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l'88% delle persone con disabilita soffre di almeno una malattia cronica

La disabilità in Italia è una realtà che interessa milioni di persone, ponendo sfide quotidiane in termini di autonomia, supporto familiare e accesso ai servizi. Per comprendere a fondo questo fenomeno, è fondamentale partire dalla sua definizione ufficiale, stabilita dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata in Italia nel 2009. 

Secondo la Convenzione, una persona con disabilità è colei che presenta menomazioni durature – fisiche, mentali, intellettive o sensoriali – le quali, in interazione con barriere di varia natura, possono ostacolarne la piena ed effettiva partecipazione sociale su base di uguaglianza con gli altri

Analizzando i dati ISTAT del 2023, in Italia si contano 2 milioni e 904 mila persone con disabilità, pari al 5,0% della popolazione, con una maggiore incidenza tra le donne (1 milione e 690 mila). 

Il fenomeno è strettamente legato all’età: la prevalenza, infatti, aumenta in modo significativo con l’invecchiamento. Se tra gli under 44 si attesta appena all’1,4% e sale al 3,9% nella fascia 45-64 anni, raggiunge il 6,9% tra i 65-74enni per arrivare a un picco del 19,2% tra gli over 75

È interessante notare come la disabilità sia più diffusa tra gli uomini fino ai 64 anni, per poi diventare prevalente tra le donne nelle fasce di età più avanzate. Anche la distribuzione geografica non è omogenea: la prevalenza più alta si registra nelle Isole (6,4%), seguite dal Centro (5,2%) e dal Sud (5,0%), mentre i valori più bassi si riscontrano nel Nord-ovest (4,6%) e nel Nord-est (4,4%).

Nonostante la rilevanza di questi numeri, l’andamento storico mostra un lieve calo. Nel 2009, infatti, le persone con disabilità erano 3 milioni e 31 mila. Questa tendenza positiva potrebbe essere attribuita a due fattori principali: 

  • da un lato, un miglioramento complessivo delle condizioni di salute della popolazione anziana;
  • dall’altro, una maggiore diffusione di ausili e tecnologie che favoriscono l’autonomia e contribuiscono a superare le limitazioni funzionali.

La percezione soggettiva dello stato di salute

La percezione della propria salute è un termometro fondamentale del benessere individuale e, nel contesto della disabilità, i dati ISTAT del 2023 rivelano un quadro dalle tinte forti. Nonostante i progressi sociali, le condizioni di salute percepite da chi convive con una disabilità rimangono un punto critico.

Emerge un vero e proprio abisso tra chi ha una disabilità e il resto della popolazione

Se tra le persone senza limitazioni ben l’83,1% dichiara di godere di buona o ottima salute, questa percentuale crolla drasticamente ad appena il 9,8% tra coloro che hanno una disabilità. All’interno di questo dato si cela anche una netta disparità di genere: gli uomini con disabilità che si sentono in forma sono il 12,8%, quasi il doppio rispetto alle donne, ferme al 7,6%.

L’analisi è altrettanto eloquente se si osserva il dato speculare, ovvero chi dichiara di stare “male o molto male”. Questa condizione riguarda ben il 57,3% delle persone con disabilità, un dato che, pur segnando un lieve miglioramento rispetto al 61,0% del 2010, rimane enormemente distante dal quasi irrilevante 0,5% registrato nel resto della popolazione. Anche in questo caso, le donne con disabilità riportano un malessere più diffuso (59,5%).

Malattie croniche: un peso quotidiano per chi vive con disabilità

La condizione di salute delle persone con disabilità in Italia è segnata da una presenza quasi costante di patologie croniche, un fattore che aggrava la complessità delle sfide quotidiane. I dati rivelano un quadro netto e persistente, in cui la cronicità non è un’eccezione, ma la norma.

Il dato più eloquente è la stabilità di un’incidenza altissima: tra il 2010 e il 2023, la percentuale di persone con disabilità affette da almeno una malattia cronica è rimasta salda intorno all’88%. Un divario abissale se confrontato con il 33% registrato nel resto della popolazione, che evidenzia due realtà sanitarie profondamente diverse.

A questo si aggiungono significative differenze di genere. Nel 2023, le donne con disabilità mostrano una vulnerabilità maggiore, con un’incidenza di cronicità del 90,6% contro l’84,3% degli uomini. L’età, come prevedibile, accentua ulteriormente questa tendenza: se tra i 18 e i 44 anni la prevalenza è del 58,6%, essa sale inesorabilmente fino a raggiungere il 95,5% tra gli over 75.

L’analisi dell’andamento temporale (2010-2023) svela una dinamica a due velocità. Mentre nelle fasce più giovani la situazione è rimasta stabile, dai 45 anni in su si è registrata una diminuzione della cronicità sia per le persone con disabilità sia per il resto della popolazione. Tuttavia, questo miglioramento è stato più lento e limitato per chi convive con una disabilità, contribuendo così ad amplificare il divario sanitario esistente. 

Nonostante i progressi generali, l’onere delle malattie croniche rimane per questa fascia della popolazione una sfida profonda e costante.

La prestazione di Long Term Care del Fondo ASIM: un supporto cruciale nel contesto della cronicità

Considerato il quadro precedentemente delineato, che evidenzia come l’88% delle persone con disabilità in Italia sia affetta da almeno una patologia cronica e come la percezione soggettiva del loro stato di salute rimanga critica, l’esigenza di supporti a lungo termine per l’assistenza diventa pressante

In questo contesto si inserisce la prestazione di Long Term Care (LTC) offerta dal Fondo ASIM

Questa copertura è destinata agli iscritti al Fondo – ovvero le lavoratrici e i lavoratori di imprese esercenti Servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi – che siano iscritti da almeno sei mesi alla data dell’evento inabilitante.

La prestazione di LTC del Fondo ASIM consiste nell’erogazione di un importo mensile forfetario di 500 euro a vita intera, destinato al rimborso delle spese di assistenza sostenute dagli iscritti in condizione di non autosufficienza

Lo stato di non autosufficienza viene riconosciuto quando l’assistito risulta incapace, in modo presumibilmente permanente, di svolgere parte delle seguenti “attività elementari della vita quotidiana”:

  • farsi il bagno;
  • vestirsi e svestirsi;
  • igiene del corpo;
  • mobilità;
  • continenza;
  • bere e mangiare.

Questo tipo di supporto economico è cruciale per le persone che, a causa di menomazioni durature, si trovano a dover affrontare costi significativi per mantenere la propria autonomia e partecipazione nella società, un aspetto rilevante data la prevalenza di condizioni croniche e limitazioni gravi nella popolazione con disabilità in Italia.

Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il Piano sanitario sul nostro sito web.