Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa per la quale, ad oggi, non esiste una cura. Scopriamo insieme cause, sintomi e trattamenti. Intro.
Secondo quanto riportato sul sito Epicentro dell’Istituto Superiore di Sanità, il morbo di Parkinson è la malattia neurodegenerativa più diffusa in Italia dopo l’Alzheimer.
Nell’immaginario collettivo siamo soliti associare a questa malattia il tremore, in particolare degli arti superiori, ma questo è solo uno dei molteplici sintomi che la caratterizzano.
Purtroppo, come per l’Alzheimer, ad oggi non esiste una cura, e non sono nemmeno note con certezza le cause del morbo di Parkinson, anche se è generalmente accettata la sua natura multifattoriale, ovvero derivante da più componenti.
Proviamo a comprendere meglio cos’è, quali sono le cause principali, e come si manifesta il morbo di Parkinson.
Indice dei Contenuti
Cos’è il morbo di Parkinson
Iniziamo riportando la definizione fornita dalla Parkinson’s Foundation, un’organizzazione no profit statunitense molto autorevole:
“La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce prevalentemente i neuroni produttori di dopamina in un’area specifica del cervello chiamata substantia nigra.”
Cosa vuol dire?
Semplificando, il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa, questo vuol dire che provoca la morte, progressiva e irreversibile, delle cellule cerebrali e dei neuroni.
Nello specifico, colpisce una parte del cervello che si chiama substantia nigra, una massa cellulare a forma di mezzaluna al cui interno le cellule rilasciano neurotrasmettitori (la dopamina, appunto) che aiutano a controllare il movimento e la coordinazione.
Non è un caso che il Parkinson si caratterizza proprio per la perdita di controllo del movimento.
Quali sono le cause del Parkinson?
Come accennato, non sono note le cause del morbo di Parkinson, che si presenta come una malattia multifattoriale, ovvero provocata da una combinazione di più fattori.
In genere, gli scienziati hanno individuato due macro cause:
- Fattori genetici: i ricercatori hanno identificato specifiche mutazioni genetiche che possono causare la malattia di Parkinson, anche se sono molto rare. Una storia familiare positiva può aumentare il rischio di insorgenza della malattia.
- Fattori ambientali: l’esposizione a determinate tossine o fattori ambientali può aumentare il rischio di sviluppare il Parkinson, ma il rischio è relativamente piccolo.
A queste possiamo aggiungere lo stile di vita, che può favorire lo sviluppo di condizioni favorevoli all’insorgenza dei sintomi della malattia.
Fattori di rischio
Oltre alle possibili cause, sono senz’altro da considerare i fattori di rischio della malattia, che includono:
- Età: i giovani adulti raramente sperimentano la malattia di Parkinson. Di solito inizia nella mezza o tarda età, con maggiore frequenza a partire dai 60 anni, e il rischio aumenta con l’età;
- Eredità: come già accennato prima, avere un parente stretto con il Parkinson aumenta le possibilità di sviluppare la malattia. Tuttavia, i rischi sono limitati, a meno che non si abbiano molti parenti in famiglia con il morbo di Parkinson;
- Sesso: gli uomini hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia di Parkinson rispetto alle donne;
- Esposizione alle tossine: l’esposizione continua a erbicidi e pesticidi può aumentare leggermente il rischio di malattia di Parkinson.
I 5 stadi del Parkinson
Trattandosi di una malattia neurodegenerativa a sviluppo progressivo, è caratterizzata da un suo lento ma inesorabile peggioramento nel corso del tempo.
Si identificano 5 stadi o fasi della malattia, come indicato dalla summenzionata Parkinson’s Foundation sulla base della scala di Hoehn e Yahr e della Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (UPDRS), i due sistemi di misurazione dell’evoluzione della malattia più utilizzati al mondo.
- Stadio I: Durante questa fase iniziale, la persona presenta sintomi lievi che generalmente non interferiscono con le attività quotidiane. Tremore e altri sintomi di movimento si verificano solo su un lato del corpo. Si verificano cambiamenti nella postura, nel camminare e nelle espressioni facciali;
- Stadio II: I sintomi iniziano a peggiorare. Tremore, rigidità e altri sintomi di movimento colpiscono entrambi i lati del corpo. Possono essere evidenti problemi di deambulazione e cattiva postura. La persona è ancora in grado di vivere da sola, ma le attività quotidiane sono più difficili e lunghe;
- Stadio III: in questa fase la perdita di equilibrio e la lentezza dei movimenti sono i segni distintivi e le cadute sono più comuni. La persona è ancora indipendente, ma i sintomi compromettono in modo significativo attività come vestirsi e mangiare;
- Stadio IV: a questo punto, i sintomi sono gravi e limitanti. È possibile stare in piedi senza assistenza, ma il movimento potrebbe richiedere un deambulatore. La persona ha bisogno di aiuto con le attività della vita quotidiana e non è in grado di vivere da sola;
- Stadio V: questa è la fase più avanzata e debilitante. La rigidità delle gambe può rendere impossibile stare in piedi o camminare. La persona richiede una sedia a rotelle o è costretta a letto, e può sperimentare allucinazioni e deliri. Per tutte le attività è richiesta assistenza infermieristica 24 ore su 24.
Sintomi e complicanze del morbo di Parkinson
Nella parte iniziale dell’articolo abbiamo fatto riferimento ai tremori, notoriamente associati al Parkinson, ma la malattia non si limita purtroppo a questa manifestazione.
Alcuni dei sintomi a cui prestare attenzione, perché potrebbero favorire una diagnosi precoce, sono i seguenti:
- tremore: di solito inizia in un arto, spesso nella mano o nelle dita, anche quando la mano è a riposo. Spesso si tende a strofinare il pollice e l’indice avanti e indietro, un dettaglio al quale fare attenzione;
- movimento rallentato: il morbo di Parkinson può rallentare i tuoi movimenti. I passi tendono ad accorciarsi, si iniziano a trascinare i piedi quando si cammina, e potrebbe essere difficile alzarsi da una sedia;
- muscoli rigidi;
- alterazione di postura ed equilibrio;
- perdita di movimenti automatici, ad esempio sbattere le palpebre, sorridere o oscillare le braccia quando si cammina;
- tendenza a parlare più piano o più velocemente e ad esitare prima di parlare;
- cambiamenti nella scrittura.
La lista di sintomi e complicanze, però, continua, ed è alquanto lunga:
- problemi cognitivi (demenza) e difficoltà di pensiero;
- depressione e cambiamenti emotivi, come paura, ansia o perdita di motivazione;
- problemi di deglutizione, che tendono a peggiorare con il progredire della malattia, provocando anche eccesso di salivazione;
- problemi di masticazione e alimentazione: in fase avanzata la malattia colpisce i muscoli della bocca, rendendo difficile la masticazione. Questo può portare a soffocamento e cattiva alimentazione;
- problemi del sonno e disturbi del sonno (es. insonnia);
- problemi alla vescica, tra cui l’incapacità di controllare l’urina o la difficoltà a urinare;
- stipsi;
- cambiamenti nella pressione sanguigna;
- disfunzione dell’olfatto;
- fatica;
- dolore;
- disfunzione sessuale.
Come si può leggere, quindi, il Parkinson tende a ridurre sostanzialmente la qualità della vita, con progressivo peggioramento delle condizioni di salute generali.
Come si cura il morbo di Parkinson
Purtroppo, ad oggi non esiste una cura per il morbo di Parkinson, ma sono disponibili trattamenti per aiutare a ridurre i sintomi principali e mantenere la qualità della vita il più a lungo possibile.
Questi trattamenti includono:
- trattamenti di supporto, come fisioterapia e terapia occupazionale;
- farmaci;
- in alcuni casi, rari, chirurgia cerebrale.
Potrebbe non essere necessario alcun trattamento durante le prime fasi della malattia di Parkinson, poiché i sintomi sono generalmente lievi, ma sarà il medico a stabilire il miglior percorso terapeutico in base alle condizioni di salute.
Trattandosi, però, di una malattia degenerativa, rende necessario un trattamento per tutto il resto della vita.