Sembrerebbe di sì. Vediamo insieme quali indicazioni fornisce l’OMS sull’allattamento al seno durante la pandemia.Intro.
Gestire una gravidanza durante un’emergenza sanitaria globale non è affatto semplice; alla naturale ansia e preoccupazione di un periodo delicato, si è aggiunta la paura di un contagio per il feto e per il neonato.
In particolare, moltissime donne in dolce attesa e neo mamme si sono chieste se fosse sicuro allattare al seno i propri figli, ovvero se questo gesto così naturale e importante per la salute dei bambini potesse in qualche modo esporre il neonato al virus.
Di conseguenza, la comunità scientifica si è interrogata sulla questione, giungendo a una conclusione.
In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un rapporto, aggiornato il 23 giugno 2020, sul rapporto tra coronavirus e allattamento al seno.
Vediamo insieme cosa dice questo studio.
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Proteggere il bambino dall’infezione e dal mancato allattamento al seno
L’allattamento al seno è di fondamentale importanza, rappresenta il modo più naturale e salutare per nutrire un neonato, trasferire nutrimento e anticorpi, dei quali il bambino è privo alla nascita, oltre a sviluppare un essenziale rapporto tra madre e figlio attraverso il contatto fisico.
Non è un caso che l’OMS suggerisca, laddove possibile, di allattare al seno per almeno 6 mesi in modo esclusivo, per poi integrare l’alimentazione del bambino con altri cibi, attraverso la cosiddetta fase dello svezzamento.
Come accennato, in questi mesi si è diffusa la preoccupazione di una possibile trasmissione del virus attraverso l’allattamento al seno, che ha spinto moltissime persone a sostituire il latte materno con la formula, quindi il latte in polvere.
L’OMS non demonizza affatto l’impiego del latte in polvere, ma sottolinea i rischi connessi all’assenza di un allattamento al seno e a una somministrazione della formula in modo inadeguato.
Detto ciò, l’obiettivo della comunità scientifica e dell’OMS è proteggere il bambino sia dal potenziale contagio, ma anche dai rischi connessi a un mancato allattamento.
Per questo motivo, ha effettuato una serie di studi per capire se l’allattamento al seno potesse, in qualche misura, esporre il neonato ad un rischio infezione.
Come si legge nel rapporto, l’OMS raccomanda di incoraggiare le madri con sospetto o confermato COVID-19 a iniziare o continuare l’allattamento al seno.
Secondo l’Ente, infatti, i medici e il personale ospedaliero dovrebbe informare le madri sul fatto che i benefici dell’allattamento al seno superano i potenziali rischi di una trasmissione dell’infezione.
Quindi, a prescindere da una eventuale diagnosi di positività al virus, le madri devono stare con i propri figli e allattare al seno.
Cosa emerge dagli studi analizzati?
Sul totale di casi studiati, circa 12 mila, si è giunti a 46 coppie madre-bambino, in cui tutte le madri avevano il COVID-19, mentre tra i bambini i positivi sono risultati solo 13.
Sono stati, quindi, analizzati dei campioni di latte materno, e si è scoperto che su 46 madri solo tre casi sono risultati positivi.
Bisogna, però, specificare, che sono state riscontrare particelle di RNA virali (sappiamo che il coronavirus è un virus RNA), non il virus vivo e infettivo.
Dei tre bambini allattati con il latte materno risultato positivo, solo uno ha contratto il virus, ma non è ancora chiaro se la trasmissione sia avvenuta tramite il latte o il contatto con la madre.
Ed è proprio questo il limite, dichiarato dall’OMS, degli studi condotti fino ad ora.
Conclusioni
Al momento, non ci sono dati sufficienti per stabilire con certezza se l’allattamento al seno può essere veicolo di trasmissione del virus.
Quello che sappiamo è che i bambini sono molto meno vulnerabili al virus e ai sintomi della malattia rispetto agli adulti, ecco perché l’OMS dichiara quanto segue:
“A questo punto sembra che il COVID-19 nei neonati e nei bambini rappresenti una minaccia molto più bassa per la sopravvivenza e la salute rispetto ad altre infezioni contro le quali l’allattamento è protettivo.”
Per questo motivo, l’OMS consiglia di procedere all’allattamento al seno, in quanto gli effetti di una sua sospensione potrebbero essere più gravi rispetto al potenziale contagio con il Coronavirus, che colpisce i bambini in misura molto ridotta e quasi sempre con sintomi lievi o assenti.