facile fruizione su salute, ricerca e benessere.