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CCNL Regolari: in arrivo il bollino blu che li certifica

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In questo articolo illustriamo in cosa consistono i contratti irregolari e quali misure correttive si pensa di adottare per difendere i CCNL regolari. Intro. 

L’ultimo aggiornamento della Banca Dati dei CCNL del CNEL, effettuato nel mese di settembre, ha evidenziato un dato molto preoccupante.

Su un totale di 868 contratti collettivi registrati, solo 300 risultano regolari, poco più del 30%.

“La quota prevalente, al netto dei contratti scaduti, è rappresentata dai cosiddetti contratti pirata, che presentano condizioni economiche o normative al di sotto degli standard contrattuali dei settori di riferimento.”

Questo il commento di Tiziano Treu, presidente del CNEL.

Si tratta di un campanello d’allarme assordante, che mette in evidenza l’esistenza di una vera e propria giungla di contratti irregolari, che presentano condizioni peggiorative per i lavoratori coinvolti.

Ma andiamo per ordine, e cerchiamo di capire cos’è un CCNL, qual è il ruolo ricoperto dal CNEL, in cosa consistono i contratti irregolari e quali misure correttive si pensa di adottare per difendere i CCNL regolari.

Cos’è un CCNL – Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro

Il CCNL è un contratto di lavoro stipulato da una organizzazione sindacale, in rappresentanza dei lavoratori, ed i datori di lavoro o le associazioni datoriali, al fine di stabilire le condizioni contrattuali alle quali attenersi.

Ne è un esempio il contratto collettivo multiservizi, che ci riguarda in modo diretto.

Le finalità di un CCNL sono le seguenti:

  • Stabilire il contenuto dei contratti di lavoro, divisi per settore;
  • Stabilire le condizioni economiche del rapporto di lavoro;
  • Individuare delle norme per disciplinare il rapporto di lavoro, ad esempio l’orario di lavoro;

Sintetizzando, potremmo dire che l’obiettivo dei CCNL è quello di raggiungere un accordo vantaggioso per entrambe le parti, che tenga conto delle esigenze e dei diritti dei lavoratori ma anche della gestione aziendale da parte dei titolari d’impresa.

CNEL e CCNL: gestione dell’archivio

Il CNEL, acronimo di Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, è uno di quegli enti pubblici poco noti, dei quali si sente raramente parlare, anche se nel 2016 è stato al centro del dibattito pubblico.

Infatti, era prevista la sua abolizione dalla riforma costituzionale Renzi-Boschi, bocciata successivamente con apposito referendum costituzionale.

Cos’è il CNEL?

Questo ente è previsto dall’articolo 99 della Costituzione della Repubblica Italiana, che recita così:

“Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa.[…] Ha l’iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge.”

Tra i compiti svolti dal CNEL c’è la gestione dell’Archivio dei Contratti Collettivi Nazionali dei Lavoratori, istituito con la legge 30 dicembre 1986 n. 936.

L’archivio contiene tutti i CCNL siglati nel nostro Paese, sia in ambito pubblico che privato, oltre agli accordi tra Governo e Parti Sociali, quelli interconfederali e di solidarietà.

CCNL irregolari: contrattazione al ribasso

I circa 500 contratti collettivi irregolari, presenti nell’archivio del CNEL, rappresentano una minaccia al mercato del lavoro in quanto siglati da associazioni datoriali e sindacali “non rappresentative”, con il solo obiettivo, evidentemente, di ottenere accordi al ribasso con i dipendenti.

Cosa vuol dire?

Che all’interno del medesimo settore, ad esempio quello metalmeccanico, avremo aziende che applicano i CCNL regolari e altre che, invece, adottano quelli irregolari, generando una disparità di trattamento tra lavoratori che svolgono la stessa mansione.

Entrando nel dettaglio del settore che ci riguarda da vicino, ovvero quello multiservizi, possiamo segnalare la situazione attuale relativa alle imprese di pulizie.

Allo stato attuale, infatti, all’interno dell’archivio gestito dal CNEL sono presenti 26 CCNL, molti dei quali – con tutta probabilità – irregolari.

Come puoi immaginare, le aziende che applicano un contratto con condizioni peggiorative per il lavoratore, beneficiano di un risparmio economico sul costo orario – spesso intorno al 30% – e su altri benefit generalmente riconosciuti in quel settore, come la quattordicesima, le indennità di malattia e così via.

CCNL Regolari: il CNEL ha annunciato il bollino blu

Per far fronte al caos dei contratti pirata, che come abbiamo visto presentano condizioni di lavoro peggiorative, il CNEL, tramite il presidente Tiziano Treu, ha annunciato l’intenzione di introdurre un sistema di certificazione dei CCNL regolari.

Rilasciando una dichiarazione al Sole24Ore, l’ex ministro del lavoro ha spiegato che il CNEL indicherà con un bollino blu i contratti regolari, quelli, cioè, che rispettano determinati indicatori qualitativi e quantitativi.

Non si tratta di un semplice bollino di qualità, ma di una procedura che avrà impatto anche sui benefici ai quali le aziende possono accedere, ad esempio incentivi alle imprese e partecipazione a gare d’appalto pubbliche, oltre a facilitare l’intervento degli ispettori.

Siamo certi che molti dei 26 CCNL per le pulizie non riceveranno questa importante attestazione.

Se dovesse entrare in vigore questo processo di certificazione, tramite il bollino blu, le imprese che applicano condizioni di lavoro al di sotto di determinati standard potrebbero andare incontro a seri problemi e impedimenti.

Anche le stazioni appaltanti, in particolare quelle pubbliche, dovranno confrontarsi con questa novità.

Infatti il nuovo testo unico degli appalti richiama esplicitamente l’utilizzo di

“contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalla rappresentanza sindacale unitaria.”

Si spera che questa iniziativa, sostenuta dagli enti preposti e dalle parti sociali, possa avere seguito e contribuire alla soluzione del problema dei contratti pirata a favore dei CCNL regolari.

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