La morte in culla è una delle principali cause di morte nel primo anno di vita di un bambino. Vediamo insieme di cosa si tratta e come prevenirla. Intro.
Il fenomeno della morte in culla, o più correttamente sindrome della morte improvvisa del lattante (dall’inglese Sudden Infant Death Syndrome – SIDS) è una delle principali cause di morte entro il primo anno di vita del bambino.
Secondo quanto riportato dal sito del Ministero della Salute, purtroppo non esistono dati nazionali sull’incidenza del fenomeno, ma si stima che in passato colpisse circa l’1-1,5% dei nati vivi, un dato in netto calo negli ultimi anni grazie a una maggiore attenzione e prevenzione nello scongiurare questo evento, ora stimabile attorno allo 0,5%, pari a circa 250 nuovi casi SIDS/anno.
Non si tratta di una vera e propria patologia, e ad oggi non sono ancora note le cause che provocano questo fenomeno, anche se la comunità medica e scientifica è unanime nell’indicare alcuni fattori di rischio in grado di favorirlo.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la morte in culla o SIDS, quali sono le cause e come prevenirla.
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Cos’è la morte in culla o SIDS?
La Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), comunemente nota come morte in culla, consiste nella morte improvvisa e inaspettata del lattante, di solito durante il sonno, che può colpire i bambini nel primo anno di vita. Il picco dei decessi è tra i 2 e 4 mesi di età, soprattutto nel periodo invernale, e sono più rari dopo i 6 mesi. Qualora questo evento si verificasse, invece, nel primo mese di vita, si parla di SUEND (Sudden Unexpected Early Neonatal Death), che è un fenomeno a sé stante.
Come accennato prima, la morte in culla non è una vera e propria patologia, anzi, colpisce bambini sani e può essere diagnosticata come tale solo dopo aver eseguito una autopsia e aver escluso qualsiasi altra potenziale causa.
Infatti, nel Decreto 07 ottobre 2014 contenente i “Protocolli diagnostici nei casi della morte improvvisa infantile e della morte inaspettata del feto” si legge quanto segue:
“La sindrome della morte improvvisa infantile (Sudden Infant Death Syndrome – SIDS), conosciuta anche come morte in culla (“Crib death” e “Cot death”) o morte improvvisa del lattante, consiste nel decesso improvviso di un bambino di età inferiore a un anno, che rimane inspiegato dopo una approfondita indagine, comprensiva di un dettagliato esame delle circostanze e del luogo dove è avvenuta la morte, della revisione della storia clinica e di una autopsia completa.”
Ad esempio, si potrebbe scoprire che il bambino, all’apparenza in buono stato di salute, soffriva in realtà di alcune particolari condizioni, come una piccola anomalia nel sistema di regolazione dei ritmi cardiaci, respiratori o generali del proprio organismo, oppure cambiamenti nei ritmi del sonno, in quelli respiratori e/o cardiaci, nella pressione o nella temperatura corporea.
Se non si individua alcuna potenziale causa, allora si può giungere alla conclusione che si sia trattato di un caso di morte in culla.
Quali sono le cause e i fattori di rischio
Purtroppo non sono ancora note le cause della morte in culla, ma numerosi studi condotti nel corso degli anni sono riusciti a individuare alcuni fattori di rischio in grado di aumentare sensibilmente le probabilità di questo evento.
Quali sono questi fattori di rischio?
- Far dormire il bambino sulla pancia o sul fianco: i bambini posti in queste posizioni per dormire potrebbero avere più difficoltà a respirare rispetto a quelli posti sulla schiena;
- far dormire il bambino su una superficie morbida: posizionare il lattante sdraiato a faccia in giù su una soffice trapunta, un morbido materasso o un letto ad acqua può bloccare le sue vie respiratorie;
- condividere il letto: mentre il rischio di SIDS si riduce se un bambino dorme nella stessa stanza dei suoi genitori, il rischio aumenta se il bambino dorme nello stesso letto con genitori, fratelli o animali domestici;
- surriscaldamento: essere troppo caldi durante il sonno può aumentare il rischio di SIDS di un bambino;
- sesso: i maschietti hanno una probabilità leggermente maggiore di morire in culla;
- età: i neonati sono più vulnerabili tra il secondo e il quarto mese di vita;
- storia familiare: i bambini che hanno avuto fratelli o cugini morti di SIDS sono a maggior rischio di morte in culla;
- fumo passivo: i bambini che vivono con genitori o familiari fumatori hanno un rischio maggiore di SIDS;
- parto prematuro: sia la nascita prematura che il basso peso alla nascita aumentano le probabilità di SIDS del bambino;
- madre: il rischio aumenta se la madre, durante la gravidanza, fuma sigarette, fa uso di droghe o alcol, riceve cure prenatali inadeguate. Anche l’età influisce, in particolare nelle donne che affrontano una gravidanza a meno di 20 anni.
