
L’esame del liquor, o liquido cerebrospinale, è un’indagine diagnostica fondamentale che permette di ottenere informazioni preziose sul funzionamento del sistema nervoso centrale.
Attraverso l’analisi di questo fluido, che circonda cervello e midollo spinale, è possibile individuare infezioni, malattie neurologiche, emorragie e altre condizioni che potrebbero compromettere la salute del paziente.
Ma a cosa serve davvero l’esame del liquor e quando viene prescritto dal medico?
Approfondiamo insieme, e vediamo nel dettaglio come si esegue, quali patologie può rivelare e quali sono i rischi e i benefici di questa procedura.
Indice dei Contenuti
Cos’è il liquor o liquido cerebrospinale?
Il liquido cerebrospinale (LCR) o liquor è un fluido fisiologicamente incolore, limpido e sterile, che avvolge l’intero sistema nervoso centrale (SNC), compreso il cervello all’interno del cranio e il midollo spinale nel canale vertebrale.
La sua composizione e le sue funzioni sono vitali per il SNC. Esso, infatti:
- permette la diffusione di nutrienti e sostanze chimiche dal sangue allo spazio che circonda le cellule nervose e, al contempo, riceve i prodotti secreti da queste ultime;
- svolge una funzione protettiva, ammortizzando il cervello all’interno del cranio e il midollo spinale.
Il liquor è un materiale diagnostico “unico” per la sua peculiarità di essere a stretto contatto con lo spazio extravascolare del sistema nervoso centrale e isolato dagli altri liquidi corporei.
Come viene prodotto il liquido cerebrospinale?
Il liquor è prodotto all’interno dei ventricoli cerebrali, che sono un sistema di quattro cavità interconnesse e in comunicazione con gli spazi liquorali subaracnoidei. Una volta prodotto, il liquor circola in queste cavità, nella base cranica e nel midollo spinale.
Il suo riassorbimento nel flusso sanguigno avviene tramite speciali strutture chiamate “villi aracnoidei”. Questo meccanismo assicura un equilibrio dinamico tra produzione e riassorbimento.
Un’alterazione di questo equilibrio può portare all’accumulo di liquor e alla dilatazione dei ventricoli.
Quando viene prescritto l’esame del liquor e perché è importante analizzarlo?
L’analisi del liquido cerebrospinale riveste un’importanza fondamentale nella diagnosi di un’ampia varietà di malattie e condizioni che colpiscono il sistema nervoso centrale.
È indispensabile per la diagnostica di molte patologie del SNC e si è sviluppata nel corso degli anni come strumento diagnostico per numerose malattie neurologiche.
Nello specifico, l’esame del liquor viene prescritto principalmente per le seguenti finalità:
- Valutazione della pressione e composizione del liquido cerebrospinale.
- Diagnosi e monitoraggio delle malattie infettive del Sistema Nervoso Centrale (SNC):
- meningiti (batteriche, virali, tubercolari, da Cryptococcus, sifilitiche);
- encefaliti (virali, da herpes simplex, autoimmuni);
- neuroborreliosi (malattia di Lyme);
- ascessi cerebrali;
- ricerca di agenti patogeni specifici.
- Identificazione di processi infiammatori e malattie demielinizzanti del SNC:
- Sclerosi Multipla (SM);
- Poliradicolonevriti;
- Vasculite del SNC;
- Sarcoidosi;
- Sindrome di Sjögren;
- Lupus eritematoso sistemico.
- Diagnosi e monitoraggio di neoplasie (tumori) che colpiscono il SNC.
- Rilevamento di emorragie cerebrali.
L’indagine deve essere eseguita entro un’ora dal prelievo (del quale tratteremo nel prossimo paragrafo) per minimizzare l’alterazione delle cellule.
Come si esegue il prelievo del liquor: la puntura lombare, o rachicentesi
La puntura lombare, o rachicentesi, è una procedura diagnostica comune e generalmente sicura che consente il prelievo di una piccola quantità di liquido cerebrospinale (LCR) per l’analisi.
Ecco come si procede, dopo aver fornito al paziente le informazioni necessarie e sottoposto il consenso informato da firmare.
Per la puntura lombare si posiziona il paziente in decubito laterale sinistro o in posizione fetale per esporre la schiena. Dopo aver disinfettato la zona, si somministra un anestetico locale.
Un ago sottile viene inserito nello spazio tra le vertebre L3 e L4, o L4 e L5. Quando si raggiunge lo spazio subaracnoideo, dove si trova il liquido, si può avvertire una sensazione di “pop”. A quel punto, si raccolgono 3-4 provette per l’analisi.
Dopo il prelievo, il paziente deve rimanere sdraiato per almeno 24 ore per prevenire il mal di testa.
Questa immagine, elaborata dal portale MSD Manuals, illustra la procedura.

Per approfondire meglio le modalità di esecuzione del prelievo, consigliamo la visione di questo video (in lingua inglese), in cui si mostra la procedura.
Quali sono gli effetti collaterali del prelievo di liquido spinale?
Il prelievo del liquido cerebrospinale è generalmente considerato una procedura innocua. Tuttavia, possono verificarsi alcuni effetti collaterali e complicanze.
I principali sono:
- cefalea post-puntura lombare: questo è un effetto collaterale comune, che si verifica in circa il 10% dei pazienti e può durare anche alcuni giorni. Per contrastarne l’insorgenza, è consigliabile mantenere una posizione supina per almeno 24 ore dopo l’esecuzione dell’esame. L’uso di aghi atraumatici riduce il rischio di questa complicanza, sebbene si manifesti comunque in circa il 12% dei casi anche con tali aghi;
- sensazione di fastidio: il paziente può avvertire una sensazione di fastidio nelle ore immediatamente successive alla procedura, nonostante l’anestesia locale e gli antidolorifici;
- contaminazione ematica: la puntura lombare traumatica (TLP), che consiste nella presenza di sangue nel campione, è un’interferenza rilevante dal punto di vista analitico e si verifica nel 14-20% dei casi. Si distingue da un’emorragia subaracnoidea per la schiarita graduale del LCR tra le provette e l’assenza di xantocromia (colorazione giallastra) in un campione centrifugato;
- rischio di infezione: se l’esame viene effettuato in presenza di un’infezione nel sito di puntura, c’è un rischio;
- rischio di erniazione cerebrale: se il paziente presenta papilledema (gonfiore del disco ottico) o deficit neurologici focali, è necessario escludere la presenza di una massa endocranica tramite TAC o risonanza magnetica prima di eseguire la puntura lombare, per evitare il rischio di erniazione transtentoriale o cerebellare. Questo rientra tra le controindicazioni relative.
È importante notare che il liquor è un campione prezioso e la puntura lombare è una procedura invasiva che, a causa delle potenziali complicanze, viene raramente ripetuta.
Domande Frequenti (FAQ)
Il liquor o liquido cerebrospinale (LCR) è un fluido incolore, limpido e sterile che avvolge e protegge il cervello e il midollo spinale. L’esame del liquor è uno strumento diagnostico “indispensabile” per la valutazione di numerose patologie del sistema nervoso centrale (SNC).
Viene prescritto in presenza di sospetto diagnostico per una vasta gamma di malattie del SNC. È utilizzato per valutare la pressione endocranica, la composizione del liquido e per diagnosticare o monitorare condizioni come infezioni, patologie infiammatorie (es. sclerosi multipla) o metastasi tumorali nel SNC.
La puntura lombare (rachicentesi) consiste nell’inserimento di un ago cavo sottile tra le vertebre lombari (solitamente tra L3 e L4 o L4 e L5). Il paziente è in posizione fetale, sdraiato su un fianco o seduto. La procedura è preceduta da anestesia locale e dura circa 5-10 minuti, permettendo la raccolta di pochi millilitri di liquor.
La procedura è generalmente considerata innocua e indolore grazie all’anestesia locale e agli antidolorifici. Tuttavia, il paziente può avvertire un fastidio nelle ore successive. Raramente, possono verificarsi complicanze gravi se non vengono escluse controindicazioni come un aumento della pressione endocranica da massa.
È fondamentale che il campione di liquor sia processato rapidamente, possibilmente entro un’ora dal prelievo, per minimizzare l’alterazione delle cellule. Alcune analisi automatizzate possono fornire risultati rapidi (es. Kappa Index in 20-60 minuti), mentre altre richiedono tempi più lunghi. Un referto rapido è cruciale per impostare la terapia.
L’analisi del liquor può diagnosticare: meningiti (batteriche, virali, tubercolari), encefaliti, sclerosi multipla (tramite la sintesi intratecale di IgG e bande oligoclonali), emorragia subaracnoidea, ascessi, neoplasie e malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
L’effetto collaterale più comune è la cefalea post-puntura lombare, che si verifica in circa il 10% dei pazienti e può durare alcuni giorni. Altri effetti includono una sensazione di fastidio locale e, meno frequentemente, una puntura traumatica con contaminazione ematica del campione. Rischi più gravi, come l’erniazione cerebrale, sono evitati con un’adeguata valutazione pre-procedura.
Sì, il paziente deve essere a digiuno per la procedura, che spesso viene eseguita in sedazione. Inoltre, se si sospetta un aumento della pressione endocranica o sono presenti segni neurologici specifici (come papilledema), è obbligatorio eseguire una TC o una RM prima della puntura per escludere la presenza di masse endocraniche.
L’esame è controindicato in caso di infezione nel sito di puntura, diatesi emorragica (problemi di coagulazione), o un aumento della pressione endocranica dovuto a una lesione che forma massa. In presenza di papilledema o deficit neurologici focali, è essenziale escludere una massa intracranica con TC o RM per prevenire l’erniazione cerebrale.
No, non immediatamente. Dopo l’esame, è consigliabile che il paziente rimanga sdraiato per almeno due ore. Per ridurre il rischio di cefalea post-puntura lombare, si raccomanda di mantenere una posizione supina per almeno 24 ore. È consigliabile riposare un giorno prima di riprendere le normali attività.