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Il diritto alla salute non è negoziabile

diritto alla salute

Il nostro ordinamento giuridico sancisce, e ribadisce in molteplici occasioni, l’importanza della tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori, ponendo l’attenzione su un principio troppo spesso ignorato.

Tutto ciò trova conferma anche dai dati INAIL sulle centinaia di migliaia di denunce di infortunio e decesso sul lavoro registrate ogni anno. 

La lista delle norme è lunga e parte dagli articoli 2, 32 e 41 della Costituzione Italiana, che indicano la tutela della persona umana nella sua integrità psico-fisica come principio assoluto ai fini della predisposizione di condizioni ambientali sicure e salubri.

Continua, la lista, con l’articolo 2087 del Codice Civile, che recita come segue:

“L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro.”

Si prosegue, poi, con il Testo Unico sulla Salute e sulla Sicurezza, che fissa una serie di obblighi atti a garantire, appunto, la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.

Quindi, volendo trarne una sintesi, potremmo dire che il diritto alla salute dei cittadini e alla sicurezza dei lavoratori è inalienabile, è garantito dalla Costituzione e dalla legislazione vigente, quindi è, e deve essere, reso universalmente esigibile dallo Stato.

Purtroppo, ormai da oltre 30 anni, le scelte politiche attuate da diversi governi hanno progressivamente impoverito le risorse da destinare al SSN per gli scopi sopra enunciati, inoltre gli interventi di revisione della spesa, più volte reiterati dai governi negli ultimi anni, da intenzionali forme di efficientamento si sono invece nei fatti tradotti in ulteriori, pericolosi, tagli lineari sia alle prestazioni che, soprattutto, ai fondamentali servizi. 

In questo contesto negli ultimi anni, nel tentativo di assicurare un sostegno integrativo e aggiuntivo al sistema del SSN, le Parti Sociali hanno voluto introdurre nei CCNL e nella contrattazione nazionale elementi volti a fornire strumenti di sanità integrativa a favore di quel consistente nucleo di cittadini formato dai lavoratori dipendenti e dai rispettivi nuclei familiari.

Nello specifico, ci riferiamo alla presenza, in una consistente percentuale dei CCNL esistenti nel nostro Paese – minacciati da una giungla di contratti pirata sui quali sarebbe urgente esprimersi – di uno dei più importanti strumenti di welfare aziendale: l’assistenza sanitaria integrativa.

Sin dalla sua fondazione, il Fondo ASIM ha condotto un’azione incessante di diffusione della conoscenza, per rendere edotti centrali appaltanti, imprese e (soprattutto) lavoratori, dei diritti garantiti dal CCNL per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi.

Una delle principali necessità emerse agli inizi della nostra attività è stata proprio far conoscere ai lavoratori l’adesione obbligatoria al nostro Fondo di assistenza sanitaria integrativa e il conseguente accesso ai servizi, spesso ignorati, di un Piano sanitario molto ampio a copertura delle loro esigenze socio-sanitarie.

Ci siamo poi resi conto che era necessaria anche un’azione nei confronti delle imprese che applicano il CCNL sopra citato, senza però adempiere agli obblighi previsti dall’articolo 69 (Assistenza Sanitaria Integrativa) dello stesso.

Anche nel 2020, dopo gli incoraggianti risultati ottenuti nel corso degli ultimi anni, che ci hanno portato a coprire una quota molto consistente di imprese operanti nel Settore, abbiamo deciso di rincarare la dose, con il solo scopo di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori tutti i diritti a loro dovuti, né più né meno, grazie a una massiccia campagna sui principali mezzi di comunicazione, tradizionali e digitali, che va a fare seguito a quella, rivolta alle centrali appaltanti, che abbiamo condotto nel 2019.

Il messaggio della nostra campagna è stato chiaro e netto:

“Chi decide di applicare il CCNL per il personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia e servizi integrati/multiservizi in maniera non integrale sceglie consapevolmente di ridurre i diritti di queste lavoratrici e lavoratori ledendone la dignità e il benessere”.

Violando le norme del CCNL, ovvero non ottemperando agli obblighi ivi previsti, si privano i lavoratori di uno strumento che potrebbe migliorare la qualità della loro vita e proteggerli dai rischi connessi alla professione.

In un momento di eccezionale gravità globale nel mondo quale quello della Pandemia da COVID-19, che tuttora investe con elevata gravità il nostro Paese con grandi preoccupazioni, tensioni e sacrifici per tutti i cittadini, non dobbiamo dimenticare, infatti, nemmeno per un secondo, che queste donne e questi uomini, mentre stanno attraversando uno dei periodi più duri che la storia moderna ricordi, aiutano tutta la collettività, attraverso il loro lavoro e il loro grande impegno, combattendo il virus che minaccia la vita e la salute di tutti noi, mettendo in condizione tutti di lavorare e vivere in sicurezza, sanificando i luoghi di lavoro nei quali trascorriamo buona parte della nostra giornata, gli stabilimenti che sostengono il tessuto produttivo del Paese, gli ospedali nei quali riceviamo le cure di cui abbiamo bisogno, noi e i nostri familiari.

Negare ai cittadini un diritto essenziale come la salute, più e più volte definito “inalienabile”, non può e non deve essere consentito; non rispettare un CCNL, impedendo che affianchi, integrandolo nelle prestazioni e nei livelli qualitativi di erogazione, il Servizio Sanitario Nazionale, vuol dire negare a migliaia di lavoratrici e lavoratori e alle loro famiglie un supporto di valore fondamentale e quindi, mortificare una categoria professionale senza la quale, ricordiamolo, avremmo raccontato, oggi, una storia completamente diversa.

Peggiore. Nettamente peggiore.

Per questo motivo, vogliamo ribadire che riconoscere alle proprie lavoratrici e ai propri lavoratori la tutela e il supporto che meritano è essenziale.

Non si tratta di un privilegio o di una concessione offerta da un datore di lavoro particolarmente illuminato, ma di un diritto sacrosanto.

Non mi sento fuori tema poi, nell’esprimere anche l’esigenza di sottolineare che, in un settore, divenuto nei fatti, di importanza sostanziale per tutto il Paese, dove oltre 600.000 lavoratrici e lavoratori operano in realtà molto difficili spesso con orari fortemente ridotti e con salari esigui, anche il solo fatto di mettere in discussione la necessità improcrastinabile di rinnovare il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, migliorando le condizioni normative delle lavoratrici e dei lavoratori adeguando in modo dignitoso i salari, risulta, oggi più che mai, un errore da evitare assolutamente e un fatto inaccettabile per i valori che dovrebbero accomunare il ruolo e la storia delle parti sociali del nostro Paese. Assicurare il legittimo riconoscimento del valore del lavoro e la doverosa dignità a queste lavoratrici e lavoratori è uno dei significati che qualificano l’immagine di un Paese.

Tornando infine al filo conduttore del mio ragionamento colgo l’occasione per un’ultima riflessione, che traccio nel ribadire che la “Sanità Integrativa” che io vorrei vedere è quella che affianca e integra 

il Servizio Sanitario Nazionale nel migliorare, ad esempio, i tempi di erogazione delle prestazioni, fornendone di aggiuntive, in particolare nella prevenzione delle malattie e dello sviluppo delle cronicità delle stesse.

Il drammatico momento storico che stiamo ancora vivendo, infatti, conferma, ed è propedeutico alla comprensione anche dei soggetti più scettici del recente passato, che i fondi sanitari integrativi di natura contrattuale, come il Fondo ASIM, costituiscono una ricchezza aggiuntiva, fondamentale per i propri iscritti, di importante sostegno per il Servizio Sanitario Nazionale e quindi utile per l’intero Paese. 

Uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d’America, Benjamin Rush, una volta disse che “La libertà può esistere solo laddove c’è conoscenza. Senza apprendimento, gli uomini non saprebbero quali sono i loro diritti.”

Il nostro impegno va proprio in questa direzione, diffondere la conoscenza affinché le lavoratrici e i lavoratori del Settore Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi possano sapere quali sono i loro diritti e goderne appieno.

Sempre!

Intervento di Marco Verzari, Presidente Fondo ASIM

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