Come si può evincere da questo elenco, se si esclude l’età della madre, il sesso del bambino e la storia familiare, tutti gli altri sono fattori cosiddetti modificabili, questo vuol dire che è possibile prevenire la morte in culla.
Come prevenire la morte in culla
Non trattandosi di una malattia o di una condizione patologica, ma colpendo bambini in buona salute a causa principalmente di comportamenti potenzialmente letali, è possibile prevenire la morte in culla attraverso alcune semplici azioni.
Non è un caso, infatti, che proprio la prevenzione abbia permesso nel corso degli ultimi anni di abbattere drasticamente il numero di casi di SIDS che si verificano all’anno nel nostro Paese.
Vediamo, quindi, come prevenire la morte in culla, secondo le indicazioni del Ministero della Salute:
- il bambino deve essere messo a dormire in posizione supina, ovvero a pancia in su, sin dai primi giorni di vita;
- il bambino dovrebbe dormire nella stanza dei genitori, vicino al loro letto, ma su una superficie separata (culla o lettino);
- la temperatura dell’ambiente dove dorme il bambino non dovrebbe mai essere eccessivamente calda (tra i 18 e i 20 °C), evitando di coprirli in modo eccessivo con vestiti e coperte. L’associazione tra eccesso di calore e SIDS è particolarmente evidente nei bambini che dormono in posizione prona;
- il materasso dovrebbe essere della misura esatta della culla/lettino e sufficientemente rigido. Andrebbe evitato l’uso del cuscino: porre il bambino su superfici eccessivamente morbide (anche trapunte) aumenta il rischio di SIDS;
- il bambino dovrebbe essere sistemato con i piedi che toccano il fondo della culla o del lettino, in modo che non possa scivolare sotto le coperte, che dovrebbero essere ben rimboccate sotto il materasso. Il cosiddetto “sacconanna” può rappresentare una valida alternativa;
- sulla superficie dove dorme il bambino non dovrebbero esserci oggetti, come cuscini, trapunte, piumoni, paracolpi, giocattoli di peluche, cordine, piccoli giochi, che possono soffocare, intrappolare, strangolare, ferire il bambino;
- la condivisione del letto dei genitori non è la scelta più sicura, in quanto può portare a un aumento del rischio di SIDS nei primi mesi, ed è particolarmente pericolosa se viene praticata su un divano, se i genitori sono fumatori, hanno fatto uso di alcol, farmaci, sostanze psicoattive o per altre ragioni non sono in buone condizioni di vigilanza, nelle prime settimane di vita del bambino o se questo è nato pretermine o piccolo per l’età gestazionale;
- l’ambiente deve essere libero dal fumo, quindi non si deve fumare e soprattutto bisogna evitare che altri fumino in casa;
- l’uso del ciuccio durante il sonno ha un effetto protettivo. In ogni caso va proposto dopo il mese di vita, per non interferire con l’inizio dell’allattamento al seno, e sospeso possibilmente entro l’anno di vita, per evitare che disturbi lo sviluppo dei denti. Se il bambino rifiuta il ciuccio non va forzato e, se lo perde durante il sonno, non è obbligatorio riposizionarlo in bocca.
Si tratta di piccole azioni, che potrebbero salvare la vita del bambino.
Per approfondire, invitiamo a leggere il nostro articolo “Le 8 raccomandazioni per proteggere i bambini da 0 a 2 anni”.