Un recente studio pubblicato dall’ISS riporta i dati relativi all’efficacia dei vaccini anti Covid-19, che risulta molto elevata. Approfondiamo insieme. Intro.
Nel documento “Impatto della vaccinazione COVID-19 sul rischio di infezione da SARS-CoV-2 e successivo ricovero e decesso in Italia”, redatto dall’ISS in collaborazione con il Ministero della Salute, sono riportati i dati relativi alle vaccinazioni COVID-19 nel periodo 27 dicembre 2020 – 3 maggio 2021.
Dall’analisi dei dati emerge che
“il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane e fino a circa 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. Dopo i 35 giorni si osserva una stabilizzazione della riduzione che è circa dell’80% per il rischio di diagnosi, del 90% per il rischio di ricovero e del 95% per il rischio di decesso.”
Si tratta di dati preliminari, limitati nel tempo, confermati però dai risultati ottenuti da altri studi simili condotti da enti di ricerca internazionali.
Approfondiamo insieme.
Note introduttive
I dati raccolti e analizzati durante lo studio sull’impatto della vaccinazione COVID-19 si riferiscono al periodo che va dall’avvio della campagna vaccinale in Italia, il 27 dicembre con la giornata inaugurale, fino al 3 maggio.
Durante questo periodo i due vaccini più utilizzati sono stati il Comirnaty (Pfizer-BioNtech), approvato prima degli altri, il 22/12/2020, e il COVID-19 Vaccine Moderna (Moderna), approvato il 07/01/2021 e somministrato a partire dalla settimana successiva.
Il 95% dei soggetti ai quali sono stati somministrati questi due hanno ricevuto entrambe le dosi, a una distanza di 21 giorni per Comirnaty e 28 giorni per Moderna.
Per quanto riguarda gli altri due vaccini approvati e disponibili, il Vaxzevria (AstraZeneca) è stato approvato il 29/01/2021 e somministrato a partire dal 01/02/2021, mentre il COVID-19 Vaccine Janssen (Johnson & Johnson) è stato approvato l’11/03/2021 e somministrato a partire dal 22/04/2021.
Al 3 maggio nessuna delle persone incluse nello studio aveva ricevuto il ciclo completo Vaxzevria (che prevede una finestra temporale maggiore, di circa 10-12 settimane, tra le due dosi), mentre il J&J è stato utilizzato ancora molto poco e da troppo poco tempo per avere dati approfonditi.
Detto questo, l’analisi ha valutato il tasso di incidenza di diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, di successivo ricovero e di decesso dopo almeno la somministrazione della prima dose.
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Dagli studi clinici controllati alla pratica clinica
I vaccini approvati dagli enti preposti – per l’Europa l’EMA e per l’Italia l’AIFA – hanno mostrato una elevata efficacia durante gli studi clinici controllati, ma è necessario condurre analisi più approfondite durante la fase di pratica clinica.
Cosa vuol dire?
Che durante i trial di sperimentazione dei vaccini approvati, i dati raccolti sull’efficacia degli stessi sono stati molto positivi, al punto da ottenere una approvazione in tempi record. Però, si tratta comunque di studi condotti in ambienti controllati e su un numero, per quanto cospicuo, limitato di soggetti.
Nel momento in cui si avvia una campagna vaccinale così massiccia, i numeri crescono in modo esponenziale, è necessario raccogliere i dati e continuare ad analizzarli in un contesto “reale”, per capire quale sia l’effettiva efficacia, altrimenti detta “effectiveness”.
Come si legge nel documento, di recente sono stati pubblicati studi osservazionali che hanno valutato l’efficacia nella pratica dei vaccini anti COVID-19 in UK, in Israele e in Italia, con conclusioni molto simili.
I vaccini al momento somministrati sono molto efficaci nel prevenire l’infezione e la diffusione del virus (le percentuali variano dall’85% al 95%, a seconda della quantità di dosi ricevute e dalla distanza temporale dalla prima somministrazione), ma anche nel ridurre ospedalizzazioni e decessi.
Quante persone sono state vaccinate?
Al 3 maggio 2021 risultavano vaccinate 14.365.241 persone, per un totale di 21.232.972 dosi). Nell’analisi dei dati sono state escluse 76.573 (0,5%) persone per mancanza di informazioni su età, genere e dose e/o per incoerenza tra le date di somministrazione dei vaccini.
In seguito, sono stati messi a confronto i dati dei vaccinati con quelli delle persone con diagnosi di COVID-19 precedente alla prima vaccinazione, escludendo 567.162 (4,0%) persone.
Le rimanenti 13.721.506 persone vaccinate hanno ricevuto almeno una dose del vaccino Comirnaty (8.389.595, 61%), del vaccino Moderna (1.021.134, 7%) o del vaccino Vaxzevria (4.234.983, 31%) o l’unica dose del vaccino Janssen (75.794, 1%).
Considerando le 7.370.008 persone vaccinate prima del 4 aprile 2021, la cosiddetta “popolazione in studio” inclusa nella valutazione dell’impatto della vaccinazione:
- il 65% ha ricevuto almeno una dose del vaccino Comirnaty (4.777.600);
- il 29% la prima dose del vaccino Vaxzevria (2.117.225);
- il 6% almeno una dose del vaccino Moderna (475.045).
- Il 97% ha completato il ciclo vaccinale con Comirnaty;
- il 91% ha completato il ciclo vaccinale con Moderna;
- nessuno ha completato il ciclo vaccinale con Vaxzevria.
Popolazione in studio
In un passaggio abbiamo detto che solo una parte delle persone vaccinate sono state inserite nella cosiddetta popolazione in studio, ovvero i soggetti analizzati per valutare l’efficacia dei vaccini.
Perché le analisi si limitano al 4 aprile, nonostante i dati raccolti siano disponibili fino al 3 maggio?
Questo aspetto viene spiegato nel dettaglio nello studio:
“In particolare, la stima dell’incidenza di diagnosi è stata calcolata sulle persone che avevano ricevuto la prima dose del vaccino alla data del 4 aprile 2021 e una diagnosi entro il 18 aprile 2021, per tener conto sia di un tempo di osservazione di almeno 14 giorni dalla somministrazione del vaccino, sia del tempo di accertamento diagnostico (incluso il tempo di incubazione della malattia), e di notifica dopo la diagnosi (altri 14 giorni dopo il 18 aprile 2021).”
Insomma, si tratta di un semplice calcolo matematico, che tiene conto del tempo necessario per valutare le condizioni del soggetto vaccinato nelle settimane successive.
Riduzione di incidenza, ricoveri e decessi
In tutti i periodi considerati (fino al 4 aprile 2021) si osserva una rapida riduzione dell’incidenza di diagnosi a partire dai 14 giorni successivi alla somministrazione della prima dose.
Si osserva, inoltre, che il tasso di incidenza nel periodo di riferimento (entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose) è diminuito con il progredire dei periodi di vaccinazione riflettendo, almeno in parte, il passaggio da categorie di popolazione più esposte – operatori sanitari e ospiti RSA – a categorie meno esposte.
- L’incidenza di diagnosi di COVID-19 nelle due settimane successive alla prima dose di qualsiasi vaccino è stata di 2,90 per 10.000 giorni persona, che si riduce a 1,33 nel periodo superiore a 15 giorni dalla prima dose;
- L’incidenza di ricovero passa da 0,44 a 0,18 per 10.000 giorni persona;
- L’incidenza dei decessi passa da 0,18 a 0,04 per 10.000 giorni persona.
Risultati dello studio
In conclusione, riportiamo di seguito i grafici che mostrano quanto la campagna vaccinale COVID-19 si sia tradotta in un netto calo dell’incidenza della diagnosi di malattia, delle ospedalizzazioni e dei decessi.
Si tratta di immagini che non lasciano spazio a dubbi o interpretazioni.
1. Riduzione del rischio di infezione a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento).
2. Riduzione del rischio di diagnosi con successivo ricovero a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento).
3. Riduzione del rischio di diagnosi e successivo decesso a diversi intervalli di tempo dalla somministrazione a partire dall’inizio del ciclo vaccinale rispetto al periodo 0-14 giorni dalla prima dose (periodo di riferimento).
I dati evidenziano che il rischio di infezione da SARS-CoV-2, ricovero e decesso diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane dalla prima somministrazione del vaccino.
A partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi; questi effetti sono simili sia negli uomini che nelle donne e in persone di diverse fasce di età.
“Questi dati confermano l’efficacia delle vaccinazioni e della campagna vaccinale, e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale.”
Questo il commento del Presidente dell’ISS Silvio Brusaferro.