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Cittadinanzattiva punta sui giovani: “Sono le nostre sentinelle della salute”

intervista anna lisa mandorino cittadinanzattiva

Intervista della giornalista Rossella Verga alla segretaria nazionale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino, sui temi centrali del diritto alla salute, della prevenzione e dell’educazione dei giovani. Intro. 

Diritti ma anche responsabilità. Nel caso specifico, diritto alla salute ma anche volontà e capacità di agire affinché tale diritto sia reale per tutti, a cominciare dai più deboli. Su questo fondamento è nata (nel 1978) e si è sviluppata Cittadinanzattiva, la cui parola d’ordine è “perché non accada agli altri” e la cui convinzione è che “fare i cittadini sia il modo migliore di esserlo”

Ecco perché l’organizzazione si impegna a promuovere l’attivismo civico e, da qualche anno, ad analizzare periodicamente il rapporto tra gli italiani e il sistema sanitario pubblico, con l’obiettivo di fornire una fotografia aggiornata di come si traduca oggi il diritto alla salute nel complesso sistema del federalismo sanitario. 

Lo scorso 22 ottobre a Roma, presso il Ministero della Salute, è stato presentato il Rapporto civico sulla salute 2024. Ancora una volta è emerso il tema della difficoltà di accesso alle cure sanitarie. Delle 24.043 segnalazioni elaborate dall’associazione nel 2023 (frutto delle denunce dei cittadini ai tanti Punti di tutela sul territorio, integrate con le informazioni dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità e con attività di studio e ricerca) la parte più significativa – pari a un terzo del totale – riguarda proprio il mancato accesso alle prestazioni. Difficoltà a prenotare le prime visite e gli esami necessari per arrivare a una diagnosi, impossibilità o ritardi nel programmare i controlli successivi. L’“accesso”, insomma, è la vera piaga della sanità pubblica. Ma le risposte di fronte a questi dati possono essere diverse e qui si gioca la partita del domani. 

Non rassegnazione, ma reattività. Non resa ma impegno sempre maggiore per pretendere che i diritti vengano garantiti. Ancora: azioni per favorire collaborazioni e sinergie con i servizi sul territorio, come ad esempio quelli offerti dalla sanità integrativa che in una logica appunto complementare diventa una grande risorsa. 

E poi c’è il vastissimo terreno di incontro della prevenzione, che passa anche dagli stili di vita e dalla consapevolezza. Su questo ultimo aspetto ad esempio Cittadinanzattiva sta investendo molto, attraverso la promozione di programmi educativi nelle scuole

Nell’ultimo anno l’Organizzazione ha coinvolto circa 2.000 studenti e più di 600 docenti. In classe, con l’aiuto di esperti, si spiega come funziona il nostro sistema sanitario, come si individua il giusto specialista, quanto sia importante l’uso corretto dei farmaci, quanto sia centrale l’alimentazione e tanto altro ancora. Ma perché oggi più che mai, di fronte a un sistema che fatica a rispondere ai bisogni, occorre puntare sull’educazione alla salute? 

Lo ha chiesto per noi la giornalista Rossella Verga, alla segretaria nazionale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino.

La capacità di fruire dei servizi sanitari dipende anche dal nostro livello di alfabetizzazione in materia. Cosa si può fare per aumentare il livello di educazione alla salute?

Noi tradizionalmente lavoriamo sulla tenuta e sulla protezione del Servizio Sanitario Nazionale, quindi ci occupiamo – sia a livello di proposta sia di denuncia quando è necessario – di tutto ciò che va nella direzione del rafforzamento della sanità pubblica. 

Dall’altra parte, però, siamo un’organizzazione di attivismo civico: cerchiamo pertanto di consolidare la capacità di orientarsi e di acquisire informazioni. Il cittadino ha diritto ad avere cure di qualità, ma ha anche la responsabilità di essere un soggetto attivo e in questa prospettiva è cruciale avere informazioni innanzitutto su come il Servizio funziona, anche in termini di accesso. 

La difficoltà di accesso è la nota più dolente del Servizio Sanitario stando alle segnalazioni dei cittadini.

Nel Rapporto civico sulla salute 2024 abbiamo denunciato che il problema più grande della nostra sanità è proprio il tema dell’accesso: al cittadino sembra di trovare chiusa la porta di accesso al Servizio Sanitario Nazionale per via delle liste d’attesa, della situazione di pronto soccorso, dell’assistenza primaria che non è ancora ben organizzata. È quindi evidente l’importanza dell’orientamento su questa materia, sui servizi a cui egli ha diritto, ma anche sugli stili di vita responsabili e su tutto l’ambito della prevenzione, che non è soltanto la diagnosi precoce anche se quello è un pezzo rilevante; è conoscenza delle cure disponibili, è per esempio sottoporsi ai vaccini e agli screening. In generale si tratta di avere quell’attenzione alla salute che garantisce sia la salute dell’individuo sia la sostenibilità del Servizio.

A proposito di stili di vita, Cittadinanzattiva sta puntando molto sui giovani. Qual è la risposta delle nuove generazioni che incontrate nelle scuole?

Rivolgere attenzione alle generazioni più giovani sul tema dell’educazione alla salute è per noi fondamentale. Intanto perché le ragazze e i ragazzi sono spesso soggetti trascurati dal Servizio Sanitario. La promozione della salute si rivolge soprattutto agli adulti, alla popolazione più anziana o più fragile e spesso lascia un po’ fuori i giovani. Ma è importante anche perché ci siamo accorti lavorando con loro nelle scuole che i giovani possono essere soggetti molto attivi, attori della promozione della salute per se stessi e per le persone che li circondano. 

Noi abbiamo dato origine a una rete che si chiama “responsabili della sicurezza e della salute a scuola” proprio perché ci siamo resi conto che i giovani, laddove abbiano le informazioni e seguano un percorso di attivazione su questi temi, diventano soggetti estremamente utili anche per gli altri. Per i loro genitori, per i parenti, per gli amici.

Diventano un po’ delle sentinelle della salute nei vari contesti?

Esatto, noi li chiamiamo degli informatori di prossimità, delle sentinelle della salute anche nei loro contesti tra pari. Ovviamente privilegiamo questa modalità per parlare ai giovani, cerchiamo di creare dei percorsi che li vedano coinvolti tra pari, quindi i giovani nei confronti degli altri giovani, ma anche nei loro nuclei familiari.

Nel contesto sanitario del nostro Paese, anche alla luce dei dati che emergono dal rapporto civico sulla salute 2024, in che misura la sanità integrativa può essere d’aiuto in un’ottica di collaborazione e non di concorrenza?

La chiave è proprio questa, la sanità “integrativa”. Il sistema sanitario integrativo dovrebbe ovviamente andare a integrare, quindi a completare tutto ciò che in questo momento non è offerto dal pubblico. Può svolgere un ruolo importante se assume una funzione complementare rispetto alla sanità pubblica. Una maggiore integrazione anche a livello di compiti e di funzioni potrebbe garantire una migliore organicità di tutto il sistema.

Al primo posto delle vostre priorità c’è la necessità di dare, da gennaio 2025, “piena e totale attuazione ed esigibilità” a tutti i cittadini dei LEA 2017 e “garantire d’ora in avanti una revisione costante dei livelli di assistenza”. Per favorire questo obiettivo la sanità integrativa può giocare un ruolo nel senso di alleggerire il sistema?

Premesso che i Livelli Essenziali di Assistenza sono proprio la missione del servizio pubblico, sono un po’ l’infrastruttura dei diritti che dovrebbe essere garantita per tutti i cittadini e di conseguenza il governo della sanità pubblica lì è fondamentale, è però vero che in una situazione di cambiamento una maggiore sinergia forse andrebbe immaginata, proprio perché questo garantirebbe un governo pubblico più efficace. 

Se non c’è la possibilità anche solo di mettere insieme le informazioni e i dati che vengono da questi due ambiti, ovviamente si fa fatica a governare una macchina così complessa.

Torniamo alle oltre 24mila segnalazioni dei cittadini, che tra l’altro sono 10mila in più rispetto all’anno precedente, cosa ci dice politicamente questo dato?

Ci segnala una presa di coscienza condivisa di quanto la sanità sia l’infrastruttura sociale più importante per il nostro Paese. Il fatto che aumentino le segnalazioni vuol dire che le persone hanno sicuramente dei problemi, perché purtroppo il nostro rapporto fotografa in particolare le criticità, ma i cittadini hanno anche voglia di segnalare e denunciare questi problemi.

Non si sono ancora rassegnati al fatto che la sanità non funzioni. Anzi, vogliono portare il proprio contributo affinché funzioni meglio, quindi da questo punto di vista è un dato positivo.

E che cosa ci dice il rapporto nei contenuti?

Che purtroppo l’accessibilità del Servizio Sanitario Nazionale è l’aspetto che i cittadini denunciano di più. E la questione delle liste d’attesa impedisce loro di vedere poi gli aspetti positivi oppure le riforme in campo, perché la porta di accesso purtroppo sembra bloccata, difficile da attraversare.

Cittadinanzattiva è un’organizzazione fondata nel 1978. come avete visto cambiare i bisogni del Paese?

È un tema di cui si potrebbe parlare ore e ore, però cercando di fare una sintesi il problema prioritario è l’aumento delle malattie croniche, anche in considerazione dei cambiamenti demografici e dell’invecchiamento della popolazione. E tenderanno ad aumentare sempre di più. I bisogni legati alle condizioni di malattia cronica sono chiaramente differenti e in questi anni dalla nascita del Servizio Sanitario Nazionale il processo si sarebbe dovuto progressivamente fotografare, mettendo in campo provvedimenti più efficaci, per esempio in termini di assistenza di prossimità, di assistenza territoriale, di deospedalizzazione delle cure. Questo sicuramente è il primo elemento che determina il cambiamento dei bisogni.

Poi c’è il tema dell’innovazione che è cresciuta tantissimo e ha facilitato anche l’accesso alle cure, ma non per tutti e non in maniera omogenea nelle varie aree del nostro Paese. L’innovazione, che è sicuramente un aspetto molto positivo della nostra epoca, rischia così di non essere colta efficacemente in termini di possibilità di accesso.

Rossella Verga
Giornalista

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