Il test Mini Mental Status di Folstein è un questionario somministrato ai pazienti affetti da demenza. Vediamo insieme come funziona. Intro.
Nell’ambito delle prestazioni racchiuse nella sezione “Critical Illness” del Piano sanitario del Fondo ASIM si fa riferimento anche al Morbo di Alzheimer. Ai fini del riconoscimento delle prestazioni previste, è necessario allegare alla richiesta i test condotti dal medico specialista per giungere alla diagnosi, tra cui il test Mini Mental Status di Folstein.
Si tratta di un breve esame, molto diffuso nell’ambito dello screening per la demenza, attraverso il quale il neurologo può valutare, con un certo grado di affidabilità, lo stato neuro-cognitivo e funzionale di un paziente.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il test Mini Mental Status di Folstein.
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Cos’è il MMSE?
Il test, in inglese, si chiama Mini Mental Status Exam (MMSE) ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1975 come appendice a un articolo scritto da F. Folstein, Susan Folstein e Paul R. McHugh, nel prestigioso Journal of Psychiatric Research.
In letteratura e sui documenti medici viene spesso indicato come Test di Folstein, MMSE, MMS o, in italia, Test Mini Mental Status.
In pratica, il test non è altro che un questionario, composto da domande molto semplici e da piccoli compiti grafici, che consentono di sondare diversi aspetti della funzione cerebrale, come:
- l’orientamento;
- la memoria;
- l’attenzione;
- la capacità di calcolo;
- la capacità di richiamare determinate acquisizioni;
- il linguaggio.
Data la sua semplicità, può essere somministrato ai pazienti sia da medici sia da infermieri. Sarà poi compito del neurologo analizzarne i risultati e trarre le corrette conclusioni.
Com’è strutturato il test Mini Mental Status?
Nell’articolo redatto da Folstein e dai suoi collaboratori si spiega che il test MMSE è composto da undici domande e richiede solo 5-10 minuti per la somministrazione, il che lo rende molto pratico da usare.
Nel corso degli anni il test iniziale ha subito alcune modifiche e aggiornamenti, raggiungendo in alcuni casi 30 domande, ma quello che non è mai cambiato è il concetto e la struttura alla base dell’esame.
Il test si divide in blocchi, ognuno dedicato ad una funzione cognitiva specifica:
- orientamento;
- memoria;
- attenzione e calcolo;
- linguaggio;
- richiamo;
- linguaggio;
- abilità.
Si inizia con domande molto semplici, legate all’orientamento, come “Che giorno è oggi?”, “In quale mese ci troviamo?”, “Che anno è?”, “Dove ci troviamo?”.
Successivamente, chi somministra il questionario chiede al paziente di memorizzare tre semplici parole – in Italia si tende ad utilizzare PANE, CASA, GATTO – che dovrà poi ripetere dopo qualche minuto (richiamo).
Subito dopo, per la parte relativa ad Attenzione e Calcolo, viene chiesto al paziente di eseguire una sequenza numerica sottraendo al numero iniziale 7 (93, 86, 79, 72, 65) e di fare lo spelling di una parola, al contrario. Ad esempio, deve scandire CARNE o MONDO (sono i due termini più utilizzati) al contrario.
In merito all’analisi del linguaggio, si mostrano al paziente degli oggetti – in genere un orologio e una matita – chiedendo di riconoscerli. Successivamente, viene pronunciata una frase che il paziente dovrà ripetere, gli viene chiesto di prendere un foglio di carta e di piegarlo e metterlo sul tavolo, di leggere quanto scritto su dei fogli e di compiere le azioni corrispondenti (ad esempio “Apra la mano”, “Apra la bocca”, “Chiuda gli occhi”, e di scrivere una frase qualsiasi sul foglio.
Per le abilità, si chiede di copiare un disegno che viene mostrato, generalmente due figure geometriche (due pentagoni) intrecciate.
Valutazione del test
Ad ogni domanda del test MMSE di Folstein viene attribuito un punteggio, per un massimo di 30 punti totali.
In genere, sono così assegnati:
- massimo 10 punti per la sezione orientamento;
- massimo 3 punti per la memoria;
- massimo 5 punti per attenzione e calcolo;
- massimo 3 punti per il richiamo;
- massimo 8 punti per il linguaggio;
- massimo 1 punto per l’abilità.
Qualsiasi punteggio uguale o maggiore a 24/30 indica facoltà cognitive nella norma. Man mano che si scende al di sotto di questo livello si inizia a indicare un deterioramento cognitivo, che può essere grave se il punteggio è ≤9 punti, moderato tra i 10 e i 18 punti o lieve tra i 19 e i 23 punti.
La parte più complessa e delicata è l’assegnazione del punteggio in base al risultato, che può essere influenzato in modo molto consistente da alcuni fattori, come l’età del paziente, il livello di alfabetizzazione e di scolarizzazione, senza dimenticare le condizione di salute mentale e generale dello stesso.
Per questo motivo, il test risulta senza dubbio affidabile, ma va comunque interpretato in modo corretto, perché anche un punteggio di 30 potrebbe non escludere del tutto una diagnosi di demenza.
Sarà il medico a dover analizzare correttamente le risposte e giungere ad una valutazione.