Hai mai pensato di sottoscrivere un assicurazione sulla vita? Vediamo insieme in cosa consiste, come funziona e perché conviene acquistarne una. Intro.
Se si supera il classico approccio scaramantico italiano, sottoscrivere un’assicurazione sulla vita può avere molteplici vantaggi, soprattutto quando si ha una famiglia e dei figli a cui provvedere.
In effetti, pensare di acquistare una polizza sulla vita quando si è in buona salute e in età ancora giovane può apparire, ad un primo e superficiale approccio, un po’ avventato, ma ad un’analisi più scrupolosa ci si rende conto che ne vale la pena.
Tra l’altro, volendo fare una valutazione meramente cinica e opportunista, è proprio quando si è in buona salute che conviene sottoscrivere una assicurazione sulla vita perché il premio da pagare sarà più basso.
Ma andiamo per gradi, e vediamo in cosa consiste una assicurazione sulla vita, come funziona, chi può sottoscriverla e come.
Indice dei Contenuti
Cos’è una assicurazione sulla vita
L’assicurazione sulla vita non è altro che una polizza assicurativa, a fronte del pagamento della quale si provvede a maturare una somma da versare al/ai beneficiario/i in caso di morte, invalidità o sopraggiunta condizione di non autosufficienza.
Soprattutto quando l’evento tragico avviene senza preavviso o campanelli d’allarme, viene meno la possibilità, per i familiari e gli affetti più cari, di prepararsi a ciò che verrà. In questo modo, quindi, si può concedere a questi ultimi un minimo di serenità, almeno sotto il profilo economico.
Ci rendiamo conto che può apparire un discorso freddo, razionale e a tratti brutale, ma il venir meno di un reddito in famiglia crea non pochi problemi. Se a questo si aggiunge il dolore per la perdita di una persona cara, o un peggioramento delle sue condizioni di salute, tutto diventa ancora più complesso.
Come funziona una assicurazione sulla vita
Come ogni polizza assicurativa, anche l’assicurazione sulla vita può essere sottoscritta da un soggetto, scegliendo una delle tante proposte disponibili sul mercato.
Nello specifico, gli attori in gioco sono 4:
- il contraente, ovvero colui che sigla la polizza assicurativa sulla vita, per sé o per una terza persona;
- l’assicurato, ovvero la persona interessata dalla assicurazione sulla vita, che può coincidere o meno con il contraente;
- il beneficiario, la persona che riceverà dalla compagnia assicurativa la somma, una tantum o sotto forma di rendita mensile, maturata ai sensi degli accordi siglati. Non sempre viene scelto in fase di sottoscrizione della polizza, può essere indicato successivamente o designato all’interno del testamento;
- la compagnia assicurativa, ovvero il soggetto che eroga la polizza e si impegna ad ottemperare al contratto siglato.
Il contraente paga un premio assicurativo, scegliendo una delle seguenti tre modalità:
- premio ricorrente, ovvero versato su base annuale;
- premio unico, ovvero pagato per intero al momento della stipula;
- premio unico ricorrente, ovvero versato su base periodica, spesso mensile, trimestrale o semestrale;
Vediamo ora quali sono le tipologie di assicurazione sulla vita che è possibile stipulare.
Assicurazione sulla vita: caso morte, caso vita, mista
La definizione di polizza assicurativa sulla vita dall’IVASS – Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni è la seguente:
L’assicurazione sulla vita è quel contratto in forza del quale l’impresa di assicurazione si impegna a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (morte o sopravvivenza).
Esistono tre tipologie di polizze assicurative sulla vita tra cui il contraente può scegliere, e sono le seguenti:
- polizza caso vita;
- polizza caso morte;
- polizza mista.
Vediamole nel dettaglio.
Polizza Caso Vita
Come indicato dall’IVASS, la polizza “caso vita” garantisce un capitale o una rendita se, a una scadenza predeterminata, l’assicurato è in vita.
Cosa vuol dire? Chi stipula un’assicurazione caso vita, investe una somma che poi sarà restituita alla scadenza della polizza insieme agli
interessi maturati, come una rendita vitalizia, un po’ come accade alle pensioni integrative.
Le polizze caso vita si dividono in tre tipologie:
- a “capitale differito”: quando, alla scadenza del contratto, viene erogato il capitale investito rivalutato degli interessi;
- a “rendita differita”: in questo caso il beneficiario riceve una rendita con scadenze periodiche, mensili o annuali, a partire da una
- data contrattualmente stabilita;
- a “rendita immediata”: prevede che il premio stabilito sia versato in un’unica soluzione e la rendita inizi a essere percepita immediatamente dopo il versamento.
Polizza Caso Morte
Le assicurazioni “caso morte” garantiscono ai beneficiari un capitale o una rendita in caso di decesso dell’assicurato. Questo è utile, ad esempio, per proteggere i propri cari se il soggetto rappresenta l’unica fonte di reddito e se si ha un mutuo.
La forma più comune è la polizza temporanea (TCM), che ha una durata predefinita (es. 10 o 20 anni) e paga il capitale solo se l’assicurato muore entro quel periodo. Esiste anche la polizza “vita intera”, che non ha scadenza e prevede l’erogazione del capitale alla morte dell’assicurato.
Polizza mista
In alternativa alle polizze caso vita e caso morte, è possibile scegliere una polizza vita “mista”, che combina entrambi i tipi.
In questo caso, il capitale assicurato viene erogato al beneficiario sia in caso di decesso sia se l’assicurato sopravvive alla scadenza del contratto.
Solitamente, è possibile decidere come suddividere il premio tra la componente “caso vita” e quella “caso morte”.
Assicurazione sulla vita: questionario
Ti sarà capitato di vedere in qualche film il contraente rispondere alle domande del funzionario della compagnia assicurativa circa il suo stile di vita e lo stato di salute.
In effetti, la stipula della polizza assicurativa sulla vita è subordinata alla compilazione di un questionario, contenente domande atte a verificare le condizioni di salute dell’assicurato, eventuali patologie o disturbi, e l’attività lavorativa.
L’assicurato deve, inoltre, sottoporsi ad una serie di accertamenti medici, da allegare alla richiesta di polizza, come gli esami del sangue, l’ECG e simili.
È evidente che, in presenza di condizioni di salute non ottimali, il rischio per la compagnia assicurativa aumenta, e con esso di conseguenza anche il premio da pagare per il contraente.
In casi, invece, di condizioni davvero precarie di salute, la compagnia può rifiutare la stipula del contratto.
Lo stesso vale in caso di ottime condizioni di salute, ma in presenza di professioni rischiose.
Mentire o omettere informazioni non è affatto consigliato, perché possono invalidare il contratto e lasciare i beneficiari con tanto amaro in bocca